20 luglio 2009

Dissidenti a Cuba: il potere della solidarietà

di Pablo Pacheco da Voz tras las rejas
E' risaputo dalla storia che la solidarietà è quello che realmente anima gli uomini. Quando nacque l'idea di creare un mio blog personale, e che Ivan mi propose il progetto, pensai a qualcosa dal sapore di fiction: non sapevo cosa fosse un blog e di internet conosco molto poco, dovuto alle ferre restrizionei imposte da quelli che si credono padroni del pensiero e cercano a tutti i costi di incatenare il raziocinio dei cubani.

Ovviamente nei sistemi totaltari ci saranno sempre uomini come Boris Pasternak, che un giorno declinò il premio Nobel di Letteratura per seguire e soffrire le pene del suo popolo russo.

Recentemente la bloggera Claudia Cadelo mi ha informato che la mia pagina wb è tradotta in inglese e portoghese e si è impegnata perchè sia tradotta in Francese.

La cosa curiosa è che cercai di conoscere personalmente Ivan e non ci riuscii. Era il 14 Marzo 2003, quatro giorni dopo sono stato arrestato durante l'ondata repressiva di quello stesso anno e conosciuta nel mondo come "Primavera Nera".

Ho conosciuto Claudia da poco, e solo parlandole al telefono. L'incredibile è che mi sembra di conoscere tutti e due da una vita. Ho sempre ammirato la gratitudine, è possibile che me lo abbia trasmesso mia madre da bambino.

Dal primo momento ho offerto il blog a tutti i miei compagni della causa dei 75, tramite i loro famigliari, ovviamente a quelli che conosco e con i quali sono in contatto. La mia opinione è che il movimento dei blogger a Cuba è una eccellente alternativa allo spazio di libertà che necessita con disperazione l'isola, riuscendo ad essere come la stampa estera, in cuanto alla diffusione delle notizie sull'opposizione interna e sulla dissidenza.

Mi sembra anche che chiunque abbia un blog sia anche un dissidente, con l'opzione di non essere unito alla stampa indipendente, ovviamente senza cercare di competere con le agenzia di stampa straniere.

Alla fine lavorare tutti per le notizie, con differenti profili, come accade in tutto il mondo. Per adesso mi considero la voce di chi non ha un blog, in questa tetra prigione. E se andiamo a vedere, chi oggi ha meno possibilità di far sentire la sua voce a Cuba, sono i reclusi, per vari motivi, dico di più senza timore di equivocarmi, la parola più schiavizzata tra gli 11 milioni di cubani è quella dei reclusi.

Per questo siamo in dovere di aiutarli, se Cuba ne ha bisogno ci convertiremo con cappa e spada nella voce di tutti loro, con o senza blog, perchè questo è il vero volto del potere della solidarietà.

Nessun commento: