Il
passaggio di Sandy fa registrare drammatiche conseguenze sanitarie. I danni
causati alle infrastrutture del paese sono stati ingenti, tra questi quelli
causati agli impianti idrici sono stati particolarmente gravi e stanno causando
problemi sanitari di grave entità. In particolare a Guantanamo è ormai allarme
generale per la diffusione estesa di colera e dengue.
L’ospedale
della città è ormai saturo e i degenti sono trasferiti in altre strutture, come
quella della locale scuola di medicina che sta accogliendo i malati colpiti dall’epidemia.
Alcune fonti dirette, non confermate ufficialmente, parlano addirittura di 35
morti a causa del colera. Lo stesso ospedale è posto in quarantena e la
situazione è difficilmente controllabile. Anche il dengue sta dilagando, ma non
solo, si stanno diffondendo altre patologie infettive come ad esempio la
congiuntivite acuta.
Le
autorità non hanno parlato della grave situazione sanitaria che sta colpendo la
città orientale, le mie informazioni vengono direttamente da fonti del luogo
che stanno diffondendo in rete le preoccupanti notizie direttamente dalla
città. Non sto parlando di allarmismi diffusi da militanti della dissidenza
cubana, ma da normali cittadini che stanno vivendo in prima persona la terribile
realtà.
Si
consiglia ovviamente di bollire l’acqua prima di consumarla, ma molte persone
per risparmiare sull’elettricità che alimenta le cucine, ignora questa semplice
precauzione, incrementando così la diffusione dell’epidemia. La mancanza di
notizie ufficiali da parte della stampa, della radio e della televisione peggiora la
situazione. Nonostante le informazioni si stiano diffondendo rapidamente di bocca in bocca,
molti non le ritengono attendibili e prendono l'allarme superficialmente, aggravando così la grave emergenza sanitaria.
La
causa di questa situazione è imputabile all’inquinamento delle falde acquifere
e ai danni sostenuti agli impianti di distribuzione e purificazione delle
acque che vengono dispensate ai comuni maggiormente colpiti dal recente uragano
Sandy.
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