20 maggio 2008

Yoani: contadini felici

Hanno messo nella borsa una lattina di carne, qualche candela e una vecchia camera fotografica Zenit. Sono arrivati a Santiago di Cuba in treno ed arrivarono alle montagne un sabato mattina molto presto.

Volevano camminare fino a Baracoa, accamparsi per la notte in pieno monte e amarsi […] Avevano calcolato quattro giorni di cammino e il prossimo martedì si sarebbero tuffati nella “villa primada de Cuba”.

Al risveglio dalla prima notte, videro un contadino che guidava una fila di muli. Il dubbio se avvicinarlo o no fu superato dall’argomento dell‘uomo: “Chiediamogli dove è il più vicino agriturismo”.

Lei, più prudente, gli disse che la montagna non era più la stessa di prima, quando i contadini dividevano quel poco che avevano con qualunque straniero.. Ciò nonostante si avvicinarono e il tipo gli apostrofò: “Che state facendo qui? Non si può stare in questa montagna senza permesso.” […]

Il maestro del villaggio disse loro che avrebbero dovuto stare calmi ed aspettare l’arrivo della polizia e insistette nel voler sapere dove avevano preso l’idea di inoltrarsi nella Sierra Maestra. Lei le disse dello Zen, l’energia cosmica e di alcuni esercizi del Tai Chi per connettersi con la natura. Non gli crebbero.

Di notte arrivò il Capo del Settore di Zona e dovettero ripetere quello che avevano già detto: accamparsi uniti con gli alberi e arrivare a Baracoa per la strada più lunga.

Li riportarono a Santiago, alla stazione di polizia, e li obbligarono a salire su di in un autobus direzione Havana. Durante il lungo viaggio non potevano dimenticare gli abitanti di quel villaggio sperduto, che dicevano alla polizia: “Portateli via, sono coinvolti in qualcosa di strano, chi altrimenti camminerebbe tra queste montagne”.

Di Yoani Sanchez dal blog Generaciòn Y

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