Si
discute da anni dell’eliminazione della doppia moneta, anche se questa
possibile riforma presenta dei dubbi e pone delle domande fondamentali. Prima
fra tutte quale può essere la sua reale implementazione e avrebbe un senso
pratico nella quotidianità dei cittadini?
Il
CUC iniziò a circolare a Cuba nel 1994 sulla base delle misure economiche
introdotte dal governo di Fidel Castro per evitare il collasso economico dovuto
alla scomparsa dell’Unione Sovietica.
Inizialmente
quindi il dollaro americano era illegale, la sua circolazione era proibita. Poi
per un certo periodo le due monete, dollaro e CUC, circolavano entrambe
liberamente, infine dal 2005 si reintrodusse l'bbligatorietà di cambiare i
dollari in CUC, principalmente per permettere al governo di raccogliere una
valuta forte internazionalmente valida. Il CUC infatti ha valore solo all’interno
di Cuba, non esiste un cambio ufficiale internazionale.
Oggi
il CUC è equiparato, teoricamente, al dollaro 1CUC=1$, ma in realtà bisogna
applicare un’imposta del 10% sul cambio più il costo della transazione
bancaria.
Il
CUC è già in pratica l’unica valuta effettiva per comprare merci e alimenti nei
supermercati dell’isola. Il CUP viene utilizzato solo nei mercati locali per
acquistare prodotti agroalimentari, carne, uova, riso, formaggio e poco altro.
Se
si vuole comprare pasta, olio, shampoo, dentifricio, detergenti, passata di pomodoro, latte
liquido, e molti altri generi di prima necessità bisogna pagarli in CUC. Ovviamente
prodotti teoricamente "non indispensabili" come lavatrici, ventilatori,
frigoriferi e altri elettrodomestici o prodotti elettronici vengono venduti solo in CUC.
Da
Luglio del 2012 è in atto un esperimento che permette ai possessori di un conto
corrente bancario di pagare prodotti venduti in CUC con una carta di debito (bancomat)
erroneamente definita dalla maggioranza dei media “carta di credito”.
La
differenza è sostanziale, la carta di credito è un prestito che la banca
concede al possessore che poi restituirà dopo un mese l’importo anticipato,
inesistente a Cuba.
La carta di debito permette di utilizzare una carta magnetica,
come il nostro bancomat, per spendere soldi di cui già disponiamo sul nostro
corrente.
Questa
carta permette di acquistare prodotti venduti in CUC pagando l’equivalente in
CUP al cambio di 1CUC=25CUP.
Sostanzialmente non cambia niente, l’unica
differenza è che si evita di dover passare per un ufficio di cambio (CADECA) o
una banca per ottenere moneta forte con moneta nazionale.
Oltre
a comprare nelle “tiendas” servono a ben poco. La presenza di casse automatica
dove prelevare contanti sono scarse a Cuba, inoltre i cittadini che non
guadagnano denaro a sufficienza per poterlo depositare in banca non possono ovviamente possedere una carta magnetica.
Tornando
alla doppia moneta, la sua eliminazione dovrebbe diminuire le penurie e il
malcontento della popolazione. Ma in realtà serve a ben poco se poi i salari
restano immutati.
Oggi
il salario medio di un lavoratore statale è di 455 CUP equivalenti a 18,2 CUC.
Che siano in moneta forte o moneta nazionale poco cambia per il cittadino,
resta un salario insufficiente per sopravvivere dignitosamente.
Quindi
per prima cosa il governo dovrebbe incrementare i salari, aumentare il potere d’acquisto
della popolazione, per far questo è indispensabile stimolare gli investimenti
stranieri sull’isola, aumentare lo sviluppo delle piccole e medie imprese
nazionali, legalizzando ad esempio le importazione con scopo commerciale e
aprendo mercati all’ingrosso per le attività in proprio.
Per
il momento si sta lentamente muovendo qualcosa, le riforme di Raul Castro
promettono cose positive nella privatizzazione di alcune attività considerate
non strategiche, anche se sembra che lo stesso presidente debba affrontare
alcune resistenze da parte di “puristi” all’interno del Parlamento che si
ostinano a voler mantenere un ferreo controllo sulla liberalizzazione delle
piccole-medie imprese, restando ancorati a ideologie e ad un retorico sistema
burocratico che penalizza la semplice ricetta per un mercato libero “domanda=offerta”.
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