Un anno fa il presidente
Raul Castro annunciò un cambiamento delle leggi migratorie cubane,
promettendo una maggiore libertà di movimento.
Da allora però le restrizioni sono ancora in vigore.
Ma la prima delle due
riunioni annuali del parlamento, che si terrà lunedì prossimo, potrebbe
finalmente affrontare seriamente le leggi in questione.
Ogni giorno all’Havana si
formano lunghe code fuori l’ufficio di emigrazione.
I cittadini che inoltrano
le richieste per uscire dall’isola devono possedere un invito dalla persona che
vogliono visitare, pagando una tassa di $120 e esibendo il permesso del loro datore di
lavoro. Per i professionisti statali significa un permesso del governo.
Inoltre
bisogna pagare altri $150 per il permesso di uscita.
Professionisti di alto
rango come medici subiscono altre forti restrizioni.
Raul affermò una anno fa
che molte delle restrizioni migratorie vigenti non sono più necessarie. La
chiusura dei confini dopo la rivoluzione era una questione di sicurezza
nazionale, oggi la situazione è radicalmente cambiata.
Il governo però sostiene
che gli USA promuovono una fuga di cervelli da Cuba, i professionisti più
preparati vengono attirati dalla prospettiva di una vita economicamente migliore.
L’annuncio del
cambiamento è stato ampliamente anticipato dal congresso del Dicembre scorso,
Raul parlò di tematiche complesse e di una gradualità nell’applicazione delle
nuove misure.
Al momento un cittadino
che non rientri a Cuba dopo undici mesi di soggiorno all’estero perde i diritti
di residenza.
Per molti anni chi si
stabiliva definitivamente in un paese straniero veniva considerato un
traditore, un nemico della rivoluzione.
Oggi le cose sono cambiate: il governo
ammette che molti cubani lasciano l’isola per ragioni prettamente economiche.
Inoltre il governo prende in
considerazione il fatto che molti cubani che si stabiliscono all’estero mantengono stretti legami sull’isola e intendono rientrare a Cuba con nuove esperienze e un maggiore potere economico. Il che porterebbe un vantaggio al governo stesso.
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