02 febbraio 2011

Vivere a Cuba: wishes on a falling star

Il documentario che pubblico di seguito è stato realizzato da tre ragazzi italiani, Jacopo Cecconi, Paolo Cellammare e Giammarco Sicuro ed è uno scorcio reale, anche se forse un pò superficiale e scontato, della vita a Cuba. A chi come me conosce e parla da anni di queste realtà non mostra nulla di nuovo, non affronta ad esempio in profondità quei movimenti che a cuba si stanno sviluppando e che cercano di stimolare un cambio pacifico con impegno e serietà culturale e sociale.

Quì voglio sottolineare un paio di cose. Il documentario inizia con uno scorcio dell'Havana turistica e dei suoi edifici decadenti, dove molte persone vivono in condizioni estremamente difficli. E in Italia? Sembra di parlare della realtà di Napoli, Caserta, Palermo e Bari, ma non solo, è sufficiente recarsi in alcune zone di Roma o Milano o di qualunque altra città americana o europea per trovare situazioni analoghe , se non peggiori.
Questo ovviamente non vuole giustificare queste drammatiche realtà, ma enfatizzarle non rende merito ad un giusto confronto con la vita miserabile che in occidente, a partire dagli Stati Uniti per approdare in Europa, molte persone sono costrette a vivere.
Anzi a Cuba ritengo sia più dignitoso, come il documentario dice, che in altri paesei del sudamerica. Nessun bambino vive e muore per strada, come ad esempio accade oggi in quel Brasile tanto corteggiato dalle multinazionali internazionali.
Nessuno muore di fame, o di malattie stupide, come accade negli USA.

Certo la doppia moneta, i salari insufficienti, l'impossibilità di vivere decentemente con il proprio lavoro, la carenza di beni di prima necessità sono realtà innegabili dell'isola caraibica. E da noi? Quante milioni di persone vivono sotto la soglia di sopravvivenza in condizioni molto più drammatiche di quelle illustrate nel documentario? Credo che questo sarebbe dovuto emergere nell'inchiesta.

Poi la prostituzione. Ma basta fare un giro in qualunque strada romana o milanese per trovare realtà molto più drammatiche. Si potrebbe dire che da noi la maggior parte delle prostitute non sono italiane. Vero, ma le escort di Berlusconi che si vendono per migliaia di euro hanno forse una dignità o una giustificazione maggiore?

Ancora si parla di propaganda, ma per favore! il nostro buon presidente possiede 5 canali televisivi su 6. Solo chi ha una parabola può farsi un'idea più equa sul mondo, così come d'altronde accade a Cuba. Non è vero che le informazioni sull'isola non arrivano, indirettamente dai parenti che vivono all'estero le cose si sanno, solo chi non vuole non ha accesso alle informazioni, così come in Italia.
Nel nostro paese l'80% delle notizie vengono apprese dalla televisione, quindi essendo quasi in totalità gestite dal governo di turno, le differenze si assottigliano sempre più.

Se è vero che il sogno socialista è morto, e mantenerlo in vita è anacronistico, è ancor più vero che il modello occidentale capitalista è sepolto, sopravvive solo nelle tasche di quelle lobby e multinazionali senza scrupoli che stanno facendo sprofondare nella miseria e povertà, intellettuale ed economica, interi paesi, vedi Grecia, Portogallo, Irlanda, tra non molto anche l'Italia.

Non voglio dire con questo che a Cuba va tutto bene. I diritti umani, la libertà di parola, di spostamento, la doppia moneta, l'assurda difficoltà di accesso ad internet, l'immobilità economica del Governo cubano sono realtà sopra le quali bisogna riflettere e che bisogna cercare di cambiare.
Non credo che il problema cubano sia oggi la vita o la morte di Fidel, ma così come in quei paesi mediorientali che in questi giorni sono sotto i riflettori del mondo, è un'immobilità politica e anacronistica il problema politico primario a Cuba.

Credo anche che il potenziale del popolo cubano sia di gran lunga maggiore di qualunque paese così detto "del primo mondo". Credo cha da Cuba, una volte risolti quei problemi di cui ho parlato, possa venire un esempio da seguire in tutto il mondo. Il pericolo maggiore che i cubani potrebbero affrontare una volta avviato un processo di cambio, è proprio cedere a quel modello occidentale che molti cubani oggi desiderano. Quello che bisogna evitare prima di tutto è che Cuba diventi un'altro Stato americano o uno dei paesi sudamericani che conosciamo.

In conclusione questo documentario illustra sì una realtà che molti in occidente non conoscono, ma tralascia alcuni importani aspetti che fanno di Cuba una possibile alternativa concreta alla fallimentare condizione dei paesi occidentali.
Spingiamo verso un cambio sull'isola, non perchè diventi l'ultima preda degli squali capitalisti delle multinazionali senz'anima, ma perchè si converta in una realtà vera all'egemonia occidentale dove il nulla è venduto a prezzi esorbitanti.

Da Cuba può nascere una nuova alternativa socialista, non nel senso che il PCC continua a propagandare, ma nel suo significato più profondo di eguaglianza sociale ed economica nel rispetto dei diritti di ogni essere umano.




4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ciao Rob...
non ho avuto modo di vedere il documentario ma condivido sostanzialmente le tue idee sul futuro dell'isola.
Però devi ammettere che almeno qualcosà è questo lungometraggio.
Non posso esprimenmi in merito, ma già un'itervista alla Sancez filmata in un contersto cinematografico è una grande cosa.
Direi che mi hanno anticipato.
risocdi era nelle mie idee fare una cosa simile.
Complimenti ai ragazzi.
Ciao
NIKI

Roberto Ferranti ha detto...

Quelloche voglio dire è che sono stanco di vedere descrivere Cuba solo da un punto di vista della miseria, dell'arrangiarsi, della prostituzione, etc... senza che si cerchi non solo di infangare ma anche di proporre e stimolare una cmbio costruttivo. L'unico valore di questo doc è quello di mostrare a chi non la conosce la vera realtà cubana, questo sì, però è ora di fare un passo in avanti!

Anonimo ha detto...

Rob bisogna far conoscere la realtá di Cuba da diversi punti di vista , sai quanto é difficile fare una registrazione come questa. Non dobbiamo dare per scontato che tutti sanno che questa Cuba esiste, cé tanto da fare nel mondo de la informazione e la documentazione. Soluzione? continuare dando una mano e ai cubani che vogliono un Cambio pacifico verso la democrazia, informar, informare, alfabetizzare, alfabetizzare... saluti Gzalas

pd. ti presento il fango puro e duro...Contadini cacciati via della loro casa.

http://www.youtube.com/watch?v=XYF_3Ao7CoM&feature=related

Roberto Ferranti ha detto...

Gaviota permettimi di dissentire, fare quello che ho visto non è poi così difficile, anzi è la cosa più facile da fare! (con o senza camera nascosta)comunque il punto è che è vero bisogna informare sulla vera realtà (è l'unico valore che trovo in questo doc) ma è anche vero che visto così sembra che Cuba sia solo questo! niente di più falso, è per me più importante iniziare a divulgare anche quelle misure (anche se piccole) che il governo cubano sta attuando, dalla liberazione graduale dei prigionieri politici alla legalizzazione di piccole attività private. Non mi interessa continuare ad essere solo contro i Castro (berlusconi è 100.000 più viscido, totalitario, schifoso e pericoloso) ma sottolineare il lento, ma speriamo costante, cambio che sembra iniziare il suo cammino. Basta con le ideologie, iniziamo a cercare un dialogo serio e spingiamo verso il cambio senza urlare troppo, e senza fare paragoni azzardati con quei paesi come l'Egitto che hanno poco a che vedere con la realtà cubana eccetto per l'immobilità di 50 anni di potere, ma che sembra lentamente muoversi. Meglio andare piano ma arrivare da qualche parte piuttosto che rivoltare il regime e trovarsi come in Russia, un paese che oggi è in mano alle mafie e alle multinazionali senza nessuno scrupolo, meglio la vecchia URSS!