31 maggio 2008

Vivere a Cuba, Yoani: mondi paralleli

5:00 pm. Sono davanti alla porta del Cafè Cantante al Teatro Nacional. Non mi interessa molto la programmazione, però accompagno una amica che è pazza per andare a ballare.

5:27 pm. Il portiere ci chiede di quale istituzione siamo, perchè i tavoli per i cittadini cubani sono riservati per un gruppo di contabili importanti. Gli spiego che siamo "indipendenti", invece di arrabbiarsi, ride ad alta voce. Ci lascia entrare.

6:10 pm. Su di monitor proiettano videoclips nord-americani, mentre al bancone si vende birra, bibite e rum con valuta convertibile (CUC). La mia amica ed io iniziamo ad essere stuzzicate da un gruppo di giovani vestiti alla moda che ballano lascivamente. Quando si rendono conto che stiamo parlando in "cubano" se ne vanno.

7:00 pm. Continua la musica registrata. Sembra che il gruppo musicale non vuole iniziare a suonare, oppure qualcuno dei componenti non è ancora arrivato. I ragazzi di fianco a noi si dimenano di fronte a tre spagnole che hanno la faccia di chi sembra essere interessata a loro. Ognuno di loro indossa qualcosa di bianco per ottenere -con le luci della discoteca- un richiamo immediato.

7:40 pm. Nessuno si è avvicinato al nostro tavolo. Cosa rara per duer ragazze sole in un club; però sembra che la nazionalità sia determinante per un approccio.

8:20 pm. Niente dell'ambiente dove sono: giovanotti che strizzano l'occhio a signore con il doppio della loro età, lenti a contatto e vestiti di marca da tutte le parti e una corsa generale verso ogni straniero che arriva, mi ricordano l'obbligo di austerità, fermezza ideologica e disciplina che pullulano là fuori.

8:40 pm. Chiudono, e percepisco che quando attraverso la strada verso i ministeri che abbondano in questa zona, non posso abbandonare l'idea di vivere due mondi paralleli. Due dimensioni che si negano enfaticamente una all'altra.

9:00 pm. Esco e vedo i ragazzi dei vestiti bianchi con le signore che parlano con la "zeta". Vado a casa e cammino lungo una strada con un enorme muro a fianco del Consiglio di Stato. Una frase di Martì mi avvisa:
"Bisogna fare in ogni momento, quello che in ogni momento è necessario".










di Yoani Sanchez dal blog Generaciòn Y

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