15 novembre 2012

Cuba e Italia: la repressione si condanna sempre

Roma, 14 Novembre
Giorni fa ho condannato l’episodio di repressione della polizia cubana che ha portato in carcere alcuni dissidenti pacifici tra i quali Yoani Sanchez. La maggior parte sono stati rilasciati dopo poche ore, ma uno in particolare, il giornalista indipendente Antonio G. Rodiles è stato arrestato con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e rischia fino a 1 anno di carcere.
Ieri in molte città europee si sono svolte manifestazioni pacifiche di studenti per protestare contro le restrizioni sociali che si stanno attuando con prepotenza in tutti i paesi europei. La reazione delle forze dell’ordine è stata violenta e sanguinaria.


Con questo voglio ribadire la mia imparzialità e coerenza nel condannare sempre con fermezza ogni forma di repressione delle autorità verso chi manifesta pacificamente le proprie idee. Ma quando questo accade nel mondo “DEMOCRATICO” e “CIVILE” europeo, causa ancor più sdegno e inquietudine. Soprattutto la ceca brutalità con la quale i giovanissimi studenti sono stati caricati e picchiati dalla polizia, fa sembrare il comportamento dei poliziotti cubani più rispettoso e tollerante.

Ovviamente non giustifico la decisione di accusare un giornalista di un reato così grave da prevedere il carcere, ma considero indegno che la commisione dei Dirittti Umani classifichi come “prigioniero politico” Rodiles, che la comunità internazionale sollevi accuse e condanne verso il “dittatore”, il “despota”, ma che non accenni minimamente all'assurda recrudescenza delle forze “dell’ordine” verso le migliaia di persone che stanno manifestando in Europa contro le prepotenza dei governi-fantoccio schiavi della Commissione Europea e dell’elite finanziaria globale, che sta portando alla miseria centinaia di migliaia di cittadini “liberi e sovrani”, cancellando di fatto le garanzie sociali dei popoli e spianando la strada all’autorità solenne di un feudale governo sovranazionale.

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