02 novembre 2008

Vivere a Cuba, Yoani: interrotti

di Yoani Sanchez da Generacion Y traduzione di Gordiano Lupi

“Ventitré anni e quattro aborti” racconta a chi vuole ascoltarla. La maternità rischierebbe di distruggere la sua magra figura, mi spiega, mentre si aggiusta ai fianchi la cortissima gonna. Per molti anni l’interruzione di gravidanza è stata usata come metodo anticoncezionale da migliaia di donne cubane. Negli anni ottanta, i profilattici erano un’illusione e persino quando la vendita venne estesa a tutte le farmacie, molti uomini rifiutavano di usarlo.


Conobbi questa stilizzata ragazza di Villa Clara a bordo di un autobus Yutong diretto in provincia. Nella prima ora di conversazione mi raccontò tutti i dettagli delle sue gestazioni interrotte. “Non fa tanto male” mi disse mentre strizzava l’occhio all’autista, che le guardava le gambe dallo specchio retrovisore. In una tiritera di quasi quaranta minuti volle spiegarmi i motivi, anche se li conosco bene. Mi disse che vive con i suoi genitori e divide una stanza con la sorella, che alcuni uomini con cui ha avuto intimità sono sposati e altri non vogliono avere figli, che vuole andarsene dal paese e con un piccolo è più difficile… Terminò chiarendomi: “Ho un’amica che lavora in un ospedale ginecologico e lei mi risolve sempre il problema”.


Dovetti scrollarle di dosso le illusioni di continuare a risolvere i problemi abitativi, amorosi o migratori in sala operatoria e le feci notare che adesso negli ospedali non si praticano più aborti. La stampa non l’ha pubblicato - come non ha parlato del numero elevato di aborti praticati fino a poco tempo fa - ma da alcuni mesi una direttiva interna limita le interruzioni di gravidanza. Il motivo è che la curva della natalità è in flessione e si deve cercare di rialzarla, persino obbligando le donne a partorire. Si morse il labbro senza credere alle mie parole e replicò con sfacciataggine: “Non ti preoccupare, faccio un buon regalo al dottore e lui mi lascia l’utero come nuovo”.


L’autobus prese una buca e mi resi conto che l’autista continuava a guardare estasiato le cosce della mia compagna. Ebbi il timore di fare un incidente e di finire come in un altro breve viaggio, interrotto tra le sue gambe.

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