30 ottobre 2008

Vivere a Cuba: el yuma

di El Yoyo da Jinetero..., y que?

"Ciao bambine", così Dianelis saluta le sue amiche di “autostop”, all’uscita dall’università, salendo su un automobile “tour” (le auto che si noleggiano a Cuba) che si era fermata. Erano due giorni consecutivi, la stessa automobile da turista, nello stesso posto. Nessuno sa come la mamma di Dianelis se ne accorse, un paio di settimane dopo, delle sue successive scomparse, probabilmente con un “yuma” (straniero).

La madre arrivò da Matanzas, in una jeep del lavoro di suo marito, si sedette nella panchina di cemento fuori alla scuola, aspettando che finissero le classi. Tra le cose di cui parlò con sua figlia, energicamente, però a bassa voce, ottenne una confessione che le ingrandì gli occhi già miopi, già iperbolici per le lenti degli occhiali:

- Gli hai dato l’indirizzo? Come, se n’è andato e non gli hai detto che sei sposata? -
Scandiva letteralmente e tragicamente la madre.
- No, questo no! Dianelis, guarda che questo mi uccide! - Ripeteva, con la mano sul cuore.

La povera signora si sedette nuovamente sulla panchina, tesa e riflessiva. In pochi secondi aveva già un piano.

Entrò nella jeep, senza lasciare Dianelis, che mostrava il suo imbarazzo facendo un cerchio sulla sabbia con le sue scarpe da tennis. La madre dichiarò, rivolgendosi a suo marito:

- La colpa è tua, maniaco sessuale, lei è cresciuta uguale a te - fece un gesto con la mano, così che il marito, disorientato per l’accusa, fece un sobbalzo indietro.

Fecero dell’entrata della casa uno stato maggiore. La nonna, abitualmente senza fare niente, iniziò a guidare la missione. Fù incaricata di attendere al telefono e di controllare le lettere nella cassetta, per dissipare domande indiscrete, per proteggere il marito di Dianelis dai dubbi sull’infedeltà.

Dodici giorni dopo iniziarono ad arrivare le lettere. D’amore, profumate e con calligrafia antica. Così che la madre di Dianelis quasi muore:
- Sembra una cosa seria. Che gli avrà fatto quel bastardo di galiziano…
La vecchia era emozionata, alle 10 della mattina era pronta di fronte alla porticina di ferro dell’entrata, con aria marziale, aspettando il postino.
Il postino, indiscreto, gridava:
- Oggi sì, c’è la lettera dello straniero!
La nonna allibita, con il dito sulla bocca diceva:
- Parla basso, che questo è un segreto!

Erano lettere febbrili. Ardenti e con promesse di matrimonio. Dovettero mettere alle votazioni se ammettere la verità circa lo stato civile di Dianelis, o lasciare le cose come stavano, quando la vecchia, che non voleva lasciar andare, ebbe un idea:
- Se nessuno risponde, il galiziano pensa che si è sbagliato, così desiste..

Però un pacchetto venne a dissipare i suoi dubbi. Un pacchetto con lenzuola, asciugamani e profumi. Era quello che mancava alla nonna per simpatizzare con lo sconosciuto:
- Questo sì che è un uomo all’antica…, sospirava, annusando un saponcino dal pacchetto.
- Guardate questo - , mostrando, sul letto, i beni ricevuti:
- Queste sono buone intenzioni.

La mamma di Dianelis era livida. Lasciarono scorrere il tempo, arrivarono altri due pacchetti postali, però con il passare del tempo il marito di Dianelis fù mobilitato per piantare una palude di mangrovie (e così Dianelis lo seguì) e la nonna era più rilassata, pensava che la bufera era passata, però non abbandonò mai il suo impegno con la porticina di ferro.
Era quella che si occupava delle cose ricevute, amministrava i soldi e assicurava la famiglia quando erano a tavola, "che suo fratello di Miami alla fine si era ricordato di lei."
La figlia le intimava, in cucina:
- Mamma, attenta, ricordati che la tua missione è mantenere la casa lontana dai problemi.
- Lo so, piccola, lo so. Offro addirittura il caffè al postino perché non gridi quando arriva…

La nonna era già annoiata nello stare sulla porta della casa, quando un giorno, un’auto di turisti entrò nel quartiere, procedendo lentamente, insicura, e le ragazzette negre del vicinato, si divertivano:

- Guardala qui! -facendo segno all’amica al suo lato.
- Micaela è arrivato il tuo “pepetour”! (termine a indicare “pepe” lo spasimante straniero, con il “tour” l’auto a noleggio)

La vecchia era stupita, quando l’auto si accostò di fronte alla casa:

- Vive qui Dianelis?
- Viveva… Si è sposata, adesso vive in un’altra provincia.
- Non può essere: ho portato tutto per potermi sposare…

Quando il tipo disse “tutto”, la nonna iniziò a fingere una sclerosi d’emergenza che le provocò una repentina amnesia, virò gli occhi con astuzia immaginando che “tutto” fosse… altre lenzuola, sapone e asciugamani, e gridò con energia:
- Dianelis, esci, che è arrivato il galiziano!

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