E’ appena passato un giorno dall’annuncio dell’abolizione
delle restrizioni migratorie per i cubani, che si è già sollevata la protesta
dei soliti dissidenti intransigenti e incontentabili.
L’evidente dimostrazione della volontà di cambiare,
magari lentamente, magari con precauzione, alcune leggi obsolete e assurde che sono
in vigore da 50 anni e che recavono più danni che benefici, prima di tutto al
governo stesso, è criticata con gli stessi argomenti anacronistici di sempre: è
una menzogna, non è niente, è una frode, viva Cuba libre, etc. “Gli
irriducibili”!
E’ sempre più evidente che questa parte di dissidenza non
solo non trova pace nonostante i tangibili cambiamenti, ma dimostra di non
volere proprio alcun tipo di cambio nella società, nell’economia e nella vita
quotidiana dei cittadini cubani.
Sono consapevoli di perdere terreno ogni volta che il
governo dimostra di voler cambiare concretamente, con i fatti, dimostrando la
volontà di affrontare con decisione riformista quei nodi cruciali che da anni,
giustamente, vengono condannati all’unanimità sia dentro che fuori l’isola,
molto spesso anche all’interno delle autorità stesse.
E' la stessa storia che si ripete.
Quando nel 2008 fu annunciata la libertà di possedere una
linea telefonica per cellulari, i soliti “intransigenti democratici” gridarono
che l’uso dei telefonini sarebbe servito solo per le spie, che nessun cubano si
sarebbe potuto permette il lusso di possedere un cellulare; oggi gli utenti aumentano
di milioni ogni anno.
Quando si permise l’accesso ai cittadini cubani negli
hotel dove si paga in CUC quell’opposizione estrema affermò che gli hotel erano
troppo cari, nessuno avrebbe usufruito di quella libertà; oggi i cittadini
cubani sono il secondo gruppo per nazionalità, dopo i canadesi, a frequentare
hotel a 5 e 4 stelle sull’isola nelle famose località balneari cubane.
Quando il governo approvò le attività in proprio, gli
stessi dissidenti ad oltranza ridicolizzarono le nuove misure affermando che le
limitazioni imposte avrebbero causato un disastro totale; oggi le attività in
proprio, nonostante le mille difficoltà, sono una realtà concreta, esistono
quasi 400.000 piccole e medie attività private.
In conclusione i cambiamenti del governo, per quanto
lenti e accorti, sono tangibili e indiscutibili. Si dimostra sempre più la
volontà politica di cambiare la società, di modernizzare l’economia, di
concedere sempre più libertà, anche d’espressione, per mirare ad uno sviluppo
sostenibile e riformista.
Mentre la dissidenza estrema, dentro l’isola sempre più
flebile nonostante la mania di protagonismo di alcuni esponenti peraltro
sconosciuti agli stessi cittadini dell’isola, all’esterno più viva ma debole
nella sostanza, continua a perdere argomenti convincenti, aggrappandosi sempre
più a slogan ormai logori e vuoti di significato: il regime non si cambia si
abbatte, a morte i Castro, viva Cuba Libre!
2 commenti:
Sono completamente d'accordo con questa "lettura" delle riforme e delle proteste dei dissidenti. Purtroppo però sui media internazionali avrà sempre piu eco una voce stonata piuttosto di riflessione pacata come la sua. Complimenti e buona giornata. lorenzo
Grazie Lorenzo, hai ragione, alcuni dissidenti non vogliono riformare, ma distruggere, senza sapere però poi cosa ricostruire... Molti di loro quando Cuba riuscirà a intraprendere un cammino nuovo e prospero, non avranno più argomenti, molti di loro mostreranno così il loro vero volto: quello di estremisti di destra, rappresentanti del capitalismo liberista oltranzista, difensori dell'imperialismo finanziario globale, quindi il loro scopo non è migliorare la vita del popolo cubano, ma instaurare a Cuba un governo filo-americano di destra, per esportare così mc donald, coca cola e banche...
Posta un commento