Un
gruppo di intellettuali cubani di differenti tendenze politiche si sono riuniti
in un incontro chiamato “Per un consenso per la democrazia”, organizzato dalla
rivista cattolica “Espacio Laical” nel Centro culturale Felix Varela, all’Havana.
Un
centinaio di persone si sono riunite per dibattere sul tema della
istituzionalizzazione e la democratizzazione dell’isola, dal punto di vista
politico e in un ambiente di rispetto e serietà.
Tra
i partecipanti erano presenti cattolici, liberali e marxisti, paradossalmente i
grandi assenti sono stati rappresentanti del governo cubano e della dissidenza,
che però erano presenti tra il pubblico.
Il
dibattito ha affrontato temi considerati tabù fino a poco tempo fa come il pluripartitismo,
la democrazia, la partecipazione dei cittadini nelle decisioni, la
incostituzionalità di alcune decisioni del governo e il cambiamento politico.
Nonostante
la diversa provenienza politica dei partecipanti, tutti si sono trovati d’accordo
nel sostenere una democrazia che non si limiti ad essere la rappresentante del
capitalismo o la partecipante al socialismo.
Entrambi
i sistemi hanno fallito nella costruzione della democrazia, questo dà l’opportunità
a Cuba di sollecitare una nuova proposta.
La
maggioranza dei partecipanti hanno considerato che la cosa più importante è
costruire una democrazia dove il cittadino discuta i suoi problemi, proponga
soluzioni e controlli l’applicazione delle decisioni. Cosa che oggi è fattibile
grazie alle nuove tecnologie.
Tutti
si sono trovati d’accordo che qualunque soluzione ai problemi di Cuba debba garantire la sovranità nazionale, la sovranità popolare, l’equità sociale, il
rispetto dei diritti dei cittadini, un’economia vitale e una democrazia
politica, sociale e economica.
Roberto
Veiga, editore di Espacio Laical ha dichiarato che “La costruzione dei diritti,
di eguaglianze e di libertà sono relazionate e insieme contribuiscono alla
costruzione della democrazia. La grande sfida che affrontiamo è quella di
disegnare la struttura ed il meccanismo che deve sostenere lo Stato, quello che
deve avere la società e tutte le garanzie di libertà politica affinché tutto
questo sia possibile. Il dibattito a Cuba per la costruzione di un modello
sociopolitico, economico e giuridico è ovvio, si devono istituzionalizzare le
idee che stimolino un consenso generale nei cubani, per questo è necessario un
dibattito più esteso”.
Il
Centro culturale Feliza Varela, appartenente alla Chiesa Cattolica Cubana, è il
centro di dialogo più pluralista della nazione, dove di confrontano accademici
liberali, religiosi e marxisti. Ne restano fuori le posizioni ideologiche più
estreme.
Tra
il pubblico erano presenti alcuni membri dell’opposizione, tra loro il
dissidente Reinaldo Escobar, il quale si lamentò perché al dibattito no sono
stati invitati gli oppositori che “non vogliono modernizzare il sistema, ma lo
vogliono demolire”.
In
effetti nessuno dei dissidenti è stato invitato tra i partecipanti, ma erano
presenti tra il pubblico e hanno potuto intervenire in libertà.
Dal
lato ufficiale hanno assistito membri simpatizzanti del potere, ma nessun
funzionario del governo.
Ovviamente
una delle critiche maggiori emerse durante il convegno è stata la troppa
centralizzazione politica che esiste nel paese e la mancanza di presenza da
parte dei cittadini nelle decisioni su temi che condizionano direttamente le
loro vite.
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