29 ottobre 2009

La politica di Cuba: ok togliere l'embargo a Cuba, ma le ingiustizie sull'isola le ignoriamo?

L'assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato mercoledì scorso, per il decimo anno consecutivo, per chiedere la fine dell'embargo degli USA contro Cuba.
187 paesi del mondo hanno votato a favore della fine dell'embargo. Solo tre paesi hanno votato contro: USA, Israele e Palau. La Micronesia e le Isole Marshall si sono astenute.

E' la percentuale più alta da quando è stato richiesto per la prima volta, nel 1992, la fine dell'embargo. Allora i paesi che appoggiarono la richiesta furono 59. Nel 2008 erano 185.
Molti paesi considerano l'embargo un residuo della guerra fredda, il cancelliere cubano Bruno Rodriguez ha descritto l'embargo come una violazione sistematica dei Diritti Umani.

COSA?!? Il governo cubano ancora parla di diritti umani calpestati? Quando il regime continua costantemente a reprimere e incarcerare cittadini accusati solo di pensare, scrivere, raccontare cosa vuol dire vivere a Cuba oggi.

Le Nazioni Unite, del resto, non credo siano la giusta raprresentanza dei paesi del mondo. Hanno un peso concreto in rarissimi casi e con scarsa efficacia.
Gli Stati Uniti per primi hanno sempre ignorato, se andavano contro i loro interessi, le risoluzioni sulle varie "guerre moderne" delle Nazioni Unite.

Che l'embargo finisca è sacrosanto. Allo stesso tempo le Nazioni Unite dovrebbero con la stessa forza pretendere dal governo cubano la libertà dei prigionieri di coscienza, la libertà assoluta e illimitata di esprimere le proprie idee, di entrare e uscire dal paese, di accedere ad internet e di promuovere piccole-medie attività commerciali private.

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