23 giugno 2008

La politica di Cuba: Fidel, a colpi di riflessione

di Jorge Ferrer dal blog El tono de la voz

Quest’uomo sta lavorando a cottimo! Pensa che ti ripensa… Vive una seconda giovinezza, una vita dopo la morte. Ha detto addio alla sua vecchia e spettrale esistenza e lo vediamo in Cubadebate (tavola di discussione cubana sui soliti temi…), e da qui sulla stampa di tutto il mondo, nella sua divisa Adidas.

Finora, con qualche eccezione, si dedicava a scrivere su qualsiasi cosa, con particolare predilezione per “la fine della mondialità”. Ma negli ultimi giorni, il riflessivo, riflette su cosa pensare. Ed egli si anima, come un giovane poeta che trova un nuovo tema lirico.
Nel suo caso, l'intrigo: le ossa vertebrali e il midollo spinale della sua poetica . La cosa grave, come appunta Juan Antonio Blanco, è quella di affermare dictat su questioni sulle quali il governo cubano ancora non ha deciso , come ad esempio la revoca delle sanzioni dell‘UE.

Il motivo è semplice: la politica estera non è un gioco da ragazzi. Raul, pensa, può giocare all’apertura, alle nuove “misure” e a quello che vuole. Ma la politica estera, cioè il luogo che Castro vuole che occupi Cuba nella sua casella privata del mondo. Può procedere con la vendita di tostapane, se vuole, ma la cartella “Cuba nel mondo” è sua, esclusivamente sua.

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