08 luglio 2012

La politica di Cuba: dopo la Cina Raul è in Vietnam


Raul Castro è arrivato ieri in Vietnam dopo la visita in Cina, l’obiettivo è incrementare i rapporti economici trai due paesi.
Raul guarda allo sviluppo economico vietnamita con molto interesse, cercando spunti da applicare allo sviluppo di una nuova economia cubana.

Nonostante il Vietnam abbia una popolazione di 82.000.000 di abitanti, è molto più vicino a Cuba in quanto a composizione geografica e similitudini climatiche. Per questo motivo è un esempio molto più concreto per Cuba di quanto può essere la Cina, per incrementare un’economia interna e riforme sociali ad attuare a Cuba, stimolando così una nuova forma di capitalismo socialista che porterebbe Cuba fuori dal baratro economico che sta vivendo.

Il Vietnam è il maggior esportare di riso a Cuba, dopo il Venezuela e la Cina è un partner economico importante per l’isola.
Il paese asiatico negli ultimi 30 anni ha avuto uno sviluppo economico miracoloso.
Il suo PIL cresce al ritmo del 6 % annuo, da quando la sua economia è passata dal controllo pianificato del governo, ad una libera economia di mercato ha gradualmente e costantemente aumentato la sua ricchezza interna. Oggi il reddito medio procapite è di circa $1000 al mese.

Il settore economico principale vietnamita è la produzione di riso, di cui è il terzo produttore mondiale, ma l’agricoltura in generale è la forza economica maggiore del paese asiatico: canna da zucchero, caffè, caucciù sono, tra altri, fonti importanti di introiti.
Anche l’estrazione petrolifera ha un ruolo importante nell’economia interna, insieme ad una produzione industriale nel settore tessile e tecnologico, sono aree in pieno sviluppo.

Si può capire perché Raul cerchi di prendere spunto dalle riforme attuate in questo paese, ma risulterà inutile se non smette di aver paura!
Paura del nuovo, paura delle opinioni dei cittadini, pura del vicino yankee, paura di perdere un dominio ideologico che non ha senso se non accompagnato da un benessere ed un appoggio sociale, con la paura non si cambia, nemmeno si sopravvive, la paura blocca ogni possibile innovazione, sviluppo, modernizzazione. Aprirsi è la sola alternativa.

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