31 maggio 2008

Riflessioni su Cuba: la checca contro il nuovo re barbuto

piccola favola della libertà

Questo racconto è liberamente ispirato dalle vicende narrate nella splendida autobiografia* di Reinaldo Arenas, sublime scrittore, dissidente politico, uomo pieno di dignità, patriota cubano.
* Prima che sia notte, Guanda

Reinaldo era una checca ridente.
Uno di quegli uomini pieni di personalità, che hanno una semplice e dichiarata passione per gli altri uomini. Siano pure, questi, dei bruti maneschi che non hanno mai letto un libro.
Lui, invece, di libri ne aveva letti, eccome.
Con lui potevi parlare della letteratura sudamericana come di quella anglosassone. Dei russi poi, poteva dirti tutto.
Solo che a Reinaldo piacevano i ragazzi, i maschi belli e fatti, da cui prendeva, e a cui dava, tutto il piacere possibile.
Era un essere mite, non aveva mai costretto nessuno a fare un sorriso, figurarsi a finire in un letto oppure solo ad aprire le cosce.
Quando vennero a prenderlo, per interrogarlo, la polizia era incancrenita in una rabbia senza parole. Lo ammanettarono con violenza e lo colpirono sul volto.
Aveva un grande peccato quell’uomo, da farsi perdonare, quella checca direi: scriveva.
Con una solarità originale raccontava tutto ciò che circondava la propria esistenza. Scriveva e veniva pubblicato in tutta Europa. Dove la parola dell’uomo è più forte di qualsiasi immaginifico bene comune.
Che menzogna volgare parlare di bene comune! Quanto sangue ha causato questa bugia primordiale e quanto sgomento. Sarebbe difficile il solo pensare una quantità talmente immensa.
E scriveva bene.
Le sue pagine erano piene del sole e della luce dei Caraibi, e della miseria e della disperazione di un popolo. Del suo popolo. Tutta Cuba ci stava in quelle parole, con la compostezza temperante del sogno. Con il dono dell’arte che quell’uomo, quella checca, aveva nel sangue.
Scriveva col solo sogno di urlare il disagio della propria anima e di raccontare, raccontare, raccontare.
Dire al mondo che il dolore, e la rassegnazione dello schiavo, erano tornati in quell’angolo di paradiso. Dove, per un fato infausto, un nuovo re barbuto s’era incaricato del destino di quel popolo danzante.
Il re barbuto, e i nuovi cortigiani sculettanti ai suoi voleri, detestavano questi esserucoli così privi d’amore, così irrispettosi per la nuova gerarchia. E allora incarceravano tutti coloro che sapevano parlare agli altri, ah quale dono magico è mai questo, e che erano toccati dalla dignità umana.
Va da sé che anche il capo tribù più selvaggio, come il re barbuto più scaltro, deve salvare le apparenze: “Non possiamo incarcerare un uomo solo perché scrive! Troviamo il suo punto debole!”.
Quando arrivarono gli schiavi del re, coi ceppi in mano, dissero a Reinaldo che lui aveva violentato dei ragazzi, sulla spiaggia poi, in mezzo alla gente...
Che fare, allora, oltre che ridere di tanta stupida vigliaccheria? E lui rise, chiedendo di sentire dalla proprie orecchie tale bugia.
I servi del re barbuto, però, erano piccole immagini del terribile padrone e a questo non acconsentirono.
Reinaldo comprese che quegli individui volevano fargli del male. Solo perché, si diceva disperato, aveva raccontato del dolore dei suoi fratelli, della sua terra. Allora quei brutti ceffi volevano privarlo (ancor di più) della libertà.
Sfruttando la distrazione del soldato, visto che la caserma era in riva al mare, si gettò in acqua.
Nuotò, per molte ore e per alcuni chilometri, sino a quando fu sera.
Poté uscire dall’acqua nei pressi di dove abitava. Era tremante per il freddo e oppresso dalla fatica. Senza soldi e senza che la parola speranza avesse più alcun possibile significato.

Reinaldo era diventato un fuggitivo.

Entrò nella stanza dove abitava, prese qualche maglietta e i manoscritti dei suoi lavori. E corse via.
Si nascose per molto tempo. In piccole foreste appena fuori la città. Aveva contattato alcuni amici che gli portavano da mangiare e qualcosa da leggere. E lui, la checca, era costretto ad una vita da scimmia con i cacciatori sempre alle spalle.
Ma fu tradito.
La polizia del re barbuto era infida, e brava, a regalare il pane ai traditori.
Quando vennero a prenderlo, per arrestarlo, la polizia era incancrenita in una rabbia senza parole.
Lo portarono via e lo chiusero in un cella piena d’umidità e d’insetti senza nome.
Tra assassini e ladri, stupratori incalliti, spie infiltrate dal governo, checche urlanti e miserabili dementi biologici. Nel castello di pietra e dolore de el Morro.
Nel cuore dell’Avana, di fianco al Malecón, quella roccaforte spagnola si ergeva a monito di tutti i Reinaldo dell’isola.
Il re barbuto difendeva così le proprie idee.
Quell’uomo, quel frocio incarcerato, aveva in sé la consapevolezza del giusto.
Voglio dire, sapeva esattamente in ogni istante della propria giornata che quegli individui che lo privavano della libertà, e che tentavano di fare lo stesso con la sua dignità, erano delle emerite carogne... senza alcuna giustificazione.
Perchè a vederla da fuori la situazione è diversa. Voglio dire, in Europa si supponeva che omosessuali, poeti, scrittori e dissidenti venissero gettati in carceri simili a fogne... quindi era evidente comprendere chi fosse il cattivo della situazione.
Ma quando sei dentro un buco di merda, con le tue feci sino alle caviglie, con un cibo scadente e individui che ogni giorno ti urlano contro che sei tu il marcio... che sei tu il marcio... che sei tu il marcio... qualche dubbio può venire.
A Reinaldo no.
Ah, la forza maestosa della dignità!
Dopo mesi di violenza e privazioni, secondo consolidati calcoli mefistofelici da carcerieri rivoluzionari, quell’uomo, quella checca, era pronto a guarire.
Guarire dalla terribile malattia dell’antisocialità, della evidente incapacità di venerare una rivoluzione di pura poesia e giustizia. Guarire dal cancro della cattiveria che si faceva largo nelle sue viscere.
Era il tempo della delazione!
Quando vennero a prenderlo, per seviziarlo, la polizia era incancrenita in una rabbia senza parole.
Lo gettarono in una cella d’isolamento dove non poteva neanche starsene in piedi per quanto era bassa. Dove non poteva sdraiarsi completamente per quando era stretta. Dove non poteva sognare, dormendo, per quanto era orribile.
Dopo una settimana: sette giorni e sette notti nel proprio piscio e nella merda... lo condussero finalmente alla sala dell’interrogatorio.
Con la proverbiale potenza del forte, l’ufficiale incaricato (dignitario di corte dei nuovi re di Cuba, esseri barbuti e onnipotenti) diede inizio alle danze.
“Tu frocio di merda ora devi parlare. Tu frocio di merda devi dirci come sei riuscito a mandare i tuoi merdosi manoscritti in Spagna. Tu frocio di merda ci devi dire chi sono i tuoi amici che non amano la Rivoluzione. Tu frocio di merda devi parlare se non vuoi morire”.
Bisogna dirlo, e senza malizia lo faccio, non tutti i servi del re barbuto erano dotati della sua retorica possente e illusoria.
Altri, come questo ufficiale carceriere, erano, per così dire, più talentuosi nel tormento che nel ragionamento.
Ma Reinaldo, la checca imprigionata, toccato da chissà ancor quali energie si fece sberleffo del tipo.
Malgrado tutto i due supposti violentati, durante il processo, dissero che non era vero. Che Reinaldo non aveva compiuto alcuna violenza.
Ah, quale sgarbo! Il giudice era furente!
Ma la Rivoluzione regalò, lo stesso, due anni di condanna al suo figliolo più cattivo.
Questa è la proverbiale giustizia regalata al proprio popolo dal re barbuto. Quanto dolore, amici. Che il solo tacerlo significa accettarlo.
Gli interrogatori si aggiungevano ai tormenti. L’ufficiale voleva dei nomi, i nemici della Rivoluzione diceva. E Reinaldo, scaltro e sottile, scrisse una lunga lista.
Erano, quelli, tutte spie della polizia.
Suoi amici scrittori, di cui aveva avuto prove certe di tradimento, e semplici conoscenti, noti per collaborare col governo.
I tormenti non avevano fine.
I topi che schizzavano veloci tra la merda lo deprimevano nel cuore. Si sentiva un miserabile, un uomo finito, una checca gli ricordavano sempre.
Lo spostarono in un carcere all’aperto, dove sotto il sole cocente doveva fare lavori manuali e pesantissimi. Spostare terra tutto il giorno, con una carriola arrugginita, come la sua esistenza. L’obbligarono a scrivere al suo editore francese che andava tutto bene. Che aveva sbagliato ma che si stava riabilitando, e che ogni tanto poteva anche uscire dal carcere.
Gli dissero di scrivere che la rivoluzione, la Rivoluzione, era giusta e che lui ora l’aveva capito. Che il re barbuto era buono, e bravo, col suo popolo festante.
Solo dopo aver rubato qualche anno della sua esistenza lo fecero uscire, per porlo sotto uno strettissimo controllo della polizia politica.
Dopo altri quattro anni, di sorveglianza e tormenti, riuscì a fuggire dall’inferno, per andare negli Stati Uniti.
Fuggì coi pazzi e ladri e froci di cui il re barbuto voleva liberarsi.
In esilio.
Dove vinse premi letterari e borse di studio, dove tenne conferenze e scrisse libri meravigliosi.
Ma dove la sua vita da esiliato, lontano dalla propria terra, lo segnò dentro.
Reinaldo morì suicida, malato incurabile di una malattia del sangue e di un’altra, più feroce, dello spirito.

Prima di morire lasciò copie di questa lettera per gli amici.

Amici Cari, a causa dello stato precario della mia salute e della terribile depressione sentimentale che provo al non poter più scrivere e lottare per la libertà di Cuba, metto fine alla mia vita. Negli ultimi anni, benché molto malato, ho potuto terminare le mie opere letterarie, a cui ho lavorato per quasi trent'anni.
Vi lascio in eredità tutte le mie paure, ma anche la speranza che presto Cuba sia libera. Sono soddisfatto di aver contribuito, anche se modestamente, al trionfo di questa libertà. Metto fine alla mia vita volontariamente, perché non posso più continuare a lavorare. Nessuna delle persone che mi stanno vicino è coinvolta in questa decisione. C’è solo un responsabile: Fidel Castro. La sofferenza dell’esilio, la solitudine e le malattie non mi avrebbero certo colpito se avessi potuto vivere, libero, nel mio paese.
Esorto tutto il popolo cubano dell’esilio, come dell’Isola, a continuare a lottare per la libertà. Il mio non è un messaggio pessimista, è un messaggio di lotta e di speranza.

Cuba sarà libera. Io lo sono già.

Reinaldo Arenas

dal blog Avana.ilcanocchiale.it

Vivere a Cuba, Yoani: mondi paralleli

5:00 pm. Sono davanti alla porta del Cafè Cantante al Teatro Nacional. Non mi interessa molto la programmazione, però accompagno una amica che è pazza per andare a ballare.

5:27 pm. Il portiere ci chiede di quale istituzione siamo, perchè i tavoli per i cittadini cubani sono riservati per un gruppo di contabili importanti. Gli spiego che siamo "indipendenti", invece di arrabbiarsi, ride ad alta voce. Ci lascia entrare.

6:10 pm. Su di monitor proiettano videoclips nord-americani, mentre al bancone si vende birra, bibite e rum con valuta convertibile (CUC). La mia amica ed io iniziamo ad essere stuzzicate da un gruppo di giovani vestiti alla moda che ballano lascivamente. Quando si rendono conto che stiamo parlando in "cubano" se ne vanno.

7:00 pm. Continua la musica registrata. Sembra che il gruppo musicale non vuole iniziare a suonare, oppure qualcuno dei componenti non è ancora arrivato. I ragazzi di fianco a noi si dimenano di fronte a tre spagnole che hanno la faccia di chi sembra essere interessata a loro. Ognuno di loro indossa qualcosa di bianco per ottenere -con le luci della discoteca- un richiamo immediato.

7:40 pm. Nessuno si è avvicinato al nostro tavolo. Cosa rara per duer ragazze sole in un club; però sembra che la nazionalità sia determinante per un approccio.

8:20 pm. Niente dell'ambiente dove sono: giovanotti che strizzano l'occhio a signore con il doppio della loro età, lenti a contatto e vestiti di marca da tutte le parti e una corsa generale verso ogni straniero che arriva, mi ricordano l'obbligo di austerità, fermezza ideologica e disciplina che pullulano là fuori.

8:40 pm. Chiudono, e percepisco che quando attraverso la strada verso i ministeri che abbondano in questa zona, non posso abbandonare l'idea di vivere due mondi paralleli. Due dimensioni che si negano enfaticamente una all'altra.

9:00 pm. Esco e vedo i ragazzi dei vestiti bianchi con le signore che parlano con la "zeta". Vado a casa e cammino lungo una strada con un enorme muro a fianco del Consiglio di Stato. Una frase di Martì mi avvisa:
"Bisogna fare in ogni momento, quello che in ogni momento è necessario".










di Yoani Sanchez dal blog Generaciòn Y

Dissidenti a Cuba: prigionieri politici, denuncia della CAPPF

Report della Commissione di Attenzione per i Prigionieri Politici e i loro Famigliari (CAPPF)
Sergio Pastor Martínez Carrazana, Vicepresidente (CAPPF)

Prigioniero: Lázaro Alejandro García Farah Causa 37/1994 (Caso de la Lancha Baragua). Condanna: 25 anni più 6 aggiunti.
Prigione: Boniato, Santiago de Cuba. Próxima visita 14 Maggio..

Siamo stati ricevuti dalla mamma Gladys Farah Estrada che ci informò di una notizia telefonica ricevuta da una attivista dei Diritti Umani che le comunicò che suo figlio Lazaro, insieme ad altri 5 prigionier politici, soffrono di fame, vengono trattati con crudeltà e degradazione e vengono percossi continuamente. […]
La CAPPF gli ha donato diversi generi alimentari.
Prigioniero: Antonio Ramos Díaz Sánchez Grupo dei 75. Accusa: Violazione della legge 88. Condanna: 20 anni. Prigione: Canaleta, Ciego de Avila.

Siamo stati ricevuti da sua moglie, Gisela Sanchez Verdecia (dama in bianco).
La CAPPF gli ha donato diversi generi alimentari.


Dal blog Cuba Represiòn

Dissidenti a Cuba: il governo cubano e i suoi organi di repressione stanno assassinando Normando

Jorge Alberto Linares dalla prigione Kilo 7 di Camaguey.

Risposta di Jorge Alberto Liriano Linares alla domanda che gli è stata rivolta in merito al prigioniero politico del gruppo dei 75: Normando Hernàndez Gonzàlez.

Quello che posso dire è che lo portarono dall’Havana il 9 Maggio, qui alla Prigione Provinciale Kilo 7 di Camaguey, abbiamo subito cercato di contattarlo per sapere le sue condizioni di salute, visto che era ricoverato all’ospedale militare dell’Havana. Oggi fanno 9 giorni dall’arrivo di Normando ed è stato impossibile comunicare con lui. […]

E’ in una cella d’isolamento conosciuta come “la cella deoi condannati a morte”, perché i prigionieri lì vengono detenuti in attesa della fucilazione.
E’ un recinto lungo 3,75 Mt. e largo 1,40 . […] Lo hanno interrato vivo. Senza acqua potabile, luce ed il caldo è insopportabile […] gli danno da mangiare due cucchiai di riso con una brodaglia conosciuta come il “vomito del cane” […] non gli viene somministrato nessun trattamento medico, lo stanno uccidendo in maniera lenta e premeditata. […]

Lo stanno torturando fisicamente e psicologicamente, sanno che la debolezza di Normando non gli permetterà di resistere a lungo. […]

Questo giornalista umile e modesto, che un giorno decise di utilizzare le sue parole al servizio di una causa giusta e dispiegò l’immaginazione del suo verbo per denunciare e combattere le barbarie criminali della dittatura contro il popolo. Il governo non lo perdona, nonostante sia ammalato in modo critico. Merita di essere trattato come un essere umano. E’ un crimine orrendo che si erige come una macchia sulla coscienza dell’umanità.

Il governo cubano sta assassinando i giornalisti nelle sue carceri e campi di concentramento, il mondo lo deve sapere e pronunciarsi energicamente contro tutto questo.


Dal blog Cuba Dice
Di Martha Beatriz sul blog Martha Beatriz Roque Info

30 maggio 2008

Dissidenti a Cuba: la dittatura a Cuba trama una seconda primavera nera

La scorsa settimana abbiamo assistito allo spettacolo meschino delle manovre pubbliche che il Zapaterismo spagnolo e suoi seguaci stanno tramando per ottenere la revoca delle sanzioni (peraltro già quasi inesistenti) al regime Castrista. Di quelle e altre manovre che hanno condotto in maniera segreta, queste sono le più malvagie […]

Insomma i commercianti socialisti di Madrid vanno a braccetto con i generali-impresari dell’Havana, e sono pronti a sostenere i loro interessi in comune e gli investimenti spagnoli con i partner fascisti dell’isola. Che matrimonio infame! Inoltre cercano di coinvolgere il resto dell’Europa in questo crimine. Questa è la Spagna del dialogo “costruttivo” con gli oppressori e assassini che non osa provocare e abbandona così le vittime. […]

Nel nostro paese, l’onda repressiva si intensifica, si arrestano donne inermi sulla strada […] il linguaggio del regime si fa minaccioso e feroce, calunnioso come nel 2003 e i discorsi degli oppressori torna a risvegliare vecchi epiteti come; “mercenari”, “traditori”, […]

Se la Spagna cospira contro le libertà dei cubani, il resto d’Europa non può mandare all’Havana segnali equivoci, L’Unione Europea non può per nessun motivo diventare complice del PSOE. […]

Non staremo zitti, né abbandoneremo i nostri sforzi per denunciare come criminale il governo di Spagna […]

Ritirare le sanzioni sarebbe come legittimare chi all’Havana è al potere, che ha raggiunto con la violazione sistematica della Carta dei Diritti Umani.

da La Nueva Cuba

In partenza per Cuba

Il prossimo Venerdì 6 Giugno partirò per Cuba, anche se solo per una settimana, ma il desiderio di stare un pò con la mia bimba e la mia sposa è troppo grande. Resterò qualche giorno a Guardalavaca, Holguin, poi farò un salto a Guantanamo per salutare il resto della famiglia e amici. Cercherò di raccogliere materiale video e fotografico sull'attuale stato delle cose nella realtà dell'isola. Se riesco vorrei conoscere i giornalisti indipendenti che hanno dato vita al nuovo periodico "Renacer" di Santiago de Cuba. Cercherò anche di collegarmi e pubblicare qualcosa da qualche "punto", forse a Guardalavaca, sicuramente a Banes o Holguin. Se qualcuno ha richieste particolari... ditelo.

[Rob Ferranti]

Yoani: ala e ancora

Essere proprietario di una casa non è sempre una fonte infinita di allegria. Se la proprietà è vostra, però non avete le risorse per ripararla né CUC per comprare la vernice, il cemento o le piastrelle che vi servono, allora voi siete proprietari di un problema sotto forma di proprietà. Ovviamente molti, nelle periferie di questa città abitano in maniera “arriva e resta”, senza nessuna legalità, sembra comunque che abbiano complicazioni come le vostre.

Durante gli anni potete vedere la facciata che si deteriora, il balcone che non è più sicuro per potersi affacciare, o come i gradini delle scale si sono spaccati con i colpi dei secchi per portare l’acqua. Tutto questo vi va soffrire di una doppia condizione di proprietario e diseredato. Questo perché le regole, proibizioni e limitazioni sulla vostra proprietà sono così tante che c’è l’impressione di dover chiedere il permesso per ogni cosa relazionata con la vostra casa.

Questo domicilio che vi è costato ore di lavoro, risorse, o la morbosa attesa che qualche famigliare muoia per ereditarla, è così un’ala e un ancora. Vi permettono di ospitare amici sotto il vostro tetto, però non lo si può tramandare a nessuno, se poi avete pianificato una scappatina all’estero, il bip della confisca -dopo gli undici mesi- vi fanno svegliare dal sogno della passeggiata. Sembra così che la casa non è più un riparo e rifugio, ma un peso da portare sulle spalle.

Allora pensate di affittare alcune stanze per i turisti stranieri, e così poter riparare il deterioramento che si vede ovunque. Però sono anni che non rilasciano nuove licenze dal ministero.. Quindi decidi di permutarla per un’altra più piccola che sia in condizioni migliori. Una voce amica vi avverte che se la “Riforma Urbana” viene a sapere che voi state ricevendo del denaro perché permutate in una casa più piccola, possono addirittura espropriarvi la vostra proprietà.

Quindi vi dovete consolare a vedervi cadere il tetto addosso.
Almeno avete il titolo di proprietà per sventolarvi mentre la vedete scomparire.

di Yoani Sanchez dal blog Generaciòn Y

29 maggio 2008

"Avanatar", Cuba in mostra a Roma

Ieri ho visitato la mostra "Avanatar" di Luca Rebecchini, fotografo romano.
L'autore con queste opere ha voluto rendere omaggio alla creatività cubana.
Personalmente ho incontrato persone rare, intelligenti, semplici, creative e simpaticissime...
Grazie, Luca, continua a stimolare il cambiamento a Cuba...
[Rob Ferranti]

A Cuba una nuova pubblicazione alternativa e indipendente "Renacer"

Santiago de Cuba, 23 Maggio 2008.

Pubblicazione indipendente concepita e realizzata da un gruppo di giornalisti indipendenti cubani da Santiago de Cuba. Queste pubblicazioni, come il loro contenuto, devono essere appoggiate da chi è in esilio. Noi abbiamo rispettato il nostro obbligo morale di divulgare questa nuova pubblicazione alternativa. “Renacer” è una pubblicazione di “la Agencia Prensa Libre Oriental”. (APLO)

Il primo numero di una pubblicazione alternativa e indipendente, “Renacer”, ha faticato a materializzarsi in questa città santiaghera. I suo realizzatori e vari collaboratori, dopo due mesi di duro lavoro, sono riusciti a vincere una serie di limitazioni e contrattempi, questa è la normalità per un progetto come questo al di fuori dell’approvazione governativa.

dal blog BuenavistaVCuba

28 maggio 2008

Sfumano i computer e le nuove misure

Dopo una galoppata intensa verso i negozi che vendevano i computer cinesi ad un prezzo altissimo, questo gruppo selvaggio ha verificato non si trova più un solo PC in vendita,

Né in Piazza Carlos III, il vero palazzo del consumo all'Havana; né alla Galleria Paseo, di fronte al lussuoso hotel Cohiba; e men che meno nel centro commerciale La Puntilla, si può già vedere la cornice vuota di un computer.

Lo stesso segnale di allarme è la scomparsa dei DVD, sarà che le nuove misure erano così effimere che senza volerlo arrivarono ad un trimestre di funzionamento?

Come mosche, questi fuorilegge della tecnologia, conservano i pezzi di ricambio e gli accessori per l’era dei computer deboli, che sembra avvicinarsi.

Perché non lasciano a noi la possibilità di vendere legalmente quello che assembliamo a casa superpotente? Non vogliamo sostituirci alle importazioni, però ci permettano di commercializzare il nostro talento e farci creare un piccolo gruppo di esperti informatici a domicilio.

Vedrete che questo cavallo si che sarà costante e produttivo.

dal blog Potro Salvaje

27 maggio 2008

Yoani: da là sopra

Una nuova linea di Omnibus circola nelle strade da qualche settimana. Con un colore rosso intenso, grandi scritte, ed un insolito piano superiore, questa nuova “nave spaziale” girovaga per le principali arterie stradali, in un percorso che costa 5 pesos convertibili, CUC (5 $).

I clienti sono quei turisti interessati ad una passeggiata condensata per i luoghi più famosi della nostra città. Grande opportunità per chi preferisce guardare dal secondo piano, quello che a livello della strada è molto differente.

Cotti dal sole di Maggio, con le macchine fotografiche strette in mano, restano lì attaccandosi, nonostante i buchi delle fogne, i marciapiedi rotti e i cani piagosi, che conformano il mio paesaggio urbano.

Mentre noi osserviamo l’autobus a due piani come se fosse un folletto uscito da viaggi a New York o Tokyo. Dai sedili del secondo piano le facce felici dei passeggeri ci parlano di un’Havana che solo loro sembrano vedere. La verità è che non mi stupisce tanta miopia, neanche gli effetti, oltre la vista, che richiede un rinfrescante mojito, sono tutte cose ben note.

A vederli su quel tetto itinerante, mi rammentai di un vicino che un giorno mi domandò: “Qual è la differenza visibile tra un turista e un cubano?” con la mia semplicità risposi: "la crema solare, la guida turistica Lonely Planet e lo spray per le zanzare"… però no. La risposta è più evidente. “Un turista guarda sempre dall’alto verso il basso". Resta imbambolato dall’architettura, le vetrate, gli archi e le colonne; però noi cubani camminiamo stando attenti ai buchi per non mettere in pericolo le nostre caviglie.

Anche se si tratta di un’esagerazione che può cadere in clichè, mi sembra che questo Omnibus a due piani si stia incamminando nella stessa direzione della battuta fatta al mio vicino. Da là sopra, non c’è niente che si contrapponga tra gli occhi dei turisti assolati e gli edifici secolari. Neanche se volessimo, noi -mero extra in questo contesto- potremmo essere un ostacolo affinchè possano godere di quello che stà al di sopra delle nostre teste.

di Yoani Sanchez dal blog Generaciòn Y

La Gioventù Comunista collaborerà con la polizia “per preservare l’ordine dello Stato”

Il ministero degli interni cubano e l’Unione dei Giovani Comunisti, si sono “integrati” per “preservare l’ordine, la disciplina sociale e la sicurezza dello stato.

Così ha pubblicato oggi il quotidiano locale El diario Juventud Rebelde, che ha scritto: “l’integrazione in questo impegno costituisce un fattore essenziale per affrontare le cause che generano comportamenti negativi nei giovani”. […]

Devono cessare le “indiscipline sociali”, dalle attività illegali come la vendita di prodotti al mercato nero, fino agli atti vandalici, questo è un obiettivo cruciale del governo del presidente Castro.


da La Nueva Cuba

26 maggio 2008

Niente internet e tv in una scuola francese per 10 giorni

La scuola frances Ziegelwasser di Strasburgo, ha iniziato in questi giorni un progetto per verificare l’effetto che può causare nei suoi alunni, la totale assenza per 10 giorni di computer e video giochi. […]
articolo di Le Post.fr

dal blog Movimiento12


254 studenti di un’età compresa tra i 6 e gli 11 anni, giorno dopo giorno evitano il bombardamento tecnologico che abitalmuente ricevono. […]

Questo tipo di progetto è stato già realizzato in Canada, e si concluse [...] come ha dire che i piccoli si comportano con meno violenza e il linguaggio interpersonale è migliorato. […]

A volte in questo mondo elettrico e digitale, una persona è legata alla tecnologia come altre amano tuffarsi nella natura, pechè, rinunciare come fà un astemio, al progresso dell’umanità, può allo stesso modo portarci all’auto flagellazione.

Mi domando perché bisognerebbe sbandare i ragazzi e impedirgli completamente i loro consueti mezzi d’intrattenimento. Demonizzare la televisione, i videogiochi e i computer, non implica che li rifiuteranno, quindi si crea così un conflitto verso i nuovi media, imprescindibili oggi, che prima o poi dovranno comunque affrontare.

Immagino che ci sia una via per conciliare e rendere sostenibile un sistema educativo per i bambini che unisca l’interscambio fisico con quello tecnologico. Perché di esperimenti dati per assoluti ne abbiamo già abbastanza.


Dal blog Generacion Asere

Yoani: un pò d'ordine... anche se senza censura

Prima ancora della grandezza ed importanza che hanno assunto i commenti di questo blog, è arrivato il momento di regolamentare la loro pubblicazione perché non diventino insulti, violenza verbale e attacchi personali.
Perché possa fiorire una polemica onesta ed un dibattito rispettoso, è necessario aumentare il livello di moderazione in Generaciòn Y.

I problemi che noi cittadini cubani conosciamo, in merito all’accesso alla rete, non mi permettono di svolgere la mia funzione di arbitro-moderatore tra i polemici, così che ho organizzato un gruppo di collaboratori, che, senza alcuna remunerazione, partecipano a loro volta alle discussioni, e senza ingerenze nelle tematiche, applicheranno le seguenti regole:

- Saranno cancellati i commenti che contengano ingiurie a chiunque, incitazione o apologia alla violenza.

- I commenti che contengano più di due collegamenti (link) passeranno ad una sospensione sino a quando non saranno verificati i link raccomandati nel commento.

- I filtri di Wordpress cancelleranno automaticamente quei commenti che contengano parole oscene ed elimineranno anche quei testi ripetuti.

- Se si vuole allegare un documento per discuterne, la cosa migliore sarà scrivere solamente il link della pagina web dove si può leggere il testo dello stesso, accompagnato da una breve descrizione della pertinenza del link.
Tutti i collegamenti saranno verificati e quelli che non risponderanno al criterio di pertinenza saranno cancellati.
I documenti eccessivamente lunghi saranno sostituiti da un link, ed allo stesso tempo stiamo studiando il numero di caratteri che potranno contenere i commenti.

- Si escluderanno commenti a chi usurperà la personalità di altri individui.

- Non si potranno pubblicare commenti che non utilizzano l’alfabeto latino.

- Si raccomanda con enfasi di non scrivere i commenti completamente in maiuscolo, si potrebbe considerare come un urlo.

Quelli che partecipano assiduamente a questa piazza di discussione, si accorgeranno che le nuove regole aiutano ad elevare il livello del dibattito.

I boicottatori ed i ragazzi della Brigata di Risposta Cibernetica non le gradiranno molto… però, alla fine, non si può compiacere tutti.


Di Yoani Sanchez dal blog Generaciòn Y

25 maggio 2008

Aumenta il prezzo delle birre Bucanero e Cristal

Da qualche giorno sono aumentati all'Avana i prezzi delle birre Bucanero Fuerte e Cristal.

Nei negozi entrambe le birre sia in lattina che bottiglia costano ora 1 CUC, mentre nei bar, nei ditu o altri spacci il prezzo oscilla da 1,15 a 1,25 CUC. Aumento considerevole, visto che fino a settimana scorsa in bottiglia venivano vendute a 0,80 CUC e a 0,90 CUC in lattina, mentre fredde in lattina, nella maggior parte dei posti erano a 1 CUC.

Non ho notato, anche perchè non la consumo, a quanto viene venduta ora la Bucanero Max. Sarei curioso di sapere se è una scelta commerciale della Cervezeria Bucanero di Holguin produttrice di entrambe le birre o se è l'aumento è stato imposto. Di certo non è una bella notizia per i cubani.

Resta invece fermo il prezzo della benzina. La Especial (Super) costa 0,90 CUC ovvero meno della metà del folle prezzo raggiunto dalla benzina verde in italia che al cambio costerebbe circa 2,05 CUC, ancora piu' grande la differenza con il gasolio, che da quanto leggo in italia ha raggiunto il prezzo delal benzina, qui continua a costare 0,60 CUC al litro. Grazie Venezuela!

dal blog Cubanite

Morales in visita all'Havana

Il quotidiano Granma ha scritto il 23 Maggio, che il presidente boliviano Evo Morales in visita a Cuba, dopo essere stato ricevuto dal Presidente Raul Castro si è incontrato anche con il Lider della Revolucion Fidel Castro Ruz. Il Granma, almeno nel sito, non pubblica oggi foto di Fidel, ma solo una con la calorosa stretta di mano fra Evo e Raul.

Chissà se la pubblicazione di video e foto dell'incontro sono state rimandate alle edizioni domenicali o se Fidel non ha voglia per ora di rifarsi vedere in pubblico. Certo è che la prolungata assenza di suoi video o immagini aprono la porta a numerose speculazioni. Se non sbaglio sono ormai oltre 5 mesi che non appare, non dico in diretta ma almeno in foto.

dal blog Cubanite

Congresso dei giornalisti dei media all’Havana

Fidel Rendòn Matienzo

I professionisti dell’informazione dei media si sono riuniti Venerdì 23 Maggio all’Havana in occasione dell’Expocuba […]

Si sono incontrati professsionisti della radio, televisione, quotidiani […] C'è stato un sentimento critico, di ragionamento profondo, intorno al tema dei media, come il compimento della politica informativa, la qualità del giornalismo, che richiede questo periodo di dibattito idelogico […]

fonte Tribuna de la Habana
da Cuba Periodista.cu

Cuba entra nella campagna elettorale USA

Redazione Estera con EFE e AFP

[…] La Florida è un punto strategico per la campagna elettorale negli USA. In questo stato vive una vastissima comunità cubano-americana.

Tutti i candidati sia democratici che repubblicani devono corteggiare la comunità cubano-americana […] ci sono in gioco 27 voti elettorali per Novembre […]

Barak Obama, candidato democratico isieme a Hillary Clinton, […] ha fatto delle dichiarazioni per lo meno “rivoluzionarie”, se sarà eletto presidente degli USA permetterà i viaggi a Cuba dei famigliari, e le rimesse di denaro per il sostegno delle famiglie sull’isola, anche se non cambierà l’embargo economico […]

Obama dichiarò però che stimolerà la normalizzazione delle relazioni con Cuba se quest’ultima stimolerà una politica estera “di diplomazia diretta, con amici e nemici”. [...]

Da parte sua John McCain, repubblicano, manterrà una pressione sul governo dell’isola: “Il mio governo farà pressione su Cuba perché vengano liberati i prigionieri politici senza condizioni, per legalizzare i partiti politici e i sindacati a Cuba, per la libertà di stampa e libere elezioni sotto controllo internazionale” […]

La presenza in Florida dei due candidati, si spiega con il fatto che la comunità cubano-americana è il 7% del totale della popolazione dello stato […]
Nel 2000, quando Bush vinse su Gore per soli 537 voti, la comunità cubano-americana si schierò con Bush.

Ma le preferenze della comunità sono cambiate molto. Oggi Per i cubano-americani, secondo uno studio realizzato nel 2007 da Frederick Polls, la cosa più importante per i congressisti dovrebbe essere: incrementare la sanità pubblica (45%), crescita economia (30%), lotta al terrorismo (28%), la riduzione delle pensioni (25%). Questi problemi vengono prima del problema della salita al potere di Raul Castro a Cuba (11%). Questo cambiamento ha favorito l’ascesa dei democratici. […]

fonte Google News
da El Comercio.com

Il "Che" a Cannes, l’epica, controversa biografia cinematografica su Che Guevara

Venerdì , 23 Maggio Newsmax.com

Il regista premio oscar Steven Soderberg ha presentato giovedì scorso l'epica biografia sulla vita di “Ernesto CHE Guevara” […]

Anche se alcune recensioni lo considerano molto “avanti”, altre lo accusano di essere “eccessivamente lungo e noioso (il film dura 4 ore e ½), il New York Times addirittura, “qualcosa tipo un fiasco, tutti si annoiano a morte durante l’evolversi del film” […]

Soderbergh ha spiegato che: “volevo illustrare il senso di cosa fosse vivere a lato di Che Guevara” […]

Benicio del Toro (nel film interpreta il Che) ha incontrato Fidel Castro una volta per pochi munuti, e riferisce che Fidel gli ha detto:”...che era molto felice che la produzione del film avesse dedicato così tanto tempo per le ricerche sul soggetto".

“Sono qui su queste colline di Cuba intrise di sangue”, scriveva il Che a sua moglie abbandonata nel 1957. “Caro papà, oggi ho scoperto che mi piace uccidere”, scrisse poco dopo. […]

Infatti una delle cose che si dicono sul Che è che durante la sua vita ha arbitrariamente giustiziato uomini e ragazzi […]

“La maggior parte delle persone con le quali ho parlato”, dice Del Toro, “si riferiscono al Che come ad un membro della loro famiglia al quale tengono molto con amore infinito” […]

Peccato che Soderbergh e Del Toro non abbiano intervistato l’ex agente della CIA che mi ha rivelato (all’autore Humberto Fontova), che lo stesso Fidel riferiva costantemente alla CIA, tramite il Partito Comunista Boliviano” degli spostamenti del Che in Bolivia. […]

“Neanche un’aspirina”, istruiva Fidel ai comandanti boliviani, volendo intendere che non avrebbe mai dato al Che nessun tipo di assistenza, “neanche un’aspirina, riferendosi all’emicrania cronica che affliggeva il Che […]

Humberto Fontova è l’autore of "Exposing the Real Che Guevara." www.hfontova.com.

dal blog Babalu Blog

Yoani: nuovi aumenti dei prezzi

Circa 15 giorni fa a Marta le aumentarono di 35 pesos cubano la sua già esigua pensione. Facendo la fila alla banca per ritirare l’assegno, incontrò una sua amica che la avvisò: “Trattieniti, che adesso arriveranno i relativi aumenti di prezzo!” Però siccome di pessimisti son piene le nostre strade, non pensò fosse una voce così allarmante. Grave errore, il sabato successivo quando si recò a far la spesa notò che non le bastava il denaro per tutti i prodotti di prima necessità nei supermercati con valuta convertibile.

Con i suoi 62 anni, Marta non si sorprende quasi di niente. Invece, si spaventò vedendo la bottiglia di olio che prima costava 1.90 CUC (circa 45 pesos cubano) con un nuovo cartellino che diceva 2.30 CUC. Non si ricordava di nessun annuncio ufficiale che avvisava di un aumento del costo dei prodotti, anzi avrebbe giurato che la maggior parte della gente si aspettava il contrario.

Cosicchè il “generoso” aumento della pensione è appena sufficiente per comperare un dado concentrato per la zuppa e un pacco di sapone da 300 gr., quest’ultimo ha subito un aumento del 30% rispetto alla scorsa settimana.

Anche se le peserà, dovrà dare ragione alla sua amica, la prossima volta che la vedrà. Confermarle che ad ogni miglioria dei salari, da un po’ di tempo a questa parte, viene affiancato un proporzionale aumento dei prezzi.

di Yoani Sanchez sul blog Generaciòn Y

21 maggio 2008

Siamo tutti clandestini

Un tipo mi dice: "ma perchè prendono una barca, rischiano la vita, chi glielo fà fare..."

Io gli dico: "Bè negli ultimi quarant'anni lo pseudo-benessere, che i vari Governi ci hanno divulgato negli anni, ha impedito che nessun italiano abbia preso un gommone per emigrare verso i paesi dell'est del mediterraneo. Considera però che nel mondo esisto tanti italiani quanti ne vivono in Italia.

Dai primi del '900 sino alla fine degli anni '60 l'emigrazione di cittadini italiani, (in condizioni umane non molto defferenti da quelle dei clandestini odierni), verso gli USA, Argentina, Brasile, Australia e molti altri paesi, causava in qui paesi le stesse reazioni razziste che oggi in Italia vengono manifestate incondizionatamente verso chiunque provenga da un paese povero."

Lui dice "che c'entra noi stiamo bene... bè alla fine noi riusciamo sempre a risolvere i problemi, perchè non lo fanno anche loro?"

Allora dico, "Noi risolviamo i problemi? e la mafia? e il fatto che metà dell' Italia è in mano ad un gruppo piccolissimo di politici/mafiosi... (circa 10.000... più o meno...), che insieme agli stessi personaggi di sempre (anche se con differenti dati anagrafici, ma con la medesima eredità perversa...) continuano a depistare i veri problemi sociali dell'Italia, per il loro miserabile profitto?".


Noi un paese ricco; certo noi abbiamo internet a banda larga, la luce, l'acqua, l'informazone libera (?), le fogne, e... (sempre nel rispetto dell'ultimo gadget... dell'ultimo jeans, auto, moto o cd...) anche la democrazia... CHE SIGNIFICA?.

Certo riusciamo ancora a manigiare... (dipende)... ma quando una sociatà inizia ad INVOLVERSI...

Già... questa democrazia che ci permette a malapena di sopravvivere... perde di vista la sola missione per la quale noi esseri umani siamo su questo pianeta... EVOLVERCI... e l'evoluzione non prevede conflitti nè necessita odio. Solo creatività...

[Rob Ferranti]

Berlusconi... e l'immigrazione

Silvio Berlusconi, già padrone dell'edilizia e dell'editoria (stampa e TV) in Italia, è nuovamento primo ministro del governo.

Non voglio commentare le responsabilità della distruzione totale della sinistra in Italia, la scomparsa del Partito Comunista, (inteso come opposizione ad un potere politico-economico diffuso dagli anni '50 sino ad oggi in Italia, mirato all'arricchimento dei soliti pochi...) e, in generale, l'appiattimento politico, la nebbia ideologica, i luoghi comuni che ormai prevalgono sui problemi concreti.

Voglio sottolineare l'imminente applicazione di leggi FASCISTE molto più restrittive per stranieri (extracomunitari, come si dice quì), addirittura il carcere per chi è CLANDESTINO, cioè per chi entra senza permesso in Italia.

ONE WORLD, ONE LOVE... cantava Bob Marley, in realtà straniero va bene, basta che ci lavi la casa, si preoccupi dei nostri anziani, si prenda cura della nostra famiglia... UNA NUOVA FORMA DI COLLABORAZIONE DEMOCRATICA CON I PAESI POVERI...

Quei cosidetti paesi poveri non hanno bisogno della nostra elemosina, ma devono rientrare in possesso di quella libertà psicologica, economica, culturale... che costantemente, da centinaia di anni gli viene negata dai paesi potenti del mondo.

I CONFINI DEL MONDO NON ESISTONO... SONO TRATTI DI PENNA, LE PERSONE NON HANNO BISOGNO DI PASSAPORTI...


[Rob Ferranti]

Perchè chiediamo solidarietà con Cuba?


PER QUESTO...


PER QUESTO...


PER QUESTO...


PER QUESTO...



PER QUESTO...


PER QUESTO...

Cortesía del blog Desarraigos.

PER QUESTO...

PER QUESTO...


PER QUESTO...


PER QUESTO...

Gyula Nemeth. Artista húngaro.

PER QUESTO...

Cuba si incammina verso un fascismo militare

Un esperto di affari cubano ha detto, martedì scorso, che l'isola è sulla stessa strada di alcune ex repubbliche socialiste sovietiche e in breve tempo potrebbe diventare uno stato fascista controllato dai militari.

Le riforme introdotte dal governo di Raúl Castro potrebbero innescare un governo simile a quello del Kasajistán, Kirghizistan, Uzbekistan e altre nazioni dell'Asia centrale "dove regimi autoritari che si sono proclamati socialisti e collettivisti controllano l'economia e lo stato", ha detto Antonio Jorge, ricercatore presso l'Istituto di Studi cubani e cubano-americani (ICCAS, è il nome inglese) presso l'Università di Miami.

"Ecco il futuro di Cuba, limitate riforme", ha detto Jorge dinanzi a un vasto pubblico di studiosi, professionisti e giornalisti che hanno partecipato al convegno "Che intenzioni ha Raúl Castro?", L'immagine del futuro è di una stagnazione politica ed economica," […]

Le riforme attuate da Castro, sono solo un’apparenza, un trucco e non porteranno alla democrazia nel breve o nel medio termine.

Raúl Castro ha permesso ai suoi cittadini di acquistare telefoni cellulari ed elettrodomestici, e di poter entrare negli alberghi per turisti pagando il prezzo in valuta estera.

Ha inoltre annunciato la cessione della terra in usufrutto ai contadini e la normalizzazione della proprietà di alcuni appartamenti, ville […]

Nello stesso gruppo di esperti, coordinati dal direttore Jaime Suchlicki, hanno partecipato: Brian Latella, Andy Gomez e Jose Azel. Esponenti del mondo accademico hanno riferito un deludente quadro della situazione a Cuba [...]

Per Latella, nel suo insieme "sono cambiamenti molto significativi " che Raúl Castro implementa, tra le altre cose, per cambiare l'immagine negativa che il popolo cubano ha del governo, e di differenziarsi da Fidel.

"Uno dei principali obiettivi di Raul è distinguersi da suo fratello," ha detto Latella, ed ha rilevato come, ad esempio, non si pronuncia in discorsi che durano per ore, come ha sempre fatto Fidel, né organizza manifestazioni di massa.

"Il tono della leadership di Raul è diverso da quello di Fidel", egli ha detto, dicendo che "così facendo gli fa aumentare la sua popolarità." […]

Tuttavia, sia Latella come gli altri esperti, hanno convenuto che l'obiettivo ultimo di Raúl Castro è di rimanere al potere, e ha sottolineato che uno dei suoi "gravi errore" è stato circondarsi nel governo di un gruppo di persone ottagenarie e settoriali radicate all’interno del Partito comunista.

Quindi, "non dà l'impressione che possano avvenire cambiamenti significativi", ha detto Latella.

Nello stesso spirito si esprime Gomez, ritenendo che "l'unica democrazia arriverà a Cuba il giorno che Raul e questi signori scompariranno."

Azel, nel frattempo, ha affermato che "deve essere chiaro che la politica economica e le riforme strutturali non sono imminenti "perché Castro" non ha alcuna intenzione di portare la democrazia".

Pr Coral Gables Florida
E.U.
Infosearch: Fidel Nuñez analista Capo di Ufficio di presidenza Latinoamerica Dept Indagini
La nuova Cuba
21 maggio 2008

20 maggio 2008

Cuba utilizza Internet per "difendere" la sua rivoluzione, dice vice ministro

L'Avana (AFP) - Cuba utilizza Internet come piattaforma per "difendere la rivoluzione", così ha affermato venerdì scorso il vice-ministro delle comunicazioni, Boris Moreno, contro l'embargo degli Stati Uniti che impedisce un maggiore accesso per l'isola alla rete .

"Utilizziamo internet per difendere la rivoluzione e i principi in cui crediamo e che abbiamo difeso in tutti questi anni," ha detto Moreno, rilevando che la rete "è un campo di battaglia ideologica", in occasione della Giornata mondiale delle telecomunicazioni.

Il vice ministro, secondo l'agenzia cubana Prensa Latina, ha segnalato che le risorse attualmente disponibili per l'isola di connettività digitale "sono destinate in preferenza a centri sanitari, educativi o scientifici."
"Cuba non si preoccupa per le singoli connessione a Internet dei i suoi cittadini", egli ha sottolineato.

Diverse organizzazioni internazionali come ad esempio Reporter senza frontiere (RSF) e la Commissione interamericana per i diritti umani (IACHR) criticano Cuba per regolamentare la connessione a Internet.

L'Avana accusa Washington di limitare il loro accesso a Internet, sotto embargo, che si applica da 46 anni, di impedire il collegamento alla rete con la fibra ottica sottomarina lungo la costa dell'isola, quindi è indispensabile la trasmissione via satellite, che è più costosa.

Moreno ha detto che la connettività "migliorerà", in futuro, con l'installazione di una fibra ottica sottomarina situata in tutto il Mar dei Caraibi partendo dal Venezuela, che dovrebbe essere operativa entro la fine di questo decennio.

Raúl Castro, eletto presidente del governo nel febbraio scorso per sostituire il fratello Fidel, ha autorizzato lo scorso marzo la libera vendita di personal computer per i cubani, che è iniziata da questo mese. La vendita era stata sospesa nel 2003 a seguito della crisi energetica che ha dovuto affrontare l'isola.

da AFP

La figlia di Raúl Castro, a capo di una festa gay.

Mariela Castro Espín, figlia di Raul Castro, è sessuologa ed è stata l'organizzatrice, lo scorso sabato, delle celebrazioni per la Giornata Mondiale contro l'omofobia a Cuba.

Il parere di suo padre.
"Questo è un momento molto importante per noi, uomini e donne di Cuba, perché per la prima volta noi siamo insieme in questo modo, parlare profondamente e con basi scientifiche su questi temi", ha detto la figlia sessuologa Castro, 46 anni e direttore del CENESEX (Centro Nazionale per l'educazione sessuale). Castro Espín da anni è attivista per la diversità e l'educazione sessuale, e ha pubblicato nove libri.

La giornata culturale e dei media era stata premiata con la trasmissione alla TV ufficiale un giorno prima della celebrazione, del film “Brokeback Mountain” (2005), che racconta una storia d’amore tra due cowboy americani. […]

Tutte queste attività sottolineano lo slogan "La diversità è la regola," mantenendo una certa ironia con l'allegato per la disciplina del regime cubano, il cui passato omofobico ha perseguitato molti gay espulsi dalle scuole e rinchiusi in "riformatorio".

Alla celebrazione di Sabato era presente anche il presidente del Parlamento, Ricardo Alarcon, 76 anni. Il funzionario, nel suo discorso, ha dichiarato: "Per sradicare l'omofobia serve la solidarietà e la solidarietà fa parte del socialismo".

Il sostegno di Alarcon è importante per Castro Espín, perché una delle sue idee è quella di approvare un progetto legislativo per dare ai gay il diritto di essere riconosciuti come unione civile e con diritto di successione. Il funzionario ha confermato che la questione è in corso di discussione.

La figlia di Castro non ha del tutto evitato di parlare di questioni politiche più generali, nelle ultime interviste che ha rilasciato. Parla di sè come una militante del Partito Comunista e chiede "un 'isola socialista con meno divieti" o cose "illogiche".

Del padre dice che prima lo vedeva come "omofobo", ma ora è cambiato. "Raul ci sostiene molto, non solo perchè che sono sua figlia, ma perché ho conquistato il suo rispetto.

da infobae.com

La mia bimba a Cuba...

Aisha, mi nina, è in vacanza a Cuba con sua mamma, Yudith... queste sono le foto che (con qualche difficoltà), Yudith è riuscita a mandarmi dal "punto" di Guantanamo.


con i suoi cuginetti...















El malecòn

Yoani: contadini felici

Hanno messo nella borsa una lattina di carne, qualche candela e una vecchia camera fotografica Zenit. Sono arrivati a Santiago di Cuba in treno ed arrivarono alle montagne un sabato mattina molto presto.

Volevano camminare fino a Baracoa, accamparsi per la notte in pieno monte e amarsi […] Avevano calcolato quattro giorni di cammino e il prossimo martedì si sarebbero tuffati nella “villa primada de Cuba”.

Al risveglio dalla prima notte, videro un contadino che guidava una fila di muli. Il dubbio se avvicinarlo o no fu superato dall’argomento dell‘uomo: “Chiediamogli dove è il più vicino agriturismo”.

Lei, più prudente, gli disse che la montagna non era più la stessa di prima, quando i contadini dividevano quel poco che avevano con qualunque straniero.. Ciò nonostante si avvicinarono e il tipo gli apostrofò: “Che state facendo qui? Non si può stare in questa montagna senza permesso.” […]

Il maestro del villaggio disse loro che avrebbero dovuto stare calmi ed aspettare l’arrivo della polizia e insistette nel voler sapere dove avevano preso l’idea di inoltrarsi nella Sierra Maestra. Lei le disse dello Zen, l’energia cosmica e di alcuni esercizi del Tai Chi per connettersi con la natura. Non gli crebbero.

Di notte arrivò il Capo del Settore di Zona e dovettero ripetere quello che avevano già detto: accamparsi uniti con gli alberi e arrivare a Baracoa per la strada più lunga.

Li riportarono a Santiago, alla stazione di polizia, e li obbligarono a salire su di in un autobus direzione Havana. Durante il lungo viaggio non potevano dimenticare gli abitanti di quel villaggio sperduto, che dicevano alla polizia: “Portateli via, sono coinvolti in qualcosa di strano, chi altrimenti camminerebbe tra queste montagne”.

Di Yoani Sanchez dal blog Generaciòn Y

Mappa delle prigioni di Cuba


Il punto giallo: PRIGIONI DI MASSIMA SICUREZZA

il punto rosso: PRIGIONI COMUNI

il punto verde: ISTITUTI CORREZIONALI



da Cuba Independiente

19 maggio 2008

Globalizzazione...solo un pensiero per il cambiamento di Cuba...

Molto sta succedendo... però quanti cubani ne sono consapevoli?... forse lo stesso sforzo per comunicare con l'esterior ... bisognerebbe cercare di applicarlo anche con il popolo dell'isola.

Per non essere la fotocopia del cambiamento russo... (pochi mafiosi che si sono impossessati di un continente...) o la Cina dove il nuovo schiavismo sta creando manodopera a basso costo per i nuovi ricchi (sopratutto cinesi). E' il momento di cambiare radicalmene il nostro modo di vedere la globalizzazione.

La global... non può e non deve essere la possibilità di pocchi ricchissimi per incementare i loro profitti (oggi nel mondo circa il 5% della popolazione guadagna quanto il restante 95%).

Dovrebbe essere la possibilità di sviluppare, nei cosidetti paesei poveri, una propria economia, anche se sembra essere ancora un'utopia.

Per la FMI (Federazione Monetaria Internazionale) prestare soldi a paesi in via di sviluppo vuol dire : "noi vi prestiamo i soldi però voi dovete comprare solo da noi quello che vi serve (anche se quello a cui si riferiscono è l'unica risorsa degli stessi paesi che chiedono aiuto).

Quindi quello che quei paesi che si vuole aiutare possono produrre autonomamente non viene incrementato, al contrario , viene annullato dall'offerta delle compagnie globali, che producendo di più , possono offrire ad un costo inferiore lo stesso prodotto (anche se con qualità dubbia) .

Oggi quei pochi ricchi stanno esagerando... (di qualunque paese o religione essi siano).

E' il momento di pensare al vero sentimento socialista... La terra può dare a tutti noi di che vivere. Se non ci fosse ancora chi vuole accumulare tesori... (ignorando che quegli stessi tesori saranno la causa della loro auto-distruzione, se non distributi equamente a chi merita)... non ci sarebbe fame nel mondo.

E' il momento di cambiare il nostro comportamento, permettere la possibilità di chi sino ad oggi non ha potutto sviluppare una PROPRIA IDENTINTA' ECONOMICA, SOCIALE, CULTURALE...

Pochi bianchi, nei secoli, hanno scritto leggi solo per salvaguardare i loro interessi...

BASTA... INIZIAMO A REDISTRIBURE I BENI DEL MONDO...

però senza una coscienza popolare non si può cambiare nulla..

[Rob Ferranti]

18 maggio 2008

Multivisión: il nuovo canale della televisione cubana.

17/05/2008

Se ne parla da tempo, ma ora l'inizio delle trasmissioni pare ufficiale visto che ieri - come annuncia il quotidiano cubano Juventud Rebelde - Ernesto López presidente del ICRT ovvero l' Istituto Cubano della Radio e della Televisione ha presentato il progetto al Parlamento Cubano. Il nuovo canale, che ha il nome provvisorio di Multivisión, trasmetterà a partire dall''estate 24 ore su 24, come attualmente fa il canale 6.

La grande novità annunciata è che la gran parte della programmazione dovrebbe essere basata su notizie e reportage tratti da televisioni internazionali come Telesur, Venezolana de Televisión, Televisión Española e Discovery. Anche se a dire il vero già ora le 4 televisioni cubane spesso trasmettono, magari coprendo il logo della TV originale, film, documentari, cartoni e serial stranieri. Grande novità degli ultimi mesi la messa in onda da qualche settimana della serie I Soprano.

Purtroppo, almeno inizialmente, il segnale si questo nuovo canale non arriverà in tutta Cuba, ma potrà essere visto solo dal 50% della popolazione.

Vi dirò se all'Avana sarà visibile.

dal blog Cubanite