19 agosto 2012

Fuggire da Cuba: l'odissea nella giungla colombiana per il miraggio americano


Avevano camminato per tre giorni nella fitta selva accompagnati da tre colombiani armati di coltelli e machete, quando un gruppo di cubani affamati, assetati e con scarsi approvvigionamenti, persero la speranza alla vista di un ostacolo che sembrava insuperabile: una ripida scarpata di montagna.


“Credevamo che ci venisse un infarto” dichiara a Associated Press Mayra Reyes (a destra nella foto), una stilista cubana di 35 anni. 
“Quello che hanno fatto le guide è stato portarci in montagna aspettando che calasse la notte, in compagnia di rane verdi e nere, quelle velenose”.

Sono sempre di più i cubani che nella speranza di raggiungere gli Stati Uniti attraversano a piedi i 135 Km di giungla tropicale che separa la frontiera tra Colombia e Panamà, tra monti, terreni fangosi, ragni velenosi, fiumi infestati da coccodrilli e grandi serpenti, dove operano bande criminali dedite al traffico di droga e guerriglieri della Farc.

“Sono le stesse rotte che che usano le Farc”, afferma José Raul Mulino, Ministro della sicurezza pubblica di Panama. Non sa se sono sovversivi o trafficanti quelli che accompagnano i migranti. “Qualcuno deve aiutarli, e quelli che si muovono in quelle zone è gente di quel tipo”.

Secondo le statistiche delle autorità migratorie panamensi, 300 cubani nel 2011 son entrati nel paese attraversando la selva, ma il fenomeno si sta allargando. Nella pima settimana di Luglio si sono registrati 1.200 casi. 
“Abbiamo incontrato gruppi composti da 90 persone in una settimana” dice il direttore del Servizio nazionale di frontiera del Panama, Frank Abrego.

“Molti cubani stanno cercando modi alternativi per lasciare l’isola, specialmente i professionisti che non vedono un futuro”, dice Michael Shifter, direttore del Dialogo interamericano. 
“I cubani si ingegnano in vari modi per uscire dal paese, questo spiega questo fenomeno unico”.

Da cinque anni le autorità panamensi hanno iniziato a notare che la selva del Darien era utilizzata per il traffico di emigranti, per trasportare persone asiatiche o africane arrivate nella zona con imbarcazioni provenienti dal Brasile, aggiunge Mulino. 
La frontiera tra Colombia e Panama ha una estensione di 266 Km, in questa zona non ci sono strade né commercio legale tra le due nazioni.

A differenza delle migliaia di cubani che duarante decadi hanno abbandonato il paese verso gli Stati Uniti lanciandosi in mare a bordo di fatiscenti imbarcazioni per percorrere le 150 miglia che separano Cuba dalla Florida, questi isolani decidono di rischiare una temeraria e lunga attraversta via terra, uscendo principalmente dall’Ecuador.

“Crediamo che le bande criminali transanazionali stiano approfittando della vulnerabilità dei controlli di frontiera della regione” afferma a AP Alberto Brenes, capo della missione dell’Organizzazione per la migrazione in Panama. 
“Queste organizzazioni variano i percorsi a seconda delle misure intraprese dalle autorità per ostacolare il fenomeno migratorio”.

La permeabilità delle frontiere centroamericane, dove non esiste uno stretto controllo migratorio per la presenza di zone selvatiche, aiuta i trafficanti nei loro intenti, ma il fenomeno si sta sviluppando anche perché l’Ecuador ha eliminato il visto obbligatorio per i cubani con l’avvento del presidente di sinistra Rafael Correa. 
Ora i cubani hanno bisogno solo di una lettera di invito da un ecuadoregno, un visto di uscita dal paese e ovviamente il denaro per il biglietto aereo.

In questo momento andare in Ecuador è il modo più semplice per un cubano per uscire dal paese, per la maggior parte di loro l'Ecuador è un punto di sosta, ma servono anche i soldi per arrivare negli USA.
Alcune lettere di invito sono vendute da cittadini ecuadoregni per 300, 500 dollari.

Molti cubani superano il tempo concesso dal visto fermandosi a lavorare in Ecuador per risparmiare i soldi necessari per reggiungere il Mexico via terra. 
Tutti i paesi dalla Colombia al Mexico chiedono un visto ai cubani, per questo motivo è impossibile per loro prendere semplicemente un aereo.
Da cifre ufficiali tra il 2007 e il Febbraio del 2012, 106.371 cubani sono entrati legalmente in Ecuador, ma solo 97.923 ne sono usciti, mancano quindi all’appello 8.448 cubani dei quali si sono perse le tracce.

Inoltre esiste un incentivo aggiuntivo per affrontare questa odissea migratoria. 
La legge di immigrazione e cittadinanza degli Stati Uniti prevede che i cubani che toccano suolo americano possono fermarsi un anno nel paese in attesa della residenza permanente.
Al contrario quelli catturati in mare vengono rispediti a Cuba o in terzi paesi.
Attualmente quasi il 90% di tutti i cubani senza documenti raggiungono gli USA via terra, attraverso la frontiera con il Mexico, secondo le autorità migratorie statunitensi.

Anche dalla Colombia emigrano cubani, in maggior parte sono medici e infermieri che stanno compiendo “missione” lavorando per il governo dell’isola. 
Escono illegalmente dalla Colombia raggiungendo il Panama.

La stilista havanera Mayra, nel gruppo con gli altri 14 cubani, ha camminato per giorni in condizioni disastrose, con il caldo soffocante della giungla tropicale, sopportando formiche e zanzare. 
Di notte improvvisavano una tenda e accendevano dei falò. 
La donna è uscita da Cuba con destinazione Ecuador all’inizio del 2010. 
“Il mio desiderio era lavorare e guadagnare dei soldi. Però il tempo è passato e io continuavo a lavorare nonostante avessi dei problemi perché ero senza documenti, fino a quando decisi di andare negli Stati Uniti”, dove dice di avere la famiglia.

Un'altra ragazza del gruppo, Mildred Morales, una infermiera di 34 anni dice che è certa che le guide eranno componenti della Farc. 
“Li abbiamo contattati grazie alle informazioni ottenute da altri cubani che hanno a che fare con componenti della Farc. Non abbiamo nessua garanzia su queste persone, è un’avventura, no si sa se finirà bene o male. Loro parlavano solo per indicarci il cammino, vestivano con camice nere a maniche lunghe, pantaloni larghi e stivali di gomma”.
Nel suo caso pagò 300 dollari per attraversare la frontiera, ma aggiunge che in totale da quando partì dall’Ecuador aveva speso 1000 dollari. 
Da quando inizia il viaggio dall’Ecuador bisogna pagare molte persone, poliziotti, funzionari dell’immigrazione ecuadoriana e colombiana per risolvere i problemi burocratici, e questo non è certo economico.

Il gruppo dei 14 cubani sono arrivati sabato 30 giugno in un albergo di Meteti , nel Panama. 
Lì si sono aggregati due venezuelani e decine di africani arrivati sulla costa senza passaporto.
I cubani sono rimasti alcuni giorni a Meteti in attesa di una estensione di trenta giorni del permesso provvisorio di soggiorno con l’assicurazione da parte loro che si sarebbero presentati alle autorità ogni 15 giorni, ma il ministro Molino non crede che torneranno indietro. 
Il loro destino sono gli Stati Uniti.

“Non sappiamo quali problemi dovremo affrontare nei paesi che attraverseremo, nelle frontiere che dovremo valicare, ma fino ad ora abbiamo saputo da altri cubani che si può arrivare alla frontiera con il Mexico e gli Stati Uniti, anche se non si possono escludere altri problemi”.