Risposta di Jorge Alberto Liriano Linares alla domanda che gli è stata rivolta in merito al prigioniero politico del gruppo dei 75: Normando Hernàndez Gonzàlez.
Quello che posso dire è che lo portarono dall’Havana il 9 Maggio, qui alla Prigione Provinciale Kilo 7 di Camaguey, abbiamo subito cercato di contattarlo per sapere le sue condizioni di salute, visto che era ricoverato all’ospedale militare dell’Havana. Oggi fanno 9 giorni dall’arrivo di Normando ed è stato impossibile comunicare con lui. […]
E’ in una cella d’isolamento conosciuta come “la cella deoi condannati a morte”, perché i prigionieri lì vengono detenuti in attesa della fucilazione.
E’ un recinto lungo 3,75 Mt. e largo 1,40 . […] Lo hanno interrato vivo. Senza acqua potabile, luce ed il caldo è insopportabile […] gli danno da mangiare due cucchiai di riso con una brodaglia conosciuta come il “vomito del cane” […] non gli viene somministrato nessun trattamento medico, lo stanno uccidendo in maniera lenta e premeditata. […]
Lo stanno torturando fisicamente e psicologicamente, sanno che la debolezza di Normando non gli permetterà di resistere a lungo. […]
Questo giornalista umile e modesto, che un giorno decise di utilizzare le sue parole al servizio di una causa giusta e dispiegò l’immaginazione del suo verbo per denunciare e combattere le barbarie criminali della dittatura contro il popolo. Il governo non lo perdona, nonostante sia ammalato in modo critico. Merita di essere trattato come un essere umano. E’ un crimine orrendo che si erige come una macchia sulla coscienza dell’umanità.
Il governo cubano sta assassinando i giornalisti nelle sue carceri e campi di concentramento, il mondo lo deve sapere e pronunciarsi energicamente contro tutto questo.
Quello che posso dire è che lo portarono dall’Havana il 9 Maggio, qui alla Prigione Provinciale Kilo 7 di Camaguey, abbiamo subito cercato di contattarlo per sapere le sue condizioni di salute, visto che era ricoverato all’ospedale militare dell’Havana. Oggi fanno 9 giorni dall’arrivo di Normando ed è stato impossibile comunicare con lui. […]
E’ in una cella d’isolamento conosciuta come “la cella deoi condannati a morte”, perché i prigionieri lì vengono detenuti in attesa della fucilazione.
E’ un recinto lungo 3,75 Mt. e largo 1,40 . […] Lo hanno interrato vivo. Senza acqua potabile, luce ed il caldo è insopportabile […] gli danno da mangiare due cucchiai di riso con una brodaglia conosciuta come il “vomito del cane” […] non gli viene somministrato nessun trattamento medico, lo stanno uccidendo in maniera lenta e premeditata. […]
Lo stanno torturando fisicamente e psicologicamente, sanno che la debolezza di Normando non gli permetterà di resistere a lungo. […]
Questo giornalista umile e modesto, che un giorno decise di utilizzare le sue parole al servizio di una causa giusta e dispiegò l’immaginazione del suo verbo per denunciare e combattere le barbarie criminali della dittatura contro il popolo. Il governo non lo perdona, nonostante sia ammalato in modo critico. Merita di essere trattato come un essere umano. E’ un crimine orrendo che si erige come una macchia sulla coscienza dell’umanità.
Il governo cubano sta assassinando i giornalisti nelle sue carceri e campi di concentramento, il mondo lo deve sapere e pronunciarsi energicamente contro tutto questo.
Dal blog Cuba Dice
Di Martha Beatriz sul blog Martha Beatriz Roque Info
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