Cosa
potrebbe succedere se improvvisamente gli USA applicassero un embargo totale verso
Cuba? Cioè se proibissero l’invio di denaro, pacchi, articoli vari e alimenti,
sospendessero tutti i viaggi verso l’isola e l’esportazione di prodotti agricoli
e di allevamento di bestiame dagli Stati Uniti?
Causerebbe un disastro economico impensabile, con
conseguenze che si possono riassumere così:
1. Cuba non riceverebbe più i 2.500 milioni di
dollari in pacchi che commercianti e agenzie inviano annualmente dagli USA tramite i famigliari e “las mulas” e che consistono in abbigliamento, scarpe,
pezzi di ricambio per auto e moto, televisori, dvd, ferramenta, equipaggiamenti
elettrici, computer, profumi e articoli estetici, etc. Articoli che oggi,
nonostante le alte imposte, si possono trovare a Cuba grazie agli esercizi commerciali privati che sono la unica fonte di
approvvigionamento alternativo ai mercati statali, visto l’inesistenza di
magazzini all’ingrosso che il governo continua a negare.
2. Non entrerebbero i 2.500 milioni di dollari in
contanti che i cubani residenti all’estero inviano o spendono durante i viaggi
sull’isola (nel 2011 sono stati 400.000).
3. Il governo perderebbe le alte tasse imposte
per l’emissione o il rinnovo dei passaporti ai cubani residenti negli USA, il
costo di un passaporto è di $400, la sua proroga fino a sei anni di $720, oltre
al costo per i permessi di viaggio a Cuba e passaggi aerei onerosi. Terminerebbero le entrate delle tasse per i bagagli al seguito, il noleggio di automobili e
taxi, le feste e i banchetti organizzati in hotel e ristoranti.
Collateralmente scomparirebbe la distribuzione di
alimenti che Cuba compra dagli USA, che è attualmente il principale importatore
alimentare sull’isola, dal 2011 Cuba ha comprato circa 4.000 milioni di dollari
in alimenti, principalmente polli congelati, carne, mais e soia. L’acquisto di
questi generi dagli USA risulta più economico visto la vicinanza tra i due
paesi.
Sicuramente gli Usa sono i maggiori esportatori
di moneta forte e fonte primaria di merce non statale, così come di medicine e
articoli di consumo generale per la popolazione comune.
Anche il turismo non risulta essere la fonte
principale di moneta forte sull’isola, perché il 35% del denaro che entra viene
pagato per l’importazione di generi che servono al mantenimento dell’industria
turistica.
Secondo la Oficina Nacional de Estadistica (ONE)
nel 2011 il turismo ha prodotto 1.738 milioni di dollari lordi, tolto il 35%
del costo dell’industria turistica restano 1.129 milioni netti. Comparati con i
5.000 che entrano grazie alla spedizione di pacchi e al denaro contante inviato
o speso dai cubani residenti negli USA, l’entrata del turismo e quasi 5 volte
inferiore.
Ufficialmente il governo afferma che prima del ’59
Cuba aveva una forte dipendenza dagli USA, oggi la situazione non è molto
diversa, visto che riceve più denaro contante di quanto ne ottenga con il
totale delle esportazioni dall’isola.
In conclusione è urgente un dialogo “ufficiale” tra
i due paesi che possa regolamentare rapporti commerciali già esistenti
e che ponga fine alla demagogia che
incolpa l’embargo USA di ogni problema economico che Cuba soffre da decenni.
fonte Diario de Cuba
1 commento:
finalmente su questo blog leggo la verità su cuba.
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