La blogosfera cubana si può definire sommariamente schierata su due sponde opposte: i blog "ufficiali" che scrivono e diffondono articoli sempre a favore del governo e della "rivoluzione" e blog "dissidenti" che, più o meno estremisti, scrivono e diffondono articoli sempre contro il governo e quindi "controrivoluzionari".
Ma si concretizza sempre più una "via di mezzo", costituita da quei blogger che sostengono il sistema politico cubano, sono a favore della "rivoluzione socialista", ma esigono poter criticare e questionare quello che a Cuba non funziona, quello che deve essere cambiato e rimodernato, chiedono che il dibattito sia la base sulla quale affrontare i problemi reali della società, dell'economia e della politica dell'isola, per cercare delle soluzioni possibili e sostenibili senza per questo opporsi in toto al sistema cubano.
Alejandro Cruz, autore del blog Cubano 1er. Plano è uno di questi giornalisti che espone il suo pensiero di "blogger alternativo", se mi passate questa definizione, ponendosi una domanda provocatoria: sono controrivoluzionario?
Alejandro Cruz (foto Raquel Perez) |
In quell'occasione un amico mi chiese come ottenere che una critica non venisse sommata automaticamente "critica e critico" come disamore del sistema, prima che la questione possa percepire la soddisfazione sul volto di quelli che camminano sul filo del rasoio e la desisione di qualcuno che comprende con potere ci fraintenda e decida di porre fine con un tratto di penna a quello che ci è costato tanta fatica e lavoro.
Oggi guardo indietro e mi resta un triste ricordo di quello che poteva essere e non è stato, del messaggio che si voleva trasmettere senza riuscirci, quante domande sono rimaste senza risposta, quante cose potevo dire e non ho detto.
Oltre al tempo che fu implacabile, come implacabili sono stati quegli eccellenti blog che non possiamo più leggere perché sono stati abbandonati per ragioni molteplici e spiegazioni poco convincenti che rasentano l'assurdo, come nel caso di "Polemica Digital" (anche se la sua autrice si riferisce a nuovi percorsi professionali, è difficile credere che si tratti solo di questo), "Cronica obscenas" (lettera di rinuncia, mia madre di sicuro dormirà tranquilla), "La Joven Cuba" (per molti motivi ci è molto difficile mantenere un blog così complesso come La Joven Cuba, ci prenderemo una pausa. Speriamo di poter continuare in futuro), e così le cose non sono state proprio facili per quelli che nei loro blog non si dedicano a ripetere gli stessi slogan da 50 anni.
Ho conversato con molti di questi giovani e non credo che siano pagati, né lavorando per il nemico, né che abbiano relazioni con la SINA come invece nel caso di alcuni blog ben conosciuti, questi piccoli Elfi della rete hanno la vita difficile, i loro soli alleati sono un gruppo di utopici che credono nelle loro pubblicazioni, come quegli uomini che credettero a Fidel quando disse loro che sarebbe stato possibile fare una rivoluzione solo con 12 fucili e a quel tempo sembrava impossibile e da matti, così che la follia non viene da vicino.
La nostra incipiente blogosfera conta su blogger che assumono posizioni critiche e il nostro Primo Segretario del PCC non si sbaglia quando sostiene l'esercitare il diritto alla critica, al dibattito e si pone contro la falsa unanimità. Oggi mi domando, vogliamo una gioventù sottomessa o una gioventù inquieta? A volte può sembrare che quello che facciamo non possieda tutti gli elementi del giudizio, però non per questo passiamo alle file del nemico come qualcuno a volte ha detto.
Io credo nella Rivoluzione anche con i suoi errori, errori che abbiamo cercato di correggere e l'obiettivo è riuscirci lavorando con loro per non cadere nel dogmatismo, nella male interpretazione, perché dietro ci sono uomini che hanno dedicato la loro vita per conquistare una società più giusta e inclusiva e come direbbe Tilton: "Il socialismo è una buona sceneggiatura con una pessima rappresentazione".
E così in una esplosione la blogosfera cubana assume e afferma il fatto che tutti arriviamo alla riflessione che pubblicamente Raul e Fidel hanno fatto e che si ripete giorno per giorno sulla nostra stampa e scritta con il concetto di "Rivoluzione è cambiare tutto quello che deve essere cambiato".
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