Fin qui credo sia abbastanza chiaro quello dimostrato dalla storia degli ultimi 70 anni. Le elite relegate a osservatori delle nascenti democrazie dell’inizio del ‘900, mantenendo però inalterato il loro potere economico, si sentivano sempre più in pericolo, in particolare in Europa, nonostante due guerre mondiali, si stavano sviluppando realtà democratiche socialmente evolute. Ecco che iniziarono a pianificare la riconquista del potere assoluto e globale. Senza armi, con la sola stesura di un progetto basato su poche idee, da divulgare prima, finanziare poi e infine da portare a compimento con ferrea determinazione. Le idee erano semplicemente mirate a sovvertire il Tridente (nato con la rivoluzione francese): Stati, Leggi, Cittadini. Stati sovrani, con una moneta nazionale che attraverso l’emanazione di Leggi approvate dai cittadini emettevano denaro, stampandolo, per produrre beni, servizi e costruire garanzie sociali per il benessere del popolo. Quindi lo scopo era quello di eliminare gli Stati sovrani che emettendo una propria moneta toglievano il potere economico e finanziario alle elite a favore delle masse lavoratrici, divulgare Leggi sovranazionali per impedire che i governi si potessero ribellare e continuassero a spendere generando “deficit positivo” , anestetizzare i Cittadini e i politici facendogli credere che il deficit di uno Stato era in realtà un debito che doveva essere risanato con il sacrificio dei cittadini stessi, con i tagli alle spese sociali, con la disoccupazione e la precarietà.
L’analisi che espongo di seguito è liberamente tratta dal programma di ME-MMT (Mosler Economics-Modern Money Theory) e dal libro di Paolo Barnard “Il più grande crimine”.
I fantasmi dell’inflazione e del deficit gettarono le basi per la futura “cura” da somministrare ai governi occidentali. Negli anni ’70 -’80 le quattro economie più potenti del pianeta si coalizzarono, i loro alfieri iniziarono ad attuare le idee delle elite con decisione. Regan, la Tatcher, Kohl e soprattutto Mitterand agirono per dare sostanza materiale ai fantasmi paventati dalle elite: risanare il deficit degli Stati combattendo l’inflazione. Ognuno mirando ai propri confini applicò le idee Neoclassiche, Neocommerciali e Neoliberiste delle elite occulte.
UN REGALO INASPETTATO
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LA MONETA DI NESSUNO
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MA DOV’E’ LA SINISTRA?
IL LAVORATORE COME IMPRESA PRIVATA
La Tatcher fu la prima a “inventare” con successo un nuovo modello economico che determinerà l’obbligo da parte dei cittadini di abbracciare le idee Neoliberiste dell’unione dei mercati, del potere sovranazionale. Ogni lavoratore doveva pensare come a una piccola impresa privata. Basta con la dipendenza dal governo pachiderma, se si è furbi si possono guadagnare tanti soldi in una economia liberista. Cos’è questa storia della solidarietà sociale, dell’interesse comune? L’individuo deve cercare il massimo per se stesso, fregandosene degli altri. Lo Stato sociale? Ma chissenefrega! Roba da perdenti, là fuori esiste un nuovo mondo virtuale fatto di investimenti illimitati, un gruzzoletto si può trasformare in una grande fortuna! La gente veniva così abbagliata dalla possibilità di scommettere con i numeri e con le azioni, coi titoli e le valute, con mutui e prodotti finanziari. Tutti attirati dal miraggio di incomprensibili strumenti che moltiplicavano magicamente i conti in banca. Un’alchimia astratta che non aveva (e non ha) niente a che vedere ne con beni e tantomeno con servizi. Solo numeri. Manipolati, gonfiati, declassati a solo beneficio delle solite elite finanziarie mondiali che hanno un profitto sempre, che si vinca o che si perda. Sono loro il banco del casinò. Loro smazzano le carte. Non possono perdere.
L’individualismo predominava, l’ottusa convinzione che le scommesse azzeccate potevano arricchire senza fatica era diventata una droga appetibile, legale, una dipendenza accettata e promossa dal sistema. Questa febbre di conseguenza ha portato a distruggere ogni senso di coesione sociale e di interesse comune. L’Esistenza commerciale che spingeva ad accumulare denaro per raggiungere modelli promulgati dalla propaganda della cultura della visibilità, stimolava al mito dell’individuo/impresa e richiedeva la distruzione delle regolamentazioni statali per la tutela del bene comune, viste come un’odiosa interferenza nel proprio diritto di fare soldi a palate e in fretta. Ecco la nascita del dogma Neoliberista dello “Stato ristretto”.
I cittadini sono così intrappolati in un solo sistema economico a misura di investitore. Ecco come le masse di “individui furbi” furono costrette a sostenere il sistema imposto dalle elite Neocommerciali, per la semplice ragione che quasi tutti avevano messo i loro risparmi in quel sistema. Inoltre questo stesso sistema causò un drammatico impoverimento delle aziende piccole o grandi che fossero. Stornando sempre più i profitti dagli investimenti materiali, in ricerca e sviluppo ad esempio, per investirli nei circuiti speculativi finanziari, permisero agli stessi gestori di questa finanza speculativa di controllare il valore reale delle aziende, il loro salvadanaio. Quando inevitabilmente arrivò il crollo, quando le “bolle” esplosero chi ne soffrì maggiormente fu il mercato del lavoro reale, perché gli investimenti interni, come innovazione e rilancio, erano miseramente evaporati.
Fine quinta parte
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