Chi è riuscito a seguirmi fin qui merita tutta la mia ammirazione. Di certo è faticoso assimilare concetti che sembrano così sconvolgenti quanto di una semplicità disarmante da apparire come “favolette” prive di sostanza. Ma proprio per questo conoscere la storia, supportata dai dati, che ha creato il drammatico paesaggio che abbiamo davanti ai nostri occhi è di fondamentale importanza. Ancora un po’ di pazienza, stiamo arrivando all’epilogo della diabolica conquista delle elite. La supremazia dei Nuovi Feudatari si sta concretizzando. La soppressione degli Stati Sovrani, l’annullamento dei cittadini e l’emanazione di leggi a loro uso e consumo stanno diventando velocemente realtà. Senza alcuna invasione militare, senza alcuna aggressione fisica per le strade, semplicemente divulgando idee e modelli che portassero le masse, guidate da Stati servitori e politici accondiscendenti, a credere che i sacrifici, i tagli sociali, le rinunce fossero non solo necessari, ma “virtuosi”.
E’ così evidente quello che sto scrivendo che viene confermato quotidianamente dalle dichiarazioni, le scelte, le leggi emanate dal nostro governo. Cito solo le ultime due in ordine di tempo, così sconvolgenti da sembrare umoristiche. Mario Monti pochi giorni fa ha solennemente enunciato: “La sanità pubblica non sarà sostenibile in futuro, bisogna trovare fonti alternative di sostegno”. Anche mia figlia di 6 anni capisce che questo vuol dire: se lo Stato non ha i soldi per garantire la sanità pubblica, dovrà prenderli in prestito da qualche privato”. Ovviamente i chiarimenti che smentivano eventuali privatizzazioni sono tempestivamente arrivati da Palazzo Chigi, ma il seme è stato piantato, dobbiamo iniziare ad abituarci all’eventualità che presto o tardi questo accada. Nella scuola stesso discorso, dalle materne alle università gli Istituti pubblici sono vergognosi, indecenti e sottoposti a pressioni economiche insostenibili. Poi oggi il buon Mario Draghi ha affermato con rigore: “il tempo delle favole è finito”. Ma quando è iniziato? Di quali favole sta parlando? Forse delle “favolette” che sto raccontando in questo scritto? Claro que si! Ovvio, il benessere diffuso, la produttività crescente, le garanzie sociali in aumento non possono essere garantite dallo Stato, bisogna sudarsele, sacrificarsi, ci saranno dei morti, ma è il prezzo da pagare!
L’analisi che espongo di seguito è liberamente tratta dal programma di ME-MMT (Mosler Economics-Modern Money Theory) e dal libro di Paolo Barnard “Il più grande crimine”.
IL POTERE DEI FANTASMI
Il passaggio tra gli anni ’70 e ’80 è cruciale. Arriva il poker d’assi delle elite Neoclassiche, Neocommerciali e Neoliberiste: Ronald Regan negli USA, Margaret Tatcher in GB, Helmuth Kohl in Germania e Francois Mitterand in Francia. Le quattro più potenti economiche del mondo si unirono per imporre l’intransigenza del libero mercato e lo smantellamento delle regolamentazioni governative. Mitterand in particolare ebbe un ruolo rivoluzionario, proprio perché unico uomo di sinistra all’interno dei quattro. Fu in grado di trasformare la sinistra socialista in un mostro a due teste che con una difendeva principi sociali universali e con l’altra applicava le idee destroide Neoliberiste più estreme. Questa metamorfosi si meritò di essere definita con un termine nuovo: "Liberismo sociale”, dove il Governo farà gli interessi delle elite, lo Stato interverrà solo per riparare i danni creati dalle spese a “deficit negativo” e per contrastare i conseguenti problemi sociali che ne deriveranno. In sostanza per elargire valanghe di denaro pubblico alle banche private che ci prestano ciò che è già nostro. Il presidente francese sosteneva: “…che la gente si dovesse togliere di mezzo, che la piena occupazione avrebbe dato troppo potere al popolo, mentre la deflazione, la disoccupazione e i lavori precari gliel’avrebbero sottratto.”
Il progetto delle elite si stava realizzando, ma esistevano ancora dei pericoli. In Europa la sovranità legislativa dei tecnocrati e la moneta unica erano ancora lontani dall’essere una realtà. Fino ad allora l’unico mezzo usato per imporre le idee liberal-capitaliste era il “piano di contiguità”, la propaganda ideologica per bloccare il potere sovrano degli Stati a favore delle piccole-medie imprese e dei cittadini. Sarebbe bastata una piccola scintilla per mandare all’aria il piano criminale, l’apparire di una figura “illuminata” che svelasse il progetto fraudolento avrebbe potuto risvegliare una coscienza di massa e una conseguente ribellione sociale. Avevano bisogno di qualcosa di dirompente per imporre il controllo politico che fosse inattaccabile, che soprattutto convincesse le masse, i cittadini comuni che i loro dogmi fossero inevitabili e virtuosi. Dovevano divulgare la “singola ideologia del sacrificio”.
Riesumarono antichi fantasmi che dovevano avere una presa immediata sull’opinione pubblica, apparire di buon senso e insinuare la paura tra i cittadini. Ecco materializzarsi i due spauracchi globali: l’inflazione e il deficit.
INFLAZIONE
Secondo la teoria della Curva di Phillips se si abbassa la disoccupazione si ottiene un aumento proporzionale dell’inflazione ( +occupazione=+salari=+ soldi in circolo= + inflazione) . Milton Friedman sosteneva che la sua teoria fosse troppo benevola, l’inflazione secondo lui non solo era determinata dalla troppa occupazione, ma sarebbe cresciuta molto di più, col rischio di andare fuori controllo. Ecco la catastrofe annunciata! I politici immaginavano già i loro benestanti cittadini che andavano a comprare il pane con una valigia di denaro. Così Friedman sentenziò che un “naturale” livello di disoccupazione era necessario per evitare il disastro.
La previsione apocalittica di Friedman, ma anche di Phillips, è in realtà falsa, una follia che aveva lo scopo di eliminare la spesa degli Stati a deficit positivo e controllare così una massa di cittadini che si scarificavano per lavorare poco, precariamente e sotto pagati a favore delle mire espansionistiche globali delle elite. L’inflazione infatti si tiene sotto controllo con due semplici misure: aumentando la produttività e tassando gli eccessi di liquidità. Va da sé infatti che se uno Stato emette valuta per creare infrastrutture, scuole, ospedali e produrre beni e servizi a beneficio delle imprese e dei lavoratori, questa liquidità stimola ad incrementare la produttività interna. Se la circolazione di moneta diventa eccessiva si possono aumentare le tasse, ma non per arricchire lo Stato (che si può stampare la moneta da solo), ma per distruggere il denaro in esubero. Solo quando la piena occupazione porta il sistema al suo limite produttivo esiste un reale pericolo di inflazione, ma questa evenienza è ancora un’ipotesi lontana. Inoltre si possono frenare i consumi compulsivi con un’adeguata istruzione ed educazione ai consumi stessi. Un equilibrio consumistico è indispensabile per raggiungere un benessere diffuso. Bisogna ribaltare il concetto di “Esistenza commerciale”.
ISTERIA DEL DEFICIT
Le idee microeconomiche traslate nella macroeconomia hanno creato il secondo fantasma che oggi più che mai incombe sulle nostre vite. Il concetto che “gli Stati sono come le famiglie”. Come le famiglie (microeconomia) devono prima risparmiare poi spendere. Così che gli Stati (macroeconomia) non possono creare un “deficit positivo”. Alcuni economisti Neoliberisti, Robert Lucas, Toma Sargent, Neil Wallace tra gli altri, diffusero l’idea che il deficit è un debito per i cittadini. Con una moneta sovrana questo è falso! Il deficit è un credito che lo Stato concede quando investe per aumentare la produttività, quando spende, stampando la propria moneta, per generare benessere sociale. Oggi il dictat economico rispettato e condiviso da ogni schieramento politico è: "…ogni singola famiglia ha sulle spalle un debito da ripagare… I nostri figli nascono con un debito che si trascineranno all’infinito…”. Sono fantasmi! Superstizioni! E’ soltanto la manifestazione concreta della vittoria delle elite che sono così riuscite a cementare l’annullamento della spesa a deficit positivo degli Stati.
Oggi sì che il debito dei governi verso la BCE è reale, noi prendiamo in prestito una moneta sovranazionale per risanare un debito sul quale paghiamo gli interessi “reali”, quindi dobbiamo tagliare le spese sociali, abbassare i salari, aumentare la disoccupazione, creare deflazione, privatizzare. Lo scopo delle elite è raggiunto!
L'isteria del deficit incrementa la depressione economica che stiamo vivendo in Europa e negli USA e che è pilotata dalle elite. La dimostrazione sta nel fatto che nel dopo guerra negli Stati Uniti, seguita anni dopo dall'Europa, si visse un ventennio di notevole benessere sociale, l’inflazione negli USA viaggiava normalmente intorno al 25% del PIL. Successivamente, a causa della ricostruzione delle macerie della 2a guerra mondiale, in Italia nel decennio 70-80 si andava tra il + 19.45% del 1974 al + 10,6 del 1984. Oggi nel baratro dove stiamo sprofondando si aggira intorno al 2,5-3%!
Fine quarta parte
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