Noam Chomsky è un linguista, filosofo e esperto della comunicazione. Professore al
MTI negli USA è uno dei maggiori esperti del linguaggio dei media. Ha
brillantemente elencato la 10 tecniche della manipolazione mediatica. Tecniche
così semplici e così diffuse che raramente attirano l’attenzione che meritano.
Tecniche applicate universalmente da paesi democratici e non, con il solo scopo
di convogliare consensi e manipolare i pensieri degli “spettatori passivi”,
cioè la stragrande maggioranza di chi usufruisce dei media senza analizzare e approfondire
quello che quotidianamente gli viene somministrato dalla maggioranza dei media
tradizionali.
Da
più di 30 anni lavoro nel mondo della televisione. Oggi mi definisco un video
maker, sono cameraman, editor e autore-regista di news, documentari e programmi
televisivi. Al momento sono un video reporter per una agenzia stampa. Il mondo
della comunicazione è il mio ambiente professionale. Ho sempre cercato di
essere il più obiettivo e neutrale possibile. Cerco di raccontare la realtà
ponendo interrogativi più che dando delle risposte. Quello che cerco di fare
anche con questo blog.
Queste
10 strategie non riguardano solo Cuba, anzi, Cuba è fin troppo plateale nella
sua propaganda, coinvolgono paesi che consideriamo più moderni, civilizzati e
democratici, come gli Usa o l’Europa. Provate a filtrare le prossime notizie del
telegiornale attraverso le strategie elencate e vi accorgerete quanto siamo
condizionati da quello che consideriamo scontato e reale. Quanto la nostra
quotidianità sia subdolamente vincolata a interessi politico-economici di
cui siamo inconsapevoli. Quanto la libertà di stampa sia lontana dai nostri
comuni media che ci “informano” sul mondo e ci “guidano” nelle nostre scelte.
“Le
10 strategie della manipolazione mediatica” di Noam Chomsky
1-La strategia della distrazione
L’elemento primordiale del controllo sociale è la strategia
della distrazione che consiste nel deviare
l’attenzione del pubblico dai problemi importanti e dai cambiamenti decisi
dalle élites politiche ed economiche, attraverso la tecnica del diluvio o
inondazioni di continue distrazioni e di informazioni insignificanti. La strategia della distrazione è anche
indispensabile per impedire al pubblico di interessarsi alle conoscenze
essenziali, nell’area della scienza, l’economia, la psicologia, la
neurobiologia e la cibernetica. “Mantenere l’Attenzione del pubblico deviata
dai veri problemi sociali, imprigionata da temi senza vera importanza.
Mantenere il pubblico occupato, occupato, occupato, senza nessun tempo per
pensare, di ritorno alla fattoria come gli altri animali (citato nel testo
“Armi silenziose per guerre tranquille”).
2-
Creare problemi e poi offrire le soluzioni
Questo metodo è anche chiamato “problema- reazione- soluzione”.
Si crea un problema, una “situazione” prevista per causare una certa reazione
da parte del pubblico, con lo scopo che sia questo il mandante delle misure che
si desiderano far accettare. Ad esempio: lasciare
che si dilaghi o si intensifichi la violenza urbana, o organizzare attentati
sanguinosi, con lo scopo che il pubblico sia chi richiede le leggi sulla
sicurezza e le politiche a discapito della libertà. O anche: creare una crisi economica per
far accettare come un male necessario la retrocessione dei diritti sociali e lo
smantellamento dei servizi pubblici.
3-
La strategia della gradualità
Per
far accettare una misura inaccettabile, basta applicarla gradualmente, a contagocce,
per anni consecutivi. E’ in questo modo che condizioni socio-economiche
radicalmente nuove (neoliberismo) furono imposte durante i decenni degli anni
80 e 90: Stato minimo, privatizzazioni, precarietà, flessibilità,
disoccupazione in massa, salari che non garantivano più redditi dignitosi,
tanti cambiamenti che avrebbero provocato una rivoluzione se fossero stati
applicati in una sola volta.
4-
La strategia del differire
Un
altro modo per far accettare una decisione impopolare è quella di presentarla
come “dolorosa e necessaria”, ottenendo l’accettazione pubblica, nel momento,
per un’applicazione futura. E’ più facile accettare un sacrificio futuro che un
sacrificio immediato. Prima, perché lo sforzo non è quello impiegato
immediatamente. Secondo, perché il pubblico, la massa, ha sempre la tendenza a
sperare ingenuamente che “tutto andrà meglio domani” e che il sacrificio
richiesto potrebbe essere evitato. Questo dà più tempo al pubblico per
abituarsi all’idea del cambiamento e per accettarlo rassegnato quando arriverà
il momento.
5-
Rivolgersi al pubblico come ai bambini
La
maggior parte della pubblicità diretta al gran pubblico, usa discorsi,
argomenti, personaggi e una intonazione particolarmente infantile, molte volte
vicino alla debolezza, come se lo spettatore fosse una creatura di pochi anni o
un deficiente mentale. Quanto più si cerca di ingannare lo spettatore, più si
tende ad usare un tono infantile. Perché? “Se qualcuno si rivolge ad una
persona come se avesse 12 anni o meno, allora, in base alla suggestionabilità,
lei tenderà, con certa probabilità, ad una risposta o reazione anche sprovvista
di senso critico come quella di una persona di 12 anni o meno (vedere “Armi
silenziosi per guerre tranquille”).
6-
Usare l’aspetto emotivo molto più della riflessione
Sfruttate
l’emozione è una tecnica classica per provocare un corto circuito su un’analisi
razionale e, infine, il senso critico dell’individuo. Inoltre, l’uso del
registro emotivo permette di aprire la porta d’accesso all’inconscio per impiantare
o iniettare idee, desideri, paure e timori, compulsioni, o indurre determinati
comportamenti….
7-
Mantenere il pubblico nell’ignoranza e nella mediocrità
Far
si che il pubblico sia incapace di comprendere le tecnologie ed i metodi usati
per il suo controllo e la sua schiavitù. “La qualità dell’educazione data alle
classi sociali inferiori deve essere la più povera e mediocre possibile, in
modo che la distanza dell’ignoranza che pianifica tra le classi inferiori e le
classi superiori sia, e rimanga, impossibile da colmare dalle classi
inferiori”.
8-
Stimolare il pubblico ad essere compiacente con la mediocrità
Spingere
il pubblico a ritenere che è di moda essere stupidi, volgari e ignoranti…
9-
Rafforzare l’auto-colpevolezza
Far
credere all’individuo che è soltanto lui il colpevole della sua disgrazia, per
causa della sua insufficiente intelligenza, delle sue capacità o dei suoi
sforzi. Così, invece di ribellarsi contro il sistema economico, l’individuo si
auto svaluta e s’incolpa, cosa che crea a sua volta uno stato depressivo, uno
dei cui effetti è l’inibizione della sua azione. E senza azione non c’è
rivoluzione!
10-
Conoscere gli individui meglio di quanto loro stessi si conoscano
Negli
ultimi 50 anni, i rapidi progressi della scienza hanno generato un divario
crescente tra le conoscenze del pubblico e quelle possedute e utilizzate dalle
élites dominanti. Grazie alla biologia, la neurobiologia, e la psicologia
applicata, il “sistema” ha goduto di una conoscenza avanzata dell’essere umano,
sia nella sua forma fisica che psichica. Il sistema è riuscito a conoscere
meglio l’individuo comune di quanto egli stesso si conosca. Questo significa
che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un controllo maggiore ed
un gran potere sugli individui, maggiore di quello che lo stesso individuo
esercita su sé stesso.
1 commento:
Sono riflessioni interessantissime e quanto mai veritiere. Le pubblicherò, con personali considerazioni, anche sul mio Blog. Ciao
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