22 novembre 2009

Repressione a Cuba: il terrore tra 23 e G

Ecco il racconto di Claudia, presente alla brutale aggressione di Reinaldo. Possiamo solo appellarci a più persone possibili, ovunque al mondo:
Questo non può essere il preludio ad una stagione di odio rabbioso, ad uno scontro selvaggio tra la ragione della verità e la crudele frustrazione dell'ignoranza.
BASTA YA!

di Caludia Cadelo da Octavo Cerco


La strada invasa da centinaia, non me lo sarei mai aspettata. Sò che in qualsiasi momento smetteranno di essere persone e si trasformerranno in macchina repressiva. Silvia e io filmiamo da dentro una automobile, ad un certo punto lontano dall'occhio del ciclone, lascio la videocamera a Silvia e ritorno a piedi verso 23 e G.
Ho molta paura, Claudio con una video camera si mischia tra la stampa internazionale. Vedo quasi tutti i miei amici dell'accademia, alunni e professori. Dò un bacio a Reinaldo, lui fà una battuta sulle televisioni insieme a me, ma non riesco a ridere. Vorrei dire scappiamo! Ma sto zitta.

Alla mia destra una parete umana e una donna gesticola, non si vede l'orizzonte. Lo sò tra un istante ci saranno addosso, saranno quattrocento e sono terrorizzata. Vado avanti non posso evitarlo. La stampa si accerchia intorno a Reinaldo, l'aria diventa irrespirabile. Una delle mie compagne di classe mi dice "andiamo là ci sono le telecamere" non andare, le dico, ci spazzeranno via. Credo che per alcuni secondi corro sino al Riviera (hotel Riviera n.d.t.), ho la testa a mille.. sono fuggita, che orrore.
Torno sui miei passi, non riesco nemmeno a prendere il cellulare, la valanga mi passa davanti gridando "Fidel! Fidel!" e si porta dietro tutti. Immediatamente ci sono dei tipi dietro di me, uno grida con lascivia "Questo è figo oggi!"

In un angolo Lia, Vallin e Ivan sono sopravvisuti all'onda. Lei si attacca al suo portatile mentre gli altri due sono di una calma rivelatrice, penso "non hanno paura!". Purtroppo in questo momento non posso restare più a lungo qui. Afferro Lia, la metto in un taxi, mando un twits, dico al tassista che vado a Nuovo Vedado, facciamo un giro dei palazzi intorno alla 23, un torrente umano si muove, mai visto una cosa così impressionante: grida, pugni, polizia, gente isterica.

Chiamo Yoani, questo è fuori controllo, sono convinta che già saranno tutti incoscienti, che passeremo la notte chiamando la polizia e gli ospedali. Immagino Reinaldo sbattuto per terra e questi selvaggi che gli passano sopra.

Quando arrivo Reinaldo aveva già chiamato, non ci posso credere, ma sto zitta. Entra dalla porta e lo verifico, che dicano quello che vogliono, è vivo per miracolo. Oggi il Governo ha posto volontariamente la vita di un gruppo di persone in pericolo.

Da questo istante ritengo responsabile la Sicurezza di Stato e Raul Castro per qualunque cosa possa succedere a chi oggi, dopo essere stato trascinato, colpito, minacciato e trattenuto, ha finalmente fatto ritorno a casa:

- Marleny González
- Yoan Hernández
- Yadaimí Domínguez
- Frank Paz
- Wilfredo Vallín
- Eugenio Leal
- Pastor Manuel
- Iván García
- Silvio Benítez
- Jose Alberto Álvarez Bravo
- Lilia Castañer Hernández
- Lianelis Villares
- Claudio Fuentes Madan

e delle altre persone di cui non conosco il nome, ma che pubblicherò al più presto.

1 commento:

simone ha detto...

Grande Rob, ancora complimenti!
fai un grandissimo lavoro!

simone