02 luglio 2012

Cuba e USA: le acque turbolente nello stretto della Florida


Gli Stati Uniti si lamentano perché il sistema bancario di Cuba non è trasparente e questo avrebbe permesso ad alcuni cubani “rifugiati dalla persecuzione comunista”  di truffare il sistema sanitario e di prelevare denaro tramite una banca che opera sull’isola.
E’ sorprendente che Washington chieda trasparenza bancaria a Cuba dopo pochi giorni aver sanzionato una banca olandese per fare affari a Cuba. Prima la stessa sorte era toccata ad  una banca svizzera e ad una australiana.


Sembra però che continuare a punire gli affari sull’isola in giro per il mondo sia troppo faticoso e così vogliono semplificarsi le cose: la Banca centrale di Cuba deve essere trasparente così che agli USA risulti più semplice castigare i soci finanziari dell’isola.
Da un punto di vista negativo la proposta di trasparenza sembra quasi stupida, vista con ottimismo potrebbe sembrare il primo passo verso un accordo di collaborazione bilaterale nella lotta contro il riciclaggio di denaro.
Se le autorità statunitensi sono così interessate nel reprimere questi delitti hanno l’opzione di cessare la persecuzione finanziaria mondiale di Cuba e, quindi, sollecitare questo paese affinché segua le norme internazionali di trasparenza bancaria.

Sicuramente l’Havana lo penserà con attenzione, per evitare che accada come quando comunicarono all'FBI di certi complotti violenti organizzati da alcuni  esiliati di Miami e che alla fine ottennero come risultato che la stessa FBI arrestò gli agenti cubani che ottennero quelle informazioni.
I loro giudici furono così viziati che Gabriela Knaul, relatore dell’ ONU sull’indipendenza di giudici e avvocati, espresse a Washington la sua preoccupazione in merito al processo contri i 5 cubani incarcerati negli USA per spionaggio.
L’ingenuità di Cuba verso l’FBI li ha portati in carcere. Quattro di loro continuano ad essere imprigionati, il quinto è in libertà vigilata a Miami.

E sembra che la situazione legale non cambierà, la Casa Bianca rifiuta l’offerta cubana di liberare i 5 in cambio di Alan Gross.
Washington assicura che sono spie e che Alan è un innocente “contractor”. E’ vero che lavorava con un contratto però al servizio degli USA e contrabbandando a Cuba apparecchiature molto sofisticate, alcune delle quali vengono usate solo dalla CIA e dal Pentagono.
Il segretario di Stato Hilary Clinton, ha annunciato che intensificherà lo sviluppo delle comunicazioni clandestine a Cuba, il che avrebbe come risultato  un duro colpo per il desiderio della liberazione per ragioni umanitarie per Gross.

Per evitare che altri americani vengano arrestati a Cuba, ora gli USA cercheranno estendere internet a partire dalle apparecchiature che si vendono nei negozi cubani, difficile che questo tentativo abbia successo a meno che il loro vero obiettivo non sia quello di limitare ulteriormente l’uso delle nuove tecnologie e la repressione verso la cyber –opposizione.
C’è una evidente contraddizione tra la Clinton che vuole promuovere lo sviluppo di internet sull’isola e i suoi colleghi del dipartimento del Tesoro, che impediscono di usare Google nei paesi sottoposti ad embargo.

Washington così facendo carica l’arma degli irriducibili cubani. La censura di Google e i milioni di dollari che Hilary regala alla cyber-dissidenza sono la giustificazione per qualcuno per poter inasprire le restrizioni così che “permetta di contrastare la nuova aggressione imperialista”.
Ora è molto più facile giustificare la censura e l'esistenza stessa del Ministero del Silenzio, limitando l'accesso dei cittadini cubani a Internet, di tenere segreto il destino del cavo sottomarino (steso un anno fa dal Venezuela a Cuba n.d.t. ) e dichiarare ostile a chiunque non voglia essere condizionato nella rete.

Quando arrivai a Cuba, un amico cubano mi diede un saggio consiglio: se vuoi capire cosa succede a Cuba studia le sue relazioni con gli USA, perché  quasi  nulla di quello che succede qui è estraneo a questo centenario conflitto.

di Fernando Ravsberg da Cartas desde Cuba

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