Quello che la Gran Bretagna sta sostenendo nel
caso Assange è la plateale dimostrazione che l’ingerenza violenta non ha colore
politico né confini geografici.
Un paese considerato l’esempio mondiale di
democrazia e stato di diritto sta ignorando i più basilari principi di
sovranità nazionale minacciando di invadere un paese straniero per soddisfare
le richieste dell’alleato criminale USA.
Non è un mistero che il caso del
fondatore di Wikileaks sia l’evidente atto di prepotenza che gli Stati Uniti
stanno sostenendo nei confronti di chi ha semplicemente fatto luce su documenti
e rapporti “segreti” che hanno dimostrato la plateale condotta criminale del
governo americano nelle guerre in Afghanistan e Iraq.
Non ha niente a che
vedere l’imputazione di stupro, tra l’altro alquanto ambigua, che viene
imputata a Assange, lo scopo è chiaramente l’estradizione negli USA per
processarlo per alto tradimento. Inoltre non si capisce il perché visto che il blogger
non è cittadino americano.
Cosa ancora più sconvolgente è la flebile presa di
posizione degli altri stati occidentali “democratici e civili”, l’Italia non si
è ancora espressa in merito, tutti fieri paladini dei diritti umani, uniti
nelle convenzioni di Ginevra e sostenitori del diritto di asilo politico.
Certo
come dice la convenzione l’asilo politico non si concede a chi è accusato di
delitti comuni, ed ecco perciò il motivo della dubbia accusa di stupro.
Ma l’invasione
di una ambasciata sovrana per effettuare un arresto arbitrariamente svolto,
senza alcuna condanna definitiva, ma solo per permettere un interrogatorio da
parte delle autorità svedesi, è una ingerenza internazionale intollerabile.
In merito al caso Assange si svolgerà questo fine
settimana una riunione dei paesi centro e sudamericani dell’ Alba e dell’Unasur, tra i quali parteciperà Cuba, a sostegno dell’Ecuador.
Si analizzeranno “le minacce proferite dal
Regno di Gran Bretagna e Irlanda del Nord contro l’integrità della ambasciata
dell’Ecuador a Londra e contro il diritto sovrano che ha l’Ecuador di
amministrare la sua politica di asilo”.
Come noto ieri l’Ecuador ha ufficializzato l’asilo
politico concesso ad Assange che rischia l’estradizione negli USA dove verrebbe
processato per alto tradimento che prevede la conseguente possibile pena di
morte.
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