04 settembre 2009

Vivere a Cuba: Raul e la corruzione

Raul all'attacco della corruzione. Questo causa costernazione nei cubani che dicono che penalizzare il mercato nero vuol dire avere meno cibo.

Era "normale", "tollerato" trovare al mercato nero le stessi merci delle "tiendas", spesso ad un prezzo più basso. Si presume che almeno il 20% delle merci vengano rubate dai magazzini. Tutto questo grazie alla "corruzione normalizzata".

Ma il mercato nero aiuta molti cubani, anche se sempre illegalmente, ad arrotondare un salario miserabile di 20-25$ al mese.

Molte cose che normalmente si trovavano al supermercato non si vedono più. Ad esempio prima si trovava molto prosciutto e formaggio. Oggi tutto è scomparso. Latte in polvere, yogurt, detergente che la gente delle campagna comprava all'Havana per rivenderlo in campagna, tutto scomparso, nessuno si azzarda a scendere in strada per vendere qualcosa, al limite lo fanno in modo ancora più clandestino nelle proprie case.

Raul sta pensando di "commissionare" il business delle tiendas, mettendolo sotto controllo militare, affermando che i militari "controllano più rigidamente l'inventario dei prodotti".
Raul sa bene che la corruzione è maggiormente presente nelle cariche statali e militari, più che nel piccolo commercio dei cittadini, quindi porre dei militari al controllo dei supermercati può solo aumentare e "legittimare" quella corruzione che Raul dice di voler combattere.

Nelle strade di Cuba comunque si dice che tutto questo è temporaneo e passerà velocemente. Già in passato il governo aveva ercato di combattere la corruzione, ma ha fallito, così come fallirà oggi, la gente non guadagna sufficientemente per una vita dignitosa per potersi muovere sempre all'interno della legge.

Quello che sta facendo Raul durerà poco, non ha la capacità di affrontare il problema.
La corruzione esiste perchè c'è moltissima necessità di ogni cosa.

2 commenti:

GaviotaZalas ha detto...

É il sistema economico fallito che obbliga a vivere nella illegalitá.
Lo peggio é che si in un futuro le cose cambiano , la gente comunque avrá imparato a ruppare e a dilingere, e questo non si cura di oggi per domani. saluti

Roberto Ferranti ha detto...

Si può però di cercare di iniziare un'educazione sociale del "lavoro", soprattutto nei bambini, anche se oggi io sarei il primo a vivere "nell'illegalità" se mi trovassi nella situazione cubana. Però bisogna essere coerenti con dei valori universali, per non permettere che Cuba diventi come la maggior del centro-sud america, dove la vita già a 13 anni non ha nessun valore, dove le gang minorili gestiscono col terrore la quotidianità di un popolo.
Perchè Cuba possa davvero diventare un esempio sociale, politico e ambientale per il resto del mondo.
Grazie Gaviota, baci.