I muri dell'embargo stanno cedendo sotto le martellate della politica e l'erosione del tempo. L'ONU, Europa, Asia, America Latina e Oceania, arrivano da tute le parti i colpi che agitano, rompono, demoliscono ciò che resta di una strategia che alla fine ha lasciato pochi risultati.
La progressiva espansione del muro che separa Cuba dal mondo è diventato un progetto con difetti di progettazione e con l'utilizzo di materiali inefficaci nel momento di far combinare efficienza e produttività.
Dopo mezzo secolo speso per costruire e rinforzare il muro (da parte di chi sostiene l'embargo), dobbiamo accettare conclusioni contrarie alla sua finalità: il totalitarismo continua a Cuba, e non si vede nessun posssibile cambiamento nel breve e medio periodo. Inoltre questa politica ha favorito chi ne avrebbe dovuto soffrire. La nomenclatura dell'isola si gongola in questa situazione.
Vale la pena sottolineare almeno tre settori nei quali il regime dell'Havana si è rafforzato ed è riuscito ad ottenere garanzie per la sua conservazione.
1. In ambito diplomatico e politico è possibile che i risultati abbiano superato le aspettative dell'elite dell'isola. L'uso di gesti solidali verso i paesi del Terzo Mondo. L'invio di medici, insegnanti e allenatori sportivi, insieme all'uso appropriato delle risorse mediatiche e della creazione di gruppi di supporto in vari paesi del mondo, con un certo successo, sono il bordo della tela nella lotta del forte contro il debole, in questo caso gli USA da un lato e Cuba dall'altro.
Queste azioni facilitano la riconciliazione e la percezione che il resto del mondo ha di Cuba, così il regime dell'isola resta sotto l'ombra di una accettazione internazionale a volte aperta altre tacita, questo crea e alimenta una dinamica che sembra incrollabile sino a quando non si modifichi lo scenario.
2. Le crepe nelle alleanze con il vecchio continente dopo la guerra in Iraq e la scarsa priorità verso l'America Latina, hanno stimolato alcune forze di estrema sinistra, rilevando una perdita d'immagine che ha alimentato un nuovo impulso alla critica di questi oppositori arrabbiati.
3. Il terzo settore è legato all'economia. Tra le maglie dell'embargo è stato possibile far transitare miliardi di dollari di merci di origine nord-americana acquistata per il Governo (cubano) che, nel frattempo, grida ai quattro venti come Cuba soffra di un embargo asfissiante.
Un dettaglio è sufficiente per capire questa contraddizione: le maggiori facilitazioni per le transizioni avvennero durante il mandato di George W. Bush, l'amministrazione che sin dall'inizio scelse di elevare il livello di confronto retorico.
La progressiva espansione del muro che separa Cuba dal mondo è diventato un progetto con difetti di progettazione e con l'utilizzo di materiali inefficaci nel momento di far combinare efficienza e produttività.
Dopo mezzo secolo speso per costruire e rinforzare il muro (da parte di chi sostiene l'embargo), dobbiamo accettare conclusioni contrarie alla sua finalità: il totalitarismo continua a Cuba, e non si vede nessun posssibile cambiamento nel breve e medio periodo. Inoltre questa politica ha favorito chi ne avrebbe dovuto soffrire. La nomenclatura dell'isola si gongola in questa situazione.
Vale la pena sottolineare almeno tre settori nei quali il regime dell'Havana si è rafforzato ed è riuscito ad ottenere garanzie per la sua conservazione.
1. In ambito diplomatico e politico è possibile che i risultati abbiano superato le aspettative dell'elite dell'isola. L'uso di gesti solidali verso i paesi del Terzo Mondo. L'invio di medici, insegnanti e allenatori sportivi, insieme all'uso appropriato delle risorse mediatiche e della creazione di gruppi di supporto in vari paesi del mondo, con un certo successo, sono il bordo della tela nella lotta del forte contro il debole, in questo caso gli USA da un lato e Cuba dall'altro.
Queste azioni facilitano la riconciliazione e la percezione che il resto del mondo ha di Cuba, così il regime dell'isola resta sotto l'ombra di una accettazione internazionale a volte aperta altre tacita, questo crea e alimenta una dinamica che sembra incrollabile sino a quando non si modifichi lo scenario.
2. Le crepe nelle alleanze con il vecchio continente dopo la guerra in Iraq e la scarsa priorità verso l'America Latina, hanno stimolato alcune forze di estrema sinistra, rilevando una perdita d'immagine che ha alimentato un nuovo impulso alla critica di questi oppositori arrabbiati.
3. Il terzo settore è legato all'economia. Tra le maglie dell'embargo è stato possibile far transitare miliardi di dollari di merci di origine nord-americana acquistata per il Governo (cubano) che, nel frattempo, grida ai quattro venti come Cuba soffra di un embargo asfissiante.
Un dettaglio è sufficiente per capire questa contraddizione: le maggiori facilitazioni per le transizioni avvennero durante il mandato di George W. Bush, l'amministrazione che sin dall'inizio scelse di elevare il livello di confronto retorico.
2 commenti:
analisi condivisibile, perchè guarda i fatti, i quali dicono che l'embargo, nonostante abbia in questo momento molti buchi, viene utilizzato dal governo cubano in modo propagandistico e dalle organizzazioni anticastriste di miami per ricevere finanziamenti, che altrimenti non riceverebbero. L'embargo non crollerà, ma ci saranno così tanti buchi, quindi tante possibilità per cuba di fare acquisti negli usa, che alla fine non sarà nemmeno utilizzato dal governo cubano per la sua propaganda antiamericana.
grazie nino, una visione comune, è un buon segno... ciao
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