Lunedì prossimo l’avvocato di Gerardo Hernandez,
uno dei cinque cubani incarcerati negli USA con l'accusa di spionaggio e omicidio, presenterà una petizione affinché la sua condanna sia revocata sulla
base che il governo statunitense avrebbe pagato giornalisti di Miami per
influire negativamente sul giudizio nel
processo sostenuto contro di lui.
Hernandez è un dei cinque cubani accusati di
spionaggio che dal 1998 sono in arresto (solo uno di loro è in libertà
vigilata) in Florida accusati e condannati su basi alquanto ambigue e prive di
prove concrete.
Sono incriminati per spionaggio e omicidio, accusati di aver attentato alla
sicurezza dagli Stati Uniti, ma nessuna evidenza conferma le accuse, al
contrario alcuni di loro hanno collaborato con l’FBI per comunicare alcune
operazioni terroristiche che gruppi di estrema destra di Miami stavano
organizzando nei confronti di Cuba.
Il caso dei 5 cubani è conosciuto a livello
internazionale, molte le associazioni sia negli USA che in altre parti del
mondo che sostengono come la detenzione dei 5 sia un atto di violenza degli USA per creare
pressione su Cuba e fomentare sentimenti di rancore verso il governo dell’isola.
Ecco la storia dei 5 di Miami, per conoscere e non
dimenticare.
Gerardo Hernández Nordelo, Ramón Labañino Salazar, Antonio
Guerrero Rodríguez, Fernando González Llort e René González Sehwerert (gli
ultimi due non sono parenti) sono cinque giovani cubani arrestati in Florida
nel settembre 1998. Sono stati processati e condannati per spionaggio e per
altre accuse affini nell'unico luogo dove non avrebbero potuto ottenere un
giusto processo: Miami.
I cinque sono stati tenuti in prigione per 33 mesi senza garanzie,
dal momento dell'arresto fino al processo. Allo stesso modo, gli arresti sono
avvenuti senza alcun incidente e mai nessuno ha insinuato che qualsiasi di loro
avesse armi o che avesse vissuto in qualche modo diverso da quello di pacifici
membri della comunità.
Due sono cittadini statunitensi poiché sono nati negli
Stati Uniti da genitori cubani.
Tutti godevano della buona
considerazione delle comunità in cui vivevano e lavoravano, il loro unico delitto era quello di
avvalersi di identità false (a eccezione di Antonio Guerrero e di René González
che sono cittadini statunitensi e hanno utilizzato la loro vera identità), per
essere in condizione di proteggere il loro paese dalla violenza perpetrata
dalle organizzazioni che risiedono negli Stati Uniti e di valutare la
probabilità di un attacco militare da parte di questo paese.
Lo spionaggio a favore di Cuba e l'assassinio relativo
all’abbattimento di due aerei da turismo su acque cubane, che sono state le
accuse più gravi, non sono presenti come delitti commessi realmente, bensì come
cospirazione, insieme ad altri delitti meno gravi.
Come è stato detto dopo, l'impiego
de termine "cospirazione" ha liberato la procura dal lavoro di
provare che tali delitti fossero realmente avvenuti.
Qualcosa di unico negli annali della giurisprudenza statunitense è
stata l’accusa di "cospirazione per commettere assassinio" presentata
contro Gerardo Hernández.
Si è trasformata nel centro dell'attenzione del
processo ed è stata messa in relazione all’abbattimento, il 24 febbraio 1996,
di due aerei da turismo - appartenenti all'organizzazione residente a Miami che
si autodefinisce "Fratelli al Riscatto" – da parte delle Forze Armate
di Cuba quando hanno insistito nel violare lo spazio aereo cubano.
Il gruppo
era diretto dal veterano della Baia dei Porci, residente a Miami, José Basulto.
I Cinque accusati in quel momento erano a Miami e nessuno di loro è stato coinvolto nell'elaborazione o nell'esecuzione dell'ordine di abbattere gli aerei da turismo dopo che questi avevano ignorato gli avvertimenti di non entrare nello spazio aereo cubano.
I Cinque accusati in quel momento erano a Miami e nessuno di loro è stato coinvolto nell'elaborazione o nell'esecuzione dell'ordine di abbattere gli aerei da turismo dopo che questi avevano ignorato gli avvertimenti di non entrare nello spazio aereo cubano.
Spionaggio
I Cinque lavoravano con il Governo cubano per proteggere Cuba da
un'invasione e dal terrorismo organizzato, finanziato e promosso da Miami e
hanno presentato prove per dimostrare la grave minaccia che significa il
terrorismo che risiede a Miami.
Hanno dimostrato come si erano infiltrati in alcune
delle organizzazioni radicate a Miami e come gli organismi incaricati di fare
rispettare la legge degli Stati Uniti non avevano agito a partire dalle prove
presentate dalle autorità cubane prima del loro arresto.
Hanno presentato anche
prove per dimostrare che l'unica informazione militare alla quale hanno avuto
accesso era a disposizione del pubblico.
Allo stesso modo, hanno presentato le
testimonianze di alti funzionari militari e dell’intelligence degli Stati Uniti
sul fatto che Cuba non costituisce una minaccia militare per gli Stati Uniti ma
è solo interessata a conoscere quello che è necessario sapere per difendersi
contro la minaccia di un attacco da parte degli Stati Uniti.
Quando la procura ha dovuto
spiegare la sua posizione legale si è tirata indietro dal fatto di assumere
qualsiasi obbligo di dimostrare effettivamente che "qualunque accusato di
cospirazione, di fatto abbia compiuto atti di spionaggio o di fatto abbia
raccolto qualsiasi informazione pubblica o non pubblica".
Nel momento
degli arresti, i portavoce dell’FBI hanno dato assicurazioni al paese che l'informazione
militare "non è mai stata in pericolo" mentre il portavoce del
Pentagono ha aggiunto che "non ci sono indizi che abbiano avuto accesso a
informazioni classificate o accesso ad aree riservate".
E ancora, quando il Governo aveva confiscato migliaia di pagine di
documenti appartenenti ai Cinque nel momento del loro arresto, non esisteva il
pezzo chiave di tutti i casi di spionaggio del passato: non c'era una sola
pagina di materiale classificato.
Omicidio
Oltre allo spionaggio, l'altra grave imputazione - cospirazione
per commettere omicidio premeditato – è stata presentata contro Gerardo
Hernández. Si basava sull'incidente del 24 febbraio.
I fatti presentati nel
processo hanno evidenziato che Hernández non era responsabile della sorte degli
uomini che erano negli aerei da turismo, non c’è stato il risultato di alcun
assassinio premeditato e non c’è stato alcun accordo sul fatto che se fosse
stato necessario abbattere l'aereo da turismo doveva essere fatto in acque
internazionali e non cubane.
Le tre imputazioni sono necessarie per la sentenza
di condanna.
Le prove hanno dimostrato che il 24 febbraio 1996, in quello che
era già una situazione nota, Basulto e i suoi seguaci sono decollati dalla
Florida su tre aerei da turismo e, una volta in volo, sono usciti dai loro piani
di volo e si sono diretti verso Cuba.
Dopo che il controllo aereo di Cuba li
aveva avvertiti che stavano entrando in una zona proibita sono stati
intercettati e due degli aerei da turismo sono stati abbattuti dalla forza
aerea cubana.
I pubblici ministeri si sono avvalsi della
legge sulla cospirazione per argomentare che Hernández, che aveva avuto un
ruolo nell’infiltrazione in gruppi come ‘Hermanos al Rescate’ e avvisava Cuba
sui loro piani, era responsabile di omicidio.
Il processo
Questa teoria aveva una serie di lacune.
In primo luogo, non è un
delitto il fatto che Cuba abbatta aeronavi che sorvolino le sue acque
territoriali o la sua zona terrestre. Pertanto, il giudice nell’udienza ha
decretato che al fine di dichiarare colpevole Hernández di questa imputazione,
la procura avrebbe dovuto dimostrare almeno che molto prima che gli aerei da
turismo decollassero esisteva un piano o un accordo concreto per abbatterli
prima che arrivassero al territorio cubano.
In caso contrario, gli Stati Uniti
non avrebbero giurisdizione e la procura non potrebbe dimostrare un elemento
essenziale dell’accusa: che gli avvenimenti decisivi avrebbero avuto luogo non
in territorio cubano bensì in quello che gli Stati Uniti affermano che è la
loro "giurisdizione marittima o territoriale speciale".
La procura ha
riconosciuto di non avere alcuna prova riguardo qualsiasi accordo su dove
avrebbero dovuto essere bloccati gli aerei da turismo intrusi. Quindi, ha
presentato un appello straordinario al Tribunale di Appello dell'Undicesimo
Circuito lamentandosi che, date le prove presentate al processo, l'istruzione
dava luogo a un "ostacolo insuperabile" per la sentenza di condanna.
L'appello è stato respinto e sono state date istruzioni alla giuria che avrebbe
dovuto trovare oltre ogni ragionevole dubbio che esisteva un accordo concreto
per abbattere gli aerei da turismo in acque internazionali.
Venne subito
prestata attenzione all' "ostacolo insuperabile" e venne emesso un verdetto
di colpevolezza a tempo di record.
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