25 febbraio 2010

Dissidenti a Cuba: immolato per la libertà, è morto Orlando Zapata Tamayo

Dopo 85 giorni di sciopero della fame è morto all'Havana il prigioniero di coscienza Orlando Zapata Tamayo.
Orlando, 42 anni, fù arrestato durante la primavera nera del 2003 e condannato a tre anni di carcere. Durante la prigionia a causa della sua attività di dissidenza nel carcere, gli furono aggiunti altri anni di detenzione fino a raggiungere un totale di 30 anni di reclusione.

Il 3 Dicembre del 2009 ha iniziato uno sciopero della fame, anche questo gesto punito crudelmente dal direttore del carcere di Camaguey Filiberto Hernandez Luis: gli ha impedito di assumere acqua per 18 giorni con l'intento di obbligarlo a sospendere lo sciopero della fame, questo ha aggravato in modo irrimediabile la salute di Orlando Zapata, fino a causarne la morte martedì scorso.

Una mobilitazione senza precedenti, da parte della dissidenza sull'isola di ogni tendenza e colore, ha infiammato Cuba e la reazione del governo è stata quella di fermare e arrestare molti dissidenti che stavano organizzando manifestazioni in solidarietà a Zapata.
La città di Banes è sotto assedio da parte della Sicurezza di Stato e della polizia, per impedire che oggi durante i funerali si possano organizzare manifestazioni dei dissidenti.

Lo stesso Raul Castro si è dichiarato "dispiaciuto" della morte del dissidente, addossandone però la responsabillità agli Stati Uniti.
La morte di un prigioniero di coscienza, una persona in carcere per le sue idee, senza aver commesso alcun reato, in un paese coccolato e corteggiato sia dagli USA che dall'UE deve essere un monito deciso, un grido ancor più forte sia FUORI MA SOPRATTUTTO DENTRO L'ISOLA: BASTA YA! E' IL MOMENTO DI RIBELLARSI, HASTA CUANDO?

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