di Yoani Sanchez blog Generaciòn Y
traduzione di Gordiano Lupi www.infol.it/lupi
amministrazione tecnica di Sacha Naspini www.sachanaspini.eu
La questione della cittadinanza rappresentata su Internet che sviluppa progetti per conto proprio, risulta eccessiva per noi cubani. Senza essere riusciti a diventare cittadini nella realtà, è difficile comportarci come tali nella rete. In questo caso non serve il fatto di saltare le tappe, come è successo con le videocassette (che non sono mai state vendute nei negozi cubani), i registratori di pellicole e praticamente i floppy da 5¼, ma soprattutto dovremo laurearci in civismo, prima, nella realtà.
Vediamo se riesco a comprendere la logica contorta del nostro spazio virtuale: “un cittadino cubano non può comprare il suo dominio web e alloggiarlo in un server locale, ma è accusato quando riesce a far ospitare il suo sito in un altro paese”; “i blogger ufficiali riflettono la realtà, mentre noi alternativi siamo marionette al servizio di qualche potere straniero…”; “Internet è un terreno per una così detta battaglia di idee, della quale nessuno può enumerare almeno un principio che non sia l’intolleranza…”; alla fine, oltre ai mutilati nella nostra società, abbiamo avuto accesso a Internet con vari pezzi in meno.
Di questo passo, sulla rete accadrà la stessa cosa che mostrano le nostre strade: persone che in un primo momento - davanti alle telecamere e ai microfoni - esibiscono un entusiasmo e una fedeltà ideologica che è pura. “schiuma”. Per questo su Internet diventiamo folcloristici ed ecologisti; ci serve per gli uffici di collocamento, gli avvisi pubblicitari o la musica gratuita, però attenzione a esprimere opinioni. Nella rete dobbiamo avere le stesse maschere che portiamo addosso nella nostra vita. I ciber - diritti dovranno attendere, ma per prima cosa dobbiamo cominciare a esigere di essere trattati, almeno, come cittadini.
Nota del traduttore: In questo brano di Yoani una parte presenta difficoltà di resa nella nostra lingua. Si tratta della frase finale: Lo de tener ciber-derechos tendrá que esperar, a ver si va y un día nos da por empezar a hacernos, al menos, ciudadanos. Ho tradotto in modo molto libero: I ciber - diritti dovranno attendere, ma per prima cosa dobbiamo cominciare a esigere di essere trattati, almeno, come cittadini. Ringrazio Carlos Carralero, scrittore cubano esiliato in Italia, che mi ha aiutato a interpretare il senso aggiungendo il suo pensiero che riporto fedelmente. “L’idea o il messaggio non va indirizzato solo al governo, ma anche ai cittadini, perche capiscano che devono lottare per far valere il diritto a essere, un giorno, trattati come cittadini. Vale a dire: il cubano deve guadagnarsi il diritto a diventare cittadino. Fino a oggi non è un cittadino, ma parte della massa” (Carlos Carralero).
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