03 luglio 2012

Economia cubana: le anomalie del credito bancario


A partire dal 20 Dicembre 2011 è entrato in vigore a Cuba il decreto legge 289, che prevede la concessione di crediti a privati cittadini da parte del Banco Central de Cuba (BCC). I cubani hanno maggiore facilità per accedere a crediti bancari, ovviamente in pesos cubano, a partire da 1000 CUP. Gli interessi applicati vanno dal 5% annuo per crediti a breve termine, 12 mesi, al 7% annuo per crediti a medio, 5 anni, e lungo termine, più di 5 anni.

Con la nuova legge potranno accedere al credito quegli individui autorizzati ad esercitare una attività in proprio o altra forma di gestione non statale, gli agricoltori che possiedono legalmente appezzamenti terrieri, le persone comuni che vogliono costruire o ristrutturare la propria casa e quelle persone che semplicemente vogliano acquistare beni personali.
Per accedere al credito bisogna garantire le fonti di introito economico. Tra le garanzie ci può essere anche una ipoteca su beni immobili.
La legge 289 prevede la possibilità di aprire conti correnti per quelle persone che lavorano in proprio, per facilitare le operazione della propria attività.

Certo la nuova legge potrebbe essere un passo in avanti per lo sviluppo di una economia interna sullisola, però bisogna constatare che dei 250.000 cubani che hanno presentato la richiesta di crediti, solo 47.000 sono riusciti ad ottenerli. Il problema è che il governo deve autorizzare formalmente la pratica bancaria, che si è tradotto in concedere prestiti solamente a quelle attività relazionate con la costruzione o ristrutturazione di casa, così come per la relativa assunzione di mano dopera.

Una regolamentazione di questo tipo causa necessariamente delle anomalie indesiderabili sulleconomia stessa.
La prima è data dal fatto che lapertura la credito non può essere limitata solo a determinate attività, lasciandone la maggior parte escluse. Leconomia è un insieme interrelazionato, quando si agisce solo su un settore gli altri ne soffrono simultaneamente. E il mercato a determinare e coordinare questi processi interattivi. Quando si interviene con autorizzazioni solo in determinati settori questi stessi subiranno un incremento dei costi, canalizzando risorse verso pochi e impoverendo il resto delleconomia.

Inoltre il prestito per ristrutturare o costruire case non è una soluzione per il problema abitativo cubano. Non serve a niente concedere prestiti se non esistono sufficienti imprese di costruzione che possano garantire prezzo, qualità e progetti adeguati per soddisfare le esigenze della domanda.
E difficile trovare lavoratori in proprio o imprese che garantiscano un lavoro ben fatto a causa della scarsità di competitività, oltre al fatto che è ancora più difficile reperire i materiali necessari per svolgere il lavoro.
Alla fine molte famiglie decidono di realizzare i lavori che necessitano da sole, così che il prestito si tramuta in un compenso extra-salariale, in una economia dove il salario medio è di 18-20 dollari al mese.

Visto che solo il 19% di chi richiede un prestito viene soddisfatto, è facile pensare che lautorizzazione politica alla concessione di crediti venga condizionata da favoritismi ideologici e personali.
 Da un punto di vista sociale quindi è probabile che il controllo politico sulla concessione creditizia possa creare più problemi di quelli che vorrebbe risolvere.
La concessione dei crediti dipende dalle variabili di rischio, dal reddito, dalla qualità del progetto e dalla fiducia personale.
La conseguenza di queste anomalie è che il denaro contante sì sta aumentando, ma genera allo stesso tempo una condizione favorevole per laumento incondizionato dei prezzi, causando così un processo inflazionistico incontrollabile.
A questo si aggiunge linesistenza dellinterazione di differenti settori delleconomia, dove il mercato non riesce ad assegnare le risorse necessarie per lesistenza di un sistema di pianificazione centrale che lotta per frenare la sua nascita e sviluppo.

Una politica di credito prevede lesistenza di risparmio interno. E anche se Cuba stimola lapertura di conti correnti individuali e prevede lemissione di strumenti come la carta di credito, che comunque al momento non sono ancore stati implementati, nei cubani sono ancori vivi i ricordi del passato, quando il governo improvvisamente confiscava ed espropriava i beni dei cittadini.
I cubani preferiscono piuttosto tenere i propri risparmi sotto il materasso!

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