Il
governo USA è disposto a dialogare con Cuba per “forgiare” una nuova relazione, ma il governo
dell’isola deve accettare nuove misure in merito alla libertà d’espressione,
alla dissidenza interna e deve liberare Alan Gross.
Raul
Castro si è dichiarato disponibile al dialogo ma con “eguaglianza di condizioni”,
afferma che “il giorno in cui vorranno la tavola è già apparecchiata, questo
gli è stato già comunicato tramite i canali ufficiali.”
I
due sordi che vogliono parlarsi.
Gli
Usa pretendono la scarcerazione di Alan Gross, accusato di spionaggio e
condannato a 15 anni di carcere, mantenendo agli arresti 4 dei 5 cubani
accusati a loro volta di spionaggio, il quinto non può uscire dagli USA.
Permettono che Posada Carriles reo confesso di diversi atti terroristici contro
Cuba, come l’attentato all’aero di linea cubano del 1976 dove morirono 73 persone
e vari attentati dinamitardi in hotel cubani che causarono diverse vittime,
giri liberamente come un eroe nazionale.
Il
governo cubano si dichiara disponibile a discutere su possibili aperture verso
la dissidenza quando non perde occasione per impedire, a volte usando la
violenza, qualsiasi forma di contestazione attiva per le strade dell’isola.
Un
dialogo tra i due paesi è ovviamente auspicabile, ma la priorità è interna all’isola.
Le riforme annunciate, sia economiche che sociali, devono diventare una realtà
immediatamente. Il discorso che Raul ha sostenuto oggi a Guantanamo non accenna
a nessuna miglioria nella vita dei cittadini, anzi continua con le stesse
retoriche di sempre a parlare di sacrifici per la difesa della rivoluzione.
Forse
l’unico aspetto positivo di un dialogo tra USA e Cuba potrebbe essere la fine
dell’embargo, se non altro per cancellare definitivamente l’eterna giustificazione del governo cubano per il malessere che l’isola sta soffrendo da decenni.
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