Affrontare
questo tema mi esporrà senza dubbio a valanghe di critiche e attacchi senza
tregua, ma sento di esprimere un concetto che tengo dentro da un po di tempo e
che va al di là della visione comune.
Fondamento
principale di ogni società civile, il più importante diritto dell’umanità e
principale forma per analizzare ed eventualmente contestare un governo, delle
leggi, la vita di una società.
Ma
cosa vuol dire avere libertà d’espressione?
A
Cuba è scontato dire che non esiste, viene condannata anche dal codice penale,
viene repressa, a volte violentemente, per le strade e non esiste un pluralismo
nei media dell’isola.
E
in Italia esiste la libertà d’espressione?
Certamente
chiunque può girare per strada e sostenere questa o quell’idea senza per questo
rischiare l’arresto o la repressione violenta da parte della polizia (non sempre).
Ma
questo ha una utilità pratica?
Qualcuno
considera queste forme di contestazione?
E’
sufficiente che un individuo o un gruppo di persone si organizzino per
dissentire, quando le loro proteste restano fini a se stesse?
Poi
la libertà di stampa!
Nella classifica di Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa del 2011/12 l'Italia è al 61° posto con un
peggioramento di più di 10 posizioni rispetto allo scorso anno.
Non
si direbbe? Provate a leggere i titoli dei quotidiani di oggi, sono la copia
uno dell’altro, nessuno espone una visione alternativa o diversa, letto uno
letti tutti, a parte pochissime eccezioni. Senza parlare della televisione! L’editoria in Italia è in mano a
forti poteri economici che difendono gli interessi privati, qualunque essi
siano.
Certo
Cuba è al 167° posto, ma almeno è peggiorata di meno di 10 posizioni.
Inoltre
come dicevo la libertà di stampa è evidentemente assente, esistono solo organi
ufficiali del Partito Comunista.
Da
noi al contrario ci si vanta di essere un paese libero, dove potersi esprimere
senza rischi. Forse è vero ma è altrettanto inutile.
In
conclusione l’affanno per la conquista della libertà d’espressione è sterile.
Condannare, contestare, non stimola i governi a cambiare.
Solo agire all’interno
delle leggi e delle regole, lo stimolo e le proposte, l’azione attiva per
spingere ad un cambiamento possono produrre risultati.
Soprattutto
le proposte.
E qui viene una critica aperta alla dissidenza cubana più estrema.
Da quella parte vengono solo condanne, critiche, a volte incivili e violente, e
mai qualche proposta costruttiva.
Qualche idea che vada oltre al “Castro se ne
deve andare”, “vogliamo la libertà d’espressione”, “questo e quello non
funziona”.
Mai un suggerimento su come le cose potrebbero cambiare in pratica,
cosa si potrebbe fare, con le attuali leggi, per stimolare un cambiamento.
Questo
non vuol dire ignorare quello che a Cuba non funziona, e sono tante cose, al
contrario vuole dire analizzare seriamente queste cose e proporre alternative
pratiche, concrete.
Volendo
fare un parallelo italiano porto l’esempio di Beppe Grillo.
E’ stato per anni
un grande contestatore, senza ottenere grandi considerazioni.
Poi all’atto di
organizzare un movimento politico che agisce all’interno della costituzione sta
sbaragliando il consueto panorama politico,spaventando la casta dirigente e
prospettando un cambio epocale nella politica italiana.
Un grande esempio di
come ci si può muovere per ottenere dei cambiamenti.
Questo
è il mio umile consiglio agli oppositori cubani.
Iniziate a pensare ed agire
all’interno della costituzione, proponete delle nuove idee e lavorate per la loro
realizzazione, meno slogan e più azione, pacifica e costituzionale.
Il resto non serve a niente… Se non forse a vincere qualche premio letterario in più.
Scusate
la veemenza…
4 commenti:
SI può essere daccordo con te ma poi quando i principali attivsti moderati scompaiono in modi alquanto dubbi e misteriosi, e per ottenere qualcosa si debba rischiare la vita in scioperidella fame e della sete le cose prendono un'altro aspetto, non trovi.
Esattamente quanto succede in Italia. Ovviamente non sono d'accordo, ma è lo stato delle cose. Non dipende da Cuba o da altre forme di governo, è il potere che difende, mantiene, anche con la violenza, quello che considera legittimo per la sua sopravvivenza. Ripeto non è giusto, ma è così e non esserne consapevoli non aiuta a cambiare le cose. Che ne dici del G8 di Genova? Sai quanti morti ci sono stati nelle carceri in Italia? 6 in agosto, 100 da inizio anno, 2033 negli ultimi 12 anni. In confronto Cuba, anche facendo le dovute proporzioni, è un parco di ricreazione per detenuti. Questa la chiami civiltà?
Ottima riflessione. Per l'Italia il panorama stampa è sempre in linea con i poteri forti, tranne qualche voce fuori dal coro.
Per Cuba Payà voleva cambiare il sistema in maniera costituzionale. Però che è ne è stato del progetto Varela? E che dire della sua morte?
Un cambio vero deve partire dentro le istituzioni cubane, ma quando avverrà?
Molte speculazioni su Payà, è vero è stato e rimane uno dei pochi esempi equidistanti dal governo e dalla dissidenza estrema, ha lottato all'interno della costituzione senza ottenere risultati tangibili. Non significa che non si debba continuare il suo esempio, anzi bisognerebbe rafforzarlo, spingendo ancora di più su queste leve affinché il governo non possa fare a meno di considerare queste forme di opposizione pacifica. In quanto ai misteri sulla sua morte, credo che se avessero voluto ucciderlo avrebbero potuto farlo in modo molto più discreto e silenzioso. Forse qualche testa matta ha deciso indipendentemente? non so, di certo i governi conoscono tecniche più discrete per azzittire le opposizioni, sia al di qua che al di là dell'oceano!
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