Zoe Valdes è una famosa scrittrice cubana in esilio a Parigi da molti anni. Fermamente anti-castrista, dal suo blog difende e appoggia la dissidenza cubana sull'isola a spada tratta, a volte con posizioni molto intransigenti.
Ha difeso e appoggiato anche la comunità blogger dell'isola, con a capo Yoani Sanchez.
Nel suo post di oggi: "Dal mitin de repudio al oportunismo" ("Dall'atto di ripudio all'opportunismo") critica però apertamente Yoani e il suo atteggiamento nei confronti del regime di Cuba che considera "troppo morbido".
Ecco una sintesi dell'articolo.
[...]
Da quando Yoani Sanchez sorse nel panorama blogger l'ho appoggiata e difesa con entusiasmo e rigore, così come a suo marito che conosco da molti anni (leggere Mis Amigos) e al quale ho scritto una mail, ancora senza risposta.
Io non mi appollaio sui rami per mettere la situazione sul tavolo. Ho sempre sostenuto chi mette il suo granello di sabbia per far cadere la dittatura castrista.
Ho iniziato ad avere dei dubbi sul mio appoggio a Yoani quando lei ha espresso alcune opinioni che viste dal di fuori non sembrano mostrare di essere di fronte a una dittatura [...] Lei stessa si è dichiarata apolitica e ha rinnegato in varie occasioni di essere dissidente.
[...]
Cancellare la repressione che hanno sofferto altre persone a Cuba, mentire dicendo che era tempo che non si vedeva una repressione come quella da lei subita recentemente, risulta veramente molto basso.
A pochi giorni dall'atto di ripudio a Reinaldo, e che lui stesso ha provocato convocando l'agente per dialogare, lui con la sua esperienza di oppositore non poteva ignorare che si sarebbe prodotto quello che poi è successo, a pochi giorni da un'altro atto di ripudio a un gruppo di dissidenti (asserragliati in una casa n.d.t.). Ovviare a quest'ultimo episodio e dimenticare la primavera nera del 2003, nonostante molte persone restano in prigione, è altrettanto strisciante, soprattutto quando si ha un blog che pretende di informare su tutto quello che succede sull'isola.
[...]
Ora che io l'ho criticata, momentaneamente o per sempre vedremo, a causa dell'intervista a Obama, della parrucca bionda, della stampella, per quest'aria da Santa Ingrid Betancourt che sta assumendo e che a mio parere la danneggia, adesso tutti l'ammirano e la difendono.
[...]
La mia priorità è la libertà di Cuba. [...] Per essere come sono mi hanno crtiticata, insultata, ingannata, attaccata. [...] Per essere come sono ho perso più denaro di quello che ho guadagnato, per contratti cancellati a causa della mia lotta. [...] Però per essere come sono continuo anche a lavorare e a godere di quello che mi ha dato la vita. Potrei restare tranquillamente in silenzio. Non è il mio stile. Non l'ho fatto a Cuba e non lo farò quì.
[...]
Se domani Yoani Sanchez diventasse la Presidentessa di Cuba e il suo progetto politico, per il momento inesistente, si basasse sulle domande fatte a Obama e sul suo appoggio al turismo americano senza la liberazione dei prigionieri politici, senza cambio e condizioni necessarie ed esigenze elementari, allora, direi: sto all'opposizione. Questa è la democrazia. Non voglio dire di essere nemica di Yoani Sanchez, nè mi interessa esserlo. [...] Non voglio nemmeno essere Madre Teresa di Calcutta. [...] Sono io, con i miei difetti, imperfezioni e errori.
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Ha difeso e appoggiato anche la comunità blogger dell'isola, con a capo Yoani Sanchez.
Nel suo post di oggi: "Dal mitin de repudio al oportunismo" ("Dall'atto di ripudio all'opportunismo") critica però apertamente Yoani e il suo atteggiamento nei confronti del regime di Cuba che considera "troppo morbido".
Ecco una sintesi dell'articolo.
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Da quando Yoani Sanchez sorse nel panorama blogger l'ho appoggiata e difesa con entusiasmo e rigore, così come a suo marito che conosco da molti anni (leggere Mis Amigos) e al quale ho scritto una mail, ancora senza risposta.
Io non mi appollaio sui rami per mettere la situazione sul tavolo. Ho sempre sostenuto chi mette il suo granello di sabbia per far cadere la dittatura castrista.
Ho iniziato ad avere dei dubbi sul mio appoggio a Yoani quando lei ha espresso alcune opinioni che viste dal di fuori non sembrano mostrare di essere di fronte a una dittatura [...] Lei stessa si è dichiarata apolitica e ha rinnegato in varie occasioni di essere dissidente.
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Cancellare la repressione che hanno sofferto altre persone a Cuba, mentire dicendo che era tempo che non si vedeva una repressione come quella da lei subita recentemente, risulta veramente molto basso.
A pochi giorni dall'atto di ripudio a Reinaldo, e che lui stesso ha provocato convocando l'agente per dialogare, lui con la sua esperienza di oppositore non poteva ignorare che si sarebbe prodotto quello che poi è successo, a pochi giorni da un'altro atto di ripudio a un gruppo di dissidenti (asserragliati in una casa n.d.t.). Ovviare a quest'ultimo episodio e dimenticare la primavera nera del 2003, nonostante molte persone restano in prigione, è altrettanto strisciante, soprattutto quando si ha un blog che pretende di informare su tutto quello che succede sull'isola.
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Ora che io l'ho criticata, momentaneamente o per sempre vedremo, a causa dell'intervista a Obama, della parrucca bionda, della stampella, per quest'aria da Santa Ingrid Betancourt che sta assumendo e che a mio parere la danneggia, adesso tutti l'ammirano e la difendono.
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La mia priorità è la libertà di Cuba. [...] Per essere come sono mi hanno crtiticata, insultata, ingannata, attaccata. [...] Per essere come sono ho perso più denaro di quello che ho guadagnato, per contratti cancellati a causa della mia lotta. [...] Però per essere come sono continuo anche a lavorare e a godere di quello che mi ha dato la vita. Potrei restare tranquillamente in silenzio. Non è il mio stile. Non l'ho fatto a Cuba e non lo farò quì.
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Se domani Yoani Sanchez diventasse la Presidentessa di Cuba e il suo progetto politico, per il momento inesistente, si basasse sulle domande fatte a Obama e sul suo appoggio al turismo americano senza la liberazione dei prigionieri politici, senza cambio e condizioni necessarie ed esigenze elementari, allora, direi: sto all'opposizione. Questa è la democrazia. Non voglio dire di essere nemica di Yoani Sanchez, nè mi interessa esserlo. [...] Non voglio nemmeno essere Madre Teresa di Calcutta. [...] Sono io, con i miei difetti, imperfezioni e errori.
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4 commenti:
da brivido queste sue parole, anche lei ha ragione però!
meno male che cominciamo a parlare,,,saluti
ARRESTATO JUAN JUAN ALMEIDA
Il reato? Aver chiesto democrazia e cambiamenti…
Yoani Sánchez commenta su Twitter
Tutto sembra far capire che Juan Juan Almeida - figlio di Juan Almeida, uno dei padri della Rivoluzione cubana recentemente scomparso - sia stato arrestato questa sera dalla Sicurezza di Stato senza che stampa e televisione abbiano dato la notizia. La sistematica violazione dei diritti umani a Cuba attraversa uno dei momenti più duri. Il sito www.penultimosdias.com, bene informato sulle questioni della dissidenza cubana, afferma che Juan Juan sarebbe detenuto nel carcere di Villa Marista. La Sicurezza di Stato ha contattato Brenda, la sorella di Juan Juan, per dirle: “Tuo fratello non è scomparso, ma è agli arresti per essere uscito in strada con un cartello dal contenuto controrivoluzionario. Domani porta un asciugamano e i suoi effetti personali. Non sappiamo fino a quando resterà in galera”. Quel cartello conteneva una ferma richiesta di libertà, democrazia e cambiamento.
Yoani Sánchez si è occupata della questione lanciando ripetuti messaggi su Twitter. Tra l’altro la blogger sta attraversando un periodo difficile, non può rispondere alle numerose mail che giungono da tutto il mondo (neppure alle mie) perché sono settimane che non riesce a collegarsi a Internet. Persino i suoi ultimi post sono stati dettati per telefono. Ecco alcune dichiarazioni di Yoani Sánchez a proposito di diritti umani e della questione Juan Juan Almeida: “Il mio appoggio va a tutti coloro che non possono uscire ed entrare liberamente nel proprio paese. In questo periodo sono molto vicina a Juan Juan Almeida che è stato arrestato per essere uscito in strada brandendo un cartello che chiedeva democrazia e la rinuncia dell’attuale presidente. Trovo assurdo che nel mio paese si possa arrestare una persona soltanto perché esprime opinioni scrivendole sopra un cartello”.
Indira Omana, la figlia di Juan Juan Almeida mi ha contattato tramite Facebook pregandomi di scrivere un pezzo sulla triste vicenda. Riferisce Indira che la sua famiglia è in pena per la sorte del padre, soprattutto perché non è dato sapere quando verrà rilasciato.
Yoani Sánchez prosegue nella sua attività di critica al sistema senza paura di reazioni. Questa notte, durante una riunione clandestina in casa sua, lancerà il libro Boring Home Utopics del blogger Orlando Luís Pardo Lazo (Lunes de Post Revolucion), che festeggia la prima edizione cartacea. Yoani Sánchez desidera ringraziare la scrittrice cubana Zoe Valdés per le sue critiche e per l’attenzione che di solito riserva alle sue parole. Afferma che non può dimenticare i momenti di passione e sentimento con cui ha sempre letto i grandi libri della scrittrice, veri monumenti della cultura cubana. Yoani ci tiene a stigmatizzare le polemiche interne, sa che la lotta che sta conducendo deve avere un solo nemico e non ci possono essere divisioni.
“Sento che noi blogger contemporanei dobbiamo molto al valente lavoro dei giornalisti indipendenti che da oltre vent’anni rischiano sulla propria pelle per produrre informazione libera”, sostiene.
Non ci devono essere divisioni tra blogger e neppure tra giornalisti indipendenti. Yoani riconosce che prima di lei e dei blogger che la circondano sono stati in molti a lavorare per la libertà: Raúl Rivero, Tania Quintero e Julio San Francisco non sono che alcuni. Non servono divisioni, ma unità. Il muro può essere abbattuto soltanto con l’aiuto di tutti: giornalisti indipendenti, oppositori, blogger e cittadini.
Il Granma ha insultato Yoani Sánchez, paragonandola a un animale a quattro zampe, ma la blogger controbatte: “Meglio un animale a quattro zampe di un animale che si muove bene nell’opportunismo. In ogni caso la mia regola di vita è non insultare nessuno e non usare la violenza verbale… non voglio lasciare l’esasperazione ai miei figli. In un paese diverso avrei potuto denunciare il Granma per diffamazione, qui non è possibile e poi gli insulti di quel giornale li considero onori”.
In ogni caso la preoccupazione di queste ore è tutta per Juan Juan Almeida. Yoani Sánchez si rivolge all’agente della Sicurezza di Stato che trattiene il cellulare del dissidente e chiede a viva voce: “Che cosa sta succedendo a Juan Juan? Quando lo rilascerete?”.
In uno Stato di diritto esiste la certezza della pena. In uno Stato di polizia esiste l’incertezza su tutto…
Gordiano Lupi
www.infol.it/lupi
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