25 febbraio 2009

Vivere a Cuba: Fidel, questa è casa tua

di Claudia da Octavo Cerco

Non ho mai saputo se le persone che mettevano questo cartello (Fidel, questa è casa tua), all'entrata della loro casa erano consapevoli del fatto che non era una metafora. Le loro case erano di Fidel, tutte le nostre case sono della rivoluzione, perchè tutto quello che ci gira intorno è della rivoluzione, di questo concetto astratto.

A Cuba abbiamo scelto la filosofia greca, tutte le cose sono fatte di un'unica sostanza e in questo caso l'origine di tutte le cose è la rivoluzione.
La storia del mondo occidentale si divide nell'anno zero, prima e dopo Cristo, la storia di Cuba si divide nell'anno '59, prima della rivoluzione niente dopo la rivoluzione tutto.

Mi sorprende pensare che ci sono persone a Cuba che affermano che è molto difficile sfrattare una famiglia dalla sua abitazione. Non voglio raccontare la storia di qualcun'altro perchè ho avuto la disgrazia di trovarmi in questa situazione quando avevo 20 anni.

Mio padre viveva in casa di mia nonna materna, mia nonna decise di intestare la casa a mio nome come ultimo atto di lucidità. Quando mio padre morì, venna a casa mia, come era logico.
Invece, una persona vicina a mio padre che aveva un pò di "potere" decise che non andava bene, che la cosa corretta fosse che la casa fosse per lei.

Iniziò una battaglia alla cieca per me, dove non si capiva da dove venissero i colpi: dal prendersi, in mia assenza, il lavandino, i cavi della luce e i tubi del gas (senza menzionare le altre cose che stavano nella casa), passando per una falsa accusa di aver firmato il progetto Varela (non lo firmai solo perchè non mi arrivò mai), per il successivo mini-meeting-di ripudio dei membri dell'associazione diei combattenti, la prolungata mancanza di registrazione dell'indirizzo, le persone che risultavano residenti in casa mia senza che io lo avessi mai dichiarato, denuncia di affitto illegale, e il culmine di tutto questo, lo "sfratto".

Non racconto l'intera storia perchè non ne vale la pena: non hanno potuto sfrattarmi grazie a mio padre, che anche se da morto ha fatto suonare il suo nome nella mia bocca, perchè evidentemente, per vie legali mi avrebbero cacciato a calci dalla mia casa.

Nonostante questo sarebbe coerente andare all'Havana e contattare tutte quelle persone che in quest'ultimo anno sono state sfrattate dalle loro case perchè il centro storico fosse un centro appropriato per i turisti; o domandare ai vicini del Vedado, tra la 11 e K, perchè il Minit non gli permette di permutare casa e nemmeno di lasciarla in eredità a nessun famigliare.

Non si sà se la cantante Barbara Grave de Peralta alla fine sia stata sfrattata o no, spero sinceramete di no. Però voglio dire che il suo non è stato un caso isolato, ma un esempio di quello che succede quotidianamente in questa isola ideale.
Spero che la sua denuncia e la solidarietà che ha risvegliato la sua situazione la possano aiutare, per lei i miei migliori desideri.

1 commento:

GaviotaZalas ha detto...

Vivi molto di vicino la sperienza di voutare fuori di Varadero i suoi abitanti. Le chiedevano cosa volevano in cambio e io i miei amici per la univertità dovevamo reimpiri i modulli di richieste dei "desideri",,,presionavano a la gente per andarsene e alla fine FATTO!!!
La "rivoluzione" NEL 60 costrui case per i pescatori che abitavano in barracopoli a Varadero, e anni dopo sono stati mandati via,
Me ricorda lo stesso che capita a China con i vecchi quartiere popolare che adesso vengono mandati via per costruire i grandi palazzi.....La mafia del governo prende potere materiali per garantire il futuro potere economico, non sarano soli i russi comunista a diventare milliardari. Marcarebbe altro!!!
saluti