19 settembre 2012

Cuba e Italia: Lisandra conferma la responsabiltà dell'omicidio di Lignano, ma si rifiuta di rispondere al GIP


La giovane cubana dopo aver confessato l’omicidio si è rifiutata di rispondere alle domande del GIP (Giudice delle Indagini Preliminari).

Il quadro dell’accaduto è comunque chiaro. Per gli inquirenti è appurato lo scopo della rapina finita tragicamente, nutrono però dei dubbi sulla possibile partecipazione di complici durante la preparazione della rapina e nell’appoggio fornito per la fuga dei due ragazzi.

Uno stralcio delle dichiarazioni della ragazza rendono la drammaticità dell’evolversi della rapina, quando si è trasformata in furia omicida:
“Ho fatto tutto io, il signor Burgato ha detto ‘Reiver lasciaci stare’ allora mio fratello ha perso la testa perché aveva fatto il suo nome e ha iniziato a picchiarlo. Sentivo dei colpi contro il muro. Io tenevo la signora che voleva aiutare il marito. Con la voce roca per non farmi scoprire ho detto a mio fratello ‘non riesco a tenerla’. E allora Reiver ha iniziato a picchiare anche la signora. A quel punto anche io ho perso la testa, ho preso il coltello più grande che avevo appoggiato per terra e ho tagliato la gola al signor Burgato e poi anche alla signora”.


E’ comunque difficile che Lisandra sia potuta arrivare sino in Campania, in provincia di Salerno, a 1000 Km di distanza dal luogo del delitto, dove è stata fermata dai carabinieri, senza l’aiuto di qualcuno.
Anche per la fuga del fratello a Cuba, che ormai è data quasi per certa, ci potrebbe essere stato l’aiuto di complici. Di certo Reiver non aveva i soldi sufficienti per la fuga, pochi giorni prima dell’omicidio aveva chiesto 5 euro in prestito ai suoi datori di lavori della sala giochi dove lavorava, per chiamare la moglie a Cuba.
La presenza del fratello sull’isola sembra confermata però da una telefonata che Lisandra avrebbe effettuato a Cuba proprio al fratello il venerdì prima di essere arrestata, durante la quale lui le avrebbe suggerito di fuggire a Cuba al più presto.

Altro anello mancante è l’arma del delitto, anzi le armi, visto che la ragazza ha parlato di due coltelli, senza saper poi indicare dove siano stati occultati.
Ci sono ancora delle lacune nel racconto di Lisandra, che obbligano gli investigatori a non chiudere il caso, ma a concentrarsi sulla ricostruzione integrale del tragico delitto del 19 Agosto. 

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