22 luglio 2012

Cambio a Cuba: le difficoltà per uscire dall'isola


Un anno fa il presidente Raul Castro annunciò un cambiamento delle leggi migratorie cubane, promettendo una maggiore libertà di movimento. 
Da allora però le restrizioni sono ancora in vigore.
Ma la prima delle due riunioni annuali del parlamento, che si terrà lunedì prossimo, potrebbe finalmente affrontare seriamente le leggi in questione.

Ogni giorno all’Havana si formano lunghe code fuori l’ufficio di emigrazione. 
I cittadini che inoltrano le richieste per uscire dall’isola devono possedere un invito dalla persona che vogliono visitare, pagando una tassa di $120 e esibendo il permesso del loro datore di lavoro. Per i professionisti statali significa un permesso del governo. 
Inoltre bisogna pagare altri $150 per il permesso di uscita. 
Professionisti di alto rango come medici subiscono altre forti restrizioni.

Raul affermò una anno fa che molte delle restrizioni migratorie vigenti non sono più necessarie. La chiusura dei confini dopo la rivoluzione era una questione di sicurezza nazionale, oggi la situazione è radicalmente cambiata. 
Il governo però sostiene che gli USA promuovono una fuga di cervelli da Cuba, i professionisti più preparati vengono attirati dalla prospettiva di una vita economicamente migliore.

L’annuncio del cambiamento è stato ampliamente anticipato dal congresso del Dicembre scorso, Raul parlò di tematiche complesse e di una gradualità nell’applicazione delle nuove misure.
Al momento un cittadino che non rientri a Cuba dopo undici mesi di soggiorno all’estero perde i diritti di residenza.
Per molti anni chi si stabiliva definitivamente in un paese straniero veniva considerato un traditore, un nemico della rivoluzione. 
Oggi le cose sono cambiate: il governo ammette che molti cubani lasciano l’isola per ragioni prettamente economiche.
Inoltre il governo prende in considerazione il fatto che molti cubani che si stabiliscono all’estero mantengono stretti legami sull’isola e intendono rientrare a Cuba con nuove esperienze e un maggiore potere economico. Il che porterebbe un vantaggio al governo stesso.


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