Gli Stati Uniti si lamentano perché il sistema bancario di Cuba non è trasparente e questo avrebbe permesso ad alcuni cubani “rifugiati dalla persecuzione comunista” di truffare il sistema sanitario e di prelevare denaro tramite una banca che opera sull’isola.
E’ sorprendente che Washington chieda trasparenza bancaria a Cuba dopo pochi giorni aver sanzionato una banca olandese per fare affari a Cuba. Prima la stessa sorte era toccata ad una banca svizzera e ad una australiana.
Sembra però che continuare a punire gli affari sull’isola in giro per il mondo sia troppo faticoso e così vogliono semplificarsi le cose: la Banca centrale di Cuba deve essere trasparente così che agli USA risulti più semplice castigare i soci finanziari dell’isola.
Da un punto di vista
negativo la proposta di trasparenza sembra quasi stupida, vista con ottimismo
potrebbe sembrare il primo passo verso un accordo di collaborazione bilaterale
nella lotta contro il riciclaggio di denaro.
Se le autorità statunitensi
sono così interessate nel reprimere questi delitti hanno l’opzione di cessare
la persecuzione finanziaria mondiale di Cuba e, quindi, sollecitare questo
paese affinché segua le norme internazionali di trasparenza bancaria.
Sicuramente l’Havana lo
penserà con attenzione, per evitare che accada come quando comunicarono all'FBI
di certi complotti violenti organizzati da alcuni esiliati di Miami e che alla fine ottennero come
risultato che la stessa FBI arrestò gli agenti cubani che ottennero quelle informazioni.
I loro giudici furono
così viziati che Gabriela Knaul, relatore dell’ ONU sull’indipendenza di
giudici e avvocati, espresse a Washington la sua preoccupazione in merito al
processo contri i 5 cubani incarcerati negli USA per spionaggio.
L’ingenuità di Cuba verso
l’FBI li ha portati in carcere. Quattro di loro continuano ad essere
imprigionati, il quinto è in libertà vigilata a Miami.
E sembra che la
situazione legale non cambierà, la Casa Bianca rifiuta l’offerta cubana di
liberare i 5 in cambio di Alan Gross.
Washington assicura che
sono spie e che Alan è un innocente “contractor”. E’ vero che lavorava con un
contratto però al servizio degli USA e contrabbandando a Cuba apparecchiature
molto sofisticate, alcune delle quali vengono usate solo dalla CIA e dal
Pentagono.
Il segretario di Stato Hilary
Clinton, ha annunciato che intensificherà lo sviluppo delle comunicazioni
clandestine a Cuba, il che avrebbe come risultato un duro colpo per il desiderio della liberazione per ragioni umanitarie per Gross.
Per evitare che altri
americani vengano arrestati a Cuba, ora gli USA cercheranno estendere internet a
partire dalle apparecchiature che si vendono nei negozi cubani, difficile che
questo tentativo abbia successo a meno che il loro vero obiettivo non sia
quello di limitare ulteriormente l’uso delle nuove tecnologie e la repressione
verso la cyber –opposizione.
C’è una evidente contraddizione
tra la Clinton che vuole promuovere lo sviluppo di internet sull’isola e i suoi
colleghi del dipartimento del Tesoro, che impediscono di usare Google nei paesi
sottoposti ad embargo.
Washington così facendo
carica l’arma degli irriducibili cubani. La censura di Google e i milioni di dollari che
Hilary regala alla cyber-dissidenza sono la giustificazione per qualcuno per poter
inasprire le restrizioni così che “permetta di contrastare la nuova aggressione
imperialista”.
Ora è molto più facile
giustificare la censura e l'esistenza stessa del Ministero del Silenzio,
limitando l'accesso dei cittadini cubani a Internet, di tenere segreto il
destino del cavo sottomarino (steso un anno fa dal Venezuela a Cuba n.d.t. ) e
dichiarare ostile a chiunque non voglia essere condizionato nella rete.
Quando arrivai a Cuba, un
amico cubano mi diede un saggio consiglio: se vuoi capire cosa succede a Cuba
studia le sue relazioni con gli USA, perché quasi nulla di quello che succede qui è estraneo a questo centenario conflitto.
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