17 ottobre 2012

Cambio a Cuba: le libertà aumentano, ma gli "irriducibili" non sono mai contenti

E’ appena passato un giorno dall’annuncio dell’abolizione delle restrizioni migratorie per i cubani, che si è già sollevata la protesta dei soliti dissidenti intransigenti e incontentabili.
L’evidente dimostrazione della volontà di cambiare, magari lentamente, magari con precauzione, alcune leggi obsolete e assurde che sono in vigore da 50 anni e che recavono più danni che benefici, prima di tutto al governo stesso, è criticata con gli stessi argomenti anacronistici di sempre: è una menzogna, non è niente, è una frode, viva Cuba libre, etc. “Gli irriducibili”!


E’ sempre più evidente che questa parte di dissidenza non solo non trova pace nonostante i tangibili cambiamenti, ma dimostra di non volere proprio alcun tipo di cambio nella società, nell’economia e nella vita quotidiana dei cittadini cubani.
Sono consapevoli di perdere terreno ogni volta che il governo dimostra di voler cambiare concretamente, con i fatti, dimostrando la volontà di affrontare con decisione riformista quei nodi cruciali che da anni, giustamente, vengono condannati all’unanimità sia dentro che fuori l’isola, molto spesso anche all’interno delle autorità stesse.

E' la stessa storia che si ripete.
Quando nel 2008 fu annunciata la libertà di possedere una linea telefonica per cellulari, i soliti “intransigenti democratici” gridarono che l’uso dei telefonini sarebbe servito solo per le spie, che nessun cubano si sarebbe potuto permette il lusso di possedere un cellulare; oggi gli utenti aumentano di milioni ogni anno.
Quando si permise l’accesso ai cittadini cubani negli hotel dove si paga in CUC quell’opposizione estrema affermò che gli hotel erano troppo cari, nessuno avrebbe usufruito di quella libertà; oggi i cittadini cubani sono il secondo gruppo per nazionalità, dopo i canadesi, a frequentare hotel a 5 e 4 stelle sull’isola nelle famose località balneari cubane.
Quando il governo approvò le attività in proprio, gli stessi dissidenti ad oltranza ridicolizzarono le nuove misure affermando che le limitazioni imposte avrebbero causato un disastro totale; oggi le attività in proprio, nonostante le mille difficoltà, sono una realtà concreta, esistono quasi 400.000 piccole e medie attività private.

In conclusione i cambiamenti del governo, per quanto lenti e accorti, sono tangibili e indiscutibili. Si dimostra sempre più la volontà politica di cambiare la società, di modernizzare l’economia, di concedere sempre più libertà, anche d’espressione, per mirare ad uno sviluppo sostenibile e riformista.

Mentre la dissidenza estrema, dentro l’isola sempre più flebile nonostante la mania di protagonismo di alcuni esponenti peraltro sconosciuti agli stessi cittadini dell’isola, all’esterno più viva ma debole nella sostanza, continua a perdere argomenti convincenti, aggrappandosi sempre più a slogan ormai logori e vuoti di significato: il regime non si cambia si abbatte, a morte i Castro, viva Cuba Libre!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono completamente d'accordo con questa "lettura" delle riforme e delle proteste dei dissidenti. Purtroppo però sui media internazionali avrà sempre piu eco una voce stonata piuttosto di riflessione pacata come la sua. Complimenti e buona giornata. lorenzo

Roberto Ferranti ha detto...

Grazie Lorenzo, hai ragione, alcuni dissidenti non vogliono riformare, ma distruggere, senza sapere però poi cosa ricostruire... Molti di loro quando Cuba riuscirà a intraprendere un cammino nuovo e prospero, non avranno più argomenti, molti di loro mostreranno così il loro vero volto: quello di estremisti di destra, rappresentanti del capitalismo liberista oltranzista, difensori dell'imperialismo finanziario globale, quindi il loro scopo non è migliorare la vita del popolo cubano, ma instaurare a Cuba un governo filo-americano di destra, per esportare così mc donald, coca cola e banche...