07 novembre 2008

Vivere a Cuba: altro giro di vite contro i piccoli commercianti

di Miguel Iturria Savón da Conexion Cubana
Emilia andò al mercato e tornò disillusionata. La mia vicina passò tutti i banchi ortofrutticoli della “calle 8”, scese poi per “71” e, finalmente, nel mercato di “Cruz Verde” comprò 6 libbre di papas, due per persona, visto che in casa sono 3 e il libretto della quota stabilisce certe norme. Uscì di nuovo, dopo aver lavato, e rientrò con una pagnotta di pane morbido e senza grassi, due pacchetti di crocchette e un osso di pollo per fare una minestra.

In questi giorni la situazione è comune nei quartieri a sud est dell’Havana dove a mala pena aprono i centri di prodotti agricoli.
L’assenza dei prodotti la altera. Con la borsa vuota aumentano i problemi e le preoccupazioni. I nipoti divorano quel poco che si riesce a trovare senza pensare al possibile infarto delle nonne.

Nella chiusura dei mercati non solo incidono i devastanti uragani Gustav e Ike. Nel mezzo della crisi alimentare il governo attua nuovamente controlli estremi. L’Havana è una città sotto assedio. Gli accessi alla città sono controllati dalla polizia. Gli autisti dei veicoli devono mostrare i documenti e sopportare perquisizioni, confische, multe e minacce.

Che senso hanno tali restrizioni? Perché impedire la normale circolazione delle mercanzie? Se mancano i prodotti e i prezzi aumentano potrebbero dettare nuove regole per proteggere il consumatore, senza asfissiare il contadino che produce, l' intermediario che compra e trasporta e i venditori dei banchi nella città. Per caso non pagano le tasse allo Stato?

Sembra che si tratti di una “offensiva rivoluzionaria”, un altro giro di vite contro i piccoli commercianti, agricoltori e trasportatori privati, i quali vengono denigrati a priori dai media ufficiali dell’informazione. L’assunto è ovvio: “che nessuno tocchi nulla, solo io posso toccare”.

Parlare di accaparratori, riempire la città di polizia, confiscare prodotti e veicoli, centralizzare la vendita nei mercati statali è un altro modo creare problemi. Così si amministra la tensione senza trovare una souzione al flusso delle mercanzie. La cosa importante è smettere di sequestrare o cercare quello che transita in una borsa, ma liberare le iniziative individuali affinchè chiunque possa risolvere i suoi problemi e aspirazioni.

Lo Stato Padrone vuole catalogare ogni pianta, contabilizzare i frutti e fissare i prezzi dei negozi, però gli impiegati dei supermercati e magazzini non pagano le tasse, modificano le bilance a loro favore, vengono pagati con un salario e maltrattano i clienti.

Emilia, Migdalia e altre vicine affrontano per questo motivo una storia da gladiatori. Forse per questo motivo tornano a casa con le borse vuote, mentre un uovo aumenta fino a 5 pesos, e la pazienza delle dame viene messa a dura prova, quasi al limite dell’isteria.

Nessun commento: