06 ottobre 2012

Dissidenti a Cuba: rilasciata Yoani Sanchez



Yoani Sanchez è stata rilasciata ieri dopo un fermo di polizia durato 30 ore. La Sanchez era stata fermata a Bayamo insieme al marito Reinaldo Escobar dove erano arrivati in auto per assistere al processo di Carromero. La blogger avrebbe dovuto coprire l’evento per il quotidiano spagnolo El Pais, ma le forze di polizia l’hanno fermata per evitare eventuali disordini durante lo svolgimento del processo. Insieme a lei e suo marito altri 8 dissidenti sono stati fermati dalla polizia, l’ingresso al tribunale è stato impedito anche ai 3 figli di Oswaldo Payà.


La Sanchez tramite twitter ha così commentato il suo rilascio: “Siamo appena stati liberati!! 30 ore di arresto (fermo) e molti aneddotti da raccontare”, ancora “Durante la detenzione (fermo) ho rifiutato di mangiare e di bere. Il primo bicchiere d’acqua che ho bevuto arrivata a casa come fuoco nell’esofago”.

Ci dobbiamo aspettare forbiti e coloriti racconti dalla “povera perseguitata”. Questo fermo di polizia avrà per lei la stessa risonanza internazionale dello sciopero della fame della Roque di alcuni giorni fa, che accresceranno smisuratamente la sua notorietà internazionale.
Premessa la condanna per la repressione delle autorità nei confronti di qualunque tipo di opposizione pacifica e ancor di più per l’intimidazione verso giornalisti internazionali, il ruolo della Sanchez al momento del fermo, critico fermamente il vittimismo che in queste occasioni viene mostrato da chi subisce un’azione giudiziaria, anche se ingiusta,  che era tanto prevedibile quanto scontata.

Ricordo nuovamente che chi prende posizione politiche di questo tipo, non solo a Cuba, ma nel resto dei paesi occidentali si deve assumere la responsabilità delle sue azioni.
Il fermo di polizia per 24/48 ore è la prassi internazionale per chi potrebbe provocare disordini di qualunque tipo, applicabile a discrezione delle autorità.
La Sanchez non può ritenersi esente da tali misure che, anche se criticabili, vengono applicate in modo anche molto più violento di quanto abbia dovuto subire la blogger in paesi “civili” ritenuti all’unanimità “liberi e democratici”.

4 commenti:

Mario ha detto...

Per tutti quelli dalla memoria corta, per tutti quelli che nel 2001 si guardarono bene dal gridare da questi "fermi" e da quello che successe a Bolzaneto:"I pubblici ministeri al processo contro le forze dell'ordine riguardo ai fatti della caserma Bolzaneto riferirono di persone costrette a stare in piedi per ore e ore, fare la posizione del cigno e della ballerina, abbaiare per poi essere insultati con minacce di tipo politico e sessuale, colpiti con schiaffi e colpi alla nuca ed anche lo strappo di piercing, anche dalle parti intime. Molte le ragazze obbligate a spogliarsi, a fare piroette con commenti brutali da parte di agenti presenti anche in infermeria. Il P.M. Miniati parla dell'infermeria come un luogo di ulteriore vessazione. Secondo la requisitoria dei pubblici ministeri i medici erano consapevoli di quanto stava accadendo, erano in grado di valutare la gravità dei fatti ed hanno omesso di intervenire pur potendolo fare, hanno permesso che quel trattamento inumano e degradante continuasse in infermeria aggiungendo che soltanto un criterio prudenziale impedisce di parlare di tortura, certo, alla tortura si è andato molto vicini.

Amnesty International ha sottolineato l'importanza della sentenza, la quale riconobbe che a Bolzaneto vi furono «gravi violazioni dei diritti umani», aggiungendo che la prescrizione sarebbe stata impedita se l'Italia avesse introdotto nel suo sistema penale il reato di tortura, come vi è obbligata dalla firma della Convenzione ONU contro la Tortura del 1984.

Di questa vicenda Amnesty International ebbe a dire
« La più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale....non mi risulta che al Governo di Cuba sia mai stato fatto un atto di accusa così grave.

Roberto Ferranti ha detto...

Grazie per aver ricordato con precisione i fatti del G8 di Genova. E' esattamente quello che voglio dire. A Cuba si creano "vittime" immaginarie,anche solo se vengono fermate per qualche ora, senza che le venga torto un capello. In casi come quello che citi tu attuato da un paese "civile e democratico" i diritti umani vengono non solo ignorati ma "calpestati e sbeffeggiati". Inermi giovani vengono umiliati, pestati, torturati. Il risultato? Nessuno degli agenti, commissari, ministri dell'epoca ha visto il carcere, tutti sono liberi di circolare, e l'episodio è dimenticato dalla comunità internazionale!

Anonimo ha detto...

mettere a raffronto delle eccezioni terribili e la normalità della tirannia di Cuba è cosa mostruosa. da un punto di vista logico e morale.

Roberto Ferranti ha detto...

Eccezioni! Ma che dici, ma allora dimostri davvero di essere l'altra faccia di Minà, come lui vedi con il paraocchi! condanni solo quello che ti fa comodo. In Italia è la normalità, ogni manifestazione scomoda e pacifica viene repressa violentemente provocando prima e prendendo a pretesto le reazioni poi!!!
I morti in carcere, Cucchi uno per tutti, sono un puro sfogo di potere e arroganza impunita, senza nemmeno la scusante politica! Al 6 Ottobre 1012 sono stati 123 i morti in carcere in situazioni non chiarite!!! Sono eccezioni?