25 marzo 2011

Internet e Cuba: i blogger in bianco e nero

La cyberguerra cubana sta prendendo sempre più spazio in rete, sia dall'isola che da fuori.
La tv cubana ha recentemente mostrato diversi documentari in merito alla dissidenza in rete.
I tecnici informatici ufficiali insegnano ai membri del Partito cosa è e come combattere la cyberguerra.

A Cuba esistono praticamente solo due tipi di blogger: quelli che criticano qualunque cosa il Governo cubano faccia, incluso i tentativi di dar forma ad una nuova realtà socio-economica, ad esempio con l'apertura alle piccole imprese private o con la liberazione di tutti i dissidenti politici in carcere da anni; e quelli che difendono la rivoluzione a spada tratta, ignorando i problemi concreti che affligono l'isola.

Yoani Sanchez è senza dubbio la più famosa blogger dissidente di Cuba. Vive all'Havana e guida un gruppo di bloggers molto critici verso il regime, organizza corsi per educare giovani a pubblicare in rete e continua a vincere premi internazionali come scrittrice e giornalista, al suo confronto Gabriel Garcia Marquez in quanto a premi vinti sembra un dilettante.

Chi critica Yoani afferma che questi premi, che ad oggi sembrano ammontare a 500.000$, sono una copertura per i finanziamenti che gli USA devolvono ai cyber-dissidenti per destabilizzare il Governo cubano.
Il recente arresto di Alan Gross, che introduceva clandestinamente a Cuba equipaggiamenti tecnici de devolvere ai cyber-dissidenti, sembrano confermare questa tesi.

Gli USA in effetti credono che i giovani blogger siano la migliore via per stimolare un cambio a Cuba, in quanto la dissidenza tradizionale, oltre che essere quasi sconosciuta al mondo, è più isolata e divisa da differenti personalità.

La quasi totalità dei blog cubani sono "politici", sia pro che contro il Governo, raccontano però un'aspetto di Cuba in bianco o in nero, lontano dalla reale ecletticità del popolo cubano, ricco al contrario di mille sfaccettature e colori differenti.

In entrambi i casi sono ragazzi ben preparati, ma troppo radicali nelle loro convinzioni.
Da una parte i rivoluzionari non vedono i problemi concreti che bisogna affrontare per sollevare Cuba dalle difficoltà che aggravano la sua società e l'economia, dall'altra parte non si vogliono vedere gli sforzi e i cambiamenti, anche se lenti, che il Governo sta affrontando per dare una forma concreta alla modernizzazione e ad un cambio sull'isola.

A tutto questo il cubano della strada ne è indifferente, la maggior parte non ha internet, e collegarsi dai cybercafè è troppo caro.
Inoltre i problemi reali che bisogna affrontare quotidianamente per vivere dignitosamente a Cuba tolgono tutto il tempo a loro disposizione.

Chissà che il nuovo "cavo" dal Venezuela possa cambiare questa attitudine, serebbe bello se la rete fosse utilizzata dai cubani non solo per criticare o per elogiare la rivoluzione "a prescindere", ma anche per entrare con diritto nella realtà virtuale anche per scopi educativi, professionali e perchè no anche un pò ludici.

2 commenti:

nino ha detto...

e si, è proprio così, ci sono due blocchi.L'uno sostenuto dal governo cubano e l'altro da quello americano.
I bloggers indipendenti, assolutamente svincolati dal primo e dal secondo, non esistono.
La sanchez si dichiara indipendente, ma, dopo ciò che sappiamo da wikileaks, è evidente che fa parte di uno schieramento ben determinato.
E'vero che la linea proveniente dal venezuela ridurrà, credo, i costi dei servizi internet, ma è anche vero che il governo cubano terrà sotto occhio vigile la rete, per impedire che milioni di persone possano usarla senza limiti.

Roberto Ferranti ha detto...

Ma la nuova fibra ottica forse permetterà anche che il cubano comune utilizzi la rete come nel resto del mondo per scopi personali, famigliari, educativi e speriamo professionali e non per prendere parte a questo o quello schieramento politico