09 ottobre 2012

Riflessioni di Rob: infine Chavez ha vinto

Infine Chavez ha vinto. Nonostante la forte campagna mediatica occidentale parlasse di un presidente malato, stanco, che si riparava a Cuba per nascondere la sua imminente fine, fisica e politica.
Infine Chavez ha vinto, nonostante la massiva opposizione  unanime dei poteri forti anglo-americani e affini che promuovevano il giovane Capriles come l’uomo che avrebbe dovuto liberare il Venezuela dalle ombre “comuniste” che stavano oscurando il florido cammino capitalista da 14 anni.
 
Infine Chavez ha vinto, nonostante lo stesso Capriles avesse ipocritamente  indossato i panni del “riformatore progressista” consapevole che le schiaccianti vittorie sociali delle quali hanno beneficiato  milioni di venezuelani non avrebbe potuto ignorarle. Un’assistenza sociale che permette loro di poter usufruire di fondamentali servizi pubblici, dalle baracche sono passati alle case popolari, una sanità che ha decuplicato i medici pubblici in servizio, un sistema educativo che ha quintuplicato i maestri, un sistema alimentare pubblico che permette anche ai più indigenti di mettere insieme il pranzo con la cena.   

Nonostante il fantoccio americano Capriles fosse paragonato a Lula, raffronto curioso , visto che lo stesso Lula aveva risposto con decisione che non Capriles non ha nulla a che vedere, ma che al contrario appoggia l’amico e compagno Ugo Chavez.
Quel Capriles che nonostante avrebbe voluto sospendere il rifornimento di petrolio a Cuba in caso di una sua vittoria, aveva dichiarato che non avrebbe rinunciato ai medici dell’isola, consapevole che le conquiste dell’assistenza sanitaria erano una base fondamentale per imbonirsi i ceti più deboli della società.

Infine Chavez ha vinto, il Davide socialista che per la prima volta nella storia ha messo il petrolio al servizio dei cittadini , non delle lobby dinastiche. Infine Chavez ha vinto, nonostante le accuse di aver limitato la libertà d’informazione, anche se l’80% dei giornali è in mano all’opposizione, oppure all’accusa di non rispettare i diritti umani, anche se al suo lato erano presenti durante le elezioni il premio Nobel par la pace Rigoberta Menchù, peruviana e un giagante della difesa dei diritti umani, la colombiana Piedad Còrdoba.
Infine Chavez ha vinto, nonostante osi sfidare, insieme ai maggiori paesi latinoamericani, i forti poteri economico-finanziari globali. 
Rifiuta la restaurazione liberale e liberista, la restaurazione dell’impero del Fondo Monetario Internazionale, la restaurazione di una dipendenza semicoloniale dove le decisioni fondamentali del suo paese vengono prese altrove.

Infine Chavez ha vinto, perché come scrive Gennaro Carotenuto “Questo è il segno del trionfo di Chávez: nelle classi medie e popolari venezuelane vige oggi un discorso contro-egemonico a quello liberale dell’imperio dell’economia sulla politica, della falsa retorica liberale per la quale tutti i diritti vanno garantiti a tutti ma a patto che siano messi su di uno scaffale ben in alto perché solo chi ci arriva con le proprie forze possa goderne. In Venezuela, in America latina, stanno spazzando via tutte le balle che racconta da decenni il Giavazzi di turno sul liberismo che sarebbe di sinistra. Chi lo ha provato, e nessuno come i latinoamericani lo ha provato davvero, sa bene di cosa si parla e non ci casca più. È un discorso quindi, quello chavista, che riporta in auge l’incancellabile ruolo della lotta di classe nella storia, la chiarezza della necessità della lotta anticoloniale, perché i “dannati della terra” continuano ad esistere e a risiedere nel Sud del mondo e non bastano 10 o 15 anni di governo popolare per sanare i guasti di 500 anni.”

Infine Chavez ha vinto e il suo esempio dovrebbe illuminare il fedele amico Fidel e il Governo cubano tutto. Perché le conquiste sociali fondamentali per un paese libero e moderno devono essere accompagnate da quei diritti basilari e quelle libertà individuali che sono garantite solo da elezioni democratiche, libertà d’informazione, imprese private reali e tangibili.
Perché un governo accettato dai suoi cittadini si deve guadagnare le fiducia con fatti concreti, con il benessere sociale, con l'appoggio del popolo.
Perché il governo cubano smetta di trincerarsi dietro la paura di perdere un’edentità politica e ideologica, ma abbracci al contrario un’innovazione socialista indispensabile per la costruzione del “mondo nuovo” che possa metrialmente combattere l’egemonia imperialista occidentale.

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