tag:blogger.com,1999:blog-40704703638050699552024-03-13T03:33:25.600+01:00La Isla Grandeun ponte tra Italia e CubaRoberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.comBlogger1102125tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-16569563716091730612013-05-23T13:20:00.004+02:002013-07-16T16:44:27.719+02:00Cambio a Cuba: il cammino delle riforme<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.italiafutura.it/imagesfe/fotonotizia_megafono112390_img.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="154" src="http://www.italiafutura.it/imagesfe/fotonotizia_megafono112390_img.jpg" width="200" /></a><span style="color: blue;">Da quando il governo ha iniziato piccole aperture economiche e sociali ai cittadini cubani, le discussioni, gli attacchi, i dibattiti si sono fatti sempre più ricchi e sfaccettati. Da parte della dissidenza pro-USA si tratta di operazioni cosmetiche che nulla cambiano nella società, per i blogger rivoluzionari sono segni tangibili di un'imminente, e già avviato, cambiamento politico, sociale e quindi anche economico. Per gli amanti di Cuba stranieri, nello specifico italiani, le opinioni si sprecano e abbondano i tuttologhi, gli esperti e i saggi. Gente che magari frequenta Cuba da anni, o che ha scelto di crearsi un'alternativa futura gettando le basi per un trasferimento totale o parziale e semplici turisti emanano verità assolute come solo i frequentatori di talk show e salotti televisivi vari sanno fare.</span><br />
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<span style="color: #444444;">Dal mio modesto punto di vista, vorrei riassumere queste tanto acclamate "aperture" ed analizzarle con obiettività.</span></div>
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<span style="color: #444444;">La prima in ordine di tempo è stata la legalizzazione dell'uso di telefoni cellulari e computer, che già erano presenti sull'isola, che aveva lo scopo di concedere una parvenza di libertà d'informazione e di comunicazione, sempre con un lauto beneficio per le casse dello Stato che applicando tariffe altissime alle chiamate dai cellulari ha incrementato le proprie finanze. Per i computer poi concederne la proprietà senza permettere di connettersi ad internet dalla propria abitazione è un paradosso, ma di questo ne parleremo più avanti.</span></div>
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<span style="color: #444444;">Successivamente arrivò il permesso per i cubani di poter accedere agli hotel, quindi alle spiagge, "per turisti". Altra chimera per pochi. Certo chi ha famiglia all'estero, chi ha benefici economici per la frequentazione di turisti e chi ha privilegi vari può farlo in tutta libertà, ma anche in questo caso i proibitivi costi, anche se molto ridimensionati oggi, ne proibiscono la frequentazione al cubano comune, che ricordiamo ha una salario medio di 20/30 CUC mensili.</span></div>
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<span style="color: #444444;">Poi arrivarono le privatizzazioni di alcune attività commerciali. Paladares, case particular, taxi, caffetterie, etc. sono apparsi immediatamente come una boccata d'aria nuova, la possibilità di essere imprenditori di se stessi e determinare così un personale benessere legato esclusivamente alle proprie capacità individuali. In parte è stato così. Oggi queste realtà si sono sviluppate e incrementano il diffondersi di una nuova categoria sociale di liberi professionisti che contribuiscono ad uno sviluppo economico nuovo e potenzialmente in crescita esponenziale. Ovviamente anche in questo caso il Governo ne trae notevoli vantaggi, sia con le tasse che con l'entrata di moneta "dura" che è la linfa vitale per il commercio internazionale dello Stato con altri paesi. Oggi, soprattutto all'Havana, si incontrano decine di ristorantini, case particular e bancarelle che vendono vestiti e scarpe rigorosamente made in China importate ambiguamente da paesi limitrofi o da Miami, in alcuni casi anche dall'Italia. Gira qualche soldino in più, ma siamo ancora ben lontani da un'economia di mercato. Tutto continua ad essere controllato e tollerato dallo Stato. Non esistono magazzini all'ingrosso dove acquistare quei beni e merci che poi vengono vendute al dettaglio. Tutto è lasciato ancora all'improvvisazione e al mercato nero.</span></div>
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<span style="color: #444444;">Subito dopo è stata legalizzata la compra vendita di case e automobili. Anche in questo pratica che si è sempre svolta nell'ambiguità e in maniera "illegale", ma che comunque ha regolamentato una situazione di scambio tra privati che porta benefici anche allo Stato. Certo le auto che si possono commercializzare non sono gli ultimi modelli in commercio, si possono possedere due case, una nel luogo di residenza e l'altra in una zona di villeggiatura, ma è comunque un passo verso un'economia privata che se pur con lentezza prosegue il suo cammino. </span></div>
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<span style="color: #444444;">Infine l'ultima apertura in ordine di tempo, la più attesa e forse la più importante, almeno dal punto di vista politico. L'apertura delle frontiere. Oggi un cittadino comune può richiedere un visto ad un paese straniero e se lo ottiene può uscire dal paese per 22 mesi senza dover chiedere il permesso all'ufficio emigrazione cubano. Sembra una grande conquista, ma se la guardiamo a fondo non è molto diversa da prima. Per prima cosa non tutti possono uscire liberamente dall'isola. Alcune categorie sociali come medici e militari hanno delle limitazioni, ma soprattutto il rilascio del visto dipende sempre dal paese che si vuole visitare. La maggior parte dei paesi europei e ovviamente gli USA hanno forti restrizioni, serve sempre una lettere d'invito e delle garanzie economiche che pochi possono permettersi. Prima era la stessa cosa. Alcuni paesi non richiedono il visto, ma non sono molti i cubani che desiderano andare in Corea del Nord o in Bielorussia. </span></div>
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<span style="color: #444444;">Senza voler entrare nello specifico delle possibili riforme economiche indispensabili per un reale sviluppo, resta secondo me primaria l'apertura all'utilizzo di internet, alle informazioni internazionali ed alla possibilità di dibattere apertamente sulle priorità da affrontare per uscire dalla decennale crisi socio-economica. Può sembrare irrilivante per l'isola sostenere che la diffusione di libere e critiche informazioni possano aiutare lo sviluppo dell'economia cubana, ma continuare a silenziare chi dissente su politiche e decisioni primarie, aiuta a mantenere uno status quo che alimenta il discontento e l'inevitabile punto di rottura.</span></div>
Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-10054372630660458982013-05-05T12:58:00.003+02:002013-05-05T12:58:38.030+02:00Internet e Cuba: il miraggio della connessione alla rete<br />
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<a href="http://static.freepik.com/free-photo/world-button_21097848.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="198" src="http://static.freepik.com/free-photo/world-button_21097848.jpg" width="200" /></a><span style="color: blue;">La popolazione cubana non può contare su internet come desidererebbe. L'installazione di un cavo sottomarino dal Venezuela che aumenterebbe di 3000 volte la capacità di banda non ha risolto il problema. L'accesso alla rete a Cuba continua ad essere il più caro del mondo. </span><span style="color: blue;">Oltre al costo del servizio (tra i 6 e i 14 dollari/ora) proibitivo per la maggioranza dei cubani, è la qualità della connessione che rende impossibile utilizzare la rete. Cuba dispone di una larghezza di banda di 320 megabits/secondo, come quella di un grande cybercaffe di una capitale europea o americana. Impossibile scaricare video e per aprire una foto occorrono 15 minuti.</span></div>
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<span style="color: #444444;">Il cavo a fibra ottica che collega Venezuela e Cuba fino ad oggi non viene utilizzato per le connessioni dei cittadini, non si sa bene come e se viene utilizzato, c'é chi accusa il governo di usarlo solo per scopi militari o comunque di natura ufficiale, c'é chi afferma che dietro il cavo si nasconda una truffa milionaria di alcuni funzionari che lucrano sul costo delle connessioni attuali.</span></div>
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<span style="color: #444444;">Le autorità sostengono che la difficoltà nel rendere operativa ed accessibile la connesssione a fibra ottica è dovuta alle cattive infrastrutture di telecomunicazioni dell'isola, gestite dall'impresa statale Etecsa. La stessa Etecsa lo scorso Gennaio annunciò che sarà necessario un investimento nelle infrasrutture interne in moneta forte (CUC) teso a permettere grautitamente e con obiettivi sociali l'accesso alla rete.</span></div>
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<span style="color: #444444;">Anche l'embargo statunitense viene accusato di essere respnsabile della cattiva connettività. Gli USA infatti negano l'accesso alla rete da parte del governo cubano. Ma in ogni caso la disponibilità del cavo venezuelano potrebbe in parte risolvere il problema.</span></div>
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<span style="color: #444444;">Inoltre già oggi sarebbero disponibili reti super-wifi che potrebbero distribuire con potenza il segnale in molte aree dell'isola. La tecnologia esiste ed è disponibile ad esempio su territorio cinese. Visto le relazioni tra i due paesi non è impossibile considerare tale evenienza, una collaborazione per rendere l'accesso a internet una realtà finalmente a disposizione dei cittadini con costi e qualità degni di una società moderna e democratica.</span></div>
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<span style="color: #444444; font-size: x-small;"><i>tratto da <a href="http://www.cubano1erplano.com/2013/04/internet-en-cuba-sigue-siendo-uno-de.html">Cubano 1er Plano</a></i></span></div>
Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-5848423491438696842013-04-30T15:37:00.000+02:002013-04-30T15:41:20.388+02:00Cambio a Cuba: Artemisa, una provincia con poteri locali indipendenti dal governo centrale<div style="text-align: justify;">
<a href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/41/Artemisa_mapa.jpg/220px-Artemisa_mapa.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; display: inline !important; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/41/Artemisa_mapa.jpg/220px-Artemisa_mapa.jpg" /></a><span style="color: blue;">I burocrati sono stati ridotti della metà. Hanno drasticamente abbassato gli sprechi amministrativi. Decine di uffici pubblici sono stati convertiti in abitazioni e in un solo edificio sono concentrati tutti gli uffici pubblici per la popolazione.</span></div>
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<span style="color: blue;">Anche solo per queste ragioni vale la pena trasferirsi ad Artemisa, una provincia limitrofa all'Havana che è diventata un laboratorio pilota dove il governo sta sperimentando un sistema di organizzazione pubblica meno burocratizzata, più efficiente ed economica.</span></div>
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<span style="color: #444444;">In questa provincia si è costituito un vero e proprio governo provinciale con poteri propri e la possibilità di operare in accordo con le priorità e le necessità specifiche della popolazione del territorio. Il Consiglio dell'Amministrazione pubblica è stato convertito in un governo locale che dirige la maggioranza delle istituzioni nazionali che operano nella provincia, incluso settori di primaria importanza come la salute, l'educazione o l'agricoltura.</span></div>
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<span style="color: #444444;">Questa provincia è unica rispetto al resto del paese, dove al contrario il parlamento locale non ha potere esecutivo, ma attua quello che viene deciso agli enti gestiti dall'amministrazione centrale e dalle imprese. Quello che sta accadendo ad Artemisa è un nuovo progetto di amministrazione orizzontale per cambiare la struttura verticale del governo che ha sempre amministrato e preso decisioni su quello che andava fatto fino al più sperduto paesino del paese.</span></div>
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<span style="color: #444444;">Questa prima esperienza pilota mira a devolvere il potere ai comuni che sono quelli che possono determinare le necessità del territorio e amministrarle autonomamente in base alle priorità. Si sono già autorizzati l'apertura di conti correnti bancari sia in pesos cubano che in CUC.</span></div>
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<span style="color: #444444;">Inoltre il consiglio di amministrazione di Artemisa può prendere decisioni indipendenti anche in materia fiscale, ad esempio le società che operano sul territorio dovranno pagare una tassa provinciale del 1% sul fatturato lordo.</span></div>
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<span style="color: #444444;">La decentralizzazione della provincia avrà una maggiore flessibilità delle politiche interne. Come logica le decisioni si adatteranno meglio alla realtà locale rispetto a decisioni prese in un ufficio dell'Havana dove il funzionario di turno magari non ha mai nemmeno visto la provincia.</span></div>
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<span style="color: #444444;">Il lavoro autonomo sta subendo un impulso notevole, sono già state rilasciate 20.000 licenze commerciali e si stanno affittando attività statali improduttive incluso bar e addirittura parchi giochi per bambini che sorgono nelle piazze comunali.</span></div>
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<span style="color: #444444;">L'indipendenza gestionale di Artemisa porterà evidenti miglioramenti alla popolazione che potrà così vigilare sull'azione del comune e sulle necessità del territorio, si riduce così la burocrazia e l'efficienza amministrativa, creando un governo con potere reale. la cosa più complicata sarà cambiare la mentalità dei quadri dirigenti del partito centrale sempre restii a innovazioni radicali come queste.</span><br />
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<span style="color: #444444; font-size: x-small;"><i>tratto da <a href="http://www.feedly.com/home#subscription/feed/http://www.bbc.co.uk/blogs/mundo/cartas_desde_cuba/rss.xml">BBC Cartas Desde Cuba</a></i></span></div>
Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-57721144385722573592013-03-28T13:28:00.000+01:002013-03-28T13:28:30.626+01:00Italia e Cuba: La Isla Grande è anche su Facebook<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXHVbh39OK_Ck2NOp-KZtcXxZvv1SN0o6boHVlklSRGBlJ91AWXPHnNeGJKq7rz42Znsk1m3RuLdLtGJ2s3_KjW3-RsXbvwG3hVbcafSsh_zFzFmwQLkGDpMCpgSbVirYmabtn7WUFWuQ/s1600/Cuba_La_Isla_Grande-logo-180.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXHVbh39OK_Ck2NOp-KZtcXxZvv1SN0o6boHVlklSRGBlJ91AWXPHnNeGJKq7rz42Znsk1m3RuLdLtGJ2s3_KjW3-RsXbvwG3hVbcafSsh_zFzFmwQLkGDpMCpgSbVirYmabtn7WUFWuQ/s1600/Cuba_La_Isla_Grande-logo-180.jpg" /></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;">Ora La Isla Grande è su Facebook. Oltre ai post di questo blog, curerò una selezione di articoli dal web su Cuba e le sue tematiche più interessanti: notizie, informazioni, politica, economia, attualità, arte e curiosità. Troverete articoli non solo in italiano ma anche in spagnolo e inglese. Spero sia </span><span style="color: blue;">di vostro gradimento, seguitemi e cliccate con numerosi MI PIACE! Grazie</span>.</div>
Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-44479751147636861652013-03-21T14:54:00.000+01:002013-03-21T17:07:42.698+01:00Dissidenti a Cuba: il tour mondiale delle "dissidenti" e la loro interpretazione di "democrazia"<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="http://www.stampalibera.com/wp-content/uploads/2009/12/480-350-350-censura-web-300x218.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="145" src="http://www.stampalibera.com/wp-content/uploads/2009/12/480-350-350-censura-web-300x218.jpg" width="200" /></a></div>
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<span style="color: blue;">Esaustivo post di Vincenzo Basile, autore del blog <a href="http://capitulocubano.blogspot.it/">Capitulo Cubano</a>, che ha tradotto magistralmente un reportage video di Cubainformacion sul tour mondiale che le portavoce della così detta "dissidenza cubana", nello specifico Yoani Sanchez e Berta Soler rappresentante della Dame di bianco, stanno effettuando in questo giorni. Queste autoconclamate rappresentati del popolo cubano dimostrano con quale arroganza si rifiutano di rispondere a domande scomode di giornalisti cubani accreditati alle loro conferenze stampa, ma non solo, si vede con quale intolleranza e violenza i giornalisti che vogliono presenziare alle loro esibizioni vengono ostacolati e allontanati. Questa è la loro interpretazione di "democrazia", di libertà d'espressione, la loro apertura al dialogo, la loro tolleranza verso le critiche...</span></div>
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<a name='more'></a><br />
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<span style="color: #444444;">"Il governo cubano ha avuto a che fare con la morte di Laura Pollan, Oswaldo Paya e Harold Cepero. E se non è così, che lo dimostri". Berta Soler, rappresentante delle cosiddette Damas de Blanco, spiegava alla Televisione Spagnola, in una maniera così incisa, il concetto di giustizia che propone per Cuba: una giustizia in cui non è necessario dimostrare la colpevolezza dell'imputato, perché è questi che deve dimostrare la sua innocenza.
Ma non è l'unico concetto politico che hanno espresso i rappresentanti della cosiddetta "dissidenza" cubana durante il tour che li sta vedendo viaggiare per diversi paesi del mondo. Un altro è quello della libertà di espressione. </span></div>
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<a href="https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRELD-sYNfOLZGU58nV_KCOcq6pYFjS8g4cByjNmYu5Y-dvobNN" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="111" src="https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRELD-sYNfOLZGU58nV_KCOcq6pYFjS8g4cByjNmYu5Y-dvobNN" width="200" /></a><span style="color: #444444;">Lo scorso martedì 12 marzo, durante una riunione a Madrid dell’organizzazione Damas de Blanco, era negata la parola al pubblico, impedendo le domande, ad esempio, del portavoce delle associazioni di cubani e cubane residenti in Spagna, Luis Perez, rappresentante degli emigrati cubani favorevoli alla Rivoluzione. Esperanza Aguirre, presidentessa del Partido Popular di Madrid, sosteneva che si trattasse di un inviato dell'Ambasciata di Cuba. L'evento, alla fine, si concludeva con l’allontanamento a spintoni di molte persone del Movimento di Solidarietà con Cuba, alle quali è stato ugualmente impedito di parlare, e che i media definivano -pur essendo coloro che hanno subito violenza fisica- come "boicottatori" o "energumeni". Immaginate la copertura informativa di questa stessa scena, se fosse successo a Cuba? </span></div>
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<span style="color: #444444;">Alcuni giorni prima, anche blogger cubana "dissidente" Yoani Sanchez chiudeva a Burgos un evento chiamato "Social Network per la libertà", sponsorizzato -incredibilmente- da diverse multinazionali e banche. All’evento fu impedito l’accesso alla giornalista cubana Heidi Sanchez, pur essendo debitamente accreditata, e che giorni prima era stata picchiata dalla polizia a Madrid per coprire le recenti manifestazioni contro la politica del Partido Popular. Gli organizzatori dell’evento di Burgos, inoltre, pur avendo annunciato che avrebbero formulato all’invitata le domande proposte da vari internauti, hanno filtrato solo le più cordiali. </span></div>
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<a href="https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRC6X4Ckgl3QP_0FwG-UM_dgcSyru6-ygiRAupWzpnbhi0IP9SV" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="139" src="https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRC6X4Ckgl3QP_0FwG-UM_dgcSyru6-ygiRAupWzpnbhi0IP9SV" width="200" /></a><span style="color: #444444;">La stampa spagnola, ovviamente, non ha segnalato nemmeno questo atto di censura né la protesta di migliaia di persone su Twitter contro la visita di Yoani Sánchez, che è diventato l’argomento di tendenza nel menzionato social network.
Alcuni giorni dopo, in Messico, Yoani Sánchez ha partecipato alla riunione della Società Interamericana della Stampa (SIP) che riunisce i media più importanti di tutto il continente americano, per la quale lavora da Cuba con uno stipendio mensile di 6.000 dollari. Lì, a due giornalisti indipendenti, attivisti del movimento messicano #YoSoy132, è stato impedito l'ingresso all'atto. Organizzazioni giornalistiche hanno denunciato che la blogger cubana ha rifiutato di incontrare le famiglie di giornalisti uccisi in Messico, 13 negli ultimi 12 mesi, ed hanno definito una presa in giro la sua presunta difesa della libertà di stampa a Cuba, dato che rappresenta i principali proprietari dei monopoli mediatici del continente, considerati "i principali violatori dei diritti dei lavoratori e della libertà di informazione dei giornalisti in America Latina". </span></div>
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<span style="color: #444444;">Il tour mondiale della “dissidenza” cubana darà certamente nuovi elementi di ciò che queste persone, finanziate dal governo degli Stati Uniti e da altre potenze e sostenute dai media, intendono per libertà di espressione o diritto all'informazione. E comprenderemo molti concetti di matrice ideologica, come quello di "prigionieri politici". Ricordiamo che la menzionata Berta Soler, mesi fa, affermava che l'esistenza di questi detenuti a Cuba è un fatto dimostrato, poiché -secondo le sue parole- prigioniero politico è quella persona che, per esempio, "ruba una barca per lasciare il paese, dato che sta rubando qualcosa al Governo (di Cuba)". </span></div>
<div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">E verificheremo, anche, cosa intendono queste persone per diritto alla pace o all’autodeterminazione, quando li vedremo presentare una petizione al governo degli Stati Uniti e all'Unione europea, come ha fatto a Madrid Berta Soler, per chiedere l'inasprimento del blocco e delle sanzioni economiche contro il suo stesso paese. Sono lezioni che, senza alcun dubbio, non dimenticheremo.</span></div>
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<br /></div>
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/8AMJeXNu44k" width="560"></iframe><br />
<br />
<span style="color: #444444; font-size: x-small;"><i>Di <a href="http://www.cubainformacion.tv/index.php/lecciones-de-manipulacion/48795-damas-de-blanco-y-yoani-sanchez-la-gira-mundial-de-la-represion-y-la-censura">José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación (versión en español)</a></i></span><br />
<span style="color: #444444; font-size: x-small;"><i>Tradotto da <a href="http://capitulocubano.blogspot.it/2013/03/damas-de-blanco-e-yoani-sanchez-il-giro.html">Vincenzo Basile (Capítulo Cubano)</a></i></span><br />
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Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com7tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-69554911742774329282013-03-10T11:06:00.000+01:002013-03-10T11:13:15.884+01:00Arte a Cuba: la cultura non può essere uno strumento del mercato
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<a href="http://www.bbc.co.uk/blogs/mundo/cartas_desde_cuba/130307133618_ballet_cuba_384x216_raquelperez.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; display: inline !important; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="112" src="http://www.bbc.co.uk/blogs/mundo/cartas_desde_cuba/130307133618_ballet_cuba_384x216_raquelperez.jpg" width="200" /></a><span style="color: blue;">In questo periodo di fermenti commerciali e riforme economiche, una preoccupazione sta emergendo nel tessuto sociale cubano. La cultura, nel senso più esteso del termine, è sempre stata a Cuba, insieme all’assistenza sanitaria e all’educazione, una delle qualità d’eccellenza nella società dell’isola , una delle conquiste della rivoluzione che hanno caratterizzato il governo per decenni e che sono state esempio globale di necessità imprescindibili per uno Stato che vuole eleggere garanzie sociali per esaltare qualità morali e etiche che siano al di sopra delle sole esigenze di mercato e che siano svincolate dalla relazione tra domanda e offerta. La sanità e l’educazione stanno già soffrendo di una gravissima crisi, un pò per la perseveranza dell’embargo USA e un pò per la fuga di dottori e docenti che preferiscono intraprendere cammini professionali più remunerativi, magari con attività in proprio, piuttosto che dedicare la loro vita a missioni più gratificanti ma che non garantiscono la sopravvivenza. Salari di 20/30 dollari al mese scoraggiano anche la più appassionata delle anime potenzialmente dedite a carriere professionali qualificate. Ora anche la cultura nelle sue espressioni più evidenti come la musica, la danza, la pittura, la letteratura sta iniziando ad essere questionata all’interno delle istituzioni stesse. La sovvenzione e la diffusione della cultura viene considerata una dispersione di risorse economiche.</span><br />
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<a href="http://it.cubamusic.com/Archive/News/397_home.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="186" src="http://it.cubamusic.com/Archive/News/397_home.jpg" width="200" /></a><br />
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<span style="color: #444444;">A Cuba nessuno discute della necessità di riforme che diano alla nazione un’economia sostenibile. Oggi si usano parole com mercato, efficienza, benefici, domanda e offerta senza il timore di essere tacciati di sacrilegio. Invece quello che risulta evidente per l’economia non lo è altrettanto per la cultura. Il tema centrale di rappresentanti delle istituzioni è fino a che punto la cultura potrà auto finanziarsi. Per Abel Prieto, assessore del Presidente, lo spreco è la burocrazia culturale, bisogna “riposizionare una gran massa di persone del settore amministrativo che non sono essenziali e a volte ostacolano”. </span></div>
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<span style="color: #444444;">Il problema è che imprese burocratizzate sono state convertite “per decreto” in rappresentanti degli artisti. Si assicurano cos’ gran parte del guadagno senza alcuna attività promozionale e determinano normative che ostacolano il lavoro invece che svilupparlo. Francisco Alonso, direttore della compagni di teatro lirico Ernesto Lecuona, afferma che “ogni gruppo deve essere capace di promuoversi, commercializzarsi e gestionale gli aspetti economici,nessuno a maggior interesse in queste attività che gli artisti stessi”. Anche Heriberto Acanda, direttore della galleria Arturo Regueiro dice che “ espongo il lavoro di un artista, lo promuovo e lo commercializzo, ma non ho uno status legale per guadagnarci una percentuale.” Alcuni critici si domandano che senso ha provare per otto mesi una certa rappresentazione teatrale, quando nel momento di metterla in scena viene vista da poche decine di persone. Nasce così l’esigenza di avvicinarsi maggiormente al gusto del pubblico, quindi selezionare quello che vale la pena sostenere economicamente. Ma altri intellettuali osservano che bisogna avere cautela nel selezionare tali attività sostenendo che l’unica ricchezza rinnovabile e non negoziabile che la società cubana possiede non può essere sottomessa alla semplice regola della domanda e dell’offerta. Bisogna continuare a sovvenzionare tutto quello che può essere utile per il suo apporto culturale anche se non esiste una grande domanda, perché gli errori nella cultura non si vedono a breve termine, ma si pagano sempre.</span></div>
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<a href="https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTxShNF7BkQUt11-pllkfd-ek1u6NR3rY8yuP0Gmtbqf3mkfSJ4GQ" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><span style="color: #444444;"><img border="0" height="157" src="https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTxShNF7BkQUt11-pllkfd-ek1u6NR3rY8yuP0Gmtbqf3mkfSJ4GQ" width="200" /></span></a>Da parte del governo il nuovo vice presidente Miguel Diaz Canel afferma che bisogna “cambiare la mentalità in merito ai processi culturali (…) ripensare come alleggerire l’impegno statale convertendo <i>(le imprese statali n.d.a.</i>) in centri imprenditoriali o entità che possano guadagnare un certo capitale. (…) Assumere forme dinamiche e sostenibili senza cadere nel cattivo gusto, Una istituzione che abbia un lavoro sostenuto e che guadagni in maniera sistematica può incidere di più e meglio senza che si aspetti niente da nessuno.”</div>
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<a href="http://cubantripadvisor.com/wp-content/uploads/2012/07/fotonoticia_20120712131620_500.jpg" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="145" src="http://cubantripadvisor.com/wp-content/uploads/2012/07/fotonoticia_20120712131620_500.jpg" width="200" /></a><span style="color: #444444;">Ma affinché questo sia possibile è necessario un cambiamento nella super struttura ideologica del paese. Solo pochi mesi fa si ordinò la chiusura del locale di “Opera de la calle” perché si auto finanziava con i benefici di un ristorante privato. Tutti sembrano convinti che la cultura non possa autofinanziarsi ma credono che si possano razionalizzare gli sprechi, avvicinandosi ai gusti della popolazione, riducendo la burocrazia, potenziando l’autogestione ed eliminando le istituzioni parassite. </span></div>
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<a href="http://www.bbc.co.uk/blogs/mundo/cartas_desde_cuba/2013/03/cuando_no_hay_respuestas_facil.html"><i><span style="font-size: x-small;">tratto da Cartas desde Cuba</span></i></a></div>
Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-39368182844295664332013-03-06T14:46:00.000+01:002013-03-06T14:47:28.669+01:00Riflessioni di Rob: Chavez è morto, ma il socialismo bolivariano sopravviverà!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.ansa.it/webimages/large/2013/3/6/5a2514f842311eec22ca14a235601ca3.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="141" src="http://www.ansa.it/webimages/large/2013/3/6/5a2514f842311eec22ca14a235601ca3.jpg" width="200" /></a></div>
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<span style="color: blue;">Hugo Chavez è deceduto ieri. Era ammalato da tempo e aveva sostenuto due lunghe degenze a Cuba per combattere un tumore che alla fine ha avuto la meglio. Il vice presidente del Venezuela Nicolas Maduro ha sollevato dei sospetti sulla sua morte, sostenendo che sarebbe stato avvelenato da suoi oppositori, insinuando l’ipotesi di un complotto internazionale e paragonando la morte del presidente a quella di Arafat. Con questo dubbio nel cuore il popolo venezuelano lo piange per le strade di tutto il paese. Chavez aveva vinto le elezioni del 2012 con un deciso vantaggio nei confronti del suo rivale filo-americano Capriles. Un leader di 58 anni, un’età impensabile per un presidente nella nostra sfera geografica, ma che dirigeva il paese da 15 anni e che ha portato il Venezuela fuori da una situazione di povertà estesa, garantendo uno sviluppo al paese di primordine.</span></div>
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<a href="http://www.ansa.it/webimages/large/2013/3/6/3303f0583cc94ea9170d7f2930c7798f.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="135" src="http://www.ansa.it/webimages/large/2013/3/6/3303f0583cc94ea9170d7f2930c7798f.jpg" width="200" /></a>Tra i fattori più incisivi del successo del governo Chavez e della sua schiacciante vittoria alle elezioni dello scorso ottobre 2012, vi è la riduzione della povertà, resa possibile dalla ripresa del controllo della compagnia petrolifera nazionale PDVSA, e dall’utilizzo delle abbondati entrate non a beneficio di un piccolo gruppo, così come fece il governo precedente, bensì per la costruzione di infrastrutture ed investendo in servizi sociali di cui tanto avevano bisogno i venezuelani. Negli ultimi 10 anni il governo ha aumentato la spesa per servizi sociali del 60,6% per un totale di 772 miliardi di dollari. </div>
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La povertà non si misura solo dalla scarsità delle entrate economiche, né il benessere si può giudicare dalla sola assenza di malattie. Sono interconnessi tra loro e soggette a più fattori, ovvero determinate da una serie di processi sociali. Per dare un quadro oggettivo del progresso reale risultante dalla rivoluzione bolivariana in Venezuela negli ultimi 13 anni, è essenziale esaminare alcuni dei dati chiave disponibili in materia di fattori sociali determinanti per il benessere e la povertà: educazione, diseguaglianza, lavoro e reddito, sicurezza alimentare, assistenza sociale e servizi. </div>
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Se osserviamo i fattori che determinano il benessere, notiamo che il Venezuela è attualmente il paese di quella regione geografica con il minor dislivello sociale (misurato con Coefficiente di Gini) che ha ridotto la diseguaglianza del 54% e la povertà del 44%. La povertà è passata da un tasso del 70,8% nel 1996 al 21% nel 2010. La povertà estrema si è ridotta dal 40% del 1996 al 7.3% nel 2010. Circa 20 milioni di persone hanno beneficiato dei programmi anti-povertà, chiamati “Misiones” (fino ad oggi 2,1 milioni di anziani hanno ricevuto pensioni di anzianità- ovvero il 66% della popolazione mentre prima dell’attuale governo solo 387.000 persone ricevevano una pensione). </div>
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<a href="http://www.ansa.it/webimages/large/2013/3/6/26943a5f9bfc4258d7554c8202cba064.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="133" src="http://www.ansa.it/webimages/large/2013/3/6/26943a5f9bfc4258d7554c8202cba064.jpg" width="200" /></a>L’istruzione è un fattore determinante per la valutazione del benessere e della povertà di un popolo e il governo bolivariano ha dato all’istruzione particolare importanza, destinando ad essa più del 6% del PIL. L’UNESCO afferma che l’analfabetizzazione è progressivamente diminuita e che Venezuela è il terzo paese della sua regione per tasso di alfabetizzazione. L’istruzione è gratuita dall’asilo nido all’università; il 72% dei bambini frequenta un asilo pubblico e l’85% dei ragazzi in età scolare frequenta la scuola. Ci sono migliaia di scuole rimesse a nuovo, tra le quali 10 nuove università. Il paese è al secondo posto in America Latina, e il quinto in scala mondiale, per numero di studenti universitari. E’ infatti vero che 1 venezuelano su 3 è iscritto ad un programma educativo o percorso di studi. E’ inoltre un gran risultato che il Venezuela sia oggi, al pari della Norvegia, il quinto paese al mondo dal punto di vista della felicità della popolazione. </div>
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Prima del governo Chavez nel 1998, il 21% della popolazione era denutrita. Il Venezuela ha ora istituito una rete di distribuzione alimentare assistita comprensiva di alimentari e supermercati. Mentre nel 1980 il 90% del cibo era importato, ora le importazioni sono meno del 30%. Misión Agro-Venezuela ha concesso 454.238 prestiti a produttori agricoli e 39.000 di essi hanno ricevuto un prestito solo nel 2012. 5 milioni di venezuelani ricevono cibo gratuito, 4 milioni di essi sono bambini nelle scuole e 6.000 cucine sfamano 900.000 persone. La riforma agraria e le politiche di sostegno rivolte ai produttori agricoli hanno migliorato la catena di distribuzione alimentare domestica. I risultati di tutte le misure adottate in materia di sicurezza alimentare sono un tasso di malnutrizione pari solo al 5% e la denutrizione infantile che è scesa dal 7,7% nel 1990 al 2,9% di oggi. Sotto tutti i punti di vista questo è un notevole risultato per la sanità. </div>
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L’economia del Venezuela è caratterizzata da un debito basso, ampie riserve petrolifere e risparmi elevati, e nonostante questo gli economisti occidentali che contestano Chavez ripetono sino alla nausea che l’economia del Venezuela non è “sostenibile” e ne preannunciano il collasso non appena i ricavi derivati dal petrolio cesseranno. Ironicamente essi non preannunciano invece tale sorte ad altre economie basate sul petrolio quali il Canada o l’Arabia Saudita. Ignorano forse per convenienza che la riserva petrolifera del Venezuela, pari a 500 miliardi di barili, sia tra le maggiori al mondo e considerano l’investimento sociale dei ricavi derivati dal petrolio uno spreco o un futile sforzo. In ogni caso negli ultimi 13 anni il governo bolivariano ha costruito un sistema industriale e agricolo senza pari nei 40 anni di governi precedenti e la sua economia si va rafforzando anche sullo scenario di una crisi finanziaria globale. </div>
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<a href="http://www.ansa.it/webimages/large/2013/3/5/a940d8f4815caa2d51d7f709e910e26f.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="132" src="http://www.ansa.it/webimages/large/2013/3/5/a940d8f4815caa2d51d7f709e910e26f.jpg" width="200" /></a>Uno dei fattori che indica una crescente diversificazione dell’economia è il fatto che lo stato oggi ricava tanto dalle tasse quanto dal petrolio grazie al consolidamento della capacità di riscuotere le tasse e di ridistribuire la ricchezza. In un solo decennio, lo stato ha riscosso USD 251,694 milioni di tasse, più delle entrate annue derivate dal petrolio. Alcuni dei più importanti dati in campo economico sono l’abbassamento della disoccupazione dall’11,3% al 7,7%; le persone che godono dei benefici di un’assicurazione socio-sanitaria sono raddoppiate, il debito pubblico, che era del 20,7% del PIL è ora al 14,3%, le economie indigene locali hanno beneficiato della diffusione delle cooperative. In un quadro più generale, l’economia del Venezuela è cresciuta del 47,4% in 10 anni, ovvero del 4,3% all’anno. </div>
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Secondo il Global Finance e il World Factbook della CIA, il Venezuela presenta i seguenti indicatori economici.[x]: tasso di disoccupazione dell’ 8%; debito pubblico pari al 45,5% del PIL (mentre quello dell’Unione Europea è dell’82,5%); una vera crescita del PIL: il reddito pro-capite è di USD 13.070. Nel 2011 l’economia del Venezuela ha superato ogni aspettativa con una crescita del 4,2% ed ha raggiunto il 5,6% nella prima metà del 2012. Il rapporto tra PIL e debito è al di sotto di quello di Stati Uniti e Regno Unito, meglio dei paesi europei; l’inflazione, problema endemico per molti decenni, è in calo da quattro anni, con un tasso del 13,7% nell’ultimo trimestre del 2012. Anche il The Wall Street Journal sostiene che il mercato azionistico del Venezuela, che ha raggiunto un picco storico ad ottobre 2012, è il migliore al mondo, e i titoli del Venezuela sono considerati tra i più redditizi dei mercati emergenti. </div>
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Il cambiamento progressivo nella regione ha fatto sì che sorgessero infrastrutture per un Sud America davvero indipendente con organizzazioni di integrazione politica come la Banca del Sud, CELAC, ALBA, PETROSUR, PETROCARIBE, UNASUR, MERCOSUR, TELESUR dimostrando così al resto del mondo che, dopo tutto, ci sono ancora alternative sociali ed economiche nel ventunesimo secolo [xiii] . I livelli del debito in America Latina, seguendo modelli di sviluppo diversi da quelli del capitalismo globale, in netto contrasto con l’Europa, stanno diminuendo. </div>
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<a href="http://www.ansa.it/webimages/large/2013/3/5/bbc7072823617bc0426d004e840d18ce.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="137" src="http://www.ansa.it/webimages/large/2013/3/5/bbc7072823617bc0426d004e840d18ce.jpg" width="200" /></a></div>
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Con questi inconfutabili dati risultano ridicole e faziose le critiche che dal mondo occidentale si scagliano contro il neo-socialismo bolivariano. Tra 30 giorni ci saranno nuove elezioni, ma il risultato sembra scontato, l’impronta di Chavez non verrà cancellata dall’ingerenza occidentale, al contrario le riforme socialiste subiranno un nuovo impulso che farà da traino a quei paesi latino americani avviati ormai verso un cammino socialista che sta illuminando il futuro di una nuova luce di libertà e benessere.</div>
</span>Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-91280915252158831702013-03-02T10:42:00.001+01:002013-03-02T10:44:32.851+01:00Dissidenti a Cuba: ancora su Yoani...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgapXjW0Zy2aguJLcVVKujF68ncCc3YO5cFSZIiegfF1IgwWAol64tHRijNSrurCDjoHUfOA5Rgfj-fqoOcsroYxJI4rEHVdxJGVvOsQ4khBykDdDg9jwdylvovYmegk1ckiXwojOIDfA0/s1600/Yoani+me.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgapXjW0Zy2aguJLcVVKujF68ncCc3YO5cFSZIiegfF1IgwWAol64tHRijNSrurCDjoHUfOA5Rgfj-fqoOcsroYxJI4rEHVdxJGVvOsQ4khBykDdDg9jwdylvovYmegk1ckiXwojOIDfA0/s200/Yoani+me.jpg" width="166" /></a></div>
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<span style="color: blue;">Ancora un articolo per chiarire la figura controversa della Yoani international, tanto acclamata e "indipendente" blogger paladina della libertà per Cuba. Vincenzo Basile autore di Capitulo Cubano approfondisce il suo ruolo e la sua figura che sembra essere non troppo indipendente. Qual'è il suo vero ruolo nella dissidenza cubana? Quanto è "indipendente" la sua posizione politica? Quali sono i suoi reali obiettivi? Quali sono i suoi legami economici e politici con gli USA? </span></div>
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<a name='more'></a><br />
<b><span style="color: #444444;">In Brasile, Yoani Sánchez è stata accusata di essere 'mercenaria' e 'agente della CIA': cosa c'è di vero in tutto ciò?</span></b></div>
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<i><span style="color: #444444;">di Vncenzo Basile da <a href="http://capitulocubano.blogspot.it/2013/02/in-brasile-yoani-sanchez-e-stata.html">Capitulo Cubano</a></span></i></div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://2.bp.blogspot.com/-OBN4AhrSDsA/US_VVqHDAbI/AAAAAAAAB2A/hUZH5-8p9dk/s320/leccionesdemanipulacion176.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="134" src="http://2.bp.blogspot.com/-OBN4AhrSDsA/US_VVqHDAbI/AAAAAAAAB2A/hUZH5-8p9dk/s200/leccionesdemanipulacion176.jpg" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><span style="color: #666666;">Yoani contestata in Brasile</span></i></td></tr>
</tbody></table>
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<span style="color: #444444;">Una semplice ricerca in internet sui primi giorni del giro internazionale della blogger cubana Yoani Sánchez ci offre decine di migliaia di pubblicazioni E, dato che dovrà visitare ancora altri dieci paesi in 80 giorni è da supporre che questa incredibile copertura informativa continui o sia incrementata nel tempo. </span></div>
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<span style="color: #444444;">Nel primo paese, il Brasile si scagliavano proteste contro di lei da parte di organizzazioni del Movimento di Solidarietà con Cuba, che erano screditati dalla protagonista come "gruppi di estremisti" nell'ambito di una "strategia terrorista". "Alcuni giorni prima, Sanchez ha applaudito le proteste contro di lei affermando che sono un segnale della libertà di espressione, ma ora ha cambiato opinione, adesso dice che sono atti di origine terrorista, orchestrati contro di lei dal governo comunista di Cuba". Queste persone portavano cartelloni con accuse dirette contro la blogger: essere una mercenaria e collaborare con grandi poteri mediatici e politici, finanche con la CIA. Ma, cosa c'è di vero in tutto ciò? </span></div>
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<span style="color: #444444;">Per quanto riguarda la prima accusa, agire per denaro, daremo alcuni dati. Dal 2008, in appena 5 anni, la blogger ha ricevuto più di 30 premi da parte di grandi gruppi mediatici e fondazioni politiche,grazie ai quali ha guadagnato -solo in questo ambito- una somma prossima ai 400.000 dollari. Sono stati premi del Gruppo Prisa, del Forum Economico Mondiale, del Consejo por la Libertad de Cuba di Miami o dello stesso Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Inoltre, sono varie le grandi imprese di comunicazione che remunerano Sanchez per le sue collaborazioni. Citiamone solo tre: Radio Nacional de España il quotidiano El País che, secondo alcune fondi, le accredita circa 2.000 dollari al mese, e la Società Interamericana della Stampa (SIP) che le fornisce 6.000 dollari al mese. </span></div>
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<span style="color: #444444;">Con queste altissime remunerazioni, sulle quali non paga alcuna imposta, sembra assurdo che nel suo blog affermi di soffrire ristrettezze economiche –addirittura alimentari- a Cuba o che abbia organizzato una colletta su Internet per finanziare i suoi viaggi. Per quanto riguarda la seconda accusa, agire nell'interesse di grandi poteri, daremo alcuni dati. Yoani Sánchez ha stretti contatti con la Sezione di Interessi degli Stati Uniti a L'Avana, la SINA, che ha visitato in numerose occasioni. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Fotografie, video e documenti rivelati da Wikileaks mostrano incontri con diplomatici statunitensi, come il proprio Capo della SINA Michael Palmry, o la sottosegretaria di Stato Bisa Williams. Anche con diplomatici di vari paesi europei, alleati degli USA e difensori della linea sanzionatoria contro Cuba, come Polonia e Svezia. Nel 2011, un documento pubblicato da Wikileaks dimostrava che la sua intervista al presidente Barack Obama, che provocò un fortissimo sostegno mediatico al suo blog, in realtà non fu realizzata a Obama, ma fabbricata da funzionari degli USA a L'Avana. </span></div>
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<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Ancora, il suo blog è esente dall'applicazione delle leggi del blocco contro Cuba. Ad esempio, mantiene attivo il servizio PayPal per ricevere donazioni, inaccessibile a persone o imprese cubane. Ma è un altro il potere che offre aperta protezione, promozione e finanziamento diretto alla blogger: il potere mediatico. Oltre a collaborare per alcuni grandi media, Yoani Sánchez è, dalla fine del 2012, vicepresidente regionale per Cuba della SIP, Società Interamericana della Stampa, un cartello che riunisce 1300 mezzi di comunicazione del continente, e che oggi rappresenta il principale fattore di opposizione politica ai governi di sinistra in America Latina. La storia della SIP, degli ultimi 70 anni, è caratterizzata dal sostegno alle dittature e ai colpi di stato nel continente. Non deve quindi sorprendere che, con simili sostenitori, il suo blog Generacion Y goda di una certa popolarità. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Però ci sono fattori che suggeriscono che questo blog –lontano dall'essere un'iniziativa individuale indipendente- è in realtà una grande operazione internazionale con un ampio gruppo tecnico di sostegno.Ad esempio: è tradotto in 18 lingue, caratteristica di cui non dispone nemmeno il sito delle Nazioni Unite; si appoggia su un server tedesco, la cui larghezza di banda è 60 volte più potente di quella di tutta Cuba; e almeno 50.000 dei suoi followers in twitter sono, in realtà, accounts fantasmi o inattivi, il che fa pensare all'esistenza di una strategia di “ciberacarreo” o popolarità fittizia, un servizio specializzato la cui contrattazione possono permettersi davvero in pochi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Dietro tutto ciò, molti analisti vedono la costruzione -da parte di importanti centri di potere- di un personaggio oppositore con caratteristiche attrattive per la gioventù cubana e per le persone con idee progressiste: una donna giovane, utente delle reti sociali e politicamente indipendente, che attraverso i suoi racconti porta alla luce le limitazioni e le frustrazioni della popolazione di Cuba. Yoani Sánchez e i media che la sostengono insistono ripetutamente su un messaggio centrale: la censura che il governo cubano ha posto contro internet. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Tuttavia, nascondono alcuni elementi: uno, che il suo blog non è oscurato a Cuba; due, che la cattiva connettività a Cuba è prodotto del blocco degli USA; tre, che numerosi siti web cubani sono stati chiusi dietro ordine del Dipartimento del Tesoro degli USA, e altri censurati da imprese come YouTube o Google; e quattro, che gli internauti cubani non hanno accesso a pagine e servizi degli Stati Uniti, poiché vivono in un paese "proibito" dalle leggi statunitensi. Così lo spiegava lo scrittore uruguaiano Eduardo Galeano durante una recente intervista a L'Avana: “Una delle forme del blocco è il blocco delle comunicazioni, che rare volte si menziona, ma che è molto importante. Tentando eroicamente di connettermi a Internet dall'hotel in cui alloggio, ho trovato questo messaggino che dice ‘You want to enter from a forbidden country’, ‘Stai tentando di accedere da un paese proibito’ ”. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Nei primi giorni del suo tour, i media hanno tentato di presentare una faccia amabile e indipendente della blogger Yoani Sánchez, vittima ora non solo del Governo cubano, ma anche sei suoi simpatizzanti in Brasile. Ed hanno tralasciato, ad esempio, un aspetto rilevante come il sostegno esplicito della blogger alla politica di ingerenza e di estorsione del governo USA contro il suo stesso paese: "per ristabilire relazioni con gli Stati Uniti, c'è una serie di requisiti essenziali che Cuba deve rispettare", dichiarava. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Ma il viaggio di Yoani Sánchez attraverso più di dieci paesi è appena iniziato e darà sicuramente spunti per numerose analisi. “Ho pensato, 'mi sento orgoglioso di essere quasi compatriota degli abitanti di questo paese proibito, visto che la questione è chiedersi, 'proibito da chi?', 'proibito perchè?'. Forse proibito perchè nonostante tutte le sue contraddizioni e difficoltà continua ad essere un esempio di dignità nazionale per altri paesi, spesso disprezzati, poveri, piccoli, che non hanno diritto al patriottismo dato che il patriottismo è il privilegio dei paesi padroni, dei ricchi, dei potenti, che sono coloro che giudicano gli altri e dettano sentenze. Proibito anche per il pericoloso esempio di solidarietà che Cuba è stata e continua ad essere capace di praticare, nonostante le sue difficilissime condizioni di vita”. Eduardo Galeano</span></div>
<div style="text-align: justify;">
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/Win8NKBO2Uw" width="560"></iframe>Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-87926383583445445602013-02-28T19:44:00.001+01:002013-03-04T12:08:13.439+01:00Riflessioni di Rob: la mia intervista su RSI Radio Televisione Svizzera Rete1<div class="MsoNormal" style="background: white; mso-line-height-alt: 13.5pt; text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYZZYZ9mFC0_qE7CTUaLpwvLwh8doNQXn4nsxmcSB8yEN58L5fRJXoMdmqLcR-qcocf1Bi6UZKNYp0o4G9a7BkYsUOu_ocdbdHzRCaGFgV4t1A8K7-shc2KU9fsgSiTh6nr32DEVO7h_k/s1600/foto+rsi.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="110" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhYZZYZ9mFC0_qE7CTUaLpwvLwh8doNQXn4nsxmcSB8yEN58L5fRJXoMdmqLcR-qcocf1Bi6UZKNYp0o4G9a7BkYsUOu_ocdbdHzRCaGFgV4t1A8K7-shc2KU9fsgSiTh6nr32DEVO7h_k/s200/foto+rsi.jpg" width="200" /></a><span style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="color: blue;">Il 25 Febbraio sono stato intervistato dalla Radio Televisione Svizzera RSI Rete1. Collaboro con questa
emittente da circa due anni, devo dire con soddisfazione, mi sento gratificato
dalla considerazione che hanno delle mie idee e delle mie opinioni. L’argomento
dell’intervista era la nuova rielezione di Raul Castro e il futuro panorama
della politica cubana. Non è mancato un mio commento sul viaggio di Yoani
Sanchez. La mia collaborazione con RSI proseguirà in futuro con nuovi
interventi. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; mso-line-height-alt: 13.5pt; text-align: justify;">
<span style="color: #7f7f7f; font-family: Arial, sans-serif;"><b><span style="font-size: large;"><a href="http://reteuno.rsi.ch/home/networks/reteuno/Albachiara/2013/02/25/Cuba.html#Audio">Cliccate qui per ascoltare l’intervista.</a></span></b></span></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; mso-line-height-alt: 13.5pt; text-align: justify;">
<span style="color: #7f7f7f; font-family: "Arial","sans-serif"; font-size: 14.0pt; mso-themecolor: text1; mso-themetint: 128;"></span></div>
Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-48049766851776730292013-02-28T19:18:00.000+01:002013-02-28T19:30:18.743+01:00Dissidenti a Cuba: ancora su Yoani...<div class="MsoNormal" style="margin-right: 3.0cm;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTJ8yA4OP4yBk3IO3yYNkglk1YmAr3G5gKDPHuihEw-bTeErCKM" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTJ8yA4OP4yBk3IO3yYNkglk1YmAr3G5gKDPHuihEw-bTeErCKM" width="166" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;"><span style="font-family: Arial, sans-serif;">Eccovi un altro articolo che farà stizzire qualcuno di voi, ma che
illustra chiaramente come il “fenomeno” Yoani Sanchez stia influenzando
arbitrariamente alcuni media internazionali. La blogger cubana quando ha
ricevuto il suo passaporto, ha twittato questo messaggio: “</span><i style="font-family: Arial, sans-serif;"><span style="background: white;">Sono felice e triste: ho il mio documento per
viaggiare, ma vari amici come Ángel Moya non potranno farlo.” </span></i></span><br />
<span style="color: blue;"><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif;">Angel Moya è stato
arrestato nel 2003 accusato di reati legati alla minaccia della sicurezza
nazionale e condannato a 20 anni di carcere, rilasciato nel 2011 è oggi in
libertà vigilata. </span></span><br />
<span style="color: blue;"><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif;">Ovviamente non entro nel merito della condanna, non conosco a
fondo la vicenda, come nessuno di noi, quindi non posso commentare tale
condanna. Bisogna però sottolineare la differenza tra Yoani e Moya, la prima,
nonostante apertamente contraria la governo cubano, ha il suo passaporto, a
conferma della tolleranza e trasparenza delle autorità, il secondo è in libertà
vigilata e come nel resto del mondo, anche in quei paesi che tanto criticano la
vicenda, non può avere il passaporto perché sta scontando una pena. </span></span><br />
<span style="color: blue;"><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif;">L’articolo
che pubblico di Vincenzo Basile autore del blog <a href="http://capitulocubano.blogspot.it/2013/02/scandalo-mediatico-il-regime-castrista.html">Capitulo Cubano</a> spiega in
dettaglio la manipolazione dell’ennesima notizia che si può considerare normale
amministrazione di uno Stato sovrano nelle proprie vicende interne,
trasformandola nell’ennesimo attacco al “crudele regime castrista”. Grazie
Vincenzo.</span></span><br />
<span style="color: blue;"><span style="background-color: white; font-family: Arial, sans-serif;"><br /></span></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<a name='more'></a><span style="color: #444444;"><br /></span></div>
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<span style="color: #444444;"><b>Scandalo mediatico: il regime castrista non permette ai delinquenti di viaggiare </b></span></div>
<span style="color: #444444;">
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<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
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<div class="MsoNormal" style="margin-right: 3.0cm;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="http://1.bp.blogspot.com/-SBpkpQmph1I/UQrS1jT65DI/AAAAAAAABv4/sZSsPu8t8vM/s1600/Immagine.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="104" src="http://1.bp.blogspot.com/-SBpkpQmph1I/UQrS1jT65DI/AAAAAAAABv4/sZSsPu8t8vM/s200/Immagine.jpg" width="200" /></a><span style="color: #444444;">Di </span><a href="http://capitulocubano.blogspot.it/">Vincenzo Basile (Capítulo Cubano)</a><span style="color: #444444;"> </span></div>
<span style="color: #444444;"></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"></span></div>
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<div class="MsoNormal" style="margin-right: 3.0cm;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Texto original: </span><a href="http://capitulocubano.blogspot.it/2013/01/escandalo-mediatico-el-regimen.html">Escándalo mediático: el régimen castrista no deja viajar a los delincuentes</a><span style="color: #444444;"> </span></div>
<span style="color: #444444;"></span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Lo scorso 14 gennaio, entrava in vigore la nuova legge migratoria cubana che, tra le altre cose, ha eliminato vecchie (e nella maggior parte dei casi solo formali) restrizioni ai viaggi all’estero, come il permesso di uscita o la lettera d’invito, ed ha svelato finalmente <a href="http://capitulocubano.blogspot.it/2013/01/giornali-internazionali-anticubani.html">la frode mediatica internazionale</a> sul fenomeno migratorio cubano, distruggendo il luogo comune del cubano che fugge dall’Isola e l’idea di Cuba come una prigione a cielo aperto. </span></div>
<span style="color: #444444;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
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</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Tuttavia, il fatto che questa frode sia stata svelata non ha implicato la fine della manipolazione informativa contro la Rivoluzione cubana e della distorsione completa della realtà quando si tratta il tema migratorio. </span></div>
<span style="color: #444444;">
</span>
<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
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<br />
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">In tal senso, lo scorso 31 gennaio, media internazionali, praticamente di tutto il mondo, celebravano la notizia più importante del giorno, vale a dire, il fatto che la cosiddetta blogger indipendente Yoani Sánchez aveva ottenuto il suo desiderato passaporto per viaggiare (nascondendo, tra le altre cose, che il ‘vecchio’ passaporto lo distrusse lei stessa nel 2004 quando tornò a Cuba dopo una permanenza di due anni in Svizzera) e si stava preparando per il suo imponente ed economicamente ingiustificabile giro del mondo. </span></div>
<span style="color: #444444;">
</span>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Ma, ovviamente, come tutto ciò che succede a Cuba, i festeggiamenti sono stati tanto brevi quanto enorme è la crudeltà del malvagio regime castrista che continua a distruggere sogni e ambizioni. Si sa che quando si tratta della dittatura cubana non può esserci niente di buono che fuoriesce dalle sue viscere e che anche le cose che possono apparire favorevoli, in realtà, nascondono solamente enormi inganni e trappole. </span></div>
<span style="color: #444444;">
</span>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Così, i media che celebravano la libertà di Yoani Sánchez, coglievano l’occasione per ricordare qualcuno che non era stato fortunato come la blogger e che non potrà ottenere un passaporto fino all’anno 2023, il cosiddetto ‘ex-prigioniero politico’ Ángel Moya, sposo della leader delle Damas de Blanco, la volgare e ignorante Berta Soler. </span></div>
<span style="color: #444444;">
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Bisogna ricordare che Ángel Moya, nel 2003, fu condannato a 20 anni di prigione, nell’ambito di un’operazione delle autorità cubane contro alcuni cittadini colpevoli di reati di minaccia alla sicurezza nazionale e di collaborazione con una potenza straniera e nemica con l’obiettivo di pregiudicare gli interessi dello Stato cubano. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Nonostante la gravità di questi reati, tra il 2010 e il 2011 -dopo vari accordi tra il governo cubano, il governo spagnolo e la Chiesa cattolica- fu avviato un graduale processo di scarcerazione attraversolicenze extrapenali -di cui beneficiò lo stesso Ángel Moya- in conformità con il codice penale cubano, il che -ovviamente- non implicò l’estinzione della pena, ma solo una commutazione della stessa. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Considerando tutto ciò, le autorità cubane hanno negato il passaporto ad Ángel Moya per non aver scontato interamente la sua pena, una motivazione che sarebbe considerata logica e normale in tutti i paesi del cosiddetto mondo democratico, dato che a nessun cittadino sarebbe concesso di viaggiare all’estero in presenza di sostanziali ragioni come carichi pendenti, processi penali in corso o servizio militare obbligatorio, tra le altre cose e senza considerar il fondamentale aspetto della sicurezza nazionale. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
</span>
<br />
<div class="MsoNormal" style="margin-right: 3.0cm;">
</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Anche se si tratta di motivi evidentemente ragionevoli e che riflettono il senso giuridico comune vigente in tutti i paesi del mondo, i media internazionali hanno usato questo fatto per portare avanti una nuova campagna di diffamazione e discredito contro Cuba, un autentico atto di delinquenza informativa se se considerano le ragioni appena citate. </span></div>
<span style="color: #444444;"></span>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
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<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Come sempre in questi casi, il punto di partenza sono stati due messaggi su twitter. Il primo era dello stesso Ángel Moya che scriveva: “Funzionaria Castrista mi comunica che per interesse pubblico io sono limitato e non mi possono rilasciare il passaporto”. Il secondo, di Yoani Sánchez, diceva: “Sono felice e triste: ho il mio documento per viaggiare, ma vari amici come Ángel Moya non potranno farlo”. Da qui iniziava la ridicola opera di manipolazione. </span></div>
<span style="color: #444444;">
</span>
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<span style="color: #444444;">“Yoani Sánchez riceve il suo passaporto ma il regime cubano lo nega al dissidente Moya”, intitolava <a href="http://www.elnuevoherald.com/2013/01/31/v-fullstory/1396478/yoani-sanchez-recibe-pasaporte.html">El Nuevo Herald</a> e aggiungeva: “Moya ha dichiarato che lo scorso mercoledì si è recato all’ufficio passaporti più vicino a casa sua, a L’Avana, ed ha chiesto cosa deve fare per ottenere un passaporto, dato che vuole viaggiare come qualunque cittadino di qualunque paese, forse in Spana o negli Stati Uniti […] La funzionaria di turno ha preso la sua carta di identità, ha consultato un database del computer e gli ha detto che non possono rilasciargli il passaporto perché è limitato per ragioni di interesse pubblico […] La parola ‘limitato’ sembra essere un modo per intendere un nuovo controllo. La ragione, gli hanno detto, è che la sua sanzione non è ancora estinta”. </span></div>
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<span style="color: #444444;">Totalmente contrari ad ogni tipo di etica giornalistica erano due articoli simili pubblicati dal quotidiano spagnolo <a href="http://www.abc.es/internacional/20130131/abci-cuba-entrega-pasaporte-yoani-201301310912.html">ABC</a> e dal canale digitale di <a href="http://www.rtve.es/noticias/20130131/cuba-concede-pasaporte-bloguera-critica-yoani-sanchez-tras-reforma-migratoria/605825.shtml">Televisión Española</a>. Il franchista ABC, in termini più sensazionalisti, intitolava “Cuba concede un passaporto a Yoani Sánchez e lo nega ad Ángel Moya”. Entrambi scrivevano, quasi come non si trattasse di una regola prevista da tutte le leggi del mondo, che “il Governo di Cuba mantiene alcune limitazioni dato che può negare la concessione del passaporto per ragioni di «interesse pubblico » o di « sicurezza e difesa nazionale», e molti qui vi vedono -soprattutto settori della dissidenza- un nuovo «filtro» per limitare i viaggi all’estero”; e citavano appunto come esempio il caso di Moya: “Precisamente, per ragioni in «interesse pubblico», il Governo ha negato la concessione del passaporto all’oppositore ed ex-prigioniero politico Angel Moya […] uno dei dissidenti del cosiddetto gruppo dei 75 che furono condannati durante l’ondata repressiva della Primavera Nera del 2003”. </span></div>
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<span style="color: #444444;">Infobae intitolava “Nonostante la riforma, Cuba non lascia viaggiare i dissidenti”. Il quotidiano digitale argentino mentiva totalmente quando affermava che “la nuova politica migratoria del regime cubano prevede solo limitazioni per il cosiddetto ‘capitale umano’ della rivoluzione (medici, scienziati, ecc.)” e riproduceva alcune dichiarazioni di Moya che citava addirittura la DichiarazioneUniversale dei Diritti dell’Uomo per difendere il suo diritto a viaggiare: “La Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, firmata dal regime cubano, ci garantisce la libertà di entrare e uscire da qualsiasi paese, ma con questa legislazione i Castro hanno mantenuto una serie di requisiti. Solamente determinati cittadini possono viaggiare all’estero” . </span></div>
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<div style="text-align: justify;">
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<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Nel corso degli anni, centri mediatici di tutto il mondo hanno riprodotto l’immagine de cubano che non poteva uscire dal suo stesso paese, dell’emigrante cubano come rifugiato politico che era fuggito dall’Isola-prigione. Ora che non esistono più le vecchie limitazioni, che in realtà erano solo formali e burocratiche, è evidente che questi media stanno cercando nuovi pretesti per portare avanti la manipolazione della questione migratoria cubana. Fino a che punto questo pretesto possa essere trovato in un violento e volgare criminale -come Moya- è difficile da comprendere. Considerando la giustificazione generale e, nel caso di specie, la totale impresentabilità di Moya, gli risulterà abbastanza complicato plasmare il luogo comune del regime castrista che non permette di viaggiare ai suoi… delinquenti.</span></div>
<span style="color: #444444;">
</span>Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-65355711883749113662013-02-24T19:41:00.000+01:002013-03-07T10:39:17.116+01:00Dissidenti a Cuba: a proposito di Yoani...<div style="text-align: justify;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgapXjW0Zy2aguJLcVVKujF68ncCc3YO5cFSZIiegfF1IgwWAol64tHRijNSrurCDjoHUfOA5Rgfj-fqoOcsroYxJI4rEHVdxJGVvOsQ4khBykDdDg9jwdylvovYmegk1ckiXwojOIDfA0/s200/Yoani+me.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgapXjW0Zy2aguJLcVVKujF68ncCc3YO5cFSZIiegfF1IgwWAol64tHRijNSrurCDjoHUfOA5Rgfj-fqoOcsroYxJI4rEHVdxJGVvOsQ4khBykDdDg9jwdylvovYmegk1ckiXwojOIDfA0/s200/Yoani+me.jpg" /></a><span style="color: blue;"><i>Di seguito pubblico un articolo molto esaustivo in merito a Yoani Sanchez, lo divulgo qui perché mi trova perfettamente in sintonia, grazie a <b><a href="http://thisiscuba.net/la-cubana-yoani-sanchez-e-il-profumo-della-liberta-capitolo-uno-brasile/">This is Cuba</a>.</b></i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;"><b>La cubana Yoani Sanchez e il profumo della libertà - capitolo uno, Brasile -</b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;">Yoani Sanchez è una blogger, una giornalista di nuova generazione. La giornalista, è nata il 4 settembre 1975 a l’Havana.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;">Della proprio battaglia contro il governo cubano ha fatto il proprio cavallo di battaglia. Dissidente con un profondo senso della libertà o controrivoluzionaria mercenaria? Non sta a noi dirlo, tanto è che trovare la risposta a questo interrogativo è talmente soggettivo che si potrebbe arbitrarne all’infinito come su un qualsiasi tema etico vuoi che sia esso aborto o eutanasia.</span></div>
<div style="color: #444444; text-align: justify;">
<br />
<a name='more'></a><br /></div>
<div style="color: #444444; text-align: justify;">
E’ difficile restare oggettivi a tale figura, un’emblema ed un idolo per il mondo della dissidenza al governo socialista dei Castro. Una alternativa che non si capisce bene dove voglia arrivare. Una voce giovane e rivoluzionaria astratta quella di Yoani, che continua a battersi per la libertà e per i diritti violati, come lei sostiene, a Cuba. Una sorte di Beppe Grillo all’italiana. Dice cose giuste…ma alla fine rappresenta una reale alternativa o si ferma ad una mera quanto ipocrita critica dei difetti del proprio paese e soprattutto del proprio governo?</div>
<div style="color: #444444; text-align: justify;">
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<div style="color: #444444; text-align: justify;">
Su Yoani inoltre vi sono molte ombre. E’ stata più volte smascherata da altri illustri giornalisti che non capiscano come una persona che parla sovente di impossibilità a navigare nel web nel proprio paese, possa tranquillamente scrivere tutti i giorni, magari travestendosi per non farsi riconoscere, da un albergo della capitale che promette ai turisti una connessione veloce sfruttando quella poca banda a disposizione, limitata anche, non dimentichiamolo da un embargo che tappa ogni via di fuga e normale comunicazione. Un embargo, se vogliamo ammetterlo, che priva della libertà per il quale in teoria è in essere. Un embargo che rappresenta una delle tante lamentele contro cui Yoani Sanchez s’inspira nei propri copioni.</div>
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Yoani Sanchez è un nome spesso sostenuto dalla stampa estera. Il proprio nome gira e trova appoggio negli ambienti di destra, anticastristi convinti. C’è chi sostiene come la blogger, sia, al pari delle damas de blanco, una mercenaria svendutasi al governo degli Stati Uniti, per ricevere popolarità e benefit economici. La signora in questione è stata in più riprese messa in uno stato di fermo e poi prontamente rilasciata. Da notare che Yoani Sanchez è controllata perché i suoi comportamenti provocatori spesso toccano il limite della legalità. Non dimentichiamo che Yoani ha anche dichiarato di essere stata rapita da agenti governativi, poi picchiata con brutalità. Da più parti si è richiesto di provare il tutto con delle foto, con dei testimoni. Niente. Nessuna foto, nessuna prova. E purtroppo la verità, come in ogni processo, emerge solo con le prove. </div>
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Il nome Yoani Sanchez è un business, che si appoggia a gruppi editoriali di prim’ordine, come quello spagnolo, Prisa, il Grupo Promotora de Informaciones, Sociedad Anónima. La critica della blogger spesso perde toni realistici e tergiversa in una vera e propria denigrazione del proprio governo ed il fine è un becero tentativo di riscossa e di incitamento del popolo. Il tutto seguendo una logica di perentoria violenza letterale. IL server utilizzato, Cronon, è il riflesso di una ideologia che spesso il server esalta attraverso lo spazio che offre a siti di estrema destra. </div>
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Yoani Sanchez è amata dalla maggior parte dei cubani che si trovano a beffeggiare, anche se in una incoerente esaltazione del proprio essere cubano, il proprio governo. Inutile negare e mancanze di libertà in ottica di una democrazia intesa in occidente, legato all’esito delle elezioni. Ma i c’è anche da dire che mai come ora la democrazia appare poco credibile ed annacquata, laddove le alternative ai soliti partiti non hanno speranze. Il risultato è legato alla visibilità e quindi al potere. E a Cuba si ragiona in modo differente. E se democrazia deve essere, la spinta non deve avvenire da costrizioni esterne, ma da un vero volere popolare. Eppure Yoani non è un idolo in patria, spesso è pesantemente contestata. Ancor peggio, è poco considerata e quasi snobbata.</div>
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Ora Yoani è uscita. Dietro la nuova riforma migratoria ha iniziato il suo “giro del mondo”. Ha già toccato il Brasile dove è stata subito pesantemente contestata. All’aeroporto di Recife, appena sbarcata col passaporto nuovo di zecca, le sono stati lanciati dollari falsi, all’insegna dell’accanimento dubbio con cui col proprio blog fa informazione. Dai suoi tweet, il suo uccellino azzurro, grida al mondo l’emozione di vivere e saggiare il profumo della libertà. Una libertà che le permetterà di ritirare tanti premi, distribuiti dai paladini della libertà occidentale. Quella tanto amata, poco sobria quanto effimera, libertà. Benvenuta nel mondo Yoani, benvenuta.</div>
Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-16033008092424921142013-02-23T19:20:00.000+01:002013-02-23T19:20:45.272+01:00Dissidenti a Cuba: Yoani per una Cuba libera e democratica, il 51° stato USA!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.ogginotizie.it/GUI/file_contenuti/502826_yoani%20sanchez%20passaporto.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="115" src="http://www.ogginotizie.it/GUI/file_contenuti/502826_yoani%20sanchez%20passaporto.jpg" width="200" /></a></div>
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<span style="color: blue;">Finalmente Yoani Sanchez è uscita da Cuba. Può viaggiare liberamente, anche grazie alla cospicua disponibilità economica che può vantare (a proposito ma dove li terrà i soldi?), un lungo viaggio per mezzo mondo che durerà 80 giorni (quanti se lo possono permettere, e non solo a Cuba?). Questa è la prova tangibile che la sua popolarità la rende una privilegiata, soprattutto a Cuba, e quindi ancora più distante dal quel popolo cubano del quale si è autoproclamata portavoce mondiale. Io Yoani l’ho conosciuta personalmente, l’ho intervistata all’Havana nel 2008, quando il suo nome iniziava a diffondersi in rete. Devo ammettere che per un periodo di tempo l’ho ammirata molto, ho pubblicato articoli che esaltavano il suo impegno e la sua attività di blogger oppositrice al governo. A quel tempo ero molto più radicale, un intransigente critico del “regime”. Poi con gli anni ho approfondito la realtà dell'isola, ho conosciuto Cuba più a fondo. Ho studiato la politica, l’economia, la storia delle democrazie del blocco occidentale. Ho vissuto e continuo a vivere sulla mia pelle il disfacimento di quel modello democratico che lei, insieme ad un piccolo ma vorace gruppo di dissidenti, vorrebbe applicare alla “sua Cuba”. Non solo, ho visto come il suo personaggio negli anni si è lentamente trasformato in “paladina assoluta della verità”, come il suo vittimismo e le sue interpretazioni della realtà diventavano sempre più romanzate, forzate, spesso falsate o abilmente manipolate. Ma soprattutto assisto quotidianamente al suo desiderio di protagonismo. Si è creata un personaggio che si erge al di sopra di quelle realtà che si ostenta a denunciare e dalle quali è sempre più distante. </span><br />
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<span style="color: #444444;"><a href="http://i71.servimg.com/u/f71/17/54/30/45/ysanch10.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://i71.servimg.com/u/f71/17/54/30/45/ysanch10.jpg" /></a>Il suo giro del mondo si può comparare a quello di una star internazionale. Terrà molte conferenze nei paesi che visiterà, sempre accolta con grande devozione e ammirazione incondizionata, ma anche con molte critiche. Conoscerà gli Stati Uniti, il Brasile, Argentina, Canada, Perù, Spagna, Italia, Polonia, Germania, Paesi Bassi e Svizzera (scusate se ne dimentico qualcuno). </span></div>
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E’ ovviamente innegabile il diritto universale di poter viaggiare liberamente per il mondo ed è elogiabile che anche a Cuba si possa reclamare lo stesso diritto. E’ altresì innegabile il diritto di esprimere liberamente le proprie idee e opinioni nel proprio paese e ovunque al mondo. </div>
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Nonostante questo è bene chiarire un paio di aspetti della Yoani International che forse sono sconosciuti a qualcuno. La prima cosa che da sola potrebbe spiegare il mio disappunto, per essere moderato, nei confronti della Y. Superstar è la sua dichiarazione rilasciata appena sbarcata in Brasile: “Per ristabilire le relazioni con gli Stati Uniti, Cuba deve optare per un modello di democrazia che esigono Washington e altri paesi.” Avete letto bene, “che esigono”. Alla luce di questa affermazione non mi sembra esagerato quando leggo che Y. è considerata una “mercenaria” dai rivoluzionari cubani. E’ già noto che viene generosamente retribuita per il suo lavoro di giornalista da periodici e quotidiani esteri, spagnoli, italiani, statunitensi e non solo. Ora è anche vice presidente regionale della SIP (Società Interamericana della Stampa) con sede negli Stati Uniti, con uno stipendio (pare) di $6000 al mese. Le vengono riconosciuti premi internazionali con cospicui compensi in denaro come scrittrice e viene considerata una dissidente valente e senza paura. Il suo stretto rapporto con la SINA (Sezione di Interessi Nordamericani all'Havana) è ben noto, diversi "cables" resi pubblici da Wikileaks ne confermano le relazioni sia economiche che di strategia politica. </div>
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E’ insomma perfettamente inserita in quel panorama internazionale ipocrita e bigotto che dall’alto di una posizione sociale privilegiata e composta da personaggi elitari della ricca e liberista borghesia occidentale, stanno sull’uscio dell’isola caraibica in attesa di approfittare del minimo sbandamento socio-politico del sistema cubano e così riconquistare la tanto ambita roccaforte strategica per l’accesso all’America Latina. </div>
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Quello “spirito libero” e indipendente che tanti ammiratori le conferiscono non mi sembra poi così indovinato, anzi lo considero un eufemismo esagerato, considerando il vero obiettivo che oramai si è insinuato nella sua volontà: Cuba libera e democratica, il 51° stato degli Stati Uniti d’America!</div>
</span>Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-57986058127471571522013-02-16T17:31:00.000+01:002013-02-23T19:31:25.733+01:00Dissidenti a Cuba: le tante facce della dissidenza<div class="separator" style="clear: both;">
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<a href="http://volontariato.files.wordpress.com/2010/01/large_box.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="182" src="http://volontariato.files.wordpress.com/2010/01/large_box.jpg" width="200" /></a></div>
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<span style="color: blue;">Dissidenza, opposizione, ribellione, contestazione, etc… Termini che si usano, e dei quali spesso si abusa, per indicare una visione contraria, critica verso un’ideologia, un sistema politico, sociale o economico. Insomma sta a indicare l’essere contro qualcosa o qualcuno. Quando si parla di Cuba “dissidente” è una parola, anzi forse “la parola” più usata per descrivere una posizione contro il governo, con la quale si vuole indicare una collocazione politica precisa, mirata a cambiare e spesso ad abbattere il sistema socio-politico cubano che nel luogo comune "non funziona, viola i diritti umani, sopprime la popolazione con abusi inenarrabili, detiene con violenza un ferreo controllo sulle vite e le menti dei cittadini, reprime con brutalità ogni voce fuori dal coro, ogni tentativo di denuncia delle mille contraddizioni dell’isola." Troppo facile cavarsela così. Spesso questa parola viene utilizzata con superficialità, la si utilizza monopolizzando il diritto di citazione a favore di un certo schieramento ideologico e la si usa sempre per il solo scopo di denigrare e condannare un sistema politico considerato totalitario. La si associa quindi implicitamente alla volontà di sovvertire una dittatura per instaurare una democrazia. Wikipedia la descrive così:<i> "Il dissidente non è semplicemente colui che la pensa diversamente, bensì colui che esprime esplicitamente il suo dissenso e lo manifesta in qualche modo ai suoi concittadini e allo Stato […] Il termine è usato soprattutto riferendosi ai dissidenti politici, spesso contro regimi totalitari, anche se esiste l'accezione dissidente filosofico. I dissidenti politici usano principalmente mezzi non violenti di dissenso pubblico, incluso dar voce alle critiche verso il governo, ma i dissidenti possono anche tentare di destabilizzare il governo esiliandolo o rovesciandolo, soprattutto se dietro ad essi vi è l'acquisizione del supporto popolare."</i> <b>Ma oggi è ancora valida tale definizione di dissidenza? </b></span><br />
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<a href="http://www.mirorenzaglia.org/wp-content/uploads/2011/08/il-potere-della-cultura_fondo-magazine.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><br /></a><a href="http://www.mirorenzaglia.org/wp-content/uploads/2011/08/il-potere-della-cultura_fondo-magazine.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://www.mirorenzaglia.org/wp-content/uploads/2011/08/il-potere-della-cultura_fondo-magazine.jpg" width="185" /></a><br />
<span style="color: #444444;">Credo che a Cuba essere dissidente abbia molteplici significati. </span></div>
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<span style="color: #444444;"><b>Esiste una dissidenza pragmatica</b>, diffusa nelle strade. Il cittadino comune non risparmia critiche ad un sistema economico che obbliga le persone a vivere “inventandosi” mille magie per sbarcare il lunario, molte di queste illegali, ma spesso tollerate dal sistema. Questa posizione critica non solo la difficoltà di affrontare con dignità una vita felice, ma denuncia il disfacimento di realtà sociali che fanno di Cuba l’eccellenza da decenni: la sanità pubblica, l’educazione pubblica, l’assistenza ai cittadini. Questa forma di dissentire è nella maggioranza dei casi silente, si trasmette per le strade, nelle case, è palpabile nell’aria, ma non viene manifestata apertamente, forse per l’abitudine al silenzio, forse per la paura di ritorsioni, forse per pigrizia, ma è reale.</span></div>
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<span style="color: #444444;"><b>Esiste una dissidenza pilotata da forze esterne</b>, statunitensi o europee, che finanziano gruppi di persone per agire contro il sistema con lo scopo di preparare il terreno per una futura instaurazione di un “nuovo ordine democratico”, liberista, con il solo obiettivo di importare sull’isola un modello socio-economico diffuso in occidente e che in nome della democrazia mira in realtà alla conquista di terreni vergini da monopolizzare economicamente e politicamente. </span></div>
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<span style="color: #444444;"><b>Esiste infine una dissidenza interna</b>. Persone, soprattutto giovani universitari e intellettuali, che consapevoli dei molti errori del socialismo rivoluzionario, lo vogliono riformare, mirano a rimodernare il sistema socio-politico senza per questo rinnegare le tangibili qualità del modello socialista che resta la base sulla quale ricostruire una società equa, benestante e che possa garantire quelle garanzie sociali che hanno fatto di Cuba un esempio inequivocabile da seguire ed espandere, non da abbattere. </span></div>
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<a href="http://www.liberareggio.org/blog/wp-content/uploads/2010/12/Berlino_economia_corruzione.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="106" src="http://www.liberareggio.org/blog/wp-content/uploads/2010/12/Berlino_economia_corruzione.jpg" width="200" /></a><span style="color: #444444;">Soprattutto in Europa e negli Stati Uniti è ormai evidente il fallimento delle democrazie e del sistema liberal-capitalista che quei dissidenti “pilotati” vorrebbero importare sull’isola. Il declino economico e soprattutto sociale sta trasformando il sogno occidentale nel peggior incubo che si possa immaginare. Il piano delle elite industriali e finanziarie sta soggiogando le democrazie e affermando un neo-colonialismo schiavista che sta distruggendo le libertà fondamentali dell’essere umano. Questo totalitario sistema capitalista ha svuotato il significato stesso di democrazia. Con il miraggio del finto benessere diffuso dai media controllati dalle stesse elite, spinge l’uomo ad una esistenza commerciale fatta di inutili oggetti e falsi miti per annientare la volontà di affermazione della dignità umana e della solidarietà civile. </span></div>
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<span style="color: #444444;">A Cuba le prime avvisaglie si stanno già vedendo. Soprattutto a causa delle privazioni indotte da una povertà diffusa, questi stessi miraggi iniziano ad espandersi subdolamente tra la popolazione. Il jeans firmato, l’ultimo gadget di moda, la voglia di imitare quegli atteggiamenti e abitudini massificate che impongono un valore maggiore all’apparire piuttosto che all’essere, si stanno diffondendo velocemente tra le nuove generazioni di cubani. Il pericolo maggiore è che questa tendenza porti all’apatia diffusa, al disinteressamento verso il cambiamento sociale e che spinga esclusivamente ad una chiusura individuale mirata al singolo e non alla collettività. </span></div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://u.jimdo.com/www43/o/sd1fd4c7a4cac5810/img/i57e91433a663b566/1331929019/std/image.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="155" src="http://u.jimdo.com/www43/o/sd1fd4c7a4cac5810/img/i57e91433a663b566/1331929019/std/image.jpg" width="200" /></a></div>
<span style="color: #444444;"><b>Dissentire è indispensabile, è la linfa vitale di un governo moderno</b>, che deve ascoltare le critiche del popolo e perfezionare regole e leggi per il benessere sociale dei cittadini partendo proprio dalle voci della strada. Il governo cubano ha già avviato importanti riforme che stanno concretamente cambiando il tessuto sociale dell’isola. Anche nei confronti della dissidenza molto sta cambiando velocemente. La nuova riforma migratoria ad esempio permette di uscire liberamente da Cuba. Molti dissidenti politici, Yoani Sanchez ne è l’esempio più conosciuto, stanno iniziando a viaggiare per il mondo senza alcuna restrizione né limite. Il tabù della “prigione a cielo aperto” è crollato. </span></div>
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<span style="color: #444444;">All’interno delle istituzioni forse il cambiamento di mentalità è più lento ad adattarsi ad una ineluttabile esigenza. Anziani funzionari privilegiati continuano ad ostacolare movimenti riformisti interni che spingono per una maggiore trasparenza e aspirano ad un cambiamento che diventa sempre più impellente. L’auspicio è che finalmente la volontà innovatrice possa innescare quel cambiamento che si sta palesemente mostrando nella nuova America Latina, socialista, indipendente, sovrana e libera dall’egemonia dell’imperialismo occidentale. E così per Cuba inizierà il nuovo giorno!</span></div>
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<br />Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-1561225482599183642013-02-01T20:02:00.000+01:002013-02-01T20:02:20.921+01:00Dissidenti a Cuba: riforma migratoria, l'incessante intransigenza della "dissidenza"<div style="text-align: justify;">
<a href="http://www.spritz.it/gallery/blogs/immagini/42780/prigione1.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="149" src="http://www.spritz.it/gallery/blogs/immagini/42780/prigione1.jpg" width="200" /></a><span style="color: blue;">Finalmente la riforma migratoria è entrata in vigore, ora si può uscire da Cuba senza chiedere il “permesso” alle autorità, basta possedere il passaporto e richiedere un visto del paese che si vuole visitare. In sostanza le cose cambiano poco, nel senso che le garanzie richieste dai pesi più “gettonati dai cubani”, vedi Europa o Stati Uniti, sono difficili da soddisfare, a patto che non si abbiano parenti in loco o abbastanza soldi per soddisfarle. Comunque un tabù è crollato, ora l’isola non è più una “prigione cielo aperto”. </span></div>
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<span style="color: blue;"><a name='more'></a></span></div>
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<span style="color: #444444;">La famosa Yoani Sanchez ha ottenuto il tanto sospirato passaporto, ha già richiesto il visto per il Brasile e per l’Europa che le verrà consegnato entro pochi giorni. Certo lei ha sufficienti disponibilità economiche per poter decidere liberamente dove andare e il “regime” che tanto disprezza e critica ciecamente le concede la libertà di muoversi oltre frontiera senza limitazioni. Ma sembra che anche in questo si debbano trovare cavilli e menzogne per accusare e “diffamare” il governo cubano. Infatti su alcuni media dissidenti internazionali spagnoli e americani, con qualche eco anche in Italia, non si è persa l’occasione per sottolineare che a Yoani è concesso di viaggiare, ma ad altri dissidenti il “regime cubano” vieta la concessione del passaporto, discriminando così a loro piacimento chi può avere il privilegio di uscire e entrare dal paese senza limiti. </span></div>
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<span style="color: #444444;">Ora è bene fare necessari chiarimenti. I dissidenti di cui parlano gli intransigenti media “democratici” sono cittadini cubani che stanno scontando una sentenza per crimini contro la sicurezza nazionale, al momento in libertà vigilata. Parliamo di alcuni personaggi imprigionati durante la “primavera nera” del 2003 e accusati oltre che di delitti contro la sicurezza nazionale, di collaborazione con potenza straniera e nemica (USA) con il fine di pregiudicare gli interessi dello Stato cubano. </span></div>
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<span style="color: #444444;">Ora non voglio entrare nel merito del reato commesso da questi dissidenti, nessuno di noi è in grado di dimostrare l’innocenza o la colpevolezza di tali cittadini, ma in qualunque stato “democratico” a nessun cittadino che stia scontando una pena viene concesso il rilascio del passaporto. Questa è la situazione dei dissidenti dei quali stiamo parlando. Non possono avere il passaporto sino allo scontare della pena, non è una scelta discriminatoria, ma una condanna penale che viene applicata ovunque al mondo. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">La “paladina della libertà” Yoani ne è la prova inconfutabile, lei nonostante la sua dichiarata opposizione al governo cubano e la sua comprovata collaborazione con gli Stati Uniti, è libera di uscire e rientrare a piacimento dalla “prigione a cielo aperto”. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">E’ quindi il momento di essere coerenti e dare informazioni corrette nei confronti del governo cubano, di smetterla di essere sempre e comunque “contro”, di accusare incessantemente di ogni abuso e soppressione dei diritti umani un governo che altro non fa che applicare le stesse leggi vigenti in ogni paese “democratico”. Anzi! Che forse i prigionieri americani di Guantanamo sono un esempio di rispetto della dignità e dei Diritti Umani? Che forse i cinque cubani accusati di spionaggio sono la prova della civiltà nordamericana? </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Per me non esistono mai due pesi e due misure, sarebbe il caso che anche la cosiddetta “dissidenza democratica cubana” mostrasse tale coerenza e trasparenza!</span></div>
Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-12528274658821063122013-01-28T18:27:00.000+01:002013-01-28T18:29:30.340+01:00Cambio a Cuba: crederci, per non morire<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://img.fotocommunity.com/images/Temi/Fotografia-concettuale/Rinascita-a24357973.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="211" src="http://img.fotocommunity.com/images/Temi/Fotografia-concettuale/Rinascita-a24357973.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><span style="color: #666666; font-size: x-small;">foto di Andrea Minichini</span></i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;">In Italia la campagna elettorale si fa serrante e tediosa, come sempre, da quanto io possa ricordare. Stessi discorsi, promesse, accuse… nulla di nuovo. La partecipazione dei cittadini forse sarà inferiore al passato, ma comunque la maggioranza del “civile e democratico” popolo italico persevera nell’illusione di poter decidere chi scegliere come rappresentante politico per riformare, cambiare un paese ormai alla deriva, dove il livello di vita e i consumi dei cittadini sono paragonabili al dopo guerra. Inconsapevoli dell’inutilità delle loro scelte. </span><br />
<span style="color: blue;"></span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Sentimenti anarchici pervadono la mia anima. Sfiducia totale non solo nella democrazia, parola senza significato, svuotata da qualunque valore civico e morale. La mia sfiducia è nel sistema politico di qualunque colore lo si voglia dipingere. Ho parlato e continuo a sostenere con veemenza del mio credo socialista, nel senso più puro del termine, ma il dubbio dell’utopia si insinua sempre più violentemente nella mia anima. Utopia, futile speranza, inutile desiderio. Non credo che il paese nel quale vivo si possa “riprendersi” dalla crisi che lo sta cancellando. La vogliono far passare come una crisi economica, che con i sacrifici si risolverà ogni problema. La verità è che il sistema capitalista ha divorato il bene comune, ha sottratto la libertà individuale a beneficio di poche famiglie che globalmente sono riuscite a soggiogare popoli, nazioni, interi continenti, con il solo scopo di garantirsi un futuro di potere e sfruttamento indiscriminato della ricchezza dell’umanità. Oggi è il petrolio, il gas, oro e diamanti, nel prossimo futuro sarà il litio, l’uranio e altri minerali preziosi per l’energia. Tra non molto anche l’acqua e l’aria saranno capitalizzate e controllate dalle elite di potere, poco o nulla si può ancora fare. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Sostengo con tenacia un idealismo socialista che sta sorgendo in America latina, voglio credere che possa essere un’alternativa concreta e sostenibile. In questo disegno si pone anche Cuba. Ma anche qui un immobilismo politico impedisce il decollo, la rinascita. La partecipazione popolare sull’isola è tangibile, ma la snervante lentezza con la quale si muove il pachiderma istituzionale rende difficile sostenere la volontà del cambiamento che prende forma sempre più concretamente, ma con molte fatica, tra le nuove generazioni di “neo-rivoluzionari” nonostante la gerontocratica resistenza di ottuagenari e privilegiati dinosauri in via di estinzione che continuano a controllare con ottusa ignoranza l’incontrollabile, l’indifendibile, l’inutile anacronistico ideale defunto di un sistema politico che ha fallito e che va rivoluzionato a sua volta. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Ci voglio ancora credere, perché l’alternativa sarebbe arrendersi e così morire.</span></div>
Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-14331328483739362242013-01-08T13:25:00.002+01:002013-01-08T13:25:38.976+01:00Riflessioni di Rob: in pausa per un pò...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.imvho.it/wp-content/uploads/mediaimage/garbage/pausa.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="196" src="http://www.imvho.it/wp-content/uploads/mediaimage/garbage/pausa.jpg" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white;"><span style="color: blue;">Per qualche giorno non aggiornerò il blog. Prendo una pausa di riflessione anche a causa di impegni personali che limitano il mio tempo a disposizione. Spero che i miei lettori vogliano rileggere articoli passati e che aspettino il mio ritorno. Grazie, a presto, <i>Roberto. </i></span></span></div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-69095092354391454602012-12-25T20:00:00.000+01:002012-12-25T20:00:27.193+01:00Riflessioni su Cuba: una nuova società; il Venezuela ci sta riuscendo, Cuba ci riuscirà<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.adelante.cu/images/stories/politica/bandera-corea-del-sur/vc.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="106" src="http://www.adelante.cu/images/stories/politica/bandera-corea-del-sur/vc.jpg" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;">Questo Natale il mio pensiero va anche a Cuba. A chi ci ha trovato un nuovo nido dove crescere una famiglia. A chi sull'isola c’è nato e lotta quotidianamente per sopravvivere, per apparecchiare una tavola o per comprare un paio di scarpe ai suoi figli. Un pensiero carico di ottimismo e di ammirazione verso chi, pur con enormi sacrifici, crede ancora che sulla Isla Grande si possa costruire qualcosa di nuovo, di veramente rivoluzionario, di dirompente energia positiva, di benessere e felicità diffusa. Con questo pensiero in mente riporto quello che un paese amico di Cuba, vicino anche geograficamente è riuscito a raggiungere in pochi anni. Nonostante gli attacchi, le accuse, le critiche che il ricco mondo occidentale continua a proferirgli con la consapevolezza che si tratta di un paese che sta segnando un possibile e tangibile cambiamento alternativo al prepotente e imperialista modello liberal-capitalista. Questo paese è il Venezuela. E quelli che seguono sono dei fatti, non della propaganda ideologica, ma delle concrete conquiste da e per i cittadini, per il loro benessere, per il loro futuro. Alcune delle conquiste del Venezuela di Chavez a Cuba sono una realtà dal trionfo della rivoluzione, tanto che vengono “esportate” proprio in questo paese e ne hanno aiutato il successo sociale. E’ anche vero che il Venezuela ha una riserva di petrolio enorme, una ricchissima fonte economica. Quindi le misure da applicare a Cuba devono essere ovviamente diverse ma mirate allo stesso obiettivo che Chavez è riuscito a raggiungere. Intensificando un rapporto tra i due paesi in modo più coeso e produttivo. Il mio augurio è che Cuba possa seguire un cammino simile, per poter raggiungere in breve tempo la stessa qualità della vita e svoltare concretamente verso un moderno e prospero futuro neo-socialista. Per la libertà, il benessere socio-economico, la giustizia e la prosperità del popolo cubano. <b>Questo è il mio miglior augurio per un 2013 veramente neo-rivoluzionario! </b></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;"><b><br /></b></span><span style="color: blue;"><b><a name='more'></a></b></span></div>
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<b style="color: #444444;"><div style="display: inline !important;">
<b>I RISULTATI DI HUGO CHAVEZ</b></div>
</b></div>
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<b style="color: #444444;"><div style="display: inline !important;">
<b><i><br /></i></b></div>
</b></div>
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<span style="color: #444444;"><div style="display: inline !important;">
<i><span style="font-size: x-small;">DI CHARLES MUNTANER, JOAN BENACH, MARIA PAEZ VICTOR </span></i></div>
</span></div>
<span style="color: #444444;"><i><div style="text-align: justify;">
<i><span style="font-size: x-small;">counterpunch.org</span></i></div>
</i></span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
<a href="https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRsyBuKGjsLvaQNbk97Ed3vlCoc4SYLGTqW7dPTzGGryYMK6Oc1" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRsyBuKGjsLvaQNbk97Ed3vlCoc4SYLGTqW7dPTzGGryYMK6Oc1" /></a>Mentre il presidente del Venezuela Hugo Chávez lotta per la vita a Cuba, la stampa liberale dai due lati dell’Atlantico (ad es., El Pais”) continua a criticare il suo governo. Il significato della sua vittoria (ha superato il suo rivale di 12 punti) deve ancor essere ben analizzato, evidentemente. E’ incredibile che Chávez abbia vinto, malato di cancro, attaccato dai media locali e internazionali (si pensi all’elezione di Syriza in Grecia) e, sebbene raramente riconosciuto, con una mappa elettorale estremamente orientata verso le classi medio alte, con barriere geografiche e difficoltà di accesso ai documenti di identificazione da parte della classe operaia.</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
Tra i fattori più incisivi del successo del governo Chávez e della sua schiacciante vittoria in queste ri-elezioni di ottobre 2012, vi è la riduzione della povertà, resa possibile dalla ripresa del controllo della compagnia petrolifera nazionale PDVSA, e dall’utilizzo delle abbondati entrate non a beneficio di un piccolo gruppo, così come fece il governo precedente, bensì per la costruzione di infrastrutture ed investendo in servizi sociali di cui tanto avevano bisogno i venezuelani. Negli ultimi 10 anni il governo ha aumentato la spesa per servizi sociali del 60,6% per un totale di 772 miliardi di dollari. </div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
La povertà non si misura solo dalla scarsità delle entrate economiche, né il benessere si può giudicare dalla sola assenza di malattie. Sono interconnessi tra loro e soggette a più fattori, ovvero determinate da una serie di processi sociali. Per dare un quadro oggettivo del progresso reale risultante dalla rivoluzione bolivariana in Venezuela negli ultimi 13 anni, è essenziale esaminare alcuni dei dati chiave disponibili in materia di fattori sociali determinanti per il benessere e la povertà: educazione, diseguaglianza, lavoro e reddito, sicurezza alimentare, assistenza sociale e servizi. </div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
Se osserviamo i fattori che determinano il benessere, notiamo che il Venezuela è attualmente il paese di quella regione geografica con il minor dislivello sociale (misurato con Coefficiente di Gini) che ha ridotto la diseguaglianza del 54% e la povertà del 44%. La povertà è passata da un tasso del 70,8% nel 1996 al 21% nel 2010. La povertà estrema si è ridotta dal 40% del 1996 al 7.3% nel 2010. Circa 20 milioni di persone hanno beneficiato dei programmi anti-povertà, chiamati “Misiones” (fino ad oggi 2,1 milioni di anziani hanno ricevuto pensioni di anzianità- ovvero il 66% della popolazione mentre prima dell’attuale governo solo 387.000 persone ricevevano una pensione).</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
L’istruzione è un fattore determinante per la valutazione del benessere e della povertà di un popolo e il governo bolivariano ha dato all’istruzione particolare importanza, destinando ad essa più del 6% del PIL. L’UNESCO afferma che l’analfabetizzazione è progressivamente diminuita e che Venezuela è il terzo paese della sua regione per tasso di alfabetizzazione. L’istruzione è gratuita dall’asilo nido all’università; il 72% dei bambini frequenta un asilo pubblico e l’85% dei ragazzi in età scolare frequenta la scuola. Ci sono migliaia di scuole rimesse a nuovo, tra le quali 10 nuove università. Il paese è al secondo posto in America Latina, e il quinto in scala mondiale, per numero di studenti universitari. E’ infatti vero che 1 venezuelano su 3 è iscritto ad un programma educativo o percorso di studi. E’ inoltre un gran risultato che il Venezuela sia oggi, al pari della Norvegia, il quinto paese al mondo dal punto di vista della felicità della popolazione.</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
Prima del governo Chàvez nel 1998, il 21% della popolazione era denutrita. Il Venezuela ha ora istituito una rete di distribuzione alimentare assistita comprensiva di alimentari e supermercati. Mentre nel 1980 il 90% del cibo era importato, ora le importazioni sono meno del 30%. Misión Agro-Venezuela ha concesso 454.238 prestiti a produttori agricoli e 39.000 di essi hanno ricevuto un prestito solo nel 2012. 5 milioni di venezuelani ricevono cibo gratuito, 4 milioni di essi sono bambini nelle scuole e 6.000 cucine sfamano 900.000 persone. La riforma agraria e le politiche di sostegno rivolte ai produttori agricoli hanno migliorato la catena di distribuzione alimentare domestica. I risultati di tutte le misure adottate in materia di sicurezza alimentare sono un tasso di malnutrizione pari solo al 5% e la denutrizione infantile che è scesa dal 7,7% nel 1990 al 2,9% di oggi. Sotto tutti i punti di vista questo è un notevole risultato per la sanità.</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTJ1xb37MfkYdCAIlq1Iv39tTwjF828gi5l9GCtmY414rFCNYgN" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcTJ1xb37MfkYdCAIlq1Iv39tTwjF828gi5l9GCtmY414rFCNYgN" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
Di seguito sono elencati alcuni dei più importanti dati a disposizione in materia di sanità pubblica [iv],[v],[vi]:</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
*calo della mortalità infantile dal 25 per mille nel 1990 al 1 per mille nel 2010;</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
*Accesso ad acqua acque pulite per il 96% (dato impressionante) della popolazione (che era uno degli obiettivi della rivoluzione);</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
*Nel 1998 si potevano contare 18 dottori ogni 10.000 abitanti, oggi sono saliti a 58 e la sanità pubblica conta 95.000 medici; </div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
*Ci sono voluti decenni di governi precedenti per costruire 5.081 ospedali, mentre in soli 13 anni il governo bolivariano ne ha costruiti 13.721 (un incremento del 169,6%);</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
*Barrio Adentro (ovvero il programma di assistenza reso possibile dall’aiuto di 8.000 medici cubani) ha salvato la vita a circa 1,4 milioni di persone in 7.000 ospedali e conta 500 milioni di visite;</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
*Solo nel 2011, 67.000 venezuelani hanno ricevuto gratuitamente farmaci di norma costosi per 139 diverse patologie tra cui il cancro, l’epatite, l’osteoporosi, la schizofrenia e altre; ci sono ad oggi 34 centri per le dipendenze;</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
*In 6 anni 19.840 senzatetto sono entrati in programmi speciali, e praticamente non ci sono bambini di strada;</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
*Il Venezuela ha oggi la più grande unità di terapia intensiva della regione;</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
*Una rete di 127 farmacie pubbliche vende medicine a prezzi agevolati permettendo di risparmiare il 34-40%;</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
*51,000 persone hanno ricevuto trattamenti oculistici specializzati grazie al programma oculistico “Mision Milagro” che ha ridato la vista a 1,5 milioni di venezuelani;</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
Le vicende del 2011, anno in cui forti piogge tropicali hanno lasciato senzatetto 100.000 persone, sono un esempio di come il governo abbia saputo prontamente rispondere ai bisogni reali della popolazione. Gli sfollati vennero immediatamente messi al sicuro in edifici pubblici ed alberghi e, in 1 anno e mezzo soltanto, il governo ha costruito 250.000 case. Il governo non è ovviamente riuscito a guarire tutte le piaghe sociali, ma i venezuelani riconoscono che, nonostante le mancanze e gli errori commessi, questo governo sta dalla parte del popolo e cerca di utilizzare le risorse per soddisfare i bisogni del popolo stesso. In questo quadro si noti anche come la democrazia venezuelana promuova un’intensa partecipazione alla vita politica, con 30.000 consigli comunali che identificano i bisogni sociali a livello locale e monitorano la soddisfazione, permettendo così alla popolazione di essere protagonista dei cambiamenti che loro stessi vorrebbero.</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcToIkv3hfBPyErNs31zSkMdJ_k61QtKzw3JRX2wooNeuAjPopE9RA" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="142" src="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcToIkv3hfBPyErNs31zSkMdJ_k61QtKzw3JRX2wooNeuAjPopE9RA" width="200" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
L’economia del Venezuela è caratterizzata da un debito basso, ampie riserve petrolifere e risparmi elevati, e nonostante questo gli economisti occidentali che contestano Chàvez ripetono ad nauseam che l’economia del Venezuela non è “sostenibile” e ne preannunciano il collasso non appena i ricavi derivati dal petrolio cesseranno. Ironicamente essi non preannunciano invece tale sorte ad altre economie basate sul petrolio quali il Canada o l’Arabia Saudita. Ignorano forse per convenienza che la riserva petrolifera del Venezuela, pari a 500 miliardi di barili, sia tra le maggiori al mondo e considerano l’investimento sociale dei ricavi derivati dal petrolio uno spreco o un futile sforzo. In ogni caso negli ultimi 13 anni il governo bolivariano ha costruito un sistema industriale e agricolo senza pari nei 40 anni di governi precedenti e la sua economia si va rafforzando anche sullo scenario di una crisi finanziaria globale.</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
Uno dei fattori che indica una crescente diversificazione dell’economia è il fatto che lo stato oggi ricava tanto dalle tasse quanto dal petrolio grazie al consolidamento della capacità di riscuotere le tasse e di ridistribuire la ricchezza. In un solo decennio, lo stato ha riscosso USD 251,694 milioni di tasse, più delle entrate annue derivate dal petrolio. Alcuni dei più importanti dati in campo economico sono l’abbassamento della disoccupazione dall’11,3% al 7,7%; le persone che godono dei benefici di un’assicurazione socio-sanitaria sono raddoppiate, il debito pubblico, che era del 20,7% del PIL è ora al 14,3%, le economie indigene locali hanno beneficiato della diffusione delle cooperative. In un quadro più generale, l’economia del Venezuela è cresciuta del 47,4% in 10 anni, ovvero del 4,3% all’anno[viii].</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
Sono molti i paesi europei che guardano con invidia a questi dati. Gli economisti che studiano da anni l’economia del Venezuela affermano che “Ciò che si preannuncia in merito al collasso economico, al bilancio, alla crisi o altri pessimisti pronostici, così come molte altre previsioni economiche spesso si rivela sbagliato. La crescita economica del Venezuela oggi è sostenibile e potrebbe continuare su questi ritmi a lungo se non addirittura migliorare.”[ix] .</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
Secondo il Global Finance e il World Factbook della CIA, il Venezuela presenta i seguenti indicatori economici.[x]: tasso di disoccupazione dell’ 8%; debito pubblico pari al 45,5% del PIL (mentre quello dell’Unione Europea è dell’82,5%); una vera crescita del PIL: il reddito pro-capite è di USD 13.070. Nel 2011 l’economia del Venezuela ha superato ogni aspettativa con una crescita del 4,2% ed ha raggiunto il 5,6% nella prima metà del 2012. Il rapporto tra PIL e debito è al di sotto di quello di Stati Uniti e Regno Unito, meglio dei paesi europei; l’inflazione, problema endemico per molti decenni, è in calo da quattro anni, con un tasso del 13,7% nell’ultimo trimestre del 2012. Anche il The Wall Street Journal sostiene che il mercato azionistico del Venezuela, che ha raggiunto un picco storico ad ottobre 2012, è il migliore al mondo, e i titoli del Venezuela sono considerati tra i più redditizi dei mercati emergenti.</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQMccPZtK1vhpLL0HITawZq0uiLdKeLGKY5e4fxfo-f-n_YHcyO" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQMccPZtK1vhpLL0HITawZq0uiLdKeLGKY5e4fxfo-f-n_YHcyO" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
La vittoria di Hugo Chàvez ha avuto un forte impatto mondiale, molti gli riconoscono di aver promosso un cambiamento radicale non solo nel suo paese ma nell’intera America Latina dove sono stati eletti altri governi progressisti, ribilanciando gli equilibri locali. La vittoria è ancor più significante se si pensa all’enorme sostegno politico e strategico dato ai partiti e ai media dell’opposizione da parte di agenzie ed alleati statunitensi. Dal 2002 Washington ha finanziato per 100 milioni di dollari l’opposizione in Venezuela e 40-50 milioni di dollari solo quest’anno per via delle elezioni. Il popolo del Venezuela non ha dato retta alla propaganda contraria rivolta al presidente dai media che sono per il 95% privati e anti-Chàvez[xii].</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
<a href="http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQ6N2orXFo-gSo2I2h1RUt2qXW-INUkUdzREXCABLff70CCIXnKSpapLKYk" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://t1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQ6N2orXFo-gSo2I2h1RUt2qXW-INUkUdzREXCABLff70CCIXnKSpapLKYk" width="154" /></a>Il cambiamento progressivo nella regione ha fatto sì che sorgessero infrastrutture per un Sud America davvero indipendente con organizzazioni di integrazione politica come la Banca del Sud, CELAC, ALBA, PETROSUR, PETROCARIBE, UNASUR, MERCOSUR, TELESUR dimostrando così al resto del mondo che, dopo tutto, ci sono ancora alternative sociali ed economiche nel ventunesimo secolo [xiii] . I livelli del debito in America Latina, seguendo modelli di sviluppo diversi da quelli del capitalismo globale, in netto contrasto con l’Europa, stanno diminuendo.</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
I cambiamenti in Venezuela non sono astratti. Il governo del presidente Chàvez ha significativamente migliorato le condizioni di vita dei Venezuelani e li ha coinvolti in una partecipazione politica attiva per conseguire tale obiettivo [xiv]. Questo nuovo modello di sviluppo sociale ha avuto un impatto straordinario su tutta l’America Latina, inclusa la Colombia negli ultimi tempi, e i governi centristi, che sono la maggioranza nella regione e che tendono progressivamente sempre più a sinistra, vedono il Venezuela come un catalizzatore in grado di portare maggiori livelli di democrazia, sovranità nazionale e progresso economico e sociale nella regione[xv]. Nessuna sorta di retorica neoliberale può confutare i fatti. Dozzine di esperti ostinati potrebbero dibattere all’infinito sul fatto che la Rivoluzione Bolivariana sia o meno di stampo socialista, se essa sia riformista o rivoluzionaria (è probabile che sia entrambe le cose), ma alla fine i risultati importanti di cui sopra sono un dato di fatto. Questo più di ogni altra cosa fa infuriare gli oppositori sia in Venezuela che nei pesi neo-colonialitsti. L’”obbiettivo” ed “empirista” The Economist non divulgherà questi dati, e preferirà ancora una volta preannunciare il crollo finanziario imminente del Venezuela ed El Pais in Spagna, preferirà parlare di uno degli artefici di Caracazo (il macello di 3.000 persone a Caracas durante la protesta contro l’austerity del 1989), il ministro della finanza del precedente governo Moises Naim, continuando con l’ossessione anti-Chàvez. Ma nessuno può controbattere il fatto che nello Human Development Index (Indice di Sviluppo Economico, n.d.t.) delle Nazioni Unite, il Venezuela si trovi al sessantunesimo posto su 176 paesi, avanzando di 7 posizioni in 10 anni.</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
Ed è questa la ragione per cui la rivoluzione bolivariana di Chàvez sopravviverà anche dopo la morte del leader socialista venezuelano.</div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<i><div style="color: #444444; text-align: justify;">
<i>Carles Muntaner è professore di Infermieristica, Sanità Pubblica e Psichiatria all’Università di Toronto. Ha lavorato per più di 10 anni sugli aspetti della sanità pubblica nella rivoluzione bolivariana, ad esempio “History Is Not Over. The Bolivarian Revolution,</i></div>
<div style="color: #444444; text-align: justify;">
<i>Barrio Adentro and Health Care in Venezuela”, scritto da Muntaner C, Chung H, Mahmood Q and Armada F. e “The Revolution in Venezuela” di T. Ponniah and J. Eastwood, Harvard University Press, 2011.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
<i>María Páez Victor è una sociologa venezuelana, specializzata in salute e medicina.</i></div>
</span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
<i>Joan Benach è professore di sanità pubblica allla Universitat Pompeu Fabra, di Barcellona. Ha collaborato per molti studio sulle politiche sanitarie nella rivoluzione bolivariana</i></div>
</span></i> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: x-small;"><div style="color: #444444; text-align: justify;">
Fonte: www.counterpunch.org</div>
<div style="color: #444444; text-align: justify;">
Link: http://www.counterpunch.org/2012/12/14/the-achievements-of-hugo-chavez/</div>
<div style="color: #444444; text-align: justify;">
14.12.2012</div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
<span style="font-size: x-small;">Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di CRISTINA REYMONDET FOCHIRA</span> </div>
</span></span> <div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<span style="font-size: x-small;"><div style="color: #444444; text-align: justify;">
<b>NOTE</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
[i] Páez Victor, Maria. “Why Do Venezuelan Women Vote for Chavez?” Counterpunch, 24 aprile 2012 http://www.counterpunch.org/2012/04/24/why-do-venezuelan-women-vote-for-chavez/print</div>
</span><span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
[ii] Venezuela en Noticias, Venezuela en Noticias Venezuela en Noticias, Venezuela en Noticias venezuelaennoticias@minci.gob.ve</div>
</span><span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
[iii] Gallup Poll 2010</div>
</span><span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
[iv] Muntaner C, Chung H, Mahmood Q and Armada F. “History Is Not Over. The Bolivarian Revolution, Barrio Adentro and Health Care in Venezuela.” - T Ponniah and J Eastwood The Revolution in Venezuela. Harvard: HUP, 2011 pag. 225-256; si veda anche 4, Muntaner et al 2011, 5, Armada et al 2009; 6, Zakrison et al 2012</div>
</span><span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
[v] Armada, F., Muntaner, C., & Navarro, V. (2001). “Health and social security reforms in latin america: The convergence of the world health organization, the world bank, and transnational corporations.” International Journal of Health Services, 31(4), 729-768.</div>
</span><span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
[vi] Zakrison TL, Armada F, Rai N, Muntaner C. ”The politics of avoidable blindnessin Latin America–surgery, solidarity, and solutions: the case of Misión Milagro.”Int J Health Serv. 2012;42(3):425-37.</div>
</span><span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
[vii] Ismi, Asad. “The Bolivarian Revolution Gives Real Power to the People.” The Canadian Centre for Policy Alternatives Monitor , December 2009/January. http://www.policyalternatives.ca/publications/monitor/latin-american-revolution-part-iv</div>
</span><span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
[viii] Carmona, Adrián. “Algunos datos sobre Venezuela”, Rebelión, Marzo 2012</div>
</span><span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
[ix] . Weisbrot, Mark and Johnston, Jake. “Venezuela’s Economic Recovery: Is It Sustainable?” Center for Economic and Policy Research, Washington, D.C., September 2012.</div>
</span><span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
[x] Hunziker , Robert. “Venezuela and the Wonders of Equality”. 15 ottobre, 2012</div>
</span><span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
[xi] Golinger, Eva. “US$20 million for the Venezuelan Opposition in 2012”, http://www.chavezcode.com/2011/08/us-20-million-for-venezuelan-opposition.html</div>
</span><span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
[xii] Páez Victor, Maria. “Chavez wins Over Powerful Foreign Conglomerate Against Him”, Periódico América Latina, 11 ottobre, 2012</div>
</span><span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
[xiii] Milne,Seumas. “The Chávez Victory Will be Felt Far Beyond Latin America” , Associate Editor, The Guardian, October 9, 2012:</div>
</span><span style="color: #444444;"><div style="text-align: justify;">
[xiv] Alvarado, Carlos, César Arismendi, Francisco Armada, Gustavo Bergonzoli, Radamés Borroto, Pedro Luis Castellanos, Arachu Castro, Pablo Feal, José Manuel García, Renato d´A. Gusmão, Silvino Hernández, María Esperanza Martínez, Edgar Medina, Wolfram [xv] Weisbrot, Mark.”Why Chávez Was Re-elected”. New York Times. 10 ottobre 2012.</div>
</span></span>Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com90tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-55085058451782609622012-12-18T20:36:00.000+01:002012-12-19T11:26:08.374+01:00Cambio a Cuba: la blogosfera rivoluzionaria<div style="text-align: justify;">
<a href="https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSepN_GTtSVVQ01dsF2ZZzXY6Q-sESdQ788t4HRyNX5T7Ry3JlX" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSepN_GTtSVVQ01dsF2ZZzXY6Q-sESdQ788t4HRyNX5T7Ry3JlX" /></a><span style="color: blue;">Sono sempre più presenti in rete, sono critici ma restano solidali agli ideali della rivoluzione. Sono giovani, laureati e consapevoli della necessità di cambiare molte cose. Alcuni sono censurati dai burocrati del governo e tacciati come “controrivoluzionari”. Non hanno gli stessi mezzi economici dei “dissidenti stipendiati” dagli USA. Pubblicano con mille difficoltà dagli atenei universitari, rischiando di essere “cancellati” da un giorno all’altro. Sono i “blogger rivoluzionari”, la vera matrice attiva capace di cambiare quello che a Cuba non funziona, di modellare un nuovo socialismo sostenibile e costruttivo, di rendere Cuba un'alternativa concreta all’imperante influenza occidentale che aspetta sull’uscio che la vergine terra cubana possa essere conquistata a suon di Mc Donald e Coca Cola. </span><br />
<a name='more'></a><br />
<span style="color: #444444;">I blogger di cui parlo si chiamano </span><a href="http://lajovencuba.wordpress.com/">La Joven Cuba</a><span style="color: #444444;">, </span><a href="http://www.cubano1erplano.com/">Cubano 1er Plano</a><span style="color: #444444;">, </span><a href="http://aldoblarlaesquina.wordpress.com/">Esquinas</a><span style="color: #444444;">. Altri hanno “chiuso” per pressioni o per censura, per scelta o per costrizione. Ma sono questi giovani autori la vera ninfa vitale per la rinascita di un modello rivoluzionario che possa dar vita ad una futura società lontana dalla decadente realtà occidentale e capace di originare un nuovo sistema sociale che sappia estrapolare quello che di positivo la rivoluzione ha significato e continua a manifestare, ma che possa cambiare quello che gli errori di “rivoluzionari” ottusi e gerontocrati continuano a difendere e sostenere accecati dalla loro saccente visione perdente di stantii ideali ammuffiti. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Come scrive Alejandro Ulloa Carcia autore del blog <a href="http://aldoblarlaesquina.wordpress.com/2012/12/13/cuba-grita/">Esquinas</a> in un illuminante post: </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><i>“Le grida si sentono sempre più alte e mi piacerebbe credere che non siano grida di ‘condannati’. Queste grida si innalzano tutte insieme come nuvole di fuoco, ma la pioggia è potente, ha la licenza, capisce poco di ragioni e può spazzare quello che si alza come nube di fuoco, ha giù iniziato a spazzare segretamente. </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><i>Le grida dicono Cuba, e Rivoluzione, e critica, e legge di stampa, e contro la corruzione, e per l’economia, e per la verità, e no alla censura, e non mi azzittisco, e se vuoi non lo pubblicare ma non lo ‘aggiusto’, e se mi fermi il blog il grido sarà più alto, e perché non c’è una spiegazione del cavo del Venezuela, e come i corrotti si appropriano delle tasse per migliaia di dollari, e perché non vengono processati pubblicamente, e che il popolo sappia perché se non sa non difenderà, e al suo lato, Presidente, non davanti o dietro, al suo lato…” </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Ancora come si legge su <a href="http://lajovencuba.wordpress.com/2012/12/14/blogueros-revolucionarios-no-danos-colaterales/">La Joven Cuba</a>, blog già sottoposto a feroci critiche dagli zelanti “burocrati di regime”, accusato di sovversione, diffamato e liquidato come “un gruppuscolo di dissidenti dei Diritti Umani”: </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><i>“Negli ultimi mesi ci sono stati vari esempi che dimostrano quanto cammino dobbiamo ancora percorrere, quanta incomprensione e ignoranza del nostro lavoro esiste, quanto siamo vulnerabili […] perché in un paese nel quale non esiste una legge che regoli in forma chiara e senza ambiguità l’uso di internet siamo soggetti alla supervisione e alla soggettività di un funzionario qualsiasi. […] Il maggior problema non è che la controrivoluzione si sta perfezionando con un passo più veloce del nostro. I mercenari hanno imparato a lavorare con internet, cercando la facciata innovativa per trasmettere empatia, cambiando i loro messaggi per altri più attrattivi, che li possano rappresentare come se fossero loro i veri rivoluzionari che si contrappongono all’egemonico potere dello Stato, dimenticando qual’è la vera egemonia nel mondo, incrementando un’immagine per sviare l’attenzione dal messaggio che è carente di idee solide e di un progetto concreto, ma attenzione questa strategia si è sviluppata in altre nazioni in passato ed ha funzionato." </i></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">La vera lotta per un cambio a Cuba non viene dai blogger dissidenti, sterili, vuoti e senza alcun piano veramente innovativo. Non viene dall’opposizione tradizionale interna, minoritaria e poco influente sulla popolazione. Tantomeno può venire dai milioni di dollari che gli USA, ma non solo, devolgono alla causa dei controrivoluzionari. </span><br />
<span style="color: #444444;">Il vero cambio propositivo e riformista per un socialismo nuovo e sostenibile viene da quei giovani coscienti delle verità intrinseche della rivoluzione che lottano per una riforma politica ed economica della rivoluzione stessa, affinché non venga fagocitata dai mostri imperialisti, ma perché possa rifiorire in un nuovo disegno socio-politico per un futuro prospero e innovativo.</span></div>
Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-59849730340943617342012-12-17T12:47:00.001+01:002012-12-17T12:55:22.957+01:00Cronaca di Cuba: Carromero sarà estradato in Spagna dove sconterà la sua pena<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.diariodecuba.com/sites/default/files/imagecache/content/image/carromerobay051012_0.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.diariodecuba.com/sites/default/files/imagecache/content/image/carromerobay051012_0.jpg" /></a><span lang="IT" style="font-family: Arial, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: blue;">Angel Carromero sarà estradato in Spagna
dove sconterà la pena di quattro anni di reclusione in relazione all’<a href="http://laislagrande.blogspot.it/2012/07/dissidenti-cuba-comunicato-ufficiale.html">incidente che causò la morte di Oswaldo Paya e Harold Cepero</a>. Lo scorso sabato il Granma
ha pubblicato un comunicato dove si affermava che : <i>”la controparte (spagnola)
garantirà il compimento della sanzione in un penitenziario in Spagna e
informerà la parte cubana in relazione all’esecuzione della sentenza”.</i></span><span style="color: #444444;"><o:p></o:p></span></span><br />
<span lang="IT" style="font-family: Arial, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: blue;"></span></span><br />
<a name='more'></a></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444; font-family: Arial, sans-serif; line-height: 115%;">Il provvedimento era atteso, alla fine
dello svolgimento del processo a Carromero, infatti, le autorità spagnole
giudicarono ineccepibile il giudizio e rinunciarono a ricorrere in appello,
proprio per avanzare la richiesta di estradizione, garantendo che la pena verrà
scontata in Spagna. Esiste infatti un accordo bilaterale sull’esecuzione di sentenze penali ratificato
il 23 Luglio del 1998 tra i due paesi, che stabilisce che i condannati possono scontare le
sanzioni nel paese di cittadinanza.</span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: Arial, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: #444444;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: Arial, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: #444444;">Non è annunciata la data dell’estradizione,
ma sarà determinata a breve. Ora non resta che attendere se le accuse da parte
della dissidenza più estrema siano confermate. Dal momento dell’incidente
furono molti i dubbi sulla veridicità dell'accaduto. Furono sollevate accuse
precise sia dai famigliari di Payà che da eminenti esponenti della dissidenza
cubana, i quali sostenevano l’esistenza
di un complotto da parte delle autorità cubane che avrebbero causato
volontariamente l’incidente che causò la morte dei due oppositori. <o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: Arial, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: #444444;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: Arial, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: #444444;">Le autorità cubane affermarono che l’incidente
fu causato dalla guida imprudente dello spagnolo che determinò l’uscita di
strada del veicolo. Insieme a Carromero, che conduceva l’automobile, nell’auto era
presente un giovane politico svedese Aaron Modig che fu estradato poco tempo dopo e che confermò la versione
ufficiale dell’accaduto. In quell’occasione lo svedese disse anche che non
avrebbe parlato in dettaglio del tragico incidente per non compromettere la situazione penale di
Carromero. Ora che è prevista la sua estradizione, nulla potrà ostacolare una
dichiarazione senza pressioni da parte del giovane politico spagnolo.
Aspettiamo con curiosità i prossimi eventi.</span></span><span lang="IT" style="color: #333333; font-family: "Tahoma","sans-serif"; font-size: 14.0pt; line-height: 115%; mso-ansi-language: IT;"><o:p></o:p></span></div>
Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-25140213893160868662012-12-11T11:19:00.000+01:002012-12-11T11:20:48.158+01:00Cuba e Italia: il successo di Zucchero all'Havana offuscato dalla morte di una sua fan<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="float: left; margin-right: 1em; text-align: left;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://static.ritalia.nohup.it/img/news/50c57e9d29d27.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="200" src="http://static.ritalia.nohup.it/img/news/50c57e9d29d27.jpg" width="175" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><span style="color: #666666;"><i>Chiara Sartore</i></span></td></tr>
</tbody></table>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: Arial, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: blue;">Il concerto di Zucchero all’Havana è stato
un grande successo. Era prevedibile, anche se ovviamente le critiche, anche
dall’Italia, sono state come sempre in questi casi cariche di retorica e di condanna
per “l’appoggio al regime”. </span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;"><span lang="IT" style="font-family: Arial, sans-serif; line-height: 115%;">Ma una tragedia ha oscurato il limpido e generoso omaggio
di Zucchero a Cuba. Una ragazza italiana, Chiara Sartore, aveva vinto la
partecipazione al concerto dell’Havana partecipando ad un gioco di Radio
Italia, era arrivata sull’isola con il fidanzato, ma poche ore prima del
concerto è stata investita da un’auto ed è deceduta. Questo il commento di
Zucchero quando ha appreso la notizia:<i> “</i></span><i><span lang="IT" style="font-family: Tahoma, sans-serif; line-height: 115%;">Apprendo la tragica notizia adesso e sono sconvolto di
come un sogno possa trasformarsi irrimediabilmente da gioia in un gran dolore .
Il destino è stato crudele con Chiara e i suoi cari che abbraccio umilmente col
cuore . </span><span style="font-family: Tahoma, sans-serif; line-height: 115%;">Ciao Chiara un bacio infinito ciao tesoro. Zucchero Fornaciari</span>”.</i></span><span style="color: #444444;"><o:p></o:p></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;"><i><br /></i></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"></span></div>
<span style="color: #444444;"></span><br />
<a name='more'></a><br />
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: Tahoma, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: #444444;">Il
concerto, interamente finanziato dallo stesso Zucchero e con entrata libera, è
stato un’evento memorabile, le cifre ufficiali parlano di 70.000 presenze. Scenografia
dei grandi eventi con due grandi drappi rossi con stella gialla e una
gigantesca bandiera cubana, due maxischermi, luci sofisticate e maxiamplificazione,
sul palco 17 musicisti, italiani e cubani. La stessa formazione, un po più
ridotta, porterà il tour “La sesion cubana” in giro per il mondo e approderà in
Italia con tre concerti all’arena di Verona il 30 Aprile, 1 e 2 Maggio.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: Tahoma, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: #444444;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<a href="http://www.ansa.it/webimages/large/2012/12/10/a916ad0b9a8df6783c265d2c07d116d8.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="212" src="http://www.ansa.it/webimages/large/2012/12/10/a916ad0b9a8df6783c265d2c07d116d8.jpg" width="320" /></a><span lang="IT" style="font-family: Tahoma, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: #444444;">Alle
critiche che hanno voluto condannare la presenza di Zucchero all’Havana, lui ha
risposto così:<i> “ Io non sono nato in Vaticano, ma nell’Emilia rossa, da una
famiglia di contadini comunisti. Dal concerto del 1992 al Cremlino, Cuba
rapprentanva la conclusione della mia vsione del mondo. Sono venuto all’Havana
perché quì la cultura è ancora un valore. Non c’erano manifesti, ma con il
passa parola è venuta tantissima gente. In Italia si ama alzare polveroni e
polemiche gratuite. Ho cantato per il popolo cubano e basta”.</i><o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: Tahoma, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: #444444;"><i><br /></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal" style="text-align: justify;">
<span lang="IT" style="font-family: Tahoma, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: #444444;">Purtroppo
la notizia dell’incidente che ha causato la morte della giovane fan ha
offuscato la gioia per il grande evento musicale.<o:p></o:p></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT" style="font-family: Tahoma, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: #444444;"><br /></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT" style="font-family: Tahoma, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: #444444; font-size: x-small;"><i>Fonti:<o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT" style="font-family: Tahoma, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: #444444; font-size: x-small;"><i><a href="http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2012/12/10/Vince-live-Zucchero-Cuba-muore-investita-auto_7933832.html">Ansa</a><o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT" style="font-family: Tahoma, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: #444444; font-size: x-small;"><i><a href="http://zucchero.it/">Zucchero.it</a><o:p></o:p></i></span></span></div>
<div class="MsoNormal">
<span lang="IT" style="font-family: Tahoma, sans-serif; line-height: 115%;"><span style="color: #444444; font-size: x-small;"><i><a href="http://www.radioitalia.it/news/evento/5078_ciao_chiara.php">Radio Italia</a></i></span><span style="color: #333333; font-size: medium;"><o:p></o:p></span></span></div>
Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-24283492680671040352012-12-08T22:32:00.001+01:002012-12-22T23:28:31.378+01:00Cuba e Italia: il progetto criminale che sta distruggendo l'Europa e l'alternativa futura di un nuovo modello cubano (8a e ultima parte)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr39KADOxk7cvSl9vG5LkI630YFTE77c-HuzS08kvLESGmNZF0IdNQ45zAxSZqAVkiB-NS4rN5kCUnensmzN80bWOSthNK_jLm5Fs-aqbK-vfGuZ1zQSEmE_n27TdlcQAF-r88tV0No6k/s320/4statoNew.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr39KADOxk7cvSl9vG5LkI630YFTE77c-HuzS08kvLESGmNZF0IdNQ45zAxSZqAVkiB-NS4rN5kCUnensmzN80bWOSthNK_jLm5Fs-aqbK-vfGuZ1zQSEmE_n27TdlcQAF-r88tV0No6k/s320/4statoNew.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;">Eccoci arrivati all’ultima parte di questo saggio. E’ arrivato il momento di dare un’occhiata a Cuba. Tralascio volutamente la situazione che si vive oggi sull’isola e mi concentro invece su quello che si potrebbe fare per cambiare la situazione attuale, sia dal punto di vista economico che, successivamente da quello politico che ne è una diretta conseguenza. Riassumo prima brevemente la storia che ha portato al disastro umanitario che si sta compiendo in Europa (e in USA). Circa 75 anni fa è iniziata la pianificazione della conquista globale dell’Europa. Le elite industriali e finanziarie, eredi degli imperi feudali dei secoli precedenti, iniziarono a ideare come poter riconquistare un potere economico assoluto a discapito degli Stati europei, pianificarono le loro azioni guardando a lungo termine e dopo la seconda guerra mondiale iniziarono ad attuare il piano con ferrea determinazione. Lo scopo era quello di distruggere il Tridente democratico (nato con la rivoluzione francese) che si stava diffondendo nelle società del vecchio continente: gli Stati, le Leggi, i Cittadini. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;"></span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<i style="background-color: white; color: #444444; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">L’analisi che espongo di seguito è liberamente tratta dal programma di <a href="http://memmt.info/site/" style="color: #9900ff; text-decoration: initial;">ME-MMT </a>(Mosler Economics-Modern Money Theory) e dal libro di Paolo Barnard <a href="http://www.paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine2011.pdf" style="color: #9900ff; text-decoration: initial;">“Il più grande crimine”</a>. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">L’obiettivo era quello di eliminare il potere sovrano degli Stati, togliere loro la moneta nazionale che gli concedeva di poter stampare il denaro e, attraverso leggi mirate al benessere dei cittadini, immetterlo nella società, sostenendo la creazione di infrastrutture, aziende private per produzione di beni e servizi,aumentando l’occupazione e garantendo così una rete di servizi sociali come ospedali, scuole, trasporti, comunicazioni, etc. Il secondo obiettivo era quello di togliergli anche il potere legislativo per impedire che leggi nazionali potessero ostacolare la realizzazione del piano delle elite. Il terzo, che doveva essere attuato per primo, era quello di anestetizzare le masse lavoratrici, renderle inerti e apatiche. La diffusione massmediatica dell’Esistenza commerciale e della cultura della Visibilità divulgarono così modelli fittizi che i popoli dovevano seguire, imitare. Iniziò così il consumo compulsivo per l’acquisto di oggetti superflui. Incredibilmente il piano si è realizzato.</span><span style="color: blue;"> </span></div>
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<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
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<span style="color: #444444;">Oggi in Europa i paesi dell’eurozona non hanno una moneta sovrana, ma la devono chiedere in prestito alla BCE pagando gli interessi che la stessa Banca Centrale Europea chiede. Devono sottostare ai trattati della Commissione Europea, che non è eletta dai cittadini e che di fatto controlla le leggi emanate dai singoli Stati.<b> La democrazia di conseguenza non esiste! Gli Stati sono paralizzati, non possono stampare moneta per sostenere la produttività interna, al contrario devono rincorrere il “pareggio di bilancio”, appianare il (fantasma del) deficit. </b>Quindi ricorrono all’aumento delle tasse, alla precarietà del mondo produttivo e alle privatizzazioni. Scendono i salari, le aziende non producono, i consumi calano, i prezzi aumentano e così via, la spirale della deflazione non ha limite. </span></div>
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Veniamo ora a Cuba. Sono tre le caratteristiche che rendono l’isola unica al mondo: </div>
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1. Mantiene una sovranità monetaria (anche se non è la sola). </div>
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2. Ha una storia di 50 anni di opposizione all’egemonia monetaria dell’occidente capitalista, non è mai sottostata al FMI e resiste tenacemente alle pressioni, economiche e imperialiste, degli USA. </div>
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3. Ha una partecipazione popolare del 90% nella politica nazionale. </div>
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Ripeto, non voglio entrare nelle facili polemiche che possono scaturire dall’osservazione obiettiva della realtà cubana. Considero semplicemente dei dati di fatto. In sostanza <b>Cuba è il terreno ideale per sviluppare le teorie della <a href="http://memmt.info/site/">MMT (Modern Money Theory)</a></b> che stanno alla base del saggio con il quale ho illustrato il piano delle elite Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste che stanno distruggendo la democrazia e il benessere sociale in Europa. </div>
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<b><i>LA SOVRANITA’ MONETARIA </i></b></div>
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<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="color: #444444; float: right; margin-left: 1em; text-align: right;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://users.libero.it/haris/Aegina/pixInTxt/nomisma.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" src="http://users.libero.it/haris/Aegina/pixInTxt/nomisma.jpg" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i><span style="color: #666666;">prima moneta greca 800 a.c.</span></i></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: justify;">
<b>Cuba può stamparsi la propria moneta nazionale. Ha la libertà di immettere denaro nella società per incrementare la produttività interna.</b> Anzi, purtroppo ne ha due di monete. Questo crea il primo ostacolo per uno sviluppo economico. I beni, anche di prima necessità, vengono venduti in CUC (equiparato al dollaro USA), ma i salari statali vengono pagati in CUP (con un cambio di 1 a 25). <b>Prima misura quindi eliminare la doppia moneta.</b> Comunque si chiami (supponiamo CUC) deve essere la sola in circolazione, i salari devono essere in CUC, la moneta deve mantenere un tasso variabile e affacciarsi ai mercati internazionali. La prima critica che può essere sollevata è che Cuba importa la maggior parte dei beni dei quali necessita, anche di prima necessità. Quindi l’improvvisa presenza di valuta forte potrebbe causare un consumo eccessivo di beni importati che devono essere pagati in dollari, di conseguenza la moneta si svaluterebbe e aumenterebbe l’inflazione. E’ un falso allarme. <b>L’investimento dello Stato dovrebbe essere massiccio e mirato all’aumento della produttività</b> nelle infrastrutture: strade, scuole, ospedali, trasporti, impianti idrici, elettrici e fognari, etc. Ma non solo. Devono aumentare concreti incentivi, come in parte sta accadendo, nel settore agroalimentare, riportando il paese ai livelli di produzione che la rendevano un’eccellenza al mondo. Dovrebbe poi <b>essere agevolata la presenza di imprese straniere per acquisire know how</b> e sviluppare quelle attività che incrementerebbero una produzione di beni e servizi che oggi vengono importati. Allo stesso tempo, anche se l’inflazione potrebbe aumentare, la si potrebbe regolare con un aumento parallelo di produttività e di interscambio con paesi amici, che potrebbero così agevolare l’importazione di quei beni che inizialmente avrebbero bisogno ti tempo per essere prodotti autonomamente in quantità sufficiente per il paese. <b>Allargare e stimolare delle maggiori relazioni con i vicini paesi sudamericani in via di sviluppo</b>, oggi nella quasi totalità in cammino verso un modello socio-politico di impronta socialista. Il Venezuela è già un solido partner, il Brasile sta incrementando la sua presenza sull’isola, l’Argentina e altri minori sarebbero degli ottimi soci commerciali. </div>
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<b><i>INDIPENDENZA DALL’OCCIDENTE</i></b> </div>
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<a href="https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQ8f7SwUNLezxw24l_E1jRbY9oGnIaKgHUCB-cm3F9AM_KyjGNRQw" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="125" src="https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQ8f7SwUNLezxw24l_E1jRbY9oGnIaKgHUCB-cm3F9AM_KyjGNRQw" width="200" /></a><b>Cuba non deve fossilizzarsi sui limiti commerciali imposti dall’embargo USA.</b> Se dovesse finire meglio, ma ignorarlo oggi si può. Proprio grazie all’indipendenza conquistata dai paesi sudamericani già citati, bisogna incrementare le relazioni con questi paesi e con altri paesi asiatici, relazioni che attualmente in parte esistono. Non solo Cina e Vietnam, ma ad esempio l’India, soprattutto nel settore medicale, potrebbero essere un’ottima alternativa. Limitatamente anche l’Europa stessa potrebbe incrementare le relazioni. Anche qui però dovrebbe normalizzarsi la regolamentazione per l’importazione a scopo commerciale sull’isola. Non solo per le imprese in compartecipazione statale, ma dovrebbe essere estesa ad ogni livello di imprenditoria privata. <b>Lo Stato deve necessariamente liberalizzare concretamente le attività delle piccole medie imprese sull’isola e non solo nella vendita al dettaglio di beni importati, ma nella produzione di quegli stessi beni che oggi non vengono fabbricati sull’isola.</b> Una corretta politica fiscale, con lo sviluppo di piccole medie imprese, potrebbe inoltre regolare un aumento esagerato dell’inflazione. Oggi Cuba si trova in una situazione simile a quella dell’Italia del dopoguerra. Solo un massiccio intervento del governo immettendo moneta nella società permise allora l’aumento di produttività e il conseguente sviluppo economico. E in quel periodo l’inflazione era a due cifre! Ricordiamoci che a Cuba sono 11 milioni di abitanti, con un potenziale creativo e di apprendimento superiore a quello di molti stati del “primo mondo” (basti vedere la capacità di inventarsi soluzioni impossibili altrove), su un territorio esteso come l’Italia. </div>
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<b><i>PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI</i></b> </div>
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQFliZsGLLChZ2VvUkOWqlfGN_B6HaebRekzt47y7eYDr69icUI" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="133" src="https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQFliZsGLLChZ2VvUkOWqlfGN_B6HaebRekzt47y7eYDr69icUI" width="200" /></a></div>
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Al contrario di quello che accade oggi in Europa (ma in generale nel blocco occidentale) la partecipazione e la solidarietà del popolo con il governo è una realtà incontestabile. Le critiche sono molte, i problemi concreti sono reali, nonostante ciò la sensibilità politica è ancora presente. La sfiducia nelle istituzioni in occidente sta raggiungendo percentuali inquietanti, siamo sull’orlo di rivolte popolari. A Cuba questo è lontano dall’avvenire. Le deludenti situazioni nei paesi coinvolti nella “primavera araba” ne sono la conferma. Vediamo in questi giorni cosa sta accadendo in Egitto, ad esempio. <b>L’imperialismo “democratico” dei paesi NATO ha fallito e continua a fallire. Il modello occidentale non si deve esportare! Mai! E’ morto!</b> Cuba lo sostiene da più di 50 anni, questa è una forza imbattibile e la popolazione la sostiene. <b>Il governo però deve necessariamente cambiare alcune posizioni autoritarie e anacronistiche che si trascina dietro da troppi anni.</b> Deve rimodernare la propria ideologia, deve riformare il suo modello socialista, deve ringiovanire la classe dirigente, deve essere pluralista, deve abbandonare l’ostilità verso la dissidenza, anzi deve farne tesoro per mettersi in discussione e fare autocritica costruttiva. Non credo che il pluripartitismo sia la soluzione obbligata. Anzi le differenze politiche nelle società moderne stanno scomparendo del tutto. Poter scegliere le persone che ci guidano e gli indirizzi economici dei governi sono le uniche cose ad essere rilevanti per il popolo. <b>Sono le garanzie sociali, il benessere reale, la felicità e la giustizia ad essere la via del futuro.</b> L’obiettivo è impedire l’arricchimento individuale selvaggio, il diffondersi di piccoli gruppi di potere che soffocano il bene comune delle società. <b>Questi principi sono il DNA del socialismo moderno e Cuba ne è pregna.</b> </div>
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<br /></div>
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C’è chi mi considererà il “riformista dei poveri”, “l’economista del bar dello sport”, l’ingenuo e superficiale bohemien con semplici soluzioni per complicate realtà. Rispondo con un’ultima elementare riflessione. <b>La semplicità è la base per la trasparenza e i cambiamenti concreti. Complicare con meccanismi incomprensibili la realtà è stato il mezzo principale che ha permesso alle elite Neoliberiste di attuare con successo un piano criminale che rischia di distruggere globalmente l’umanità intera.</b></div>
Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-14585195456707098312012-12-07T19:46:00.002+01:002012-12-12T10:48:42.857+01:00Cuba e Italia: Reiver Laborde sarà interrogato all'Havana<div style="text-align: justify;">
<a href="http://messaggeroveneto.gelocal.it/polopoly_fs/1.5797343.1349255481!/httpImage/image._gen/derivatives/landscape_250/image." imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://messaggeroveneto.gelocal.it/polopoly_fs/1.5797343.1349255481!/httpImage/image._gen/derivatives/landscape_250/image." width="136" /></a><span style="color: blue;">Le autorità cubane hanno concesso il permesso di interrogare Reiver Laborde Rico, il 24enne accusato del <a href="http://laislagrande.blogspot.it/search/label/Cuba%20e%20Italia#uds-search-results">duplice omicidio di Lignano Sabbiadoro</a> insieme alla sorella Lisandra avvenuto il 19 Agosto. Reiver è in stato di arresto all’Havana ed ha confessato la sua responsabilità nella partecipazione all’omicidio. La sorella è detenuta, inizialmente si era addossata la totale responsabilità materiale degli omicidi, dichiarando che il fratello quella notte era presente, ma aveva solo picchiato i coniugi con lo scopo di farsi consegnare denaro e gioielli. Successivamente invece aveva dichiarato che era il fratello il solo responsabile materiale degli omicidi. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;"></span><br />
<a name='more'></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">La procura di Udine aveva così chiesto di poter interrogare Reiver a Cuba, in attesa di una eventuale estradizione da Cuba, anche se non esiste un trattato trai due paesi in tal senso. In questi giorni è giunta la conferma dall’Havana per la concessione la rogatoria per l’interrogatorio a Reiver. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Inquirenti e investigatori hanno fatto un summit in Procura redigendo una «griglia» di domande su cui orientare l’interrogatorio di Reiver, che sarà condotto dalla polizia cubana con le regole giudiziarie del paese d’ origine. Le domande saranno ovviamente a tutto campo, compresa la richiesta della presenza di eventuali mandanti. Non saranno limitate alla sola responsabilità materiale delle coltellate inferte ai coniugi Burgato. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;"><br /></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">All’indagato verranno forniti tutti gli avvertimenti del caso, compreso quello della facoltà di non rispondere, per fare in modo che le sue dichiarazioni siano poi pienamente utilizzabili nel processo in Italia, a prescindere dal fatto che Cuba conceda o meno l’estradizione. Risposte formali, su questo fronte, ancora non ci sono. Reiver è ancora in stato di arresto preventivo a L’Avana. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: #444444;">Dalle notizie informali giunte tramite Interpol alla Procura di Udine, pare però che non si tratti di un arresto a tempo, di tre mesi, come si era inizialmente ipotizzato. La misura sarebbe valida fino all’inizio del processo. </span></div>
<br />
<i><span style="font-size: x-small;">Fonti:<br /><a href="http://www.ilsecoloxix.it/p/italia/2012/12/07/APBcIN8D-anziani_rogatoria_concede.shtml">Il SecoloXIX </a><br /><a href="http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2012/12/07/Anziani-uccisi-ok-Cuba-rogatoria-Reiver_7918431.html">Ansa</a></span></i>Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-24792329149120641812012-12-05T18:39:00.001+01:002012-12-05T22:47:17.330+01:00Cuba e Italia: il progetto criminale che sta distruggendo l'Europa e l'alternativa futura di un nuovo modello cubano (7a parte)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr39KADOxk7cvSl9vG5LkI630YFTE77c-HuzS08kvLESGmNZF0IdNQ45zAxSZqAVkiB-NS4rN5kCUnensmzN80bWOSthNK_jLm5Fs-aqbK-vfGuZ1zQSEmE_n27TdlcQAF-r88tV0No6k/s320/4statoNew.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr39KADOxk7cvSl9vG5LkI630YFTE77c-HuzS08kvLESGmNZF0IdNQ45zAxSZqAVkiB-NS4rN5kCUnensmzN80bWOSthNK_jLm5Fs-aqbK-vfGuZ1zQSEmE_n27TdlcQAF-r88tV0No6k/s320/4statoNew.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="color: blue;">Siamo arrivati alla penultima parte di una saggio che ha lo scopo di raccontare come gli ultimi 75 anni di storia descrivono il piano delle elite finanziarie e industriali atto a sovvertire prima e dominare poi la sovranità monetaria e quindi sociale e politica di un intero continente, anzi due: Europa e Stati Uniti. Mi sono soffermato soprattutto sull’Europa, perché è qui che vivo e che sperimento in prima persona la validità dell’esposizione di tale piano criminale. Vivo in prima persona lo sfacelo delle garanzie sociali che giorno dopo giorno minano la sopravvivenza della maggioranza dei cittadini. La sanità pubblica sempre più indecente, l’istruzione scarsa, costosa e insufficiente, il mercato del lavoro precario e in diminuzione, tasse ormai insopportabili, benzina, luce e gas a prezzi da usura, etc. etc… Ma soprattutto è sconcertante notare come un governo (in Italia “tecnico” cioè imposto, non eletto) quotidianamente applica quelle direttive imposte dalla Commissione Europea in modo preciso e implacabile, soddisfando le esigenze di quelle elite Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste delle quali è un fedele servitore. E ancora più disarmante è constatare come le misure di “lacrime e sacrifici” siano accettate all’unanimità da quasi tutti gli schieramenti politici nazionali, come i dictat del “pareggio di bilancio”, dei “tagli sociali” e delle “privatizzazioni” siano venduti ai cittadini come indispensabili e come l’unica possibilità di salvezza. Le elite hanno vinto.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
</div>
<span style="color: #444444;"></span><br />
<div style="text-align: justify;">
<a name='more'></a></div>
<span style="color: #444444;">
<div style="text-align: justify;">
<i style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">L’analisi che espongo di seguito è liberamente tratta dal programma di <a href="http://memmt.info/site/" style="color: #9900ff; text-decoration: initial;">ME-MMT </a>(Mosler Economics-Modern Money Theory) e dal libro di Paolo Barnard <a href="http://www.paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine2011.pdf" style="color: #9900ff; text-decoration: initial;">“Il più grande crimine”</a>. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"><br /></i></div>
<div style="text-align: justify;">
La drammatica situazione economica che stiamo sopportando è analoga in Europa e negli USA, con una differenza a svantaggio del “vecchio continente”. </div>
<div style="text-align: justify;">
Negli ultimi quaranta anni gli Stati Uniti sono stati il laboratorio per le principali innovazioni politiche, sociali, tecnologiche e culturali. Sono sempre più veloci, più moderni, con una sola eccezione il piano Neoclassico, Neomercantile e Neoliberista. Qui <b>l’Europa ha il predominio nell’applicare il piano criminale con sublime determinazione. Di fatto qui sono stati definitivamente distrutti gli Stati, la sovranità monetaria, la possibilità di legiferare per il bene dei cittadini, in sostanza è stata cancellata la democrazia in toto. </b></div>
<div style="text-align: justify;">
Negli USA la crisi del debito sta istericamente devastando il loro sistema economico con la complicità di entrambi i partiti senza grandi differenze, se non superficiali. In Europa sta accadendo la stessa cosa, solo che da noi la realtà è ancora più spaventosa. La stessa follia di massa nel nostro continente è stata imposta da una serie di leggi sovranazionali, diramate da una Commissione di tecnocrati, non eletti ma insediati, alla quale tutti i governi devono obbedire, con l’aggravante di non avere una moneta sovrana con la quale potersi difendere. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><i>LA SAVANA </i></b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQ1MuMAGTyaa4lvKuPDTibMos0ZlA_It9XN4qeEndLMeCrEP-gD" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://encrypted-tbn1.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQ1MuMAGTyaa4lvKuPDTibMos0ZlA_It9XN4qeEndLMeCrEP-gD" /></a>Con questa metafora dell’autore del libro dal quale mi sono ispirato per scrivere questo saggio, <a href="http://www.paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine2011.pdf">Paolo Barnard “il più grande crimine”</a>, si illustra con chiarezza la differenza tra USA e UE nel cercare di affrontare la minaccia alla loro sopravvivenza. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Immaginiamo due uomini nella savana, il “piano delle elite” sono i leoni che li stanno affrontando. Le belve attaccano. <b>Gli USA hanno il fucile l’UE no.</b> Gli USA infatti hanno ancora una moneta sovrana e la loro indipendenza politica è solo in parte compromessa. La scuola economica <a href="http://memmt.info/site/">MMT</a> insegna che <b>la situazione potrebbe essere ribaltata se il governo si risvegliasse e usasse la sua sovranità monetaria e politica per operare riforme economiche spendendo a “deficit positivo” (come tra l’altro già fatto durante la più buia crisi che abbia mai vissuto negli anni ’30).</b> Le autorità americane hanno semplicemente scelto di non usare quel fucile, obbedendo così al piano delle elite. Al contrario <b>in Europa quel fucile non esiste, non si hanno armi per combattere il piano criminale.</b> La sovranità parlamentare dei governi non esiste, la sovranità monetaria non esiste, il rischio di fallimento incombe e noi dobbiamo sottostare alle scelte sovranazionali di quelle elite che hanno lo scopo di incrementare il loro potere economico e finanziario, non certo il benessere delle società. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Questo colpo di Stato politico e finanziario è stato perfezionato con maniacale precisione e incontestabile successo. La Commissione Europea non eletta in accordo con i dictat delle potentissime lobby finanziarie Neoliberiste ha deciso di: </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
1. <b>Inasprire le regole di bilancio sovranazionali</b> non scelte democraticamente che stanno paralizzando gi Stati impedendogli ogni spesa determinante per la società a deficit positivo. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
2. <b>Avere il pieno controllo dei bilanci degli Stati</b> ancor prima che vengano presentati ai parlamenti nazionali. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
3. <b>Interferire nelle politiche nazional</b>i di: fisco, Stato Sociale, lavoro, redditi con poteri sovranazionali. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
4. <b>Imporre pene monetarie severe</b> sugli Stati che sgarrano. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
5.<b>Scaricare i costi delle sue politiche a favore delle elite</b> sulle parti più deboli della cittadinanza europea, imporre regole di competitività basate sul calo dei redditi e sui tagli alle spese sociali. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
6. <b>Rendere illegale le politiche di spesa a deficit positivo</b> degli Stati dell’UE oltre un limitatissimo limite. </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><i>IL PUZZLE</i></b> </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSw-aRAgOYdkob7G_xbhmZ7NOnmsD_vMCdRmyiwumVK2ZRTNenUpA" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSw-aRAgOYdkob7G_xbhmZ7NOnmsD_vMCdRmyiwumVK2ZRTNenUpA" /></a>Esistono due grandi interpretazioni del come tutto questo sia potuto accadere. La prima è quella comunemente accettata, che giustifica lo scellerato appoggio di tutti i governi della Comunità europea alle scelte pilotate dalle elite. Questa sostiene che <b>l’attuale situazione fallimentare nella quale ci troviamo sia stata determinata da un continuo tiro alla fune tra forze sociali contrapposte.</b> Queste producono a loro volta un disordinato insieme di tendenze economiche e di eventi politici gestiti dalle azioni dei politici nazionali che ne possono trarre un beneficio o una penalizzazione che si rispecchierà poi nel voto. Inoltre accadimenti esterni nel complesso mondo dei mercati globalizzati causano problemi e disastri che vengono tradotti in termini di crisi economiche, recessioni o depressioni. <b>I governi e le persone hanno poco controllo su queste cose e devono continuamente lottare per cercare un rimedio.</b> L’altra interpretazione, l’alternativa alla preminente teoria in base alla quale tutto quello che soffriamo è stato determinato dal caos e dalle tensioni sociali è <b>quella del “piano delle elite”.</b> Abbiamo dimostrato che all’origine del piano stava la conquista del “bottino globale” che poteva essere distribuito equamente ai popoli, ai cittadini sovrani per il benessere delle società democratiche. Ma le elite, ereditarie di principi feudatari e con un potere economico illimitato, non potevano perdere l’occasione per<b> agire a loro favore e ristabilire così un controllo globale delle risorse economiche a disposizione.</b> Nella seconda metà del XX secolo quindi fecero le loro mosse, con idee mirate e una ferrea disciplina nel concretizzarle. <b>Oggi i pezzi del puzzle si sono incastrati alla perfezione, il piano è realizzato.</b></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<b><i>MMT (MODERN MONEY THEORY)</i></b> </div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
<a href="https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQMSRdKlxr191N6jOnSE-dwhW3l7RhzAXs2LAZqDnoOuTzsEgi9" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQMSRdKlxr191N6jOnSE-dwhW3l7RhzAXs2LAZqDnoOuTzsEgi9" /></a><b>Tutto questo è stato permesso dalla nostra apatia e dalla nostra ignoranza, nonché dalla mancanza di informazioni corrette.</b> L’Esistenza commerciale attira le nostre forze e la nostra attenzione su soggetti futili, superficiali, inutili e anestetizzanti. I politici, soprattutto le sinistre, hanno digerito interamente i falsi allarmismi del deficit, del pareggio di bilancio, del dover risanare danni economici creati non si sa bene da chi, non si sa bene quando. <b>L’inganno universale che oggi è il caposaldo della “buona economia” fu creato per nascondere il suo opposto, per creare i mezzi e poter depredare tutto il nostro bene comune.</b> Le lite ci hanno venduto un menu basato su semplici menzogne di facile assimilazione digestiva: l’Unione Europea fa la forza, le tasse sono necessarie per la spesa sociale, il deficit è un debito dei cittadini, lo Stato non deve spendere a deficit positivo. <b>Quindi dobbiamo comprendere che:</b> </div>
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A) <b>Stiamo affrontando un piano molto più strutturato e ampio</b> di quello che riusciamo ad immaginare. </div>
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B) L’attacco più devastante non è politico. <b>La democrazia è stata sradicata dalla rimozione, ideologicamente pianificata e fisicamente realizzata, della sovranità nazionale nello spendere a beneficio della società a “deficit positivo” e dei poteri legislativi dei singoli Stati.</b> Per uno Stato essere incapace di spendere per il benessere dei cittadini, per preservare il bene comune, significa cedere il controllo delle nostre vite alle elite. <b>L’essenza della democrazia stessa è preservare il bene comune, sacrificarlo a pochi individui significa sottostare ad un sistema totalitario. </b></div>
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C) Per preservare la democrazia dobbiamo affrontare i dogmi economici totalitari e distruttivi delle elite. Questa è <b>la missione della MMT (Modern Money Theory), quella di affermare quei principi economici che rivendicano il primato dello Stato di spendere a “deficit positivo” per la difesa del bene comune: piena occupazione, pieno Stato Sociale, stabilità dei prezzi lontani dall’inflazione. Creare una cittadinanza consapevole, forte e determinata. </b></div>
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Spero di essere riuscito a descrivere con chiarezza quello che ha portato alla distruzione totale dei principi basilari della democrazia: Stati, Leggi, Cittadini. <b>Quello che ha portato il sistema capital-liberista al fallimento del modello occidentale mirato al benessere delle società libere e degli Stati Sovrani e indipendenti.</b> Ecco perché l’unica possibile alternativa per la salvezza della democrazia non è nel perseguire le rovinose politiche delle “democrazie occidentali”, ma nell’<b>affermare un nuovo modello socialista, mirato al benessere dei popoli, alla difesa della sovranità nazionale, per nuovo modello globale di libero scambio tra nazioni sovrane, per la difesa delle autonomie e delle individuali caratteristiche sociali, contro la globalizzazione selvaggia e la totalitaria imposizione di regole Neoliberiste. </b></div>
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Ed ecco infine come nella prossima (ultima) parte di questo saggio prenderò spunto dalla storia sin qui illustrata e dalle possibili soluzioni che si possono applicare per modellare un futuro disegno sociale mirato alla creazione di un <b>“Nuovo Stato Socialista Moderno”.</b> <b>Cercherò con umiltà di proporre le misure, che devono inizialmente essere di natura economica, che possono portare Cuba a divenire una possibile realtà politica e sociale alternativa al disastroso sistema imperialista che ha distrutto il mondo occidentale. </b></div>
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<span style="font-size: x-small;"><i>fine settima parte</i></span></div>
</span>Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-85338441235786350462012-12-03T20:14:00.000+01:002012-12-04T17:17:12.499+01:00Cuba e Italia: il progetto criminale che sta distruggendo l'Europa e l'alternativa futura di un nuovo modello cubano (6a parte)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr39KADOxk7cvSl9vG5LkI630YFTE77c-HuzS08kvLESGmNZF0IdNQ45zAxSZqAVkiB-NS4rN5kCUnensmzN80bWOSthNK_jLm5Fs-aqbK-vfGuZ1zQSEmE_n27TdlcQAF-r88tV0No6k/s320/4statoNew.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr39KADOxk7cvSl9vG5LkI630YFTE77c-HuzS08kvLESGmNZF0IdNQ45zAxSZqAVkiB-NS4rN5kCUnensmzN80bWOSthNK_jLm5Fs-aqbK-vfGuZ1zQSEmE_n27TdlcQAF-r88tV0No6k/s320/4statoNew.jpg" /></a></div>
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<span style="color: blue;">Vedo dai post più letti che continuate a seguire il discorso, grazie per la pazienza. E’ un po’ lungo, ma non riesco a sintetizzarlo più di così. Riassumo velocemente le parti precedenti. Negli anni ’30 le elite iniziano a pianificare la riconquista globale economica dei mercati. Con poche idee mirate, diffuse con determinata costanza, finanziate in selezionate strutture post-universitarie e diffuse tramite rivoluzionarie tecniche massmediatiche. Nascono le Fondazioni, si diffondono la “Cultura della visibilità” e l’”Esistenza commerciale”, per creare miti e modelli fittizi. Con la prima, attraverso gli acquisti compulsivi e superflui della seconda, si riesce a insinuare nelle masse il virus della “perdita dell’autostima”, generando cittadini apatici, anestetizzati, distolti dalla partecipazione sociale attiva. Il primo obiettivo delle elite è realizzato. Relegati gli individui ai margini della società, sferrano l’attacco agli Stati sovrani diffondendo i germi del “debito pubblico” e dell’”inflazione”. </span></div>
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<i style="background-color: white; color: #444444; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">L’analisi che espongo di seguito è liberamente tratta dal programma di <a href="http://memmt.info/site/" style="color: #9900ff; text-decoration: initial;">ME-MMT </a>(Mosler Economics-Modern Money Theory) e dal libro di Paolo Barnard <a href="http://www.paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine2011.pdf" style="color: #9900ff; text-decoration: initial;">“Il più grande crimine”</a>. </i></div>
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<span style="color: #444444;">In realtà il debito pubblico non esiste, uno Stato con moneta sovrana può immettere nel mercato il denaro che meglio crede, investendo nei cittadini, nelle imprese che così possono aumentare la produttività della nazione. Si possono così creare benessere, infrastrutture, garanzie sociali. In sostanza il “deficit positivo” dello Stato è la ricchezza dei cittadini. Allo stesso modo l’inflazione è un falso pericolo, l’aumento della produttività ne controlla la diffusione sfrenata, inoltre le tasse possono limitarne l’aumento illimitato. Ma il piano delle elite riesce a diffondere l’isteria collettiva del “deficit negativo”, del debito degli Stati che deve essere risanato con quello che oggi è diventato il dogma economico più popolare: il “pareggio di bilancio”. Si ribalta così il principio più naturale per il benessere di una società. Per creare produttività lo Stato deve emettere denaro, stampare moneta, raggiungere la piena occupazione, deve spendere prima per creare benessere sociale poi. Ma <b>il germe del deficit si sta rapidamente diffondendo: lo Stato è come la famiglia prima deve risparmiare poi può spendere! I governi iniziano così a rincorre il pareggio del debito pubblico affidandosi ai tagli: ai salari, agli investimenti sociali, alla ricerca e sviluppo, alle infrastrutture e cosa ancor più grave, inizia a ricorrere alle “privatizzazioni”.</b> La cessione ai privati del controllo della produzione statale: energia, strade, comunicazioni, etc. La cosa più sconvolgente è che tutto questo è stato avviato non da un despota rappresentante delle stesse elite, ma dalle “sinistre”. Già, proprio così, in Europa i due Stati dove nel dopoguerra si stavano sviluppando società relativamente benestanti, d’impronta socialista, erano la Francia e l’Italia. Mitterand in Francia fu il principale sostenitore dei principi Neoliberisti più estremi e in Italia personaggi provenienti dalla sinistra hanno fatto lo stesso. I vari Prodi, Ciampi, Amato hanno dato il via alle privatizzazioni selvagge, ai tagli sociali e sono Stati gli artefici dell’accelerazione delle conquiste Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste con la creazione dell’Unione Europea e della moneta unica, l’Euro. </span></div>
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<a href="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQhcnnLGhLpAIalnWROeltn7yiTXfkw8YlEZ14NxGAsz5wVwyJ--Q" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcQhcnnLGhLpAIalnWROeltn7yiTXfkw8YlEZ14NxGAsz5wVwyJ--Q" /></a>Ecco che se prima gli Stati sovrani potevano autonomamente generare ricchezza stampando moneta e aumentando la produttività, con l’Unione Europea non solo non possiedono una moneta sovrana, non solo la devono chiedere in prestito alla BCE pagando gli interessi a una banca privata, ma sono addirittura soggetti a leggi sovranazionali dettate dalla Commissione Europea, gruppo di tecnocrati auto insediatisi, non eletti dai cittadini, che con trattati unilaterali determinano di fatto le leggi nazionali che devono sottostare a quei trattati. La realizzazione del progetto delle elite è ultimata. <b>Gli Stati sono stati annientati, gli è stata tolta la moneta, la possibilità di legiferare in modo incisivo per il benessere dei cittadini e sono costretti a rincorrere un pareggio di bilancio per colmare un deficit impossibile da sanare (lo dimostra il fatto che ogni anno aumenta a livello esponenziale).</b> I cittadini sono costretti così a subirne le conseguenze: salari miserabili, tagli sociali, disoccupazione e precarietà. I principi fondamentali di una società moderna e civile: Stati, Leggi e cittadini sono stati cancellati. </div>
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<b><i>MA CHI CI GUADAGNA? </i></b></div>
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<a href="http://www.semplifica.com/comeinvestiresoldi.it/wp-content/uploads/2010/11/casino-online.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="211" src="http://www.semplifica.com/comeinvestiresoldi.it/wp-content/uploads/2010/11/casino-online.jpg" width="320" /></a>La domanda fondamentale è proprio questa: se le società occidentali sono obbligate a intraprendere un cammino di sacrifici e rinunce, se diventano più povere, se la produttività diminuisce, chi ci guadagna? Stati più poveri non possono spendere, i consumi diminuiscono, la qualità della vita è mortificata. E allora, ripeto, chi ci guadagna? Risposta scontata, le elite finanziarie e i grandi industriali. Per loro <b>una mano d’opera a basso costo, lavoratori precari e mal pagati accettano qualunque cosa per sopravvivere</b>, significa possibilità di colonizzare nuovi mercati con prezzi competitivi. Ma soprattutto <b>a loro non interessa investire a lungo termine, non hanno scopi sociali, loro badano al risultato immediato, loro “scommettono” sulle economie e sul loro andamento.</b> Potendolo condizionare poi scommettono sul sicuro! </div>
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<b><i>LE BOLLE FINANZIARIE </i></b></div>
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<a href="http://www.liquida.it/getfocusimg/b/1/9/6/10691/img/bolla-new-economy-10-anni-fa-lo-scoppio.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.liquida.it/getfocusimg/b/1/9/6/10691/img/bolla-new-economy-10-anni-fa-lo-scoppio.jpg" /></a>Quando una società è spremuta fino all’osso, i cittadini perdono potere d’acquisto, in poche parole quando una società diventa più povera, l’unica cosa che può fare per sopravvivere è prendere soldi in prestito. Quindi aziende e cittadini sono costretti a fare debiti per non morire. Ma <b>se milioni di individui e imprese fanno debiti, i creditori, cioè i detentori di immensi capitali, cioè le elite finanziarie incrementano esponenzialmente il loro potere economico.</b> La tentazione di sfruttare al massimo questa situazione indotta è irrefrenabile, così si inventarono i “prodotti finanziari” tanto astrusi quanto incomprensibili, si iniziarono a vendere i “debiti” scommettendo sui futuri interessi, si concessero crediti a chiunque ne facesse richiesta. La crisi immobiliare USA, che si estese in Europa anche se in modo minore, ne fu il risultato più conosciuto. L’azzardo in questo caso era dato dal fatto che la massificata concessione dei mutui a individui e aziende, prevedeva la possibilità che alcuni di questi debitori non potessero garantire la solvibilità del credito. Le finanziarie quindi vendevano “pacchetti di debiti” rischiando su chi avrebbe pagato e chi no. L’economista MMT Randall Wray commenta: <i>“Fecero a gara per selezionare i prodotti più rischiosi e rivenderli verniciandoli da investimenti sicuri, scommesse su mutui ad alto rischio dove vince a seconda dei casi chi indovina se il debitore pagherà o no… Per ogni dollaro reale nel sistema ce n’erano almeno 5 fittizi e immense quantità di altro denaro inventato nei prodotti derivati… Ma impacchettarono anche carte di credito, degli studenti, di chiunque.” </i></div>
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<b>La frenesia divenne follia collettiva, anche i piccoli risparmiatori si fecero prendere dall’ingordigia di facili e rapidi guadagni speculativi. Tanto successo lievitò il prezzo di questi prodotti, generando un’inflazione dei beni finanziari</b>. Tale inflazione, irreale, basata su numeri e non beni, esplose e causò la rovina di imprese e singoli individui a beneficio di pochi furbetti ed esperti, inventori del sistema stesso, alcuni di questi furono: <i>Goldman Sachs, JP Morgan, Morgan Stanley, Bank of America, Barclays Capital, Credit Suisse, Deutsche Bank, UBS, HSBC, BNP Paribas, ING, Banco Santander, e pochi altri. </i></div>
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Riassumendo uno dei dogmi delle elite Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste, cioè <b>il “pareggio di bilancio” fu sfruttato per portare intere società in difficoltà economiche. Aziende e individui si indebitarono provocando l’arricchimento smisurato di pochi speculatori.</b> Le economie nazionali crollarono, la diminuzione della produttività penalizzò lo sviluppo. I governi devono quindi a loro volta ricorrere a spese generando un “deficit negativo” per salvare il salvabile e cosa ancora più paradossale per salvare quelle banche che hanno causato la crisi globale che viviamo, perché altrimenti il loro fallimento ci danneggerebbe in modo irrefrenabile e disastroso, a tutti noi singoli cittadini. </div>
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<b><i>LA DEFLAZIONE ECONOMICA IMPOSTA</i></b> </div>
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<a href="https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcS4hVovyvdtJyLR-uum17cfw8H6NIUaQ4kfVOJpGAGlf8oZk-oI" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="https://encrypted-tbn2.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcS4hVovyvdtJyLR-uum17cfw8H6NIUaQ4kfVOJpGAGlf8oZk-oI" /></a>Al dogma dell’isteria del deficit si aggiungono altri tre dogmi fondamentali del piano Neoclassico, Neomercantile e Neoliberista: 1. Evitare la piena occupazione per evitare l’inflazione. 2. Abbassare gli stipendi per creare occupazione. 3. Creare una moneta non sovrana, di nessuno (L’Euro), che tutti dovranno chiedere in prestito. </div>
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Ora immaginiamo una società di una nazione sovrana con una propria moneta nazionale. La società è composta dall’insieme delle aziende private e dei cittadini che la compongono. Al di fuori restano lo Stato e il suo settore pubblico. Ora, se all’interno della società circola una certa quantità di denaro (diciamo 100) questo si sposta da una tasca all’altra senza alterarne la quantità totale. Qualcuno compra altri vendono, il denaro cambia proprietario ma il totale è sempre 100. Il mercato è stagnante. <b>Per generare ricchezza nuova bisogna che si immetta del denaro “nuovo” nella società.</b> Questo può avvenire in due modi: lo Stato stampando moneta mette in circolo denaro al netto, spendendo più di quanto ricava con le tasse comprando beni e servizi dalla società; oppure la società vende all’estero i suoi beni e servizi. Quindi <b>nuovo denaro nella società si ottiene o con un “deficit positivo” dello Stato o con l’export.</b> Tra i due però l’export è il più instabile, imprevedibile, può apparire sempre un’altra nazione che offre gli stessi beni e servizi a minor prezzo. Ma se il denaro è immesso dallo Stato e viene diretto ad acquistare quei beni e servizi dalla società, aumenterà la produttività, le aziende si arricchiscono, gli stipendi aumentano così come i nuovi investimenti, e così via, aumenta la ricchezza della società come insieme. Ne beneficiano tutti. </div>
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<b>Supponiamo ora che lo Stato non immetta più denaro nella società</b> perché terrorizzato dal fantasma del deficit rincorre il pareggio di bilancio (badate bene “fantasma”, perché in realtà lo Stato sovrano stampandosi la moneta non è in debito con nessuno, non deve pareggiare niente!). <b>A questo punto per recuperare denaro aumenta la tassazione più di quanto investa. Quindi le aziende producono meno, assumono meno lavoratori, i risparmi delle famiglie diminuiscono, si spende di meno, cala la richiesta interna e l’economia ne soffre. </b>Ecco che i principi dei Neoliberisti vengono visti come l’unica possibilità di salvezza. Si tagliano gli stipendi per risparmiare e aumentare l’occupazione, evitando però la piena occupazione per controllare l’inflazione, addirittura si privano i governi della capacità di spendere (quello che succede attualmente nell’Eurozona). Ovviamente tutto questo impoverisce ulteriormente le società e i governi, la spirale porta ad una diminuzione della produzione, aumenta la disoccupazione, i governi spendono di più (cassa integrazione e ammortizzatori sociali e salvataggi delle banche) e così via. Inoltre di conseguenza il PIL diminuisce, l’affidabilità economica delle nazione diminuisce, le “agenzie di rating” (quelle che emettono le pagelle economiche) si spaventano e penalizzano le nazioni in crisi. <b>A questo punto i governi dovranno tagliare sempre più i costi sociali, gli stipendi pubblici, i servizi ne vengono penalizzati e la produzione retrocede ulteriormente, la spirale aumenta vertiginosamente, ecco che si espande la Deflazione Economica Imposta.</b><br />
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La classe politica dovendo tappare i buchi si appella alla solidarietà civile dei propri cittadini, chiedendo ulteriori sacrifici per “salvarli” da un’economia disastrosa. Di nuovo un grande vantaggio per le elite Neoclassiche, Neomercantili e Neoliberiste: si creano enormi fasce di lavoratori precari e sotto pagati disposti ad accettare qualsiasi condizione imposta dall’austerità. Quindi si produrrà a costi inferiori beneficiando l’export nei mercati in via di sviluppo, aumenta la mobilità dei mercati incrementando i guadagni delle elite. La previsione di Francois Perroux di 70 anni prima si avvera: <i>“Il futuro garantirà la supremazia alle nazioni che imporranno la povertà che genera super profitti e quindi accumulo.” </i></div>
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<span style="font-size: x-small;"><i>fine sesta parte</i></span></div>
</span>Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4070470363805069955.post-84035176949841976492012-12-01T21:11:00.002+01:002012-12-01T21:12:29.099+01:00Cuba e Italia: il progetto criminale che sta distruggendo l'Europa e l'alternativa futura di un nuovo modello cubano (5a parte)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr39KADOxk7cvSl9vG5LkI630YFTE77c-HuzS08kvLESGmNZF0IdNQ45zAxSZqAVkiB-NS4rN5kCUnensmzN80bWOSthNK_jLm5Fs-aqbK-vfGuZ1zQSEmE_n27TdlcQAF-r88tV0No6k/s320/4statoNew.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhr39KADOxk7cvSl9vG5LkI630YFTE77c-HuzS08kvLESGmNZF0IdNQ45zAxSZqAVkiB-NS4rN5kCUnensmzN80bWOSthNK_jLm5Fs-aqbK-vfGuZ1zQSEmE_n27TdlcQAF-r88tV0No6k/s320/4statoNew.jpg" /></a></div>
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<span style="color: blue;">Fin qui credo sia abbastanza chiaro quello dimostrato dalla storia degli ultimi 70 anni. Le elite relegate a osservatori delle nascenti democrazie dell’inizio del ‘900, mantenendo però inalterato il loro potere economico, si sentivano sempre più in pericolo, in particolare in Europa, nonostante due guerre mondiali, si stavano sviluppando realtà democratiche socialmente evolute. Ecco che iniziarono a pianificare la riconquista del potere assoluto e globale. Senza armi, con la sola stesura di un progetto basato su poche idee, da divulgare prima, finanziare poi e infine da portare a compimento con ferrea determinazione. Le idee erano semplicemente mirate a sovvertire il Tridente (nato con la rivoluzione francese): Stati, Leggi, Cittadini. Stati sovrani, con una moneta nazionale che attraverso l’emanazione di Leggi approvate dai cittadini emettevano denaro, stampandolo, per produrre beni, servizi e costruire garanzie sociali per il benessere del popolo. Quindi lo scopo era quello di eliminare gli Stati sovrani che emettendo una propria moneta toglievano il potere economico e finanziario alle elite a favore delle masse lavoratrici, divulgare Leggi sovranazionali per impedire che i governi si potessero ribellare e continuassero a spendere generando “deficit positivo” , anestetizzare i Cittadini e i politici facendogli credere che il deficit di uno Stato era in realtà un debito che doveva essere risanato con il sacrificio dei cittadini stessi, con i tagli alle spese sociali, con la disoccupazione e la precarietà. </span></div>
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<i style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;">L’analisi che espongo di seguito è liberamente tratta dal programma di <a href="http://memmt.info/site/" style="color: #9900ff; text-decoration: initial;">ME-MMT </a>(Mosler Economics-Modern Money Theory) e dal libro di Paolo Barnard <a href="http://www.paolobarnard.info/docs/ilpiugrandecrimine2011.pdf" style="color: #9900ff; text-decoration: initial;">“Il più grande crimine”</a>. </i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i style="background-color: white; font-family: Arial, Tahoma, Helvetica, FreeSans, sans-serif; font-size: 13px; line-height: 18px;"><br /></i></div>
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I fantasmi dell’inflazione e del deficit gettarono le basi per la futura “cura” da somministrare ai governi occidentali. Negli anni ’70 -’80 le quattro economie più potenti del pianeta si coalizzarono, i loro alfieri iniziarono ad attuare le idee delle elite con decisione. Regan, la Tatcher, Kohl e soprattutto Mitterand agirono per dare sostanza materiale ai fantasmi paventati dalle elite: risanare il deficit degli Stati combattendo l’inflazione. Ognuno mirando ai propri confini applicò le idee Neoclassiche, Neocommerciali e Neoliberiste delle elite occulte. </div>
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<i><b>UN REGALO INASPETTATO</b></i> </div>
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<a href="http://www.lucidamente.com/wordpress/wp-content/uploads/2012/02/1-popolo-viola-tangentopoli.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://www.lucidamente.com/wordpress/wp-content/uploads/2012/02/1-popolo-viola-tangentopoli.jpg" width="170" /></a>Agli inizi degli anni ’90 in Italia con “tangentopoli” in pochi mesi venne distrutta, azzerata un’intera classe politica, il regalo inaspettato al piano delle elite. Non voglio entrare nel merito delle colpe e responsabilità delle frodi che hanno portato a quello spartiacque politico. Ma è fondamentale notare che così come Mitterand in Francia, anche <b>in Italia i primi concreti realizzatori del piano delle elite furono proprio i rappresentanti delle sinistre.</b> I vari Prodi, Amato, Visco, Dini, Ciampi, Letta, D’Alema, entusiastici sostenitori dell’Europa unita, dell’Euro si dedicarono attivamente ad accelerare i tempi per la vittoria finale delle elite. Il governo Ciampi nel ’93, fervente sostenitore del “pareggio di bilancio” con l’accordo Savona (ministro dell’Industria) e Andreatta (ministro degli esteri) con Karel Van Miert (commissario europeo alla concorrenza, burocrate non eletto) a nome dell’Italia si impegnò a ristrutturare, a sfoltire (defenestrando masse di lavoratori dipendenti) le Aziende di Stato affinché diventino appetibili agli investitori privati. Nei mesi a venire i gruppi politici sopravvissuti a tangentopoli, tutti provenienti dalle sinistre, si gettano a capofitto nelle “privatizzazioni”. Tra il 1997 e il 2000 si stabilisce un record europeo con la svendita di beni pubblici a investitori privati, le più note imprese statali privatizzate sono: <i>ENI, S.Paolo, Banco di Napoli, SEAT, Telecom, INA, IMI, IRI, SE, Alitalia, ENEL, Comit, Autostrade</i> e altre meno note. <b>Le privatizzazioni fanno crollare la capacità di crescita della produzione industriale, in particolare con le misure di austerità mirate al rigore di bilancio (ripreso oggi con successo conclamato da Monti) del 2007.</b> I tagli selvaggi del 1996-2000 e 2006-2008 e il sostegno entusiasta del PD e di Di Pietro al <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Trattato_di_Lisbona">Trattato di Lisbona </a>coronano il piano iniziale di Perroux del 1943. Paradossalmente l’unico tenue parziale oppositore al piano criminale fu proprio Berlusconi quando tentò tra il 2001 e il 2006 di rivendicare di fronte alla UE il diritto di escludere dal calcolo del deficit pubblico gli investimenti per strade, infrastrutture, computer nelle scuole, etc. A insorgere furono proprio i personaggi portabandiera dell’UE e dell’unione monetaria, tutti rigorosamente di sinistra. </div>
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<b><i>LA MONETA DI NESSUNO </i></b></div>
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<a href="http://www.befan.it/wp-content/uploads/2012/05/euro-dollaro.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="149" src="http://www.befan.it/wp-content/uploads/2012/05/euro-dollaro.jpg" width="200" /></a>Si è arrivati quindi alla tanto auspicata chiusura del cerchio. Le elite hanno ormai raggiunto il loro obiettivo finale. La moneta unica, l’Euro è realtà. <b>Una moneta che non ha un proprietario, non è di nessuno. Tutti gli Stati dell’eurozona la devono chiede in prestito a soggetti privati garantendo il raggiungimento del pareggio di bilancio.</b> Ora il debito dello Stato è reale. Non solo bisogna restituire quello avuto a credito, ma si devono accettare anche gli interessi imposti dall’UE, che ricordo non essere una commissione eletta dai cittadini europei, ma un’insiemi di burocrati che si insediano votandosi tra loro. Si è persa definitivamente l’autorevolezza finanziaria e monetaria. <b>Significa perdere immense possibilità di investire a “deficit positivo”, che significa a sua volta perdita di posti di lavoro, tagli selvaggi a tutto ciò che è pubblico, in pratica la miseria per tutti i cittadini, per tutte le piccole-medie imprese. </b></div>
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<b><i>MA DOV’E’ LA SINISTRA?</i></b> </div>
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<a href="https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSm0l0ScS_QY5rVohkJbHhkxA4stMRjowyzSGUvVFZRRLoNWn9L" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://encrypted-tbn3.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSm0l0ScS_QY5rVohkJbHhkxA4stMRjowyzSGUvVFZRRLoNWn9L" width="200" /></a>Come è possibile che in pochi anni i movimenti socialisti siano scomparsi, si siano dissolti all’interno dei fiumi Neoliberisti, come è possibile che le coscienze sociali abbiano non solo accettato, ma determinato attivamente la svendita di una sovranità nazionale che poteva finalmente garantire un benessere comune e una produttività in crescita a costo zero? I sindacati cosa facevano? Gli intellettuali “illuminati” dov’erano? La risposta più convincente l’ha data l’economista francese Alain Parguez quando scrisse:<i> “la credenza nei limiti dei bilanci ha convinto tutti che le tasse riciclano il denaro preso dal settore privato. Lo Stato, si crede, potrebbe finanziare le sue spese sociali tassando i più ricchi. Le tasse quindi dovrebbero trasferire un reddito dai ricchi ai poveri… Le tasse sono il fondamento di un ‘capitalismo sociale’ poiché potrebbero finanziare lo Stato Sociale… Questa mitologia sulle tasse spiega perché così tanti politici ed economisti di sinistra hanno abbracciato il dogma del pareggio di bilancio”.</i> <b>Tutti d’accordo con le elite, lo Stato deve rimettere i conti in ordine, spendere meno di quanto guadagna.</b> Solo così si solleverebbe un peso tremendo dalle spalle dei cittadini: il debito pubblico! Ignorano che <b>l’inganno delle elite ha preso il sopravvento, nella fobia di voler tassare i ricchi per ridistribuire ai poveri dimenticano che uno Stato sovrano con una moneta sovrana può arricchire i propri cittadini in modo equo e meritocratico e questo è possibile solo se lo Stato spende di più di quanto incassa tassando.</b> Deve spendere in deficit, è il solo modo per immetter denaro “nuovo”, incrementare la produttività, creare benessere le tasse distruggono il denaro, non lo generano mai. </div>
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<b><i>IL LAVORATORE COME IMPRESA PRIVATA</i></b> </div>
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<a href="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRSxn-6WTot3w_fY2_ZXAXcRalDjf1aSJpNJKYPSlcSnhSYJFc4" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRSxn-6WTot3w_fY2_ZXAXcRalDjf1aSJpNJKYPSlcSnhSYJFc4" /></a></div>
La Tatcher fu la prima a “inventare” con successo un nuovo modello economico che determinerà l’obbligo da parte dei cittadini di abbracciare le idee Neoliberiste dell’unione dei mercati, del potere sovranazionale. <b>Ogni lavoratore doveva pensare come a una piccola impresa privata.</b> Basta con la dipendenza dal governo pachiderma, se si è furbi si possono guadagnare tanti soldi in una economia liberista. Cos’è questa storia della solidarietà sociale, dell’interesse comune? L’individuo deve cercare il massimo per se stesso, fregandosene degli altri. Lo Stato sociale? Ma chissenefrega! Roba da perdenti, là fuori esiste un nuovo mondo virtuale fatto di investimenti illimitati, un gruzzoletto si può trasformare in una grande fortuna! <b>La gente veniva così abbagliata dalla possibilità di scommettere con i numeri e con le azioni, coi titoli e le valute, con mutui e prodotti finanziari.</b> Tutti attirati dal miraggio di incomprensibili strumenti che moltiplicavano magicamente i conti in banca. Un’alchimia astratta che non aveva (e non ha) niente a che vedere ne con beni e tantomeno con servizi. <b>Solo numeri. Manipolati, gonfiati, declassati a solo beneficio delle solite elite finanziarie mondiali che hanno un profitto sempre, che si vinca o che si perda. Sono loro il banco del casinò. Loro smazzano le carte. Non possono perdere. </b></div>
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L’individualismo predominava, l’ottusa convinzione che le scommesse azzeccate potevano arricchire senza fatica era diventata una droga appetibile, legale, una dipendenza accettata e promossa dal sistema. Questa febbre di conseguenza ha portato a distruggere ogni senso di coesione sociale e di interesse comune. L’Esistenza commerciale che spingeva ad accumulare denaro per raggiungere modelli promulgati dalla propaganda della cultura della visibilità, stimolava al mito dell’individuo/impresa e richiedeva la distruzione delle regolamentazioni statali per la tutela del bene comune, viste come un’odiosa interferenza nel proprio diritto di fare soldi a palate e in fretta. Ecco la nascita del dogma Neoliberista dello “Stato ristretto”. </div>
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I cittadini sono così intrappolati in un solo sistema economico a misura di investitore. Ecco come <b>le masse di “individui furbi” furono costrette a sostenere il sistema imposto dalle elite Neocommerciali, per la semplice ragione che quasi tutti avevano messo i loro risparmi in quel sistema.</b> Inoltre questo stesso sistema causò un drammatico impoverimento delle aziende piccole o grandi che fossero. Stornando sempre più i profitti dagli investimenti materiali, in ricerca e sviluppo ad esempio, per investirli nei circuiti speculativi finanziari, permisero agli stessi gestori di questa finanza speculativa di controllare il valore reale delle aziende, il loro salvadanaio. <b>Quando inevitabilmente arrivò il crollo, quando le “bolle” esplosero chi ne soffrì maggiormente fu il mercato del lavoro reale, perché gli investimenti interni, come innovazione e rilancio, erano miseramente evaporati. </b></div>
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<span style="font-size: x-small;"><i>Fine quinta parte</i></span></div>
</span>Roberto Ferrantihttp://www.blogger.com/profile/00474504530887276386noreply@blogger.com0