01 settembre 2008

Vivere a Cuba, Yoani: dalla paranoia al grido

di Claudia Cadelo De Nevi pubbicato da Yoani Sanchez blog Generaciòn Y

Venerdì notte, dopo la liberazione di Gorki, quando siamo andati a casa sua, ha chiesto se Lia era andata alla spiaggia, e che raccontare quello che ha passato negli ultimi quattro giorni in due ore è impossibile: anche se lui non sapeva che siamo stati in tribunale dalle otto di mattina, che il sole della matina ci aveva bruciati, infine che due temporali ci avevano infradiciato… tutti eravamo lì: i diplomatici, la stampa e noi (dico noi, perché prima di questo episodio alcune delle persone presenti non si conoscevano, quindi eravamo semplicemente noi: quelli che erano presenti).

Scrivo questa nota perché voglio condividere la mia esperienza in questo atto di solidarietà con gli artisti e non artisti (come me) che hanno solidarizzato con Gorki e con noi stessi, sottolineo artisti plastici (scultori), pittori e scrittori; perché di musicisti non se ne è visto uno, nemmeno dall’underground più underground…

I miei amici dicono che sono paranoica; sono quella che vive nella paura, che non apre le finestre, che non ha mai parlato a voce alta di politica, ho paura del buio, non esco dopo dieci di sera nemmeno per arrivare all'angolo del mio palazzo. Ma non ho mai avuto così paura come quella che sento da lunedì scorso (e che ancora non si è rimossa).

Tuttavia, dopo aver conosciuto persone come Yoani, vederla al mio fianco con un cartello in mano, dopo aver parlato con lei solamente due o tre volte per telefono, guidata dalla fede, vedere tutti noi oggi sostenere Gorki, Ciro , Renay e Hebert, i miei amici , coloro che hanno messo piede su questa terra e che sono cresciuti con me, con le loro paure e i loro dubbi, vedere gli amici all'estero smuovere il cielo e la terra, e che alla fine sono riusciti a convertire la sua condanna da quattro anni in quattro giorni… Mi sembra ancora un miracolo.

Provo pietà per coloro che non mi hanno chiamato, che si sono nascosti per evitare che gli potessi chiedere un aiuto, per coloro che hanno detto "sì" e che non si sono mai presentati, mi dispiace che non possano aver goduto della felicità di questo finale, della sensazione di aver raggiunto ciò che è “irraggiungibile“.

Credo che il giorno di oggi segna un passaggio da "impossibile" a "si può". Abbiamo dimostrato che le cose possono cambiare, che l'ingiustizia e l’abuso del potere si può fermare e che la paura non è infallibile.

1 commento:

Anonimo ha detto...

La ringrazio per Blog intiresny