27 novembre 2009

Dissidenti a Cuba: l'insicurezza dello Stato

Un'altra testimonianza da Cuba, dal blog Veritas di Juan Eugenio Leal Garcia, un racconto di quel 6 Novembre, giorno della marcia contro la violenza.

di Eugenio Leal da Veritas


Il pomeriggio di venerdi 6 passava tranquillo, avevo assistito all' Accademia blogger da ore sino a mezzogiorno. La sera pensavo di andare ad una conferenza.
Però, alle 16:30 circa mi arriva un messaggo al cellulare: oggi alle 17:30 ci sarà una marcia, organizzata dai cittadini contro la violenza, partirà dall'angolo tra la 23 e G e arriverà a 23 e L, sarà pacifica, unisciti.

La marcia è stato un bello spettacolo di pacifismo e civiltà, cose alle quali la nostra società non è abituata, visto che la violenza fisica, verbale e istituzionale sta raggiungendo altezze molto pericolose.

In qualunque società civile questo genere di attività sono viste come atti encomiabili. A Cuba il sistema lo percepisce come una minaccia al suo controllo totalitario.
Le azioni della polizia politica ci hanno dimostrato l'insicurezza dello Stato di fronte all'emergente società civile.

Come si può interpretare altrimenti quello accaduto a Yoani Sanchez, Claudia Cadelo, Orlando Luis Pardo e un'altra amica, li hanno intercettati, picchiati e sequestrati per impedirgli di assistere alla marcia per la non violenza.
Con tutta la brutalità mostrata, la cupola governante si è tolta ancora una volta la maschera davanti al mondo. Speriamo che questa volta non si dimentichi quel volto.
Non si facciano illusioni, è la stessa faccia della primavera nera del 2003 e di sempre.

La generazione più giovane sta inviando al regime un messaggio di pace perchè la cosa più ragionevole è una transizione tranquilla, armonica.
C'è un tempo sotto il sole per tutti, dicono i libri saggi della Bibbia. Una volta che questo tempo sarà passato, vedremo i giovani sfrecciare su auto e moto fiammanti dei corpi repressivi. Allora non saranno segni quelli che esprimeranno, nè canti d'amore e pace. In nome del popolo si prenderanno quei diritti che oggi civilmente rivendicano.
L'aumento di violenza nella nostra società lo sta preannunciando.

Nessun commento: