Da quando il governo ha iniziato piccole aperture economiche e sociali ai cittadini cubani, le discussioni, gli attacchi, i dibattiti si sono fatti sempre più ricchi e sfaccettati. Da parte della dissidenza pro-USA si tratta di operazioni cosmetiche che nulla cambiano nella società, per i blogger rivoluzionari sono segni tangibili di un'imminente, e già avviato, cambiamento politico, sociale e quindi anche economico. Per gli amanti di Cuba stranieri, nello specifico italiani, le opinioni si sprecano e abbondano i tuttologhi, gli esperti e i saggi. Gente che magari frequenta Cuba da anni, o che ha scelto di crearsi un'alternativa futura gettando le basi per un trasferimento totale o parziale e semplici turisti emanano verità assolute come solo i frequentatori di talk show e salotti televisivi vari sanno fare.
23 maggio 2013
05 maggio 2013
Internet e Cuba: il miraggio della connessione alla rete
La popolazione cubana non può contare su internet come desidererebbe. L'installazione di un cavo sottomarino dal Venezuela che aumenterebbe di 3000 volte la capacità di banda non ha risolto il problema. L'accesso alla rete a Cuba continua ad essere il più caro del mondo. Oltre al costo del servizio (tra i 6 e i 14 dollari/ora) proibitivo per la maggioranza dei cubani, è la qualità della connessione che rende impossibile utilizzare la rete. Cuba dispone di una larghezza di banda di 320 megabits/secondo, come quella di un grande cybercaffe di una capitale europea o americana. Impossibile scaricare video e per aprire una foto occorrono 15 minuti.
30 aprile 2013
Cambio a Cuba: Artemisa, una provincia con poteri locali indipendenti dal governo centrale
I burocrati sono stati ridotti della metà. Hanno drasticamente abbassato gli sprechi amministrativi. Decine di uffici pubblici sono stati convertiti in abitazioni e in un solo edificio sono concentrati tutti gli uffici pubblici per la popolazione.
Anche solo per queste ragioni vale la pena trasferirsi ad Artemisa, una provincia limitrofa all'Havana che è diventata un laboratorio pilota dove il governo sta sperimentando un sistema di organizzazione pubblica meno burocratizzata, più efficiente ed economica.
28 marzo 2013
Italia e Cuba: La Isla Grande è anche su Facebook
Ora La Isla Grande è su Facebook. Oltre ai post di questo blog, curerò una selezione di articoli dal web su Cuba e le sue tematiche più interessanti: notizie, informazioni, politica, economia, attualità, arte e curiosità. Troverete articoli non solo in italiano ma anche in spagnolo e inglese. Spero sia di vostro gradimento, seguitemi e cliccate con numerosi MI PIACE! Grazie.
21 marzo 2013
Dissidenti a Cuba: il tour mondiale delle "dissidenti" e la loro interpretazione di "democrazia"
Esaustivo post di Vincenzo Basile, autore del blog Capitulo Cubano, che ha tradotto magistralmente un reportage video di Cubainformacion sul tour mondiale che le portavoce della così detta "dissidenza cubana", nello specifico Yoani Sanchez e Berta Soler rappresentante della Dame di bianco, stanno effettuando in questo giorni. Queste autoconclamate rappresentati del popolo cubano dimostrano con quale arroganza si rifiutano di rispondere a domande scomode di giornalisti cubani accreditati alle loro conferenze stampa, ma non solo, si vede con quale intolleranza e violenza i giornalisti che vogliono presenziare alle loro esibizioni vengono ostacolati e allontanati. Questa è la loro interpretazione di "democrazia", di libertà d'espressione, la loro apertura al dialogo, la loro tolleranza verso le critiche...
10 marzo 2013
Arte a Cuba: la cultura non può essere uno strumento del mercato
In questo periodo di fermenti commerciali e riforme economiche, una preoccupazione sta emergendo nel tessuto sociale cubano. La cultura, nel senso più esteso del termine, è sempre stata a Cuba, insieme all’assistenza sanitaria e all’educazione, una delle qualità d’eccellenza nella società dell’isola , una delle conquiste della rivoluzione che hanno caratterizzato il governo per decenni e che sono state esempio globale di necessità imprescindibili per uno Stato che vuole eleggere garanzie sociali per esaltare qualità morali e etiche che siano al di sopra delle sole esigenze di mercato e che siano svincolate dalla relazione tra domanda e offerta. La sanità e l’educazione stanno già soffrendo di una gravissima crisi, un pò per la perseveranza dell’embargo USA e un pò per la fuga di dottori e docenti che preferiscono intraprendere cammini professionali più remunerativi, magari con attività in proprio, piuttosto che dedicare la loro vita a missioni più gratificanti ma che non garantiscono la sopravvivenza. Salari di 20/30 dollari al mese scoraggiano anche la più appassionata delle anime potenzialmente dedite a carriere professionali qualificate. Ora anche la cultura nelle sue espressioni più evidenti come la musica, la danza, la pittura, la letteratura sta iniziando ad essere questionata all’interno delle istituzioni stesse. La sovvenzione e la diffusione della cultura viene considerata una dispersione di risorse economiche.
06 marzo 2013
Riflessioni di Rob: Chavez è morto, ma il socialismo bolivariano sopravviverà!
Hugo Chavez è deceduto ieri. Era ammalato da tempo e aveva sostenuto due lunghe degenze a Cuba per combattere un tumore che alla fine ha avuto la meglio. Il vice presidente del Venezuela Nicolas Maduro ha sollevato dei sospetti sulla sua morte, sostenendo che sarebbe stato avvelenato da suoi oppositori, insinuando l’ipotesi di un complotto internazionale e paragonando la morte del presidente a quella di Arafat. Con questo dubbio nel cuore il popolo venezuelano lo piange per le strade di tutto il paese. Chavez aveva vinto le elezioni del 2012 con un deciso vantaggio nei confronti del suo rivale filo-americano Capriles. Un leader di 58 anni, un’età impensabile per un presidente nella nostra sfera geografica, ma che dirigeva il paese da 15 anni e che ha portato il Venezuela fuori da una situazione di povertà estesa, garantendo uno sviluppo al paese di primordine.
02 marzo 2013
Dissidenti a Cuba: ancora su Yoani...
Ancora un articolo per chiarire la figura controversa della Yoani international, tanto acclamata e "indipendente" blogger paladina della libertà per Cuba. Vincenzo Basile autore di Capitulo Cubano approfondisce il suo ruolo e la sua figura che sembra essere non troppo indipendente. Qual'è il suo vero ruolo nella dissidenza cubana? Quanto è "indipendente" la sua posizione politica? Quali sono i suoi reali obiettivi? Quali sono i suoi legami economici e politici con gli USA?
28 febbraio 2013
Riflessioni di Rob: la mia intervista su RSI Radio Televisione Svizzera Rete1
Il 25 Febbraio sono stato intervistato dalla Radio Televisione Svizzera RSI Rete1. Collaboro con questa
emittente da circa due anni, devo dire con soddisfazione, mi sento gratificato
dalla considerazione che hanno delle mie idee e delle mie opinioni. L’argomento
dell’intervista era la nuova rielezione di Raul Castro e il futuro panorama
della politica cubana. Non è mancato un mio commento sul viaggio di Yoani
Sanchez. La mia collaborazione con RSI proseguirà in futuro con nuovi
interventi.
Dissidenti a Cuba: ancora su Yoani...
Eccovi un altro articolo che farà stizzire qualcuno di voi, ma che
illustra chiaramente come il “fenomeno” Yoani Sanchez stia influenzando
arbitrariamente alcuni media internazionali. La blogger cubana quando ha
ricevuto il suo passaporto, ha twittato questo messaggio: “Sono felice e triste: ho il mio documento per
viaggiare, ma vari amici come Ángel Moya non potranno farlo.”
Angel Moya è stato arrestato nel 2003 accusato di reati legati alla minaccia della sicurezza nazionale e condannato a 20 anni di carcere, rilasciato nel 2011 è oggi in libertà vigilata.
Ovviamente non entro nel merito della condanna, non conosco a fondo la vicenda, come nessuno di noi, quindi non posso commentare tale condanna. Bisogna però sottolineare la differenza tra Yoani e Moya, la prima, nonostante apertamente contraria la governo cubano, ha il suo passaporto, a conferma della tolleranza e trasparenza delle autorità, il secondo è in libertà vigilata e come nel resto del mondo, anche in quei paesi che tanto criticano la vicenda, non può avere il passaporto perché sta scontando una pena.
L’articolo che pubblico di Vincenzo Basile autore del blog Capitulo Cubano spiega in dettaglio la manipolazione dell’ennesima notizia che si può considerare normale amministrazione di uno Stato sovrano nelle proprie vicende interne, trasformandola nell’ennesimo attacco al “crudele regime castrista”. Grazie Vincenzo.
Angel Moya è stato arrestato nel 2003 accusato di reati legati alla minaccia della sicurezza nazionale e condannato a 20 anni di carcere, rilasciato nel 2011 è oggi in libertà vigilata.
Ovviamente non entro nel merito della condanna, non conosco a fondo la vicenda, come nessuno di noi, quindi non posso commentare tale condanna. Bisogna però sottolineare la differenza tra Yoani e Moya, la prima, nonostante apertamente contraria la governo cubano, ha il suo passaporto, a conferma della tolleranza e trasparenza delle autorità, il secondo è in libertà vigilata e come nel resto del mondo, anche in quei paesi che tanto criticano la vicenda, non può avere il passaporto perché sta scontando una pena.
L’articolo che pubblico di Vincenzo Basile autore del blog Capitulo Cubano spiega in dettaglio la manipolazione dell’ennesima notizia che si può considerare normale amministrazione di uno Stato sovrano nelle proprie vicende interne, trasformandola nell’ennesimo attacco al “crudele regime castrista”. Grazie Vincenzo.
24 febbraio 2013
Dissidenti a Cuba: a proposito di Yoani...
Di seguito pubblico un articolo molto esaustivo in merito a Yoani Sanchez, lo divulgo qui perché mi trova perfettamente in sintonia, grazie a This is Cuba.
La cubana Yoani Sanchez e il profumo della libertà - capitolo uno, Brasile -
Yoani Sanchez è una blogger, una giornalista di nuova generazione. La giornalista, è nata il 4 settembre 1975 a l’Havana.
Della proprio battaglia contro il governo cubano ha fatto il proprio cavallo di battaglia. Dissidente con un profondo senso della libertà o controrivoluzionaria mercenaria? Non sta a noi dirlo, tanto è che trovare la risposta a questo interrogativo è talmente soggettivo che si potrebbe arbitrarne all’infinito come su un qualsiasi tema etico vuoi che sia esso aborto o eutanasia.
23 febbraio 2013
Dissidenti a Cuba: Yoani per una Cuba libera e democratica, il 51° stato USA!
Finalmente Yoani Sanchez è uscita da Cuba. Può viaggiare liberamente, anche grazie alla cospicua disponibilità economica che può vantare (a proposito ma dove li terrà i soldi?), un lungo viaggio per mezzo mondo che durerà 80 giorni (quanti se lo possono permettere, e non solo a Cuba?). Questa è la prova tangibile che la sua popolarità la rende una privilegiata, soprattutto a Cuba, e quindi ancora più distante dal quel popolo cubano del quale si è autoproclamata portavoce mondiale. Io Yoani l’ho conosciuta personalmente, l’ho intervistata all’Havana nel 2008, quando il suo nome iniziava a diffondersi in rete. Devo ammettere che per un periodo di tempo l’ho ammirata molto, ho pubblicato articoli che esaltavano il suo impegno e la sua attività di blogger oppositrice al governo. A quel tempo ero molto più radicale, un intransigente critico del “regime”. Poi con gli anni ho approfondito la realtà dell'isola, ho conosciuto Cuba più a fondo. Ho studiato la politica, l’economia, la storia delle democrazie del blocco occidentale. Ho vissuto e continuo a vivere sulla mia pelle il disfacimento di quel modello democratico che lei, insieme ad un piccolo ma vorace gruppo di dissidenti, vorrebbe applicare alla “sua Cuba”. Non solo, ho visto come il suo personaggio negli anni si è lentamente trasformato in “paladina assoluta della verità”, come il suo vittimismo e le sue interpretazioni della realtà diventavano sempre più romanzate, forzate, spesso falsate o abilmente manipolate. Ma soprattutto assisto quotidianamente al suo desiderio di protagonismo. Si è creata un personaggio che si erge al di sopra di quelle realtà che si ostenta a denunciare e dalle quali è sempre più distante.
16 febbraio 2013
Dissidenti a Cuba: le tante facce della dissidenza
Dissidenza, opposizione, ribellione, contestazione, etc… Termini che si usano, e dei quali spesso si abusa, per indicare una visione contraria, critica verso un’ideologia, un sistema politico, sociale o economico. Insomma sta a indicare l’essere contro qualcosa o qualcuno. Quando si parla di Cuba “dissidente” è una parola, anzi forse “la parola” più usata per descrivere una posizione contro il governo, con la quale si vuole indicare una collocazione politica precisa, mirata a cambiare e spesso ad abbattere il sistema socio-politico cubano che nel luogo comune "non funziona, viola i diritti umani, sopprime la popolazione con abusi inenarrabili, detiene con violenza un ferreo controllo sulle vite e le menti dei cittadini, reprime con brutalità ogni voce fuori dal coro, ogni tentativo di denuncia delle mille contraddizioni dell’isola." Troppo facile cavarsela così. Spesso questa parola viene utilizzata con superficialità, la si utilizza monopolizzando il diritto di citazione a favore di un certo schieramento ideologico e la si usa sempre per il solo scopo di denigrare e condannare un sistema politico considerato totalitario. La si associa quindi implicitamente alla volontà di sovvertire una dittatura per instaurare una democrazia. Wikipedia la descrive così: "Il dissidente non è semplicemente colui che la pensa diversamente, bensì colui che esprime esplicitamente il suo dissenso e lo manifesta in qualche modo ai suoi concittadini e allo Stato […] Il termine è usato soprattutto riferendosi ai dissidenti politici, spesso contro regimi totalitari, anche se esiste l'accezione dissidente filosofico. I dissidenti politici usano principalmente mezzi non violenti di dissenso pubblico, incluso dar voce alle critiche verso il governo, ma i dissidenti possono anche tentare di destabilizzare il governo esiliandolo o rovesciandolo, soprattutto se dietro ad essi vi è l'acquisizione del supporto popolare." Ma oggi è ancora valida tale definizione di dissidenza?
01 febbraio 2013
Dissidenti a Cuba: riforma migratoria, l'incessante intransigenza della "dissidenza"
Finalmente la riforma migratoria è entrata in vigore, ora si può uscire da Cuba senza chiedere il “permesso” alle autorità, basta possedere il passaporto e richiedere un visto del paese che si vuole visitare. In sostanza le cose cambiano poco, nel senso che le garanzie richieste dai pesi più “gettonati dai cubani”, vedi Europa o Stati Uniti, sono difficili da soddisfare, a patto che non si abbiano parenti in loco o abbastanza soldi per soddisfarle. Comunque un tabù è crollato, ora l’isola non è più una “prigione cielo aperto”.
28 gennaio 2013
Cambio a Cuba: crederci, per non morire
foto di Andrea Minichini |
In Italia la campagna elettorale si fa serrante e tediosa, come sempre, da quanto io possa ricordare. Stessi discorsi, promesse, accuse… nulla di nuovo. La partecipazione dei cittadini forse sarà inferiore al passato, ma comunque la maggioranza del “civile e democratico” popolo italico persevera nell’illusione di poter decidere chi scegliere come rappresentante politico per riformare, cambiare un paese ormai alla deriva, dove il livello di vita e i consumi dei cittadini sono paragonabili al dopo guerra. Inconsapevoli dell’inutilità delle loro scelte.
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