La
Comunità Europea all’attacco dei paesi latinoamericani emergenti e ribelli!
Argentina, Brasile, Cuba, Venezuela e Uruguay figurano nella lista dei paesi ai
quali è stato tolto il beneficio di agevolazioni fiscali e incentivi
commerciali da parte della UE.
Il Sistema Generale di Preferenza (SGP) della UE prevedeva notevoli riduzioni tariffarie per le importazioni da quei paesi considerati in via di sviluppo che potevano raggiungere fino al 30% di riduzione delle tasse di dazio su una vasta gamma di prodotti, proprio per incentivare le esportazioni verso la Comunità Europea.
L’esclusione
di molti di quei paesi che beneficiavano del SPG è giustificata dalla
considerazione che secondo la UE ora
vengono catalogati come nazioni di reddito medio-alto. Avete letto bene Cuba
viene considerato un paese con reddito medio-alto!
Christine Lagarde |
Ora
è fin troppo evidente che questi paesi sudamericani vengono colpiti non certo
per un incremento della loro economia, anche se alcuni di questi come Argentina
e Brasile e in parte il Venezuela negli ultimi anni hanno segnato un notevole
passo in avanti in termini di sviluppo economico, ma la loro esclusione dal
programma di agevolazioni è parte di un disegno ben pianificato mirato a
boicottare e danneggiare quei paesi che si sono ribellati alla dittatura
finanziaria del Fondo Monetario Internazionale, come ad esempio l’Argentina che
già da tempo è in aperta battaglia con Christine Lagarde, presidente del FMI
che critica e minaccia di rappresaglie finanziarie l’omonima Cristina Kirchner,
presidente dell’Argentina.
Cristina Kirchner |
Le
riforme argentine, che si sono dichiaratamente opposte alla dittatura socio-economica
imposta dal FMI, da sempre attore principale nei paesi sudamericani imponendo
la sua presenza e decidendo i modi e le
forme di “aiuto” a questi paesi pretendendo poi in cambio agevolazioni e tassi
d’interesse da usura, hanno spudoratamente smentito le previsioni del FMI
stesso, improntando un sistema socio-economico socialista che nel 2012 ha
registrato una crescita del 2,5%, un PIL a +1,6% e il +5% di investimenti
stranieri.
Quindi
è vero che l’Argentina è un paese in via di sviluppo, così come il Brasile e il
Venezuela, ma la decisione della UE non ha niente a che vedere con la positiva
realtà economica di questi paesi.
E’ invece l’evidente mossa politica di
penalizzare chi si sta ribellando all’ingerenza socio-economica occidentale nei
paesi latino-americani.
Cuba ne è l’esempio. Non si può certo parlare di un
paese con uno sviluppo economico “medio-alto”, anzi! Soprattutto dopo il
disastro causato dall’uragano Sandy, si trova in grande difficoltà, ma la sua
chiara posizione all’interno della CELAC (Comunidad de Estatos Latinoamericanos
y Caribenos) che riunisce quasi tutti i paesi centro e sudamericani che si
ispirano a modelli di sviluppo riformisti e con una forte impronta socialista,
lo pone tra le nazioni “ribelli” al sistema economico-finanziario occidentale
che da sempre ha agito in queste regioni in assoluta libertà e con uno spirito
imperialista e coloniale.
1 commento:
Che lecchini,il loro padrona ha fatto cosi e anche loro da buoni servi si comportano nella stessa maniera.Max
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