02 novembre 2012

Riflessioni su Cuba: il socialismo capitalista

L’esistenza del mercato con le sue categorie di base come il denaro, i salari, le banche, il credito, etc, non implica la presenza di un sistema capitalista. Tali categorie economiche accompagnano la società umana dagli albori della civilizzazione. 
Il socialismo nel modello conosciuto sino ad oggi non ha potuto eliminare il mercato, tema che fu un vero incubo per alcuni pensatori comunisti, tra i quali Che Guevara.


Quindi i leaders socialisti dovranno considerare che il mercato e le sue categorie economiche saranno la base di qualunque variante si voglia applicare, sarà quindi positivo utilizzare le istituzioni e le strutture ereditate, il quale funzionamento non deve oltrepassare le finalità che derivano dal senso comune e dalla solidarietà collettiva.

[…]

Il fatto di adottare un sistema monopartitico, bipartitico o multipartitico non implica l’attuazione di un’autentica democrazia. La cosa essenziale è la partecipazione attiva delle masse popolari, in tutti le sue caratteristiche, senza discriminazioni, per decidere dalla scala locale sino a quella nazionale in merito alle questioni sociali.

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I paesi che cercheranno una forma di distribuzione dei capitali più giusta, diminuendo la differenza tra ricchi e poveri, generalmente partendo da forti strutture capitaliste di Stato, di fatto stanno “facendo socialismo”. Se aggiungiamo forme politiche ugualmente partecipative, marcate dall’impronta della collettività, sarà un eccellente cammino.

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