06 maggio 2008

Apologetica cinese

L’Havana.

Da un pò di tempo ai cubani dell'isola stanno facendo digerire la Cina come novità. Già da qualche tempo la televisione cubana trasmette da uno dei suoi 4 canali nazionali un programma denominato "Cerchi Cina", ovviamente diretto ai cinesi, noi non li guardiamo in modo strano, come alieni o con distanza. Ora ogni cinese è visto come meraviglioso: la cucina, le danze, la musica (!!!), i loro prodotti, i loro leader politici, il suo colossale sviluppo, la cultura in generale.

Questo tipo di indottrinamento di coscienza è stato rafforzato dal massiccio afflusso di elettrodomestici, computer e anche dagli autobus, di produzione cinese. Questi ultimi, che costituiscono un sollievo per la martoriata flotta del trasporto pubblico almeno all 'Avana, hanno già cominciato ad essere assemblati anche a Cuba. Naturalmente, questi vantaggi sono un debito che ci siamo impegnati a ripagare, non solo nel senso di materiali e finanze, ma in politica. Questo è il motivo per cui la stampa a Cuba, (che non cita o spiega, per esempio, quali sono stati i fatti di piazza Tiannamen), si è eretta come un difensore dei diritti imperiali cinesi. I Cubani devono ora sostenere la causa cinese in Tibet come a Taipei. Tutto ciò che il governo cinese considera di sua proprietà, lo diventa realmente, i cubani non conoscono di fatto la storia di quei paesi, la natura del loro conflitto, né tanto meno, ciò che sta accadendo intorno a loro.

Tuttavia, occorre fare attenzione: se prendiamo il Tibet come esempio possiamo concludere che i cinesi sono quelli che vengono per restare ed appropriarsi del territorio. E sappiamo che hanno un diritto esclusivo, come lo hanno avuto anche gli occupanti russi negli anni ‘70 e ‘80 del secolo scorso. I cinesi, i cui primi immigrati sono arrivati sull'isola durante il periodo coloniale, non si sono mai concretamente inseriti nella società. Anche oggi i pochi cinesi nativi arrivati nel corso del periodo repubblicano tendono ad essere abbastanza chiusi e continuano a parlare tra loro nella loro lingua così che non possiamo capirli. Mi rendo conto che davvero non ho nulla contro i cinesi per il solo fatto che essi esistano, ma prima della odierna realtà non posso non sobbalzare un pò ogni volta che attraverso la grande porta cinese costruita all'ingresso del quartiere e che da il nome alla nostra città.


Di Eva Gonzalez sul blog sinEVAsion

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