07 ottobre 2012

Dissidenti a Cuba: su Yoani Sanchez e l'ipocrisia dei nostri media

Il fermo da parte delle autorità cubane di Yoany Sanchez ha scatenato nel nostro Paese una ridda di dichiarazioni e prese di posizione da parte della quasi totalità dei mezzi di comunicazione ed anche di alcune forze politiche, che non hanno perso l’occasione, ancora una volta, di attaccare Cuba ed il suo Governo. 
Tutto questo avveniva mentre nel nostro paese gli studenti, privati del proprio futuro e del diritto all’istruzione, venivano caricati con violenza dalle forze dell’ordine. Eppure, tanta efferatezza e repressione del dissenso e del disagio dei nostri giovani non trovava ascolto, né solidarietà, da parte di questi giornalisti.

Tutto questo rende evidente il velo di ipocrisia dei nostri mezzi di informazione e di coloro che continuano ad attaccare Cuba, un paese sicuramente non perfetto, ma che continua a rappresentare un modello ed un punto di riferimento per tutti i popoli latonoamericani che aspirano agli stessi standard di vita cubani. Così come ai tanti popoli in tutto il mondo che hanno trovato la dirigenza cubana al loro fianco nella lotta contro il colonialismo e l’imperialismo e per la libertà. 
Per capire cosa Cuba rappresenti davvero nel mondo, sarebbe opportuno dare la voce a questi popoli piuttosto che a tanta spocchia eurocentrica ed occidentale, che ha ammalato anche tanta parte della sinistra in Europa.
 
E’ in atto un piano che mira a colpire la grande stagione della “primavera latinoamericana”, iniziata con la vittoria di Chavez e Lula e resa possibile dalla storica resistenza decennale della Rivoluzione Cubana. 
Questa aggressività nei confronti di Cuba è un preciso segnale anche in vista delle imminenti elezioni in Venezuela, dove le forze della reazione sono pronte a rovesciare la volontà popolare, come già successo in passato, o a condizionare fortemente il voto.


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